lunedì 17 febbraio 2014

Vladimir Luxuria arrestata a Sochi?

Il comunista italiano Vladimiro Guadagno, affetto da disturbo di identità di genere (1a), che vorrebbe essere chiamato da tutti Vladimir Luxuria e taluni italiani in passato, cadendo nella trappola politica l’hanno pure votato,  mandandolo  in  Parlamento tanto che aveva anche la pretesa, anche se maschio a tutti gli effetti, anche biologici, per quanto riguarda la tubazione esterna,  di utilizzare i servizi igienici femminili. (1)

Ebbene, il Dottor Vladimiro Guadagno, laureato in lettere e linue straniere, dopo  esser entrato legalmente in Russia, via cielo, non è dato a sapere se vestito come da certificato di nascita e passaporto, o se travesito da donna, con tanto di mammelle false, mostrando che già alla frontiera, alla faccia della propaganda, i russi sono stati tolleranti con una persona affetta da disturbo da idenità di genere, che rispettano le leggi del Paese.

Ma il Dottor Vladimiro Guadagno, noto “agitatore politico” che si spaccia per difensore dei diritti civili anche in patria, ha fatto fare una pessiama figura all’Italia e agli italiani, recandosi scientemente in Russia con lo scopo di provocare dare scandalo, pur di diffondere anche in quella terrra la sua ideologia figlia della toria dell’idenittà di genere. E lo fa, esponendo allo stadio, una delle tante famigerate bandiere arcobaleno, con la scritta in russo, “gay è ok”.

La polizia, gistamente ha preso subito in consegna il fascinoroso mascarato, portandolo al più vicino posto di Polizia, dove il Dottor Vladimiro Guadagno, al passaporto, si è poi lamentato, prima via telefono (2), poi, dopo il rilascio,  a mezzo stampa (3), durante un intervista in un inglesse maccaronico, che la Polizia russa, senza dirlo espressamente, è ignorante, perchè non parlava una sola parola di inglese, ma solo il russo. Bisognerebbe che se il Dottor Vladimiro Guadagno andasse in grio a parlare con i sottofuciali che prestano servizio in strada o dentro le caserme, della Polizia o dei Carabieneri per sincerarsi se tutti parlano l’inglese e se lo parlano, stia sicuro che forse si esprimono megliodi costui. Senza dimenticare che i russi, trovandosi a casa loro, parlano la loro lingua e non sono obbligati ad usare una lingua straniera per comunicare cona persona fermata, la quale, al massimo la forza  pubblica può mettere a disposizione un interprete. Ma evidentemente essendo solo stato in stato di fermo e quindi poi rilasciato, come spesso accade in Italia, con i fascinorosi da stadio o con gli ubriachi che vengono messi in guardina fino a quando non smaltiscono la sbornia, per fare un controllo dei documenti,  magari una piccola ricerca in rete dopo aver visto qualche sua immagine o video, hanno deciso di lasciarlo andare, aprendo le finestre, dopo la sua uscita, per cambiare l’aria, e andando in bagno,a turno, a lavarsi le mani, come loro all’igiene personale.

Ma la cosa esilarante è stato il web, Facebook in particolare,  sembrava impazzito. Nemmeno durante l’11 settembre del 2001 si vedevano le informazioni scorrere a tale velocità. Ma la cosa che scaldava il cuore erano i commenti d’amore nei confronti della Russia e dei polizziotti dell’ex Unione Sovietica, che avevano preso in momentanea consegna il Dottor Vladimiro Guadagno, per via del suo comportamento illegale e antisociale, a dimostrazione che gli italiani si stanno svegliando dai narcotici buonisti,a base di morfina mediatica e di laica ideologia religiosa che altro non è che il nuovo oppio dei popoli e come persone che aprono gli occhi dopo anni di sonno della ragione, imparano a distinguere non solo ciò che è giusto da ciò che è sbagliato, ma sopratutto ciò che è male da ciò che è bene.

E in questo caso il giusto e il bene era ed è dalla parte della polizia russa che con rispetto e diligenza della persona, ha fermato il fascinoroso per identificarlo, salvo poi rilasciarlo senza, e forse questo è stato un errore, ma evidenteente il codice pnale russo non lo prevede, un ingiunzione di rimpatrio immediata e un timbro nero sul passaporto, impendendogli di rimettere piede così nel suolo russo per almeno una decina di anni.

Se al Dottor Vladimiro Guadagno non è stata ingiunta l’espulsione immediata, oltretutto dopo averlo identificato e forse compreso che ruolo ha avuto in Italia nel corso dell’ultimo decennio, è un chiaro segno che le presunte diesciminazioni russe nei confronti degl LGBT sono solo una fantasia dentro le teste degli LGBT russi, riportate dai media occidentali come forma di pressione politica e di ingerenza nei confronti delle leggi ruse, perchè se così i locali gay di Shochi e nin solo, non sarebbero mai stati aperti e sopratutto pubblicizzati nei giornali online e nei media occidentali, affinchè i locali e gli ospiti potessero continuare a sguazzare sui loro gusti sessuali diversi da quelli etero. (4).

Tutta questa storia di “lussuria” o Luxuria ha mostrato in modo inequivocabile che il Dottor Vladimiro Guadagno, comunista di sangue e di professione, è diversamente amato dalla maggioranza silenziosa e non degli italiani, ma  sopratutto che non disegegna il denaro dell’odiato nemico, Silvio Berlusconi, amico di Vladimir Putin, in quanto sembrerebbe che fosse al seguito degli inviati della trasmissione le Iene di Italia 1, di proprietà Mediaset, che di cui una parte consistente delle azioni appartiene al grupppo Finivest, dove l’azionista di maggioranza è il pregiudicato Silvio  Berlusconi, decaduto dalla carica di Senatore, ma Presidente di Forza Italia.

Quando si parla di coerenza politica di un comunista.

Marco Bazzato
17.02.2014



(4) http://www.tuttosport.com/olimpiadi-invernali/2014/02/10-285362/Olimpiadi,+night+e+drag+queen%3A+Sochi+si+scopre+gay+friendly?src=correlato

sabato 15 febbraio 2014

Vigonvo: il Sindaco sostituisce la foto del Presidente della Repubblica con quella di un Capo di Stato teocratico

Damiano Zecchinato ne ha combinata un’altra delle sue.

 A nemmeno un giorno dalla sua lettera indirizzata al consigliere dell’opposizone,  con il Sindaco che iniziava con “Non lascio perdere un bel niente!. Forse la mente di tutti è andata  Goffredo Hamori di Malafesta, conte de Montmirail, d'Appremont e di Papincourt detto l'Arditoe,al suo grido di battaglia: “Ch’io deceda se recedo” del film “I visitatori” del 1993, intepretato da Jean Reno. Però se si riguarda il film non si può fare a meno di non notare una lontanissima somiglianza del Sindaco con l’attore francese  di “genere burlesco”, Christian Clavier, che intepretava del fido scudiero  Jean Cojon il Marpione , detto anche “palle molli”/Giacinto Maria Jeanco . (-1).

  Nella sua missiva pubblica, il Sindaco, Damiano Zecchinato, affermava il valore del rispetto delle Istituzioni e del Comune che gli paga l’indennità, combinandone un’altra delle sue: ha sostituito la foto del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, con quella di un Capo di Stato straniero, ossia il Monarca dello Stato Città del Vaticano.  


Damiano Zecchinato ha detto: “Non mi riconosco nella figura del presidente della Repubblica, bensì in quella del Papa che trasmette più valori. Non volevo il presidente Napolitano sulla mia testa, per me non sta facendo una grande figura, non è assolutamente super partes. Se mi vogliono obbligare devono fare una legge su questi simboli: quello è il mio ufficio e decido io chi avere sulla testa”(1)(2).

È certamente vero che rispetto a Sandro Pertini l’attuale Presidente della Repubblica,  entrato in Parlamento nel 1958,  vedil’Elezione di Napolitano è incostituzionale?” (3),risulta assai lontano lontano dallo share che al tempo riscuoteva, come cantava Toto Cutungno  ne “L’italiano”, “...un partigiano come Presidente....” Ma da qui a sostiture la foto dell’attuale inquilino del Quirinale con quella di un Capo di Stato straniero, Papà Francesco, può portare a pensare che la visione della società dell’attuale Sindaco sia orientata verso i principi e i valori – teorici – di uno Stato teocratico. E tra le  teocraziе non possiamo non citare l’Arabia Saudita e l’Iran e lo stesso Stato Città del Vaticano (3).

Cche Vigonovo abbia un Sindaco Talebano? Si ricorda che “talebano nel suo significato originale in Pashito e in Persiano significa Studente.(3bis). Studiare i testi sacri, non importa di che religione,  o filosofia religiosa, allarga la mente.

Ora, con tutto il rispetto nei confronti di Papa Francesco, per la sue figura di Sommo Pontefice,  266º Vescovo di Roma e vicario di Cristo sulla Terra, è politicamente accettabile che un Sindaco, in virtù della carica pubblica che ricopre e del rispetto che pretenderebbe dai cittadini,  possa esporre la foto di un monarca, che a rigor di diritto internazionale e di Concordato, quando entra nel suolo del Territorio Italiano, ma non solo in Italia, per le sue visite ufficali, è accolto con gli onori riservati ai Capi di Stato?

Il Sindaco, nella sua volontà di far parlare si se, ha dimenticato che l’Italia è un Paese laico, non sottoposto ad alcuna monachia teocratica, dove  l’articolo 7 della Costituzione italana, recita:  Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani.
I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale. (4)

Nel sito deln Governo Italiano (5) al quesito16 si può leggere: Negli uffici pubblici si può esporre la foto del Presidente della Repubblica? SÌ, ma non si possono esporre foto di altre autorità.

Papa Francesco è a tutti gli effetti un Capo di Stato regnante,dove il passaporto privato è Argentino e quello Diplomatico è messo dallo StatoCittà del Vatiano,  nel pieno dei suoi poteri temporali (6). Quindi, anche ammesso che il Sindaco, Damiano Zanonato, abbia affosso la foto del monarca della Città del Vaticano, nel mio ufficio privato”, il Sindaco, riceve, come tutti possono leggere ne sito del Comune di Vigonovo,(7) lunedì dalle 10.00 alle 12.00, giovedì dalle 10.00 alle 12.00 su appuntamento, e-mail: sindaco@comune.vigonovo.ve.it

Quidi, quando riceve i  cittadini  nell’ ufficio che ha in uso, non tiene conto dei diritti di costoro,  non solo battezzati, ma anche sbattezzati,  atei o che professano altre confessioni religiose, venendo meno al suo obbligo di rispettare il il principio di di laicità, nei pbblici uffici,  di tutti i cittadini di Vigonovo e non solo.

Questo per quanto riguarda l’aspetto temporale, l’aspetto, spirituale  è molto meno “elastico” di quanto il relativismo contemporaneo vorebbe far supporre.

Chiaramente visto che il Sindaco dice di  ispirarsi ai valori trasmessi da un Capo di Stato Straniero, teocratico,  sarebbe auspicable che avesse il coraggio e il rigore morale di non celebrare  più i matrimoni civili, perchè per la Chiesa Cattolica, quindi anche quella di Papa Francesco, il matrimonio civile è considerato convivenza moreuxorio, mentre il vantaggio coloro che sono sposati in Chiesa, è  che se invece di passare per il divorzio legale, tramite la Giustizia Italiana,  si passa attraverso la Sacra Rota, il  Tribunale Ecclesiastico che fa capo allo Stato città del Vaticano,quando il matrimonio religioso viene annullato, la sentenza, in virtù del Concordato tra Stato Italiano e Stato città del Vaticano, permette di non pagare un centeismo di mantenimento alla non mai moglie, perchè con l’annullamento del matrimonio religioso si annulla anche quello civile,  come se il matrimonio n non fosse mai stato eseguito, nè in Chiesa e nè innanzi ad un pubblico ufficiale, anche se era il sacerdote stesso in quel ruolo.

. Teniamo presente che Papa Francesco, prima di tutto è un Gesuita. I gesuiti sono ecclesiastici di formazione intellettuale assai fine, anche se mantengono all’apparenza un aspettopacioso e bonario, come quelli dei preti di campagna degli anni ’50, in stile Don Camillo.  Ma dietro l’apparenza, ci  sta il giusto  rispetto del mandato terreno che Bergoglio. come Papa, continua a portare avanti in quanto Vicario di Cristo in Terra.   Lo stesso giusto rigore  che è sempre stato insenganto fin da bambini quando si frequentava il Catechismo perchè i valori e principi trasmessi nel corso dei secoli da Gesù, come Figlio di Dio per i Cristiani o ccome principi filosofici ed etici per inon credenti o per coloro che professano altre confessioni,  sono immutati.

Certo,come tutti coloro che hanno frequentato il catechismo o che andavano o vanno tutt’ora alle messe domenicali,  Gesù è venuto per i peccatori, per qutti quelli che non rispettano in primis le tavole della Legge che Dio ha dato ad  Mosè sul Monte Sinai, dove in quest’epoca di convivenze more-uxorio, di non rispetto dei Comandamenti 8 e 9 (non dire falsa testimonianza e non desiderare la donna d’altri – ossia non fornicare fuori dal  sacramento del Matrimonio), oppure gli ammonimenti contro i sette vizi capitali: superbia, avarizia, lussuria, invidia, gola e ira, che hanno terrorizzato in passato generazioni di fancilulli, quali una ovlta adulti  scelgono di tenre i piedi sulle due sponde di un fiume, su quattro o più poppe/zizze/mammelle o fallo/1 altrui, anzichè sulle due della/del legittima/o consorte.

 Il sindaco Damiano Zecchinato per gistificare il suo gesto dice  tra l’altro: bensì in quella del Papa che trasmette più valori... Se mi vogliono obbligare devono fare una legge su questi simboli: quello è il mio ufficio e decido io chi avere sulla testa.

Analizziamo queste due frasi, riporatate dai quotidiani..

 Il Papa certo, a dire del Sindaco esprimerebbe più valori, dell’attuale inquilino del Quirinale,  però va ricordato che quando ogni Sindaco presta giuramento pruncia la seguente frase: “Giuro di osservare lealmente la Costituzione Italiana”. È grazie alla Costituzione italiana che il Parlamemento approva le leggi, dove lo stesso Presidende della Repubblica, anche quando firma un D.p r,  le approva. E si sa: la  Legge è uguale per tutti e La legge non ammette ignoranza, anche se l’imputato è extracomunitario e poco scolarizzato,come conferma una recente sentenza, della Corte di Cassazione. (7bis)

Quindi  quando un sindaco si  “schiera”, mettendosi sopra la testa un Capo di Stato straniero è come se si sottomettesse a costui e non alle Leggi della Repubblica Italiana. 

Privatamente a casa sua, ogni cittadino può fare ciò che vuole, ma non può arroccarsi la presunzione del diritto di poter affermare pubblicamente decido io chi avere sulla testa, dicendo “quello è il mio ufficio”. Peccato però che  che “MIO” non può essere utilizzato, in quanto presuppone un diritto di  proprietà della stanza adibita ad ufficio che semplicemente  usa e/o occupa in virtù del fatto che i cittadini l’hanno eletto nel 2011.

Il Sindaco, Damiano Zecchinato,  dice qualcosa di contrario all’ottavo comandamento, visto che ha la foto di un Capo di Stato straniero e Capo Spirituale di uno Stato teocratico della Chiesa Cattolica Universale,  nell’ufficio che ha in uso, in quanto quando afferma che non esiste la legge.

 La legge esisite eccola.
È il D.P.R. 7 aprile 2000, n. 121  Regolamento recante disciplina dell'uso delle bandiere della Repubblica italiana e dell'Unione  europea da parte delle amministrazioni dello Stato e degli enti pubblici.
Pubblicato nella Gazz. Uff. 16 maggio 2000, n. 121 (8), , esposte, oltre che nei
luoghi indicati dall'art. 2, commi 1 e 2 della legge 5 febbraio 1998,(9) scrivendo quanto segue: 3. Nei luoghi indicati nel comma 1 si espone anche il ritratto del Capo dello Stato.


Un altro punto essenziale non è se il Vicario di Cristo in Terra e successore al soglio pietrino trasmette più  valori.  Il punto è semmani, anche se la tramissione dei valori inclusi nei messaggi è ottima ,non è detto che la stazione ricevente riesca a decodificarli in modo esatto, corretto, giusto e poi metterli in pratica.  

L’eventuale giudizio di merito o l’entrare nel merito, non spetta certo allo scrivente, ma le opinini possono essere tranquillamente espresse in casa, al bar, davanti ad uno spritz, ad un bianchetto o ad un folpetto al mercato del lunedì mattina, o innanzi ai gradini della chiesa, dopo la messa delle 11.00.

Sappiamo tutti che il Papa trasmette con le più moderne tecnologie digitali e i segnali vengono inviati in tutto il mondo, ma poi se esistono politici, pubblici amminstratori, che dicono di rifarsi a questi valori, ma usano vecchie radio a transistor o televisori a valvole, in bianco e nero, che non sanno manco aprirsi internet e fare una ricerca in rete, hanno ha voglia andare in piazza a decantare questi valori tramessi, quando si sono compresi e messi in pratica, quando fa comodo, a smozziconi, solo per raccattare gli ultimi voti di qualche vecchiatta baciapile o di qualche canuto baciabanchi del giorno di Natale o Pasqua nelle prime file alla messa delle 11.00, perchè alle loro spalle, i cittadini li mettono alla berlina!

Nel Discorso della Montagna di Gesù , di cui Papa francesco è vicario di Cristo in Terra, ci stanno  alcuni versetti di Matteo, capitoli 5 e 6, ma tutti e quattro evangelisti sono illuminanti, tanto che qualsiasi persona, anche atea, solo per un fatto culturale può leggerseli, senza attenere : (10) via etere la trasmissione di valori aggiunti, forniscono a tutti interessanti spunti di riflessione.

: 27Avete inteso che fu detto: Non commettere adulterio; 28ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore.
36 Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. 37 Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno.
2Quando dunque fai l'elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade per essere lodati dagli uomini. In verità vi dico: hanno gia ricevuto la loro ricompensa. 3Quando invece tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra,  perché la tua elemosina resti segreta; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.(11)


Alla fine di tutto, il Sindaco di Vigonovo, Damiano Zecchinato, ha dimostrato ancora una volta sua totale mancanza di conoscienza delle Leggi tialiane, mancanza di rispetto per la figura del Santo Padre, visto che esiste stima reciproca tra il Presidente della Repubblica italiana e il monarca dello Stato Città del Vaticano.

Oltre a tutto ciò i danni di immagine causati ai cittadini di Vigonvo, per questa sua uscita estemporanea che ha reso i  vigonovesi, a causa del suo Sindaco,gi zimbelli di tutta Italia e non solo.

Non sarebbe sbagliato se si costituissero in un comitato dando il via da una class action contro Damiano Zecchianto, non prima di aver consultato un legale circa la fattibilità, per il danno di immagine causato a tutti i vigonovesi, per considerare “mio” l’ufficio che occupa come Sindaco eletto e per non essersi preso l’onere di controllare come afferma, non esiste una legge che impone la presenza della foto del Presidente della Repubblica, Giogio Napolitano.

Marco Bazzato
15.02.2014



giovedì 13 febbraio 2014

Il sindaco di Vignovo, Damiano Zecchinato non recede

Daminano Zecchinato non recede dai suoi propositi. La sua guerra, come Sindaco, a spese dei cotribuenti,  con il web e contro  lo critica in modo dialettalmente feroce, continua e lo fa rispondendo ad una lettera aperta del Consigliere del Movimento 5 Stelle, Andrea Danieletto, scritta con toni concilianti e bonari (1).

Ma il Sindaco, come un novello paladino del web, cercando di ribaltare l’onda di impopolarità che agita la sua Amministrazione da mesi, oggi vuole vantare anche il ruolo  di nemico giurato del cyberbullismo e lo fa con una lettera aperta di risposta. (2)).

La rispoposta del  Sindaco e corretta in un unico punto: ossia quando difende la sua prebenda mensile, chiamata indennità. Tutto il resto è populismo, demagogia,confronti tra realtà e situazioni che non stanno nè in cielo e nè in terra, come ad esempio il suicidio della ragazza di Cittadella..(3), inesattezze legali e giornalistiche, riportate alla bene e meglio, facilmente smontabili da chiunque.

 Ma il  Sindaco, un vorrà paragonare la sua situazione con quella della triste vicenda di Cittadella e e quanto ha scritto un cittadino vigonovese, che vive in Messico e una volta rientrato a  Vigonovo si trova lo scantinato allagato, perchè chi doveva muovere il culo, ma no ghe xe schei, non l’ha fatto?

 I cittadini fanno riferimento al loro Sindaco, e poi è compito suo e dei suoi uffici fare in modo che chi di dovere faccia la sua parte, opppure no?

Oppure pgni sindaco preferisce allagati e contenti, ma sopratutto muti e guai chi protesta, perchè altrimenti si danneggia l’immagine dell’Amministrazione. Poi poco  importa se ogni Amministrazione potrebbe essere marcia e corrotta fino a sotto le fondamenta, no, quello che conta è la facciata!

Per pretendre rispetto il rispetto le Istituzioni e le Amministrazioni devono per prima cosa fare la propria parte, il proprio dovere, non importa se prendono lo stipendio ogni mese o se hanno un indennità, i xe sempre schei, ostia, o no? Alla fine sono sempre soldi, no?  

E poi, anche l’accenno a mo di paragone indelicato, con la ragazza di Cittaella, con i gentiori e gli amici, i quali avrebbero, nel fossero assistiti da un Principe del Foro,  tutto il diritto di infuriarsi con il Sindaco diVigonovo, dove in via del tutto ipoteetica  potremmo già immaginare i titoli dei qutidani online locali: “Sindaco dencuciato dai genitori di una ragazza di Cittadella, suicidatasi sper cyberbullismo” Ma avendo nel cuore pesi ben più grandi e una figlia morta, si dubita fortemente che vorranno procedere per l’indelicato paragone.

O  non è che stia meditando il  suogesto estremo di libero arbitrio, visto che cita  la situazione con una ragazza che si è suicidata?  Come se le due situazioni personali, di età e di ruolo, esperienze  di vita  in concreto fossero paragonabili., perchè, con tutto il rispetto per questa ragazza, la sua condizione finale è la morte.

Il Sindaco stesso ammette e scrive: “ ..conosco bene il dialetto veneto e lo scrivo abbastanza bene, conosco perfettamentele sue espressioni a volte colorite a volte offensive che possono far venire meno il rispetto della dignità altrui, sopratutto in pubblico...”, peccato che questa conoscienza non si estenda forse anche alla lingua italiana. Infatti in un passo successivo scrive: Non so se sei un esperto di giurisrpudenza,  ma per me “il mi piace” significa anche che “condividi”, (va ricordato che Damiano Zecchinato, ilSindaco non è laurato in giurispurdenza, ma ha un dipolma grafico di litoimpressore, conseguito nel 1976, come da suo CV, (3bis)  quindi esprime solo una sua opinone personale e attualmente non ci stanno sentenze in proposito a favore della sua  opinione) quindi è un avvallo di un parere, rendendosi fattivamente responsabile di quanto chi ha scritto la frase, e di un caso analogo ne hanno dato notizia di condanna i tg di alcuni giorni fa”

Peccato che il Sindaco, o chi per esso, abbia scritto una cosa totalmente destituita di ogni fondamento. Infatti molti siti riportano la notizia, in italiano e non in dialetto veneto, parlato o scritto, in questi termini:  Per un 'like' su Facebook rischia una condanna da sei mesi a tre anni, o una multa di 516 euro. La procura di Parma ha infatti chiesto il rinvio a giudizio di un uomo per concorso in diffamazione aggravata. Lo racconta la “Gazzetta di Parma” (4), (5).
Nei due testi, che provengono da un lancio dell’Agenzia Ansa, si scrive espressamente di “rischio di condanna”, non “di condanna”, come scritto dal Sindaco, non prendendosi la briga di controllare in rete, prima di scrivere inesattezze, facendole passare per verità, forse nel tentativo di voler condizionare il pensiero dei vigonovesi meni accorti. E il Sindaco, quando scrive testualmente “di condanna”, viene meno al rispetto del diritto sancito dalla Codice di Procedura Penale, “secondo il quale un imputato è considerato non colpevole sino a condanna definitiva ovvero sino all'esito del terzo grado di giudizio emesso dalla Corte Suprema di Cassazione(6), scritto in modo più semplice nella Costuzione italiana, che all’articolo 27 recita: L'imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva.  Oltretutto il Sindaco, Damiano Zecchinato, dimostra nello scrivere di questo evento che non conosce la differenza, secondo il Codice di Procedura penale,  tra il reato di diffamazione aggravata, come nel caso da lui citato e il reato di minacce, quelle da lui dencuiate e non ancora rinviate a giudizio, quindi cosa resta per un’eventuale sentenza definitiva di condanna o meglio ancora di assoluzione?

Va ricordato che a livello di forza politca e del rispetto nei confronti delle istuzioni che oggi il Sindaco, come è prassi da suo ruolo, molti suoi colleghi di partito, anche come incarichi pubbici di prima grandezza, hanno dimostrato di non averne affatto, anche dentro le stesse aule parlamentari (7), quando “il l 16 marzo 1993 Luca Leoni Orsenigo, deputato della Lega Nord, spalleggiato dal capogruppoFormentini sventolò nell’aula di Montecitorio alla Camera un cappio, nell’esplicito riferimento alla forca per l’intera classe dirigente della prima Repubblica.” (7bis). Preistoria politica si dirà, forse, ma pur sempre storia della Lega. O come quando in tempi più, recenti nel gennaio 2014, a Torino,  un sito titolava: La rabbia in piazza della Lega: insulti a magistrati e Istituzioni” (8) . Il che può portare a pensare che solo se leghisti si può disprezzare magistratura e Istituzioni, salvo invocarle quando si tratta fare  i giacobini contro gli altri?  Perchè la Lega e il leghismo e i leghisti hanno come humus nel sangue e nelle vene questo.

A pensarci bene, leggendo il testo del Sindaco, dove scrive: “Le diffamazioni alle Istituzioni e all’Ente che esse rappresentano, sono un danno personale, politico e sopratutto di immagine amministrativa al Comune”. Giurò, quando al primo posto ho letto la frase: “sono un danno personale”, mi è venuta in mente la Keynge, sovente attaccata da molti esponenti della Lega Nord, certamente non dal Sindaco in questione, dove costei non ha mai parlato di danno alla sua persona, ma ha dichiarato: È l' ennesima puntata di un attacco costante che non prende di mira tanto e solo la mia persona, quanto chiunque in questo Paese osi pensarla in modo diverso” (9) , dove quasi quasi il testo sembrava  ricalcare pari pari gli scritti da Laura Boldrini, del Sel, oggi Presidente della Camera.

Si ribadiscce espresso il 09.02.2014, (10), ossia il principio di non colpevolezza, mancando ad oggi il rinvio a giduzio dei soggetti denuciati dal Sindaco, Damiano Zecchiano, il quale invece di fare il forte con i deboli,. e il debole conn i forti, dovrebe, insieme alle leggittime istanze dei cittadini, dare risposte, almeno in Consiglio Comunale, alle numerose intepellanze, mai evase, a dispetto che la legge indica tempi certi di risposta, non rispettando le Istituzioni stesse, alle irregolarità segnalate dai consiglieri di oppposizone, di cui l’Amministrazione Comunale, ossia il Sindaco,all’Area Urbana del Comune di Vigonovo, all’Ufficio Protocollo, a Comando della Polizia Municipale del Comune di Vigonvo, erano stati messi a conoscenza fin  08.08.2012, tramite mail da persone terze che si sono firmate, senza nascondersi dietro ad un dito.

Il Sindaco ha il diritto di chiedere rispetto, ma cittadini, tutti, hanno il diritto di ricevere risposte scritte alle legittime istanze dei consiglieri, non importa se di maggioranza o di opposzione. La scrollata di spalle il silenzio è una mancanza di rispetto nei confonti dei cittadini, che tramite le tasse comunali gli versano la sua indennità. Per ricevere rispetto, personale ed istituzionale, bisogna darlo con i fatti, con rispsote concrete, e dimostrando il rispetto dei regolamenti – non di ignorarli quando questi impongno risposte o azioni giuste ma scomode per qualcuno,   di cambiare, se nel legittimo dovere  del ruolo che si ricopre, ciò che si sa e si  sa essere palesemente fuori posto e sotto gli occhi di tutti.

Marco Bazzato
13.02.2014

(4)http://www.ticinonews.ch/estero/190604/italia-per-un-like-su-facebook-rischia-condanna-per-diffamazione
(5) http://www.gazzettadiparma.it/news/italia-mondo/163543/Per-un--like--su.html



mercoledì 12 febbraio 2014

Padre e madre “assassinati” dalla burocrazia, ma le fiabe gay negli asili sì

Se l’Italia continua a invertirsi in questo modo, tra pochi anni sarà riscritto, dalle lobby gay, anche il “Padre Nostro” e L’Ave Maria”.

 La nuova versione, politicamnete corrotta, si chiamerà: “Gentitore 1 Nostro” e nell’Ave Maria, si dovrà recitare invece di “Santa Maria, Madre di Dio”, “Santa  Maria, genitore 2 di Dio”.

Già perchè per non offendere i diversamente etero, che agli occhi del loro orgoglio valgono più  di coloro che li hanno messi al mondo, svezzati e fatti crescere,, il termine “padre e madre” è stato sostituito da “genitore 1 e genitore 2, nunerandoli come il tatuaggio che i nazisti facevano ai deportati verso i campi di concentramento.

Perchè a detta di questiilluminati pensatori”, accecati dala loro stessa luce della superbia,  non importa se dell’Unione Europea o se politici italiani,che come cani fedeli si fanno guidare da “guide cieche sorde”  che  scimmiottano, su questa tematica, il  nanismo,intellettuale dell’Antica Grecia, come se andadassero  a trarre ispirazione dentro stalle industriali dove le vacche emettono dal dall’ano, qantità impressionati di boasse, come si diceva tra i villici di campagna al tempo nella lingua dei Dogi Veneneziani, ossia merda e metano, dove dopo essersi annebbiati da questi effluvi malsani, si mettono a redigere leggi, che ricadono sui cittadini, infischiandosene di tutto e di tutti, manco fossero dei drogati in  crisi di astinenza.

Accade in fatti che in alcune scuole dell’ex Regno d’Italia, oggiRepubblica sotto il dominio dell’Unione Europea, e stato tolto il fermine  “papà” e “mamma”, sostiuendoli per l’appunto  con  “”genitore 1” e “genitore 2”, cancellando de facto la figura di riferimento princpale per i bambini: la  mamma. Questo può anche essere letto, alla faccia del falso politicamente corretto, come il desiderio misognino di togliere dalla burocrazia la figura femminile, partorendo così un genocidio amministrativo matrice sessista perchè anche il più stolto e putrido  dei filologi della lingua italiana, figlio del  voto politico del ’68, dovrebbe sapere che il termine genitore è maschile singolare.

Ma se la mellifua ingnoranza linguistica si fermasse a questo, vabbè, basterebbe fare come è stato fatto con la giraffa uccisa con un clpo in testa in Danimarca e poi data in pasto ai leoni, un bel colpo in testa, come sciveva Tom Clacncy nei suoi romanzi, nel Palazzo della Lubianka, dove le spie venivano tolte dalle spese sparandogli alla nuca, eliminando fisicamente e non solo amministrativamente le mamme appena dopo il parto.

 Invece no.

 Le mamme non vengono toccate – per ora – però come ulteriore punizione perchè  come sanno anche i cani quando vanno in calore, si accoppiano con le cagne, la vita non esiste senza il principio cinese di Yin e di Yang, il principio maschilefemminile, lo stesso principio che dava vita  al Gacken, robot magnetico, tramite  di Plus e Minus, hanno voluto andare oltre: utilizzare i minori come cavie animali da laboratorio per i loro esperimenti sulla tolleranza, iniziando fin dall’asilo a parlare di sesssualità diversa, rispetto a all’amore che li nanno generati: cioè sesso ,  che non è altro che accoppiamento infecondo, tra persone dello stesso sesso, non importa se  diuomini umini con uomini  o donne, con l’aggiunta di annessi e connessi e/o quant’altro.

E chi ci guadagna in tutto questo? In primis le case editrici che spacceranno i loro libri direttamente dentro gliasili che hanno accettato questa proposta diversamente salubre..Già, perchè i libri non saranno certamente gratis e qualcuno dovrà, o le amministrazioni comunali che tramite gli asili useranno i miniori per gli esperimenti, o i papà e le mamme che si vedranno  obbligati ad acquistarli, senza essere interpellati, e guai dissentire,pena l’essere tacciati di quella parolacciafiglia dell’ideologia gay: omofobia,  patologia mentale, frutto della fantasia della lobby gay,  inesistente sul piano psichiatrico.

Una volta i grandi scrittori omosessuali, perchè la genitalità creativa non dipende dall’essere declinati verso l’omosessualità o dall’essere semplciemente etero, scrivevano testi rivolti alla grande platea di pubblico. Scriveno fiabe d’amore, romanzi, storie con protagonisti maschili e femminili, perchè sapevano che altrimenti non avrebbero avuto alcun tipo di  mercato, in quanto sarebbe nato subito un  privato, seppur legittimo, senso di ributtanza, che certo non favoriva le vendite e di riflesso anche la la creatività futura.

E infatti, cosa hanno fatto questi non creativi, questi volgari scopiazzatori dei classici universali: hanno omosessualizzato, al maschile o al femminine, non solo le fiabe per i bambini, ma anche serie televisivie rinomate come, tanto per fare un solo esempio,  Star Trek, scimmiottando il TOS- Trek  the Orignal Series, in una serie, inguardabile, disponibile su You Tube – cercatevela se volete.

Ma si può essere più turpi e scimmiotteschi di così?

Prendiamo ad esempio un classico: Cenerentola, trasformato – forse  a causa di un melficio –   in Cenerentolo, amante dei cetrioli, con il Principe che manda i  suoi emmissari in giro per i regni vicini a cercare il suo amato – brrr – tirandosi dietro un mocassino o uno scarpone militare di tipo anfibio?

I bambini, checchè ne dicano non sono idioti e inizieranno a farsi e a porre delle domande alle mastrine, le quali saranno costrette ad arrampicarsi sugli specchi per dare delle risposte politicamente (S)corrette, ossia false.

E poi, come avranno preso la notizia il padre e la madre che il loro unico figlio, pretendente al trono, vuole accoppiarsi carnalmente con un altro uomo, senza dare una discendenza dinastica e sicurezza al regno?  Avranno alzato le spalle, dai, ingravida una serva – ancora la donna utilizzata come oggetto da riproduzione e non come essere che dona vita e amore e poi diremo che è figlio di una tua precente relazione?

 Già peccato che al tempo delle fiabe  era obbligatoria la cerimonioa religiosa, innanzi ad un ministro di culto e tanto tempo fa, primeggiava lo Stato Pontificio e la relgione  cattolica, quindi forse il Padre saggio – omofobo – per il politicamente corrotto, avrebbe costratto il figlio a prendere in moglie una principessa, facendo un matrimoio  di faccata, per poi, una volta procreata la discendenza e garantita la successione al trono, tanto per non sbagliare, avrebbe gettato il figlio e l’amico nelle segrete, buttando via la chiave, ordinando alle guardie di scordarsi dei due prigionieri. Ipoteti non certo peregrina e quindi del tutto legittima.

 E se il passo successivo fosse quello di voler riscrivere non solo le fiabe, ma anche la storia ad esempio anche la storia del Grande Scisma di Enrico VIII, trasformandola in una lotta tra il “progressita” Enrico VIII e la tradizionalista Chiesa Cattolica? Ma si dovrebbe cancellare anche le leggi dell’epoca vittoriana, aancora illuminata regina, ncora in uso in Australia e in India, in base al quale sono state cassate le leggi sul matrimonio gay.

Un altro punto focale sono i papà e  mamma, i quali hanno e avranno tutto il diritto che i loro figli ascoltino all’asilo le fiabe tradizionali, fiabe che loro e i loro genitori hanno letto da bambini e non che la loro discendenza torni a casa con la testa riempita e appestata di scemenze e idiozie,  scopiazzate e rivisitate  per l’orgoglio di qualche lobby che vuole ingrassare uno o più editori amici?.

Ci si chiede: ma dove cazzo –  scusate cari lettori, ma in certi momenti i volgarismi, come un attacco di diarrea, diventano intrattenibili – sono i pedagoghi, gli psichiatri, gli psicologi gli specialisti dell’età evolutiva, in quantoo tacciono come vermi, restandosene rannicchiati sotto la melma che sta sommergendo le scuole materne italiane?  Guardando in rete sono poche le voci  “eretiche” al dogma  laicodell’ideoligia gay che alzano la testa, e che gridano al mondo che i bambini hanno bisgno di credere in mamma e papà. Che nanno bisgono di sapere che sono amati, anche se hanno una situazione in casa, figlia degenerata di un falso progressismo. O forse, peggio ancora, sapendo che potrebbero esserci dei rischi per lo sviluppo armonico di queste vittime della perfidia umana, se ne stanno in riva al fiume, pronti ad arpionarli quando mostreanno segni di disagio, sicuri di potersi ingrassare alle spalle o della famiglia o dell’assitenza pubblica, per riedcarli, come nei campi di concentramento,   che le loro sensazioni, i dolori di pancia, che la loro imperattività non è figlia delle porcate ideologiche  che gli sono state propinate, quasi martellate meforiche in testa,  fin dall’asilo, ma che sono portatori sani a rischio di omofobia e che quindi vanno curati a forza di psicofarmaci.

In ogni Paese civile, come disse Mr Spock in Star Trek III:  Le necessità dei molti superano i bisogni dei pochi”  e come ama ripetere come un mantra il Presidente della Repubblica italiano, che spesso richiama, forse perchè fan di Star Trek, “A fare gli interessi generali del Paese” e non quelli particolari. E in questo specifico caso, manco fosse l’unico, gli interessi generalidel Paese sono quelli dei bambini che hanno alle spalle famiglie, legalizzate da un certificato di matrimonio, non  importa se poi si sono separati o divorziati o se i figli sono adottati legalmente, o da orfani o di padre o di madre, o allevati da paranti bilogici. Famiglie comunque composte da  padre e da madre e non da un Genitore 1Genitore 2, perchè viceversa si farebbe non il bene della collettività, ma si tenderebbe a porre l’accento ideologico su situazioni che sono un eccezzione, non la norma,  o  come affermano altri, la normalità.

Farebbe sorridere, se non fosse una cosa dannatamente seria se ci si pensa, che i Paesi con più alto tasso di intolleranza nei confronti dei gay, compreesi nell’acromio  LGBT, dove i casi di bullismo diretto o indiretto per via telematica, fino ad arrivare alle violenze fische e all’omicidio e/o al suicidio, siano le cosidette nazioni progressite del Nord Europa, dove esperimenti di questo tipo sui minori in età prescolastica sono iniziati molti anni prima che in Italia. Questo signifca che per quanto si voglia indottrinare all’idelolgia gay o di gender, usando mediaticamente i sistemi della propaganda nazista, “ripeti una bugia 100 volte e questa diventerà una verità” continuano ad essere applicate alla fine queste reiterate menzonge spacciate per verità scienfifiche sfociano in un rigetto fisiologico, non solo verbale, ma anche violento. Questo l’Italia lo sta già provando sulla sua pelle, infatti, basta leggersi molti commenti che appaino nella rete, gli italiani sono stufi e ne hanno le scatole piene a forza di sentire la propaganda ideologica della lobby gay.

Ormai l’unica arma che rimane al Potere, non è quella di far rientrare le acque dentro l’aveolo naturale del fiume, esondato a casua della propaganda, ma inizare a denuciare o peggio, prendere a mangallenate chi sta cercando di rinforzare gli argini con i sacchi di sabbia, prima che le acque e la corrente travolga tutto e tutti.

Marco Bazzato
12.02.2014

lunedì 10 febbraio 2014

Svizzera al referendum contro l’immigrazione, vince il sì

Finalmente l’Europa civile si sveglia, o almeno i cittadini del piccolo stato elvetico, grazie ad un referndum, hanno detto sì al blocco dell’immigrazione indiscriminata di massa , e adessp esultano le associazioni per i diritti degli indigeni autoctoni, visto che costringerà il governo centrale di Berna a mettere un freno all’importazione indiscriminata di “capi umani” da utilizzare, se tutto va bene, come forza lavoro, oppure dediti al bighellonaggio o al brigantaggio, come se ogni nazione non avesse già in casa a sufficenza ed è costretta a tenerseli.

E l’Unione Europea si incazza, a torto.

Piangono anche i frontalieri italiani, perchè potrebbe significare che la pacchia è finita, in quanto si arricchiscono in Svizzera, facendo poi signori in Italia, visto che gli stipendi elevitici non sono da fame come quelli del defunto Bel Paese.

Il feferndumSvizzero dovrebe, se i cittadini italiani muovessero la chiappe, far aprire gli occhi, e la politica dovrebebbe cavalcare l’onda, battendo il ferro finchè è caldo, per provare a proprre una cosa analoga in Italia, sempre che non venga cassato in anticipo per incostituzionalità.

Perchè diciamocelo, gli itaani sono stanchi di veder “importati” africani dall’Africa, e non solo,  grazie ad una politica sinistra e sinistroide, che ingrassa anche la Associazioni caritatevoli di matrice cattolica, le quali lucrano sull’indutria dell’immigrazione,  che perennemente grida, come la maschera di un circo:
“venghino signori, venghino, in Italia c’e posto, vitto e alloggio gratuito, pagato dagli aborigieni locali, che come buoi, devono solo tirare l’aratro, senza fiatare, altrimenti sono nerbate spellapelle”

Gli elvetici, a differenza degli italiani e degli europei, hanno capito che la libera circolazione è un  conto,  al massimo tre mesi, recita il Trattato di Lisbona e poi, se non si ha lavoro, ci sta il diritto delle rispettive leggi nazionali, di rispedire in patria, non solo i cittadini extraeuropei, ma anche quelli eruropei, come hanno fatto i francesi con gli zingari rumeni e bulgari e il termine zingaro non è eccezzione dispregiativa, visto che gli stessi zingari, almeno quelli bulgari si definiscono tali, perchè così si chiama la loro etinia. Ma in Italia il politicamente corrotto ha voluto negare a queste persone il  nome originario, sotituendolo con uno politicamente  (s)corretto.

Il punto essenziziale è che gli elvetici si sono svegliati, dicendo no all’enorme business dell’immigrazione incontrollata, che arricchisce gli ultimi vagoni dell’immenso treno del traffico di capi umani, dove alla fine coloro che rimangono con il cerino acceso sono quelli che vengono attirati fuori dai loro Paesi con vaghe promesse di lavoro e gli autoctoni dei Paesi che sono costretti ad accoglierli, pena essere chiamati razzisti e persone senza cuore, i qualicome contropartita di tanta generosità, fatta con il culo altrui, si vedono ridotti i loro servizi, perchè le risorse economiche vengono dirottate all’indutria (noprofit?) dell’accoglienza.

E chi in Italia ha vavorito in tutti questi anni l’industria dell’immigrazione indiscriminata?

 Paradossalmente a differenza di quanto potrebbe apparire, è stata proprio la Lega Nord e la defunta Alleanza Nazionale, grazie alla famigerata legge Bossi-Fini!.Sì, perchè e la sinistra questa volta aveva ragione, la Bossi-Fini è stata un freno legale alle espulsioni immediate, in quanto ha permesso che i delinquenti, o anche semplicemente coloro che non erano in regola, non importa se cittadini comunitari od extracomunitari, a rimanere in Italia fino al termine delle vicissitudini giudiziare, ossia fino a quando le sentenze non passavano  in giudicato, ingrassando  gli avvocati, pagati ancora dai cittadini italiani, per via del diritto, legittimo, di patrocinio gratuito.

Per assurdo i maggiori colpevoli del sovraffollamento delle carceri sono stati proprio i giacobini giustizionalisti di Lega e Alleanza Nazionale che grazie alla Bossi-Fini, hanno defacto aiutato a riempire ancora di più le patrie galere, mentre coloro che non erano in Italia, rispettando i 90 giorni di libera circolazione, potevano essere rispediti nei loro Paesi, con un biglietto aereo di sola andata, anche in prima classe, gentilmente offerto dagli italiani e il costo sarebbe stato inferiore rispetto ai miliardi di euro spesi nel corso degli anni per tenerli in Italia in attesa di giudizio, per immigrazione clandestina, o dentro i Centri di Identificazione e Accoglienza.

Il primo passo  per smaltire tutte le eccedenze di “capi umani” che soggiornano illegalmente in Italia, non importa se entrati senza visto, in quanto cittadini extraeuropei, o se cittadini europei che soggiornano fuori dal loro Paese per oltre 90 giorni è proprio quello di cancellare dall’ordinamento giuridico italiano la Bossi-Fini.

La Lega ogggi ha poco da fare propaganda a favore degli elvetici, perchè gli elevetici non hanno avuto bisogno di una Lega Nord per svegliarsi, lo hanno fatto da soli, e il fatto che adesso stia cercando di saltare sul birroccio di vincitori elvetici, è un paradosso, proprio a causa dei danni che la Bossi-Fini ha causato al tessuto economico e sociale italiano.

Il referndum elvetico è una chiara dimostrazione che ci sono Paesi e cittadini intelligenti, mentre, putroppo esistono Paesi governati nel passato e nel presente e/o Istituzioni sovranazionali che sono di natura  mendaci e contro gli stessi interessi nazionali e sovranazionali,  in quanto il loro fine non è il benessere dei cittadini comunitari dell’Unione, ma l’impoverimento e l’imbastardamento della  medesima.

Dopo più di duemila annni la locuzione latina “Divide ed impera” continua a mietere le sue vittime,  la prima grazie alla Bossi-Fin, che almeno in Italia ha diviso e invertito e pervertito il pensiero degli italiani.

 Gli elvetici, in questo caso, non si sono fatti soggiogare e adesso sono come sabbia bollente sullo scroto coperto da lerci slip dell’Unione Europea, la quale farà il possibile per grattarsi i coglioni, nella speranza di mandarli in suppurazione, costringendosi così ad autoevirarsi, per paura che l’infezione batterica  si diffonda come una sanissima e vivivificante peste nera della ragione in tutti gli Stati  membri dell’Unione Europe, Italia compresa. Anche se ormai non siamo buoni nemmeno come una ruota di scorta, perchè bucata di cielo di terra e di aria e dal mare,  come un colapaste colmo di vermicelli scotti.

Marco Bazzato
10.02.2014

domenica 9 febbraio 2014

Il sindaco di Vigonovo denucia chi ha scritto: “Te taio ea testa coea motosega”.

Se non fosse una cosa apparentemente seria, una minaccia precisa e immediata per l’incolumità fisica del Sindaco di Vigonvo, Damiano Zecchinato, ci sarebbe solo da scompisciarsi dalle risate. (1)(2)

Eppure il Sindaco non ride affatto, anzi denucia il povero Cristo, S.M che in un impeto lingustico dialettale ha scritto nella pagina Facebook di “Se sei di Vigonovo”, la seguente frase in lingua volgare, ossia popolare:
 Quei del Comune no fa manutension ai arseri e mi ghe buto via ea testa co ea motosega al Sindaco, che tradotto in italiano corrente significa:
Quelli del comune non fanno manutenzione agli argini e io butto via la testa del sindaaco con la motosega”

Ora ci stanno due dilemmi amletici di fondo: il primo, non certo banale, Vigonovo, a memoria d’uomo e distorico e il Sindaco potrebbe tranquillamente andarlo achiedere alla bibliotecaria comunale, non ci sono mai stati tagliatori di teste, come nel Borneo di Sandokan, oltretutto armati di di motosega, funzionante a miscela al 2% di olio,  in stile film splatter alla Cesar Romero, o del tipo: “Non aprite quella porta” o all’italianissimo “Della Morte Dell’amore” di Tiziano Sclavi.

Quindi acclarato che nella storia non ci stanno precedenti, sorge il seconodo dilemma amletico, forse il più grave: l’antropologia culturale dei veneti,  non sololo dei vigonovesi.

Il termine “te sego via ea testa coea motosega”,te tajo ea testa” e altre declinazini riferite alla decapitazione meteforica è parte integrante  del bagaglio culturale e dei modi di dire tipici degli autoctoni di quella zona e di molti zone del Veneto e  di Vigonovo in particolare.

 È un modo di dire che gli abitanti hanno sentito pronuciare decine se nn centinania o migliaia di volte e il Sindaco, autoctono  pure lui, lo dovrebbe sapere benissimo.

Il fatto che 27 persone abbiano condiviso quanto scritto da S.M  tramite  il “like” un detto  tipico degli autoctoni vigonovesi non è sinonimo di minaccia ma è condivisione un modo tipico di dire e di esprimersi, certo all’apparenza rozzo, ma che nelle bettole e nelle osterie di tutto il Veneto non viene interpretato come minaccia o come offesa, ma come un compendio idiomatico della lingua veneta, ricca di espressoni colorite, non diverse di classici evergreen “ma va in mona” o dai più usati da quasi ogni fascia di età: “va in figa de to mare”,to mare vaca”, “to mare putana” o la classica”chea aputana de to mare”. 

A questo punto sorge il dubbio che gli avinazzati e gli strafatti di grappa siano più lucidi e sobri  anche se apparentemente onnibultati dall’alcol, in quanto immediatamente, e senza bisogno di avvocati, sanno  distinguere la realtà, gli intercalari lessicali, anche se  privi di istruzione superiore od universitaria,  dalle minacce vere e proprie.

 Evidentemente questa distinzione e questa ragione in certi luoghi, in alcuni,non avviene se si è sobri, anzi, sembrerebbe che la sobrietà in casi singolari ne alteri la percezione, propendendo ad astrzioni mentali, prendendo decisioni che, seppur legittime, contrarie alla storia, all’antropologia culturale stessa.

La lingua veneta è fatta anche di queste bassezze espressive locali, alcune divenute patrimonio lingustico nazionale, che nel normale inguaggio amicale, all’inteno di un gruppo ben consolidato, e di un contesto sociale, sono intese non come offese, ma come un  intercalare, al pari della bestemmia, dove come diveva Marco Paolini in Vajont:
“...Ma è ovvio, le osterie sono un parametro fondamentale della qualità della vita, per piacere..Le osterie spesso cosa sono? Una parte della casa, con la stufa, il bottiglione. Uso libero e indiscriminato dello stesso. Nelle osterie si gioca, si discute e si bestemmia con una regolarità impressionante. Tanto che i due parroci hanno rinuciato ad estirparle. Dice che esula dalla missione pastorale.  Ma è vero. A quel punto la bestemmia  non centra più niente con la relgion. Centra con la sintassi. Essa sostituisce tutti gli articoli e le congiunzioni tra una parola e l’altra. Cavi la bestemmia e non scorre più il discorso. Ipocriti...
e lo stesso dicasi per questi modi di dire.(3)

I cittadini vigonovesi e del circondario dovrebbero esprimere solidarietà a chi ha scritto la frase e i relativi ventisette “Like” al vaglio degli organi inqurenti, perchè secondo la legge al momento sono tutti da considerarsi non coplevoli fino a sentenza definitva.  Poi perchè è chiaro oche il denunciate in questo caso è lacunoso, o se di sua conoscienza, ha scelto volutamente, come suo diritto, di ignorare, i concetti di antropologia culturale linguistici e socilogici, tipici di alcuni vigonovesi, i quali portatano avanti la tradizione lessicale idiomatica e detti dei loro nonni e  bisnonni. L’ignorare non è una colpa, sia ben inteso,ma in questo caso è un dato oggettivo, ha dimenticato le origini ruspanti del popolo veneto, tipiche per assurdo proprio del leghismo prima maniera,  forse anche per via degli scanali che nanno portato il partito a diventare l’ombra si se stesso, perdendo voti ed elettorato su scala nazionale e regionale e in codesto frangentente quello del suo concittadino.

È difficile se non impossibile altresì esprimere al momento solidarietà anticipata al Sindcaco, Damino Zecchinato,  per un motivo semplice: al momento non esiste nessuna sentennza di conanna passata in giudicato, da parte della Giustizia che quanto è stato scritto da S.M.e avvallato tramite “Like” dagli altri ventisette, denuciati, a spese del Comune di Vignovo, come prescrive la legge, da parte del Sindaco, Damino Zecchinato, siano colpevoli di qualcosa. Quindi, nessuna sentenza passata in giudicato, come vuole il garantismo di cui la politica specie di centrodestra, è sempre stata paladina, alla faccia di determinate volontà giacobine della Lega.

I cittadini dovrebebro essere solidali con i ventotto denunciati perchè la denuncia, si ribadisce legittima,  del Sindaco, è un attacco alla cultura  locale del  paese e della regione,dove in questi caso andrebe salvagurdata e non demonizzata, in quanto parte integrante del patrimonio linguistico dei nostri avi.

 Se il tutto viene  letto alla luce di questa chiava interpetativa, decade il senso stesso della denucia, perchè si evince che la frase incriminata era ed è un semplice intercalare linguistico, come il classico romanesco”ma va a morì ammazzà” o al classico veneto “mori da un colpo” o “te copo” che molti genitori hanno spesso proferito contro i figli, non importa se di minore o di maggiore età, senza che poi questi ultimi siano corsi a denuciare il tutto alle forze dell’ordine..

La cosa che alla fine che amareggia e che l’espressione idiomatica attenzionata dagli organi inquirenti è scaturita dal dissesto idrogeologico del paese, dove gli arggini dei fiumi, a detta dei vigonovesi, da anni non vengono puliti in modo efficace, a causa di un rimpallo di resposabilità, dove la loro mantenzione è demandata, a seconda dei punti in cui questi si trovano, ad enti diversi, ma dove bene o male sembra che alla fine tutti rispondandano con il tipico: no ghe xe skei” Non ci sono soldi!

Ora però i cittadini vigonovesi hanno il diritto id chiedersi  se è giusto che debbano ancora essere costoro, che con le loro tasse comunali dovranno  pagare indirettamente le spese processuali di della denucia fatta dal Sindaco, o se non era il caso, vista la situazione di crisi economica in cui molte famiglie riversano, che sarebbe stato più accorto utilizzare questi denari per aiutare anche simbolicamente i cittadini più deboli,? 

Perchè non è detto che se anche ci fosse una sentenza di  condanna, che poi il Comune riesca a recuperarele somme spese e sempre in caso di condanna, anche risarcitoria, se i danni morali saranno introitati  tra qualche anno dal  futuro ex Sindaco, oppure se entreranno nelle casse comunali?

I cittadini vigonovesi hanno il diritto di porsi queste domande, avendo se possibile, delle rispose chiare ed univoche.




Marco Bazzato
09.02.2014