sabato 18 aprile 2015

Laura Boldrini contro l’obelisco



È triste dirlo ma non ci si abitua mai alle intemperanze e alle uscite estemporanee fuori luogo del Presidente, sì Presidente, non Presidentessa come vorrebbe lei, stravolgendo la tradizione linguistica italiana, la quale ha dichiarato, a margine di un incontro con dei vecchi partigiani, che l’obelisco del Foro Italico, che porta la scritta “Dux”, andrebbe “sbianchettato”, anche se qualche vecchio partigiano integralista, nostalgico anche di quelle che furono gli anni della Volante Rossa[1], vorrebbe abbatterlo!

È strano, perché proprio in questi mesi gli uomini dell’Isis stanno facendo una cosa analoga, a suon di martellate contro tutti i simboli pagani, nei luoghi sacri, musei archeologici, siti storico nei territori da loro conquistati e questo punto, giocoforza, sorge un parallelismo: l’epoca fascista è per la comunista Boldrini uguale al paganesimo di matrice islamica? Perché altrimenti non si spiegherebbe altrimenti il suo desiderio di distruggere o cancellare la storia de nostro Paese, solo per dar retta ad un gruppo di senescenti con il pannolone e l’arteriosclerosi, tirati fuori non si da dove e rianimati in che modo, per l’abbisogna. Ma prima o poi estingueranno tutti i partigiani, come si sono estinti i Cavalieri di Vittorio Veneto[2], che oggi manco vengono più ricordati quasi di striscio! Anche se ad onor di storia la I guerra mondiale ci ha visti vincitori, mentre la II, sconfitti.. visto che i partigiani di sinistra tifavano per Stalin a quel tempo!

Che piaccia o no, l’odierna Repubblica italiana, nasce sulle basi anche Istituzionali del ventennio fascista, che a sua volta fonda le sue radici nell’Unità d’Italia e lo Statuto Albertino. È un’amara verità, ma è la verità.
 Molte delle strutture e delle infrastrutture italiane sono state progettate e edificate proprio durante il “famigerato?” ventennio fascista e che alla Boldrini non vada giù, stanno ancora lì e a questo punto seguendo la logica del suo ragionamento andrebbero abbattute.

Per assurdo si potrebbe anche essere d’accordo, seguendo l’illogicità del suo modus operandi intellettivo, ma devono essere abbattute tutte, non solo simbolicamente, ma distrutte, bruciate, incendiate, demolite a colpi di spingarde o usando aerei da caccia, strade, autostrade, palazzi, usando gli artificieri esperti nelle demolizioni controllate… e poi sarebbe interessante vedere cosa rimarrà in piedi, chiaramente sgomberando coloro che hanno in affitto o in proprietà una casa o che vivono dentro un palazzo costruito durante il fascismo, Palazzo di Giustizia di Milano[3] compreso, in quanto costruito dal 1932 al 1940, in pieno regime fascista!

Naturalmente andrebbero smantellate tutte le Istituzioni anche previdenziali, usate tutt’oggi, da milioni di italiani, comunisti, anche antifascisti, ai quali  andrebbero tolte eventuali pensioni, agevolazioni, o quant’altro, visto che queste Istituzioni hanno in se il peccato originale, il seme marcio e dannato del ventennio fascista, ma si sa, per i comunisti radical chic,il denaro non puzza e non importa quali siano le  sue origini.
Credo che a  molti, visto l’intolleranza atavica del Presidente della Camera, si chiedano come la Boldrini possa continuare a calcare le aule parlamentari, sapendo benissimo che in ogni angolo la presenza del fascismo è ancora forte e vivida all’interno dei muri, come fantasmi che continuano ad aleggiare nell’aria?   

Nota finale: la Boldrini ha appena affermato che lei non “Ha mai detto di volerlo abbattere”[4] ma il senescente che stava con lei al raduno nell’”ospizio” della Camera dei Deputati, manco l’ha zittito il vegliardo che aveva detto una fregnata[5]…e in Italia e soprattutto in politica,, si sa, chi tace acconsente!

Marco Bazzato
18.04.2015

Presentazione di “Aborto d'amore”, di Marco Bazzato, articolo di Angela Dimcheva

Marco Bazzato

Romagnola Miroslalova

Tania Popova

Teodora Ivanova

Foto di gruppo con alcuni lettori

Con una lettrice

Ivan Anastasov

Il noto in Bulgaria scrittore italiano Marco Bazzato ha riunito i rappresentanti dell’elite cultuale bulgara e italiana nella galleria libreria "Sofia Press" per la prima del suo romanzo "L'aborto d’amore" (edizione di MBIL Agency - Sofia, 2014).

L'evento si è svolto in una stagione insolitamente afosa nella serata del 16 aprile 2015. L’evento è stato condotto dalla poetessa Romagnola  Miroslavova, che ha salutato il pubblico con "Cristo è risorto!" nel Giovedì Santo dopo la Resurrezione,  e nella sua introduzione ha sottolineato il parallelismo tra importanti questioni morali nel libro e la parola di Dio che ha conservato i propri valori essenziali nella Bibbia.: "Marco Bazzato mira a proteggere questo miracolo della natura – il concepimento ... La miglior prova del fatto che Marco è già amato in Bulgaria sono i suoi libri!. Essere un uomo raffinato, cordiale, colto ed erudito e nel contempo perspicacemente sensibile immerso nei temi di cui si riflette che emozionano solo la cosiddetta altra parte del cielo è un valore inestimabile per ogni scrittore, talento che l’Onnipotente dona solo ai migliori seguaci e   quelli che osano nominarsi artisti: coloro che hanno le capacità ricreare la vita vera palpitante, la vita che può andare a commuovere i cuori più impietriti. Questo talento appartiene anche a Marco Bazzato. Questo è un romanzo che può essere motivo di orgoglio per tutta la letteratura europea. Sono felice d’essere la redattrice di questo libro.”

Nel suo intervento, Tanya Popova (autrice della prefazione) ha detto: "Il romanzo dello scrittore italiano Marco Bazzato" L'aborto d’amore "è scritto con una sottile visione psicologica e profonda conoscenza delle diverse tematiche che in un modo o in un altro  sono state eluse nella nostra letteratura e solo nella nostra: questi sono i temi per la mancanza di tolleranza verso l’orientamento sessuale diverso,  il diritto di essere diversi, senza screditare le altrui concezioni del mondo;   il tema  del diritto di togliere la vita  che prima si desiderava. Marco Bazzato racconta la storia di una semplice famiglia italiana che vive in un sonnacchioso paese di provincia, lì dove le notizie si diffondono a macchia d'olio e ogni passo fuori dai costumi stabiliti può essere fatale ... I personaggi sono sottoposti insulti e attacchi, maneggi finanziari da parte dei media, che sulla loro pelle realizzano la loro politica. ... E qui arriva alla ribalta il diritto di scelta. Si ritrovano nel vortice di passioni a loro sconosciute e pregiudizi che a poco a poco uccideranno l'umanità, l'amore e l'affetto tra di loro ... "

Lo stesso Marco si Bazzato ha parlato a braccio circa lo sviluppo della trama e le idee esposte nel suo testo: "I personaggi di questo libro sono in guerra con se stessi ... Essi non sono in grado di accettare il cambiamento. Io semplicemente ho rappresentato attraverso il mio scritto una situazione ce può accadere a qualcuno, ma può anche non accadere. Non mi piacciono gli stereotipi. L’importante è che i personaggi cerchino se stessi, come spesso lo facciamo anche noi."

La traduttrice del libro Teodora Ivanova ha detto: "Marco mi ha fatto vedere un altro mondo - argomenti davvero difficili da capire. "Aborto amore" non è per ogni lettore, ma è per chi non ha paura di leggere. E il lettore deve mettersi nel ruolo dei protagonisti, dalla posizione dell’uomo che prende la sua decisione cruciale. Il ruolo sinistro dei media è anch’esso presentato molto bene ... La traduzione è un processo lungo, mi ci sono voluti circa quattro mesi, ma mi è piaciuto il lavoro creativo. "

 Gli intermezzi musical sono stati curati dall’attore Ivan Anastasov con evergreen in spagnolo e inglese.

Circa l'autore:
MARCO BAZATO è nato nel 1969 a Dolo (Venezia). Poeta, pubblicista, scrittore e pittore. Autore dei libri "Libero Arbitrio" (poesia, 2003), "Il campo del vasaio (Matt. 27: 7), Poemi d'amore e di morte" (2004), " Progetto Emmaus" (romanzo, 2006). Ha vinto diversi premi letterari in Italia, tra cui il Premio Europeo di Poesia, premiato a Taranto per il libro bilingue Il "campo del vasaio". È uno degli autori nell’Antologia poetica di Segreti di Pulcinella autori (2003-2005). I suoi lavori sono stati pubblicati sia in patria e nei giornali bulgari. Ha tenuto una mostra personale - dipinti con pastelli, acquerelli e pittura ad olio e fotografie a Sofia (2005). Cootraduttore co-autore di  diversi poeti e scrittori bulgari. Co-fondatore di MB International Literary Agency © - Sofia. Membro del PEN Club - Italia.
Articolo di Angela Dimcheva
Foto ©  Sofia Ars Net



Нашумелият у нас италиански писател Марко Бадзато събра представители на българския и италианския културен елит в Галерия-книжарница „София-прес“ за премиерата на романа си „Аборт от любов“ (Издание на МВИЛ Агенция – София, 2014). 

Събитието се състоя в необичайно знойната за сезона вечер на 16 април 2015 г. и се водеше от поетесата Романьола Мирославова, която поздрави присъстващите с „Христос воскресе!“ на Светлия четвъртък, а в експозето си наблегна на паралели между важните морални въпроси в книгата и Божието слово, съхранило същностните си ценности в Библията: „Марко Бадзато си поставя за цел да защити това чудо на природата – зачатието!... Най-доброто доказателство за това, че Марко е обичан вече и в България, са книгите му. Да си фин, сърдечен, образован и ерудиран мъж и в същото време да си проницателно чувствителен и задълбочен върху теми, за които от векове се смята, че вълнуват само тъй нар. нежна половинка от човечеството, е неоценимо качество за всеки писател, талант, с който Всевишният дарява само най-добрите си последователи и тези, които дръзват да се наричат творци; тези, които умеят да пресътворят истински трепетния живот, животът, който може да трогне дори и най-закоравелите сърца. Такъв талант притежава Марко Бадзато. Това е роман, с който може да се гордее цялата европейска литература. Радвам се, че аз съм редактор на книгата.“



В изложението си Таня Попова (автор на предговора) каза: „Романът на италианския писател Марко Бадзато „Аборт от любов“ е написан с тънък психологически усет и задълбочени познания по ред теми, които по един или друг начин са заобикаляни в нашата литературата и не само в нашата: това са темите за липсата на толерантност към различната сексуална ориентация, за правото да бъдеш различен, без да накърняваш с това възгледите на другите; темата за правото да отнемеш живот, заченат по собствено желание. Марко Бадзато ни разказва историята на едно обикновено италианско семейство, което живее в тихо провинциално градче, там, където новините се разнасят мълниеносно и всяка стъпка встрани от установените порядки може да се окаже фатална... Героите са подложени на хули и нападки, финансови машинации от страна на медиите, които на техен гръб осъществяват своята политика... И тук на преден план излиза правото на избор. Те се оказват във водовъртежа на непознати за тях страсти и пристрастия, които постепенно убиват човещината, любовта, привързаността помежду им...“
Самият Марко Бадзато говори импровизирано за разработката на сюжета и за идеите, заложени в текста му: „Персонажите в тази книга са във война със самите себе си... Те са в невъзможност да приемат промяната. Аз просто представих една ситуация, тя може да се случи на някого, но може и да не се случи. Не обичам стереотипите. Важното е, че героите търсят самите себе си, както и ние често го правим.“


Преводачката на книгата Теодора Иванова каза: „Марко ми показа един друг свят – теми, които наистина трудно се разбират. „Аборт от любов“ не е за всеки читател, а за този, който няма страх да чете. Той трябва да се постави в ролята на главните герои, от позицията на човека, който прави съдбоносен избор. Зловещата роля на медиите също е представена много добре... Преводът е дълъг процес, отне ми около четири месеца, но ми хареса тази творческа работа.“
За музикалните интермедии се грижеше актьорът Иван Анастасов с изпълнения на испански и английски евъргрийни.
За автора:

МАРКО БАДЗАТО е роден през 1969 г. в Доло (Венеция). Поет, публицист, писател и художник. Автор е на книгите „Свободна воля“ (поезия, 2003), „Полето на грънчаря (Мат.,27:7), Поеми за любовта и смъртта“ (2004), „Проектът Емаус“ (роман, 2006). Носител е на няколко литературни награди в Италия, сред които Европейска награда за поезия, присъдена му в Таранто за двуезичната книга „Полето на грънчаря“. Един от авторите в Antologia poetica di Segreti di Pulcinella (2003-2005). Негови творби са публикувани както в родината му, така и в български вестници. Има една самостоятелна изложба – картини с пастели, акварел и маслени бои и фотографии в София (2005 г.). Преводач в съавторство на редица български автори. Съосновател на MB International Literary Agency© - София. Член на П.Е.Н. Клуб – Италия.
Репортаж:

Анжела Димчева
Фото: © Sofia Ars Net

domenica 5 aprile 2015

Buona Pasqua a tutti



Per l’ennesima volta Papa Francesco ha deluso. I giornali e i social network tacciono, per piaggeria, ma il popolo non è né bue e manco vile e lo ha dimostrato la Piazza San Pietro, praticamente deserta, e no certo per via della pioggia.

I fedeli stranieri hanno capito che nonostante le belle parole di facciata, manco sono presi in considerazione di striscio negli auguri e quindi hanno disertato, preferendo andare dove almeno, per quanto poco, vengono rispettati.

Francamente sono sempre più sconcertanti i segni evidenti di disinteresse nei confronti dei fedeli. Certo ci stanno i teorici gesti simbolici, incentrati sulla Sua persona, il buonismo apparentemente sparso a piene mani, dilapidando le casse vaticane, le telefonatine, che ora sembrano essersi fermate, ma per il resto, è calma piatta.

Comunicazione pari a zero, discorsi scialbi, intrisi di mediocre retorica trita e ritrita. E in fatti il popolo dei fedeli, checché ne dicano i giornali, come i cani da tartufo, a naso sentono la qualità e la bontà ed è chiaro che ormai scavano sempre meno, disertano, se ne stanno distanti, preferiscono starsene a casa a mangiarsi l’agnello, soprattutto se abitano a Roma e dintorni, piuttosto che gettare via la loro mattinata in modo infruttifero.

  E poi, dai, diciamocelo: un tizio papale che al termine della benedizione Urbi et Orbi termina con: «Buona Pasqua e buon pranzo» lo si può accettare da “Gigi er troione” quando te serve l’abbacchio al forno e te manna afanculo, ma non certo dal “Santo Padre!”, gli Apostoli, dopo la resurrezione, grazie allo Spirito Santo, si facevano capire in molte lingue,costui invece, forse per pigrizia, si limita ai saluti in Italiano!

Certo si capisce l’utopia della famigliarità, ma ci stanno anche delle regole, delle tradizioni di rispetto che questo Pontefice continua a calpestare bellamente, infischiandosene dei fedeli stranieri, come se il suo obbiettivo fosse proprio quello di allontanare con questi suoi atti poco cristiani gli stranieri da Roma.

Non si sa cosa effettivamente abbia i mente, ma la china distruttiva che ha preso, certo non fa onore a lui e soprattutto infanga decenni di lavoro dei suoi predecessori, che sta mandando letteralmente a farsi fottere.

Marco Bazzato

05.04.2015