martedì 2 gennaio 2007

L’ipocrisia della condanna a morte di Saddam Hussein (leggesi omicidio a sangue freddo)

Ora che il dittatore iracheno è stato appeso alla forca, e sulla rete sono apparse le immagini crude dell’esecuzione girate con un videofonino, l’ipocrisia internazionale dei giustizialisti, di quanti gridavano nel nome della vendetta l’uccisione dell’ex rais deposto, ha raggiunto l’apice.
Di cosa dobbiamo stupirci? Cosa dobbiamo farcene de gli ipocriti che fingono non sia stato commesso un atto così tanto abietto, soprattutto proprio noi italiani, che dopo aver fucilato Benito Mussolini l’abbiamo appeso come un bue per i piedi a Piazzale Loreto?
Perchè stupirsi di così tanta disumana ferocia? Si pensava forse che un esecuzione capitale fosse un battesimo, un matrimonio? Indipendentemente dai fatti contestati ad un uomo l’esecuzione capitale fatta tramite impiccagione, fucilazione, o iniezione letale è sempre un atto barbarico che grida giustizia agli occhi dell’uomo e del mondo.
È stata una fortuna che quelle immagini siano state messe in rete, e bisogna dire grazie a quel testimone coraggioso, che ha avuto la forza di documentare dall’interno il comportamento d’inciviltà umana, di disumanità legale che ha guidato le mani dei boia durante l’omicidio a sangue freddo.
Forse i favorevoli alla pena di morte desiderano fredde condanne asettiche, dove però con le parole sono bravi a condannare e giudicare, ma poi quando la realtà, gli eventi, la storia si compie sotto agli occhi, ecco che allora gli stomaci diventano di pastafrolla, e gridano allo scandalo, all’insulto e al disprezzo della vita umana, perché anche durante un esecuzione si dovrebbe rispettare la dignità del condannato.
Di che dignità stiamo parlando? C’è dignità e pietà umana, davanti ad un boia sia esso di stato, soldato, terrorista, o criminale comune che deliberatamente pone fine alla vita di un altro essere umano, indipendentemente dalle colpe e dai misfatti che ha compiuto?
Non c’è né dignità, né giustificazione politica, religiosa, sociale, legale, o quant’altro nel porre fine ad una vita, ma come tutti gli ipocrisismi che si rispettino, si tace davanti all’ineluttabilità teorica della guerra, davanti alle centinaia di migliaia di innocenti morti ammazzati, non importa da che parte essi siano, se però se sono occidentali, soldati, civili del ricco occidente industrializzato allora ci si straccia le vesti, si fanno i titoloni sui giornali, le commemorazioni ipocrite e parole altisonanti, ma mentre se appartengono all’altra parte della barricata, allora silenzio, allora i numeri vengono celati per non far vedere al mondo la barbarie che si commette, si tace per non far provare al presunto mondo civile l’inciviltà dei morti che si fanno nel mondo, nel nome e negli interessi di pochi.
Ben vengano questi uomini coraggiosi che firmano non solo le condanne a morte, ma anche stupri, violenze, corpi dilaniati da bombe, cadaveri ingrigiti dal rigor mortis con mosche che ronzano sugli occhi sbarrati verso il nulla, perchè il cittadino ha l’obbligo morale di rimanere scoccato, disgustato, con lo stomaco che secerne bile di rabbia e repulsa mentre s’ingozza a pranzo o a cena, ha il dovere d’essere messo davanti alle conseguenze della opulenza criminale, che nel nome della libertà dei popoli ricchi si compie nel resto del mondo.

Marco Bazzato
02.01.2007
http://marco-bazzato.blogspot.com/

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