mercoledì 31 dicembre 2008

Israele- Striscia di Gaza: massacro 2008


360 a 6. Non è il risultato di una qualche competizione sportiva, ma il numero dei morti mietuti dai due contendenti in quattro giorni di guerra, tra gli abitanti della Strisia di Gaza e Israele, lo Stato ebraico.
Hammas, che avrebbe unilateralmente rotto la tregua, ricominciando a lanciare i Razzi Quassam, razzi che dal 2002, anno di inizio del loro impiego hanno causato non piú di 50 morti, in sei anni tra gli israeliani.

Sembra infatti – stando alle dichiarazioni del governo israeliano – destinato a durare a lungo l’attacco contro
sraaele, che secondo Mordechai Vanunu, che ha dichiarato nello Stato ebraico, nel 1986, esistenvano 200 testate nucleari , e per questo è stato condannato a 18 anni di prigione per aver detto la verità, cioè accusato d’altro tradimento, dall’altra i palestinesi della Striscia di Gaza, che secondo l’intelligence internazionale, sarebbero armati tra l’altro anche dall’Iran, così come Israele è armato dagli Stati Uniti.

Anche un osservatore distratto, potrebbe rendersi conto che la disparità tra le forze in campo è siderale. Da una parte, I

Israele è considerato, da fonti politiche internazionali, che si definiscono di alto livello, l’unca democrazia esistente in medio oriente, sebbene il Paese sia tutt’ora privo di una Costituzione.

Non va dimenticato, che nel corso dei decenni, le guerre sostenute dallo Stato ebraico, nel nome del suo unico diritto d’esistere, hanno portato a massacri, vedi

Ora fa orrore, vedere il silenzio assordante, non solo dell’Unione Europea, ma anche degliStati Uniti, dove Bush sta per andarsene, e quindi pensa alla pensione, ed Obama entrando ufficialmente in carica, ha oggi la preoccupazione di dove potrà

Israele si comporta peggio di un bullo di quartiere, che se riceve un

È strano, che metà dell’accozzaglia dei politici internazionali, molti dei quali hanno anche studiato legge, dovrebbero sapere che “la difesa deve essere proporzionata all’offesa” e che esiste per il privato cittadino il reato di eccesso di legittima difesa, che comporta una condanna penale. Evidentemente, nel nome del diritto di Israele di esisstere, deve esserci anche una sottoclausola segreta, che da all’unica “democrazia del medioriente” il diritto di distruggere, per 100, e non per 10, in caso di rapresaglia, con naturalmente la comunità internazionale che si guarda lo sporco delle unghie delle mani e dei piedi, o si annusa le ascelle, anzichè condannaare sonoramente in tutte le sedi istituzionali l’aggressione o difesa, dipende dai punti di vista, sempre e comunque sproporzionata rispetto all’offesa ricevuta.

Del resto sarebbe abbastanza semplce per l’opinione pubblica farsi un idea di chi sono gli aggrediti e chi sono gli aggrressori, basterebbe trovare le cifre dei morti e dei feriti degli ultimi sessantanni da ambo le parti, il numero dei mutilati permanenti e dei traumatizzati; le cifre delle centianaia di migliaia di tonnellate di bombe, missili, razzi, gas e quant’altro utilizzati, in questa “faida religiosa” che si trascina da piú di mezzo secolo, in barba a tutte le risoluzioni internazionali, dove l’unico “MUST” è quello di lanciare oltre che cadaveri dall’altra parte, lanciarsi accuse, senza mai voler venire a capo di nulla. Cifre alla mano, sarebbe semplice venire a capo del dilemma storico politico relgiogioso, ma di statistiche – in rete per ora – nemmeno l’ombra.

È interessante vedere come lo stesso problema, visto da angolazioni diverse, sia descritto in modo differente, dove anche il lettore piú mediocre può rendersi conto di quanto sia ancora lungo il cammino, non voluto da entrambi i contendenti, per giungere ad un a pace giusta e duratura che permetta ad Israele di vivere in pace entro i suoi confini, e lo stesso dicasi per la Palestina, che nessuna istituzione internazionale vuole riconoscerne il diritto all’esistenza e ad avere un suo Stato, esattamente come Israle. Cosa che per qualche oscuro motivo, le cancellerie internazionali, ONU in primis, non vogliono. Forse perchè questa guerra permette tra le altre cose di sperimentare armi sempre piú sofisticate sui civili, valutandone gli effetti negli anni.

Per concludere, ecco due link interessanti, dove poter valutare serenamente i diversi punti di vista.
Come Don Chischotte e Informazione Corretta. Entrambi i siti sono faziosi, ma il secondo, Informazione Corretta, lo è molto di piú, in quanto sembra un sito di proscrizione, contro coloro che vengono additati come antisemiti o antisionisti e questo fa assomigliare il tutto ad una strana forma di teocrazia quasi di stampo iraniano.

Marco Bazzato
31.12.2008
http://marco-bazzato.blogspot.com/
pestone al piede, da inizio alla faida, non accettando le scuse, e chiamando a raccolta gli “amici” – leggesi soldati, inizia il pestaggio a sangue, lasciando in fin di vita il giovane, dimostrando così al mondo la sua pietà, certo dell’impunità internazionale, perchè nel millennio passato, durante la seconda guerra mondiale ha subito la Shoà, e con questa scusa, può permettersi l’impunità assoluta, e sempre e comunque il plauso internazionale per aver esercitato – anche con forme estreme – che vanno contro a qualsiasi convenzione internazionale, il suo diritto di difesa.
fumare alla Casa Bianca.
Sabra e Shatila che certo non hanno giovato all’immagine internazionale della potenza nucleare, che nessuno può criticare, pena l’accusa d’essere tacciato come antisemita.

sabato 27 dicembre 2008

Buon anno!


Buon anno!

Buon 2009 una sega!

Ora, terminata la buriana natalizia, con intestini gonfi, stitichezze, supposte sparate sul secondo canale alla velocità di fuga d’un pianeta, per cercare di stappare il senso di nausea e l’alito putrefatto dalle libagioni, si inizia – che sfiga – a pensare all’ultimo dell’anno, al veglione, i botti ma sopratutto a sbizzarrirsi con le previsioni – funeste – per l’infante che giunge già vecchio e moribondo come per l’anno che sta ascoltando la propria omelia funebre.

Per fortuna ci sono gli ameriani che pensano in grande. In California, per la prima volta nella storia, ha fatto la sua comparsa un Babbo Natale stragista, che ha mandato in Lapponia almeno otto persone, piú il Babbo, che dopo una pira e una piroetta ha tolto finalmente il disturbo, lasciando ai pompieri il compito di spegnere il babeque di carne umana che appestava l’aria festosa.

Diciamocelo, il 25 è stata una giornata nauseante. Una giornata da dimenticare, un giorno dove l’assurdismo ha avuto la meglio sulla ragione umana, un giorno dove tutti sembravano colpiti dal virus malefico della bontà acuta, con barboni e accattoni portati a pranzo – salvo poi esser rispediti in strada, al gelo – con regali impacchettati tra colori sgargianti per far felici dei frugoli che hanno già tutto, e come ciliegia sulla torta, la notte del 24 e il giorno di Natale, si è assisituto alla consueta parata di cuochi dal cappello altissimo e tuniche sciamaniche, con il Capo Chef che pontificava a destra e a manca, leggendo un discorso forse incomprensibile pure a lui stesso; un enorme guazzabuglio di ripetizioni, citazini tratte sempre dal solito libretto e rimestate fino alla nauesa, doveanch’egli, il “Capo dei Capi” – col b buffo copricapo – dei cattolici, sembrava un bambino smarrito nel bosco delle parole e i fedeli con lui non sapevano se dormire o alzarsi e andarsene. Ma dove sono finite le belle omelie medioevali, o al massimo di fine anni settanta, quando il prete scagliava dal pulpito saette, maledizioni, piaghe d’Egitto, anatemi che avrebbero spaventato anche l’AntiCristo? Dov’è andato a finire, per dirlo alla Luca Carboni quel “Dio cattivo e furioso, appreso andando a dottrina...”? da Luca Caroni, Silvia lo sai, 1987.

Ma se il giorno di Natale è stato una trragica parodia di buoni sentimenti, di bontà melansa profusa a piene mani, vedi i programmi televisivi natalizi, dove abbondano – come una salsa zuccherina – film buonisti, bambini pieni di buoni e cinematografici propositi positivi, l’esatto contrario della realtà quotidiana, repliche di film dell’epoca dei Fratelli Lumiere, show così idioti che anche i conduttori bestemmiavano sotto i baffi per i copioni. col pubblico e concorrenti che imprecavano come turchi lasciati a lessare nella sauna delle castronerie per ore, senza possibilità di fuga e via discorrendo...

Ma il peggio ci deve ancora attendere. Ora si ha quasi una settimana per smaltire le libagioni, per poi rituffarsi tra panettoni,vino e capponi, rompendosi letteralmente i maroni.

Già da domani, nei media impazzeranno come locuste i soliti profeti – sfigati – dei buoni auspici, cartomanti, astrologi e predicatori del futuro piú o meno accreditati che cercheranno di predire prosperità, sicurezza economica e felicità in amore ed eterna vita serena. Cosa impossibile sia da vivi sia da morti.

Balle.

Come tutti gli anni non ne imbroccheranno una, ma si sa che troppe persone hano l’abitudine di voler sognare anche quando il mondo affonda, quando l’universo attorno a loro decade nell’abisso, quando la vita non è altro che un concentrato di maledizioni andate tutte a segno, eppure, sadicamente, si cerca strenuamente di voler credere in qualcosa.

È piú facile invece far delle previsioni funeste, tanto quelle – come gli incidenti stradali o sul lavoro, accadranno sempre e comunque a segno.

Prendiamo, per esempio, la notte dell’ultimo dell’anno. Come sempre ci saranno degli stolti, uomini, donne e bambini che inizieranno il nuovo anno senza dita, con qualche occhio andato a puttane, o se proprio va male con qualche proiettile volante che li fa schiattare mentre – mentre ingoiano il pannettone – ammazzandoli sul colpo perchè colpiti alla testa.

Come sempre, col nuovo anno, torneranno le abitudini del 2008 che si sta putrefacendo come un cadavere lasciato marcire al sole d’agosto, puzzante come un rognone rimasto in frigo piú di 24 ore, vedi ad esempio le cosidette “morti bianche” e si spera che col 2009 non si voglia a tutti i costi suerare il recod di quest’anno morente.

Ci saranno, come sempre drogati e ubriachi che investiranno cittadini senza pietà. Guidatori animali impasticcati che invece d’essere appesi per gli attributi – marci – su un albero e lasciati agonizzare con i lupi sotto pronti a sbranarli, saranno rimandati a casa, agli arresti domiciliari dopo qualche giorno di galera, in attesa di processo, che terminerà, dopo i consuenti tre gradi di giudizio, quando gli eredi di quelli che sono stati ammazzati, saranno a loro volta sotto due metri di terra.

È facile prevedere un aumento della produttività in certi Paesi, oggi considerati nemici – per un fatto prettamente petrolifero – vedi Iran, di cui l’Italia è uno dei maggiori partner commerciali, come anche la Cina, del lavoro del boia, nobile professione oggi caduta in disgrazia, sebbene i torturatori di Guantanamo siano considerati dei paladini della libertà, quando riempiono i ventri dei presunti terroristi d’acqua, oppure applicano – per la sicurezza nostra – cavi elettrci ai testicoli dei prigionieri, quasi come al tempo della “Santa Inquisizione vaticana” per far confessare anche ciò che non sanno, inventandosi balle – per salvare le proprie – pur di fermare il supplizio.

Molto probabbilmente – si spera con sommo gaudio – che aumenteranno i suicidi dei cosidetti super manager che hanno ladrato gli ignari cittadini su scala planetaria, portando in mezzo mondo, l’altro è da sempre alla fame, miseria e disperazione, per il piacere e la goia della maggioranza degli speculatori economici, certi di farla franca, altrimenti se venissero a galla le connivenze politiche in mezzo mondo, le rivolte di piazza per il cibo diverrebbero il pane quotidiano, e il sattare dei manganelli sulle teste dei fascinorosi affamati – vedi la Grecia – diventerebbe la norma, in nome della libertà di rubare, che deve essere salvaguardata a tutti i costi.

Naturalmente aumenteranno gli affamati, un miliardo, a ben guardare sono ancora pochi. Sette miliardi di persone che riescono a sfamarsi – a fatica – sono troppi, per fortuna l’Italia è sulla buona strada con il 5% delle famiglie che non ha di che comprarsi l’essenziale. In compenso Berlusconi -Maria Antonietta – dall’alto del suo reddito oligarchico – invita i poveri disgraziati ad avere fiducia e ottimismo sul futuro e se hanno fame, che si dilettino guardando in tv i succosi piatti preparati da rinomati chef strapagati, che hanno nobilitato a piatti per palati raffinati e ricchi la cosidetta cucina povera, che i morti di fame non possono piú permettersi. La reatà potrebbe solo peggiorare e le percentuali di povertà aumentare. Si sa, piú un popolo è affamato di cibo, piú è controllabile politicamente e in caso di sommosse, i morti di fame sono i primi, nel nome della democrazia – di facciata – a rimetterci la pelle con la legalità sommaria che va – solo in quei casi – senza troppi complimenti per le spiccie.

Per quanto riguarda la politica italiana, è probbabile un garantismo piú allargato per le ruberie politiche, leggisi impunità. Intercettare le telefonate dei malandrini – che non possiamo piú eleggere liberamente, in quanto compito delle segreterie di partito – che ci amminstrano e ci rappresentano a livello locole e nazionale, sarà illegale, segno chiaro che legalità e giustizia corrono su binari separati e in direzioni opposte, per non disturbare i Manovratori che anche se non hanno le Mani Pulite, debbono rimanere libere di muoversi impunemente.

La crisi economica globale porterà una stretta su salari e un aumento dei licenziamenti in nome della produttività, al grido – falso – lavorare meno per lavorare tutti. Il solito refrain ripetuto da piú di tren’anni, quando si vuole impoverire un Paese, salvo poi lamentarsi se i consumi ristagnano e le fabbriche – come un circolo vizioso – chidono per mancanza di ordinativi. Chissà perchè politici ed economisti non capiscono mai queste semplici regole e pontificano assurdità in scala galattica.

Per quanto riguarda l’Alitalia, la nostra cara compagnia di bandiera, ora rilevata dalla Cai, che ha lasciato in dote ai cittadini i debiti, forse potrebbe essere smembrata in vari tronconi, per essere successivamente rivenduta ai maggiori offerenti, chiamati partner stranieri, che certo – a ragione – non tollereranno piú scioperi selvaggi dei dipendeti, che nano una produttività da Terzo Mondo, e preferiranno chiamare hostess e piloti dai Paesi dell’Est, visto che gli standard di sicurezza sono internazionali, pagando stipendi piú bassi di quelli che pretendono le sanguisughe italiane per fare i tranvieri e le cameriere del cielo.

Alla fine, indipendentemente da tutto, si prospetta un 2009 quasi simile o forse peggio del 2008, segno che il cambiamento, se ci sarà, sarà solo per incrementare in modo sistematico le negatività esistenti, per accentuare le disparità e i conflitti sociali, per aumentare il senso di insicurezza dei cittadini nei confronti dei propri simili e sopratutto dello Stato. Praticamete una lenta discesa verso l’abisso senza uscita, in barba agli auguri nefasti di Buon 2009, dove in coro, a tale maledizione si dovrebbe rispondere. Con “Buon anno una sega!”

Marco Bazzato
27.12.2008
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martedì 23 dicembre 2008

Povia: Luca era Gay


Il Festival di Sanremo deve ancora iniziare, che già ha fatto la prima vittima. Il cantante Povia. L’artista sarebbe “incriminato” dalle associazioni omosessuali, perchè – secondo deduzioni – la sua canzone dal titolo “Luca era Gay” sarebbe un attacco contro i diritti degli omosessuali.

La “colpa” se di colpa si può parlare, è che sembrerebbe che il brano si riferisca alle
terapie riparative di Joseph Nicolosi, psichiatra americano, che farebbe tornare etero le persone che decidono liberamente di curarsi da quella che loro, in piena coscienza, considerano una malattia: l’omosessualità. In barba alle opinoni dell’OMS, esiste ancora la libertò di cura, ma sopratutto di pensare ed agire al meglio per se stessi.

Apriti cielo. Le
associazoni omosex, sono pronte a scendere in campo, a dar battaglia, volendo il blocco di una canzone non ancora presentata al pubblico, praticamente una sorta di censura preventiva alla libertà intellettuale di un artista di cantare, non solo le proprie esperienze , Povia infatti aveva dichiarato tempo fa, in un intervista, che anche lui era stato mosessuale per sette mesi, poi è tornato ad essere quello che la sua natura sente nel profondo sente d’essere: etero, ,ma anche eventuali esperienze simili di suoi conoscenti, mettendo le emozioni, gli stati d’animo, lo sgomento, la sofferenza, il senso d’inadeguatezza e quant’altro in parole e musica.

Nell’Italia, al termine del 2008 e all’inizio del 2009, in piena crisi economica globale, con il Bel Paese forse costretto a chiedere presti al FMI (Fondo Monetario Internazionale) le associazioni omosessuali stanno per scagliare, peggio di Bush preso a scarpate in Iraq, la censura preventiva contro un brano musicale, partendo – come nel caso delle armi di distruzione di massa – da supposizioni non comprovate a tutt’ora dai fatti, perchè un artista non può esprimere musicalmente il proprio pensiero e le proprie emozioni. Il tutto in nome di una presunta omofobia del cantante, o viceversa a questo punto dell’eterofobia che semina zizzania senza ritegno ed etica, irrispettosa della libertà d’espressione.

Si dovrebe fare un passo indietro e riflettere, anche su queste persone che scelgono, senza costrizione alcuna, di liberarsi della loro omosessualità, per tornare ad essere etero. È assurdo che proprio le associazioni gay, di solito notoriamente atee, utilizzino il termine religioso di “convesione all’eterosessualità, come se i gay si macchiassero di reato di Apostasia, per aver abbandonato il cosidetto orientamento “omoaffettivo”.

In questi casi, vale più il benessere psico-fisico di una persona, o il suo orientamento sessuale, che se di matrice gay deve essere “orgogliosamente” sbandierato, o se etero deve essere rimosso, nel nome di un presunto ed ideologiciamente corretto – a senso unico – diritto di “tutti”? Assurdità di certe frange dell’integralismo in salsa omosex.

Si sta già scatenando la battaglia, con le associazioni omosex sul piede di gurra, rapite dalla volontà oscurantista, paradossalmente così identica a quella medioevale del Vaticano, di non far uscire in pubblico opinioni od idee contrare ai loro interessi. Di cos’hanno paura? Della diffusione delle informazioni, delle notizie, delle opinioni, del diritto di vera libera espressione sancito dall’articolo 21 che recita:

Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.

Le associazioni “allegre” sono per caso sopra la stessa Costituzione, visto che vogliono impedire – quando aggrada – la libera circolazione delle opinioni?

È strano questo relativismo assolutistico delle suddette. Va ricordato che nel festival 2008 hanno esaltato una canzoncina - banale – che esaltava “l’amore” tra le persone dello stesso sesso, come si si fosse trovato innanzi ad un opera musicale degna dei grandi compositori del passato, scritta dall’attuale marito, Gigi d’Alessio, padre – divorziato – di tre figli,, che ha attirato – sempre dai soliti noti – consensi entusiastici per il coraggio d’aver portato in pubblico la divesità. Già, ma se si porta in pubblico la guarigione per ciò che nel cuore e nel corpo si sente e si vive come una malattia, ecco che parte lo scandalo fazioso, di parte, prendono avvio le grandi manovre con tutta l’artiglieria mediatica schierata contro iun cantante, reo - non ancora accertato – di voler raccontare, una storia di vita vissuta, in musica.

Oggi, i discendenti dei grandi illuministi del ‘700 assomigliano sempre più a dei novelli Torquemada, pronti a bruciare sulla pira mediatica ogni eretico.
Voltaire disse Disapprovo quello che dite, ma difenderò fino alla morte il vostro diritto di dirlo”. Evidentemente gli attuali seguaci non hanno capito bene la lezione.
I risultati li vedono. Tutti.

Marco Bazzato
23.12.2008
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lunedì 22 dicembre 2008

Buon Natale Benedetto



Cosa accadrebbe se oggi Dio sbarcasse in Italia. Forse andrebbe a far visita a colui che, secondo il cattolicesimo, è il vicario di Suo figlio, divertendosi.

Si perchè, forse Dio si domanderebbe dove e quando questo povero Cristo si è manifestato nella forma unmana sul pianeta Terra, in quanto, secondo il Padre, Suo figlio sarebbe nato in tutt’altra galassia, in tutt’altro sistema planetario e in tutt’altro pianeta, ma non qui, sulla Terra.

Ne potrebbe nascere un conflitto su scala Universale, in quanto Dio potrebe imporrre a BXVI di far uscire le prove storiche – indipendenti – non legate a testi biblici, vangeli o quant’altro sul’ipotetica data storica reale della nascita di Gesù – mai avvenuta – sulla Terra.

Si potrebbe sorridere pensando a Dio che si trova innanzi ai suoi occhi – come creaatore dell’Universo – la buffa figura di J.R., il suo abbigliamento e lo strano cappellino – detto Camuro – che porta sulla testa.

Il diaolgo tra i due, potrebbe essere surreale, col tedesco che cerca di affabulare Dio, parlando di Spirito Santo, elezione al soglio pontificio, ma col Padre Eterno, arrabbiato nero, perchè sicuro che il giorno dell’elezione, lo Spirito era impegnato in altre faccende su un altro pianeta, ben più importanti.

«Leggendo i vostri presunti testi sacri» iniziò Dio, «Questo mio figlio avrebbe predicato la povertà, il Regno dei Cieli, e non accumulare ricchezze in Terra...Mi spiega questa cosa?»

Il Papa, preso alla sprovvista cercò di spostare il discorso sulla carità della Chiesa, sulla sua bontà e misericordia, sui valori che propropaga.

«Mi sccusi, allora perchè invece di vedere sobrietà,vedo ricchezza, opulenza e ventri rigonfi da beveraggi e libagioni?»

«Cristo ha mangiato e bevuto alle nozze di Cana» rispose serafico BXIV, felice di dimostrare che conosceva – a memoria – le sacre scritture, o almeno quelle.

Dio apre l’agenda storica e controlla. «Mi dispiace, ma mio figlio quel giorno non era in questo famigerato villaggio di Cana, evidentemente siete mal informati! Ma sopratutto continuate a mentire – sapendo che la verità è diversa – ai vostri sudditi».

«Ma quali sudditi!» si infervorò J.R, «Qui da noi ci sono solo fedeli» ribattè, cercando di nascondere la collera.

«Beh, non mi sembra che i vostri siano proprio fedeli, in quanto se non erro lei ha il titolo di Re, nella legilazione intenazionale di questo pianeta, mi sbaglio?»
«È solo una cosa formale. Capisce…l’immagine. Il Papa deve pur essere qualcosa, non può essere un Pinco Pallino qualsiasi, e andare in giro a dorso d’asino.» cercò di giustificarsi, pentendosi immediatamente della risposta, ripensando all’ingresso a Gerusalemme di Cristo, osannato come Re.

«Non mi sembra molto formale, viste anche le ricchezze economiche, che se non vado errato, sono accumulate nelle vostre banche dei quattro continenti».

«Quelle ricchezze sono necessarie...per l’apostolato».

«Vediamo, palazzi principeschi, scuole, università, alberghi, hotel extralusso per i magnati, ristoranti di prima qualità, case vacanze, per il vostro clero, da nababbi. Se vuole posso continuare. Come dite voi, sono onniscente...» ribattè Dio con un sorriso sornione.

BXVI non sapeva come rispondere. Evidentemente quello straccione, vestito in abiti semplici, forse poteva essere veramente chi diceva di essere. O peggio, poteva essere un impostore, una persona istruita, uno storico che era riuscito a trovare molte informazioni difformi da quelle spacciate da 2000 anni come verità. In fin dei conti, secondo al Chiesa, la verità viene capita nel suo insieme solo dai semplici – i più manipolabili – non dai sapienti, coloro che hanno la Gnosi.

«Non si preoccupi, non sono uno storico» attaccò Dio, quasi scusandosi d’avegli letto nei pensieri. Non ho bisogno di conoscere la storia, in quanto Io sono il Creatore della storia, ma non di quella avariata che smerciate voi qui».

Il J.R. sbiancò. Quello leggeva veramente – non a parole – nei cuori e nelle menti delle persone.

«Lei ha perso la Fede, vero? Anzi, se non mi sbaglio, non l’ha mai avuta veramente. È diventato prete perchè è stato rifiutato da una donna...ricorda? lo incalzò Dio, sicuro della verità.
J.R. arrossì. Il suo volto era diventato più rosso dei paramenti che indossava. «Non è vero...» cercò di difendersi. «...sono stato io a lasciare lei per Dio»

«Per me? E quando mai Le avrei chiesto una cosa del genere? Prove caro amico, prove. Oppure lei mente sapendo di mentire».

«Io...Io...Io non mento mai!»

«Non mi sembra. Mente in modo sistematico ogni volta che parla di me e di mio figlio, mente ogni giorno quando parla dello Spirito Santo, che secondo la vostra opinione avrebbe ispirato la sua elezione. Mentre sa benissimo che i giochi erano già stati decisi due anni prima della morte del suo predecessore...se vuole posso continuare...in eterno, naturalmente».

J.R. sembrava stordito. Non sapeva dove avrebbe potuto nascondersi in quel momento. Avrebbe voluto sparire, sprodondare sotto terra, per sempre. Ma lui, per Dio, era il Papa e non poteva cedere così passivamente davanti al primo dio che bussava alla porta di San Pietro.

Doveva trovare una soluzione ed uscire dall’impasse. Dopo aver riflettuto per alcuni istanti disse: «Prendiamo per buono, col beneficio del dubbio che Lei sia veramente Dio. Cosa dovrei fare?»

«Nulla di particolare. Solo rispettare il vostro ottavo comandamento, che Io non ho dato a quel tale, come si chiamava...ah, si Mosè, visto che come ho detto la Rivelazione è avvenuta in un altro pianeta»

«Cioè» biascicò sapendo d’avere le spalle al muro?»

«Praticamente il 25 dicembre, deve solo dire la semplice verità. Che quel giorno mio figlio non è nato a Betlemme e che vi siete inventati tutto, lo sapete e sono 2000 anni che continuate a mentire...»

«Ma così perderemmo di credibilità, nessuno si fiderà più di noi, di me, di Dio...»
«Tu fai il tuo dovere, poi fidati dell’intelligenza umana. Tu credi di guidare le coscienze, ma questi si modellano a seconda della cultura, della storia, di quanto si racconta – di falso – e della religione. Prima di questa bufala del cristianesimo, si pregavano altri dei, e il mondo non è caduto, e non cadrà nemmeno ora. Forse. Fidati».

«E se non lo facessi?»

«Nulla, ma come dice sempre Lei, esiste il giudizio eterno, ma quello terreno – un domani – potrebbe essere più tremendo del mio».

«Mi sta minacciando?»

«No, semplicemente uso le Sue stesse armi. Non Le và?»

BXVI cercò di scacciare la paura e l’affronto, facendo il suo solito sorriso da buon nonno che ascolta i nipotini discoli, ma non riuscì ad aggiungere nulla.

«Ora vado» disse Dio, guardandosi per l’ultima volta attono. «Comuque mi piace la sua povera e misera stamberga, è uguale a quella dove secondo voi sarebbe nato mio figlio. Bell’esempio di coerenza e religiosità, complimenti!»

Detto questo voltò le spalle al Papa e si allontanò. Aveva appena appoggiato la mano sulla porta, quando girò per un istante il capo, e verso il Papa, e disse: «Vuole sapere pechè ho deciso – dall’inizio del tempo – di non far nascere mio figlio, qui, sulla Terra?»

«Me lo dica, se vuole. Tanto ormai mi ha fatto perdere, oltre che la faccia anche quel po di morale che avevo».

«È presto detto. Subito dopo la creazione mi sono reso conto di che razza di errore avessi commesso col terzo pianeta del sistema solare. Effettivamente – come creature – mi siete riuscite malissimo, ma visto che sono, come dite voi, bontà infinita, decisi di non distuggere il vostro sasso,disperso nello spazio, che vi ospita. Mi ero reso conto che eravate dei gran contaballe, ma dopo aver conosicuto Lei personalmente, ho capito che con un pò di pazienza vi estinguerete da soli. E i fatti lo confermano. Aggiungo anche che mio figlio è nato sì povero, in una casa popolare, su un pianeta distante milioni di anni luce da voi, ma lì almeno non è stato messo a morte, e nessuno ha mai spacciato la sua dipartita dalle vestali terrene in una resurrezione. Per onnipotente sono onnipotente, ma per mia fortuna non sono mai stato idiota!»


Marco Bazzato
22.12.2008
http://marco-bazzato.blogspot.com/

giovedì 18 dicembre 2008

Crisi globale: i colpevoli sono i consumatori?



Ora è chiaro, anche colpa della crisi dell’auto è da imputare ai consumatori. È colpa dei mancati clienti che visti i chiari di luna, preferiscono tenersi i loro macinini, facendoli riparare, invece che indebitarsi con le banche, che ogni giorno di più appaiono come sanguisughe di denaro, dove nessuno vuole metter mano, cercando i colpevoli del disastro dell’economia globale preannunciato da tempo.

Eppure già più di un anno fa, le cosidette Cassandre, avevano paventato il rischio d’espolosione della bolla speculativa che aveva gonfiato – peggio di un tacchino OGM del ringraziamento – i mercati finanziari internazionali.

Gli Stati, i nostri rappresentanti politici, i grandi economisti, le banche centrali, le agenzie di rating o dormivano tra guanciali di banconote, oppure sono stati complici della masnada depredatoria che si sta aggravando ogni giorno di più. Ora dopo che i gli animali sono scappati dal recinto, per colpa dei guardiani assenti, si cerca di correre ai ripari in modo ancor più nefasto per la comunità umana internazionale.

Alla luce di quello che sta accadendo, sorge spontanea la domanda: ma dov’erano i controllori del mercato le agenzi di
rating, i revisori dei conti, le associazioni degli industriali, dei banchieri fino ad oggi?

È chiaro che nessuno ha il coraggio di mettere mano al vermaio economico di collusioni ad altissimi livelli, appare chiaro che ora è più importante salvare la faccia, evitando possibilmente la galera e le rivolte sociali – con leggi e finanziamenti statali, pagati per l’ennesima volta dai cittadini – che non intervenire con l’accetta, senza pietà, tagliando, non solo metaforicamente però, teste.

In
Germania quasi 100.000 tra auto e mezzi pesanti sono ferme al porto, guarda caso per colpa, stando ai media, dove sembrano essere gli unici colpevoli di questa situazione,siano mancati clienti, non le politiche industriali e finanziarie, cristalline limpide come discariche di rifiuti tossico-nocivi e radiotattivi.

È il cittadino, l’uomo della strada il colpevole di questa situazione, è sua la colpa della disoccupazione, è sua la responsabilità se le vendite in Europa sono crollate del 25 e più percanto, è del cliente americano la colpa se la Crysler, ma non solo, sta andando in bancarotta. Sono i mancati consumatori i responsabili di questo collasso planetario dell’economia. Questi tangheri non vogliono comprare, non vogliono rinnovare il parco auto familiare, non vogliono regalare un auto nuova al figlio neopatentato, preferendo – in caso d’incidente – farla riparare dal carrozziere, anzichè sostituirla.

C’è nell’alta finanza, e nei media controlalti dagli stessi, la volontà – criminale – di cercare i colpevoli di questo disastro nel posto sbagliato, addossando alla vittime prime, i cittadini, la mancanza di coraggio nel guardare serenamente ad un futuro – come incita il plutocrate Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, titolare di tre televisioni private, di cui una Rete 4, dovrebbe andare sul satellite, per sentenza dell’Unione Europea, ma dove gli italiani, stanno pagando la multa dell’Unione, perchè il T4 non vuuole essere spedito in orbita – e che oggi più che mai, chissà perchè, tutti gli operatori economici e politici, si sono accorti, come se si fossero svegliati dalla letargia, che il mondo è economicamente crollato e per assurdo nessuno è colpevole. Nessuno.

Ora i governi intervengono in difesa dell’economia, dicono, drenando in scala biblica denaro dalle tasche dei contribuenti, fabbricandolo letteralmente, facendo aumentare il debito pubblico in modo esponenziale. Non importa che sia americano, europeo, italiano o francese, o tedesco. Ma a favore ancora di chi?

Siamo in un mondo rovesciato, i primi turlupinati sono i cittadini, i primi derubati dei propri risparmi, dei fondi pensione, i primi andati in miseria per colpa delle banche fallite sono ancora una volta i cittadini comuni, coloro che depositano il denaro in banca, e poi questa si permette di prestare – fino a dieci volte di pù del depositato - somme che non gli appartengono, e che fisicamente non esistono, ma sono fabbricate elettronicamente – che hanno semplicemente i custodia per giocare nelle roulette globali delle speculazioni finanziarie. E come ogni gioco d’azzardo, perchè la speculazione finanziaria non è altro che un enorme bisca clandestina, destinata all’elite, a cielo aperto, che viaggia da un capo all’altro del mondo elettronico, senza controllo, dove il biscazziere, cioè il banco vince , occultando, la coleettività non sai mai dove, sempre, e gli scommettitori, sopratutto i cittadini ignari, e non a conoscenza dei giochi macrofinanziari che si giocano sulle loro teste, perdono.

Domanda: si è mai osservato un mercato borsistico, o una piazza finanziaria, dove un singolo operatore tiene “sotto controllo” anche quattro,cinque o più monitor, con videate che scorrono a velocità impressionante. Ebbene questi operatori non commettono mai nessun erore, cosa sono macchine? Riescono a lavorare – nel cosidetto tempo reale – col denaro altrui in condizioni a dir poco allucinanti, tra urla, schamazzi, telefoni che squillano in continuazione, ordini di acquisto e vendita che fioccano da tutte le parti, e questi stakanovisti borsistici sono così perfetti che riescono ad operare in modo perfetto ogni digitazione d’ordini d’acquisto e vendita? A chi vorrebbero raccontarla?

Si presume che si possano nutrire dei seri dubbi, in quanto se in una banca ti sbagliano per ben tre volte l’emissione di una carta di debito, figurarsi chi lavora tra una confusione più grande di quella di una fonderia d’acciaio...

Quanti errori avvengono quotidianamente tra questa frenesia? E quanto a fine giornata viene coperto, celato, tenuto segreto, nascosto “forse” anche ai revisori di bilancio, che poi stilano le classifiche di affidabilità finanziarie di banche, multinazionali, e nazioni? Vedi ad esempio
Standard & Poor's, Moody's e Fitch Ratings, per citare le più rinomate a livello internazionale.

Sorge invece il sospetto più profondo, più maligno e becero: che tutti quelli che dovevano sapere, sapevano, ma gli unici che dovevano sapere le reali condizioni della finanza internazionale, cioè i cittadini, siano stati tenuti volutamente all’oscuro, non vendendo informati – per non creare allarmmismi ai piccoli risparmiatori che si sarebbero affettati a vendere, praticamente nello stesso tempo dei grandi colossi finanziari, impedendo così anche ai piccoli risparmiatori di salvare non solo l’eventuale plus valore, ma in molti casi anche il capitale – oppure informati quando, come sempre avviene i morti finanziari iniziano a camminare per strada come zombi, crollando a terra, deflagrando e portadosi appresso i risparmi dell’ignaro parco buoi, cioè i risparmiatori.

Infatti oggi chi mette sotto inchiesta il sistema? Nessuno.

Anzi lo stesso sistema – il commistone tra politica e grandi affari – cerca di salvare se stesso, evitando d’indagare sulle responsabilità penali individuli, societarie e sociali di tale tracollo.

Sarebbe troppo distruttivo per il sistema indagare su se stesso, perchè lo potrebbe portare al collasso, sempre che ancor oggi questo non stia già avvenendo, ma si è resterà all’oscuro di tutto, fino al momento che saranno prese misure Draconiane, ancora contri i cittadini – per la sua salvaguardia – come ad esempio legge marziale, razionamenti alimentari, tribunali militari sommari, annullamento dei diritti civili e delle libertà individuali, nel nome chiaramente della libertà del Loro sistema, spacciato per libertà di tutti.

E ci stavano già provando, sebbene per ora il pericolo sia stato momentaneamente scongiurato. Ci stavano provando, primo fra tutti il ministro del welfare
Maurizio Sacconi, che avrebbe volentieri fatto “morire” i cittadini europei – in deroga – fino a 65 ore lavorative settimanali. Praticamente al nostro ministro sarebbe piaciuto – quando i parlamentari italiani non lavorano più di tre giorni alla settima in Parlamento, con uno stipendio base di 19.150 Euro lordi al mese, più benefit vari, che gli “schiavi” i quali a fatica arrivano a 2.000 euro mensili, quando son ben retribuiti, , facessero, in barba alle più elementari regole di buon senso e di sicurezza sul lavoro, visto che il primato di quasi 1300 “morti bianche” all’anno non è sufficiente, fino a 13 ore di lavoro, se la settimana fosse di 5, o fino a quasi, se la fosse di sei giorni. Senza contare i tempi di trasferimento e tutto il resto.

Questo secondo alcuni “eurocrati” dovrebbe essere il destino dei cittadini europei: schiavismo in salsa cinese, senza sicurezze, senza certezze, ma sopratutto senza diritti? Per famare una
La Casta, non importa se italiana, europea o internazionale di mangiapane a U:F:O?

Alcuni affermano che la crisi durerà fino a tutto il 2009, ma come molte altre previsioni, probabbilmente anche questa potrebbe essere errata, o volutamente fatta apparire come il passaggio di una tempesta in un bicchier d’acqua. Rimane il fatto che alla fine ci saranno milioni di disoccupati tra America, Europa e Asia, ma come sempre accade, i responsabili dadranno “in piedi” erigendosi da salvatori dei mercati e dell’economia planetaria, avendoci guadagnato sopra queste frodi finanziarie, avendo a disposizione un’imensa quantità di liquidità, per acquistare a prezzo di svendita fallimentare aziende nazionali e multinazionali, da loro stessi decotte, facendo ripartire la giostra sino all’ennesima crisi.

Dopo la fine della seconda guerra mondiale fu istituito il “
Tribunale internazionale Contro i crimini dell’umanità”, dove molti corpi penzolarono dalla forca del boia, o finirono innanzi al loro Dio, grazie alla fucilazione.

Sarebbe ora che i cittadini, tutti, indipendentemente dagli Stati d’appartenenza, chiedessero all’ONU l’apertura di “Tribunale internazionale per i crimini finanziari contro l’umanità”, iniziando ad avere vera giustizia dei torti e dei sopprusi arbitrari compiuti nei confronti del cittadino qualsiasi della comunità internazionale.


Marco Bazzato
18.12.2008
http://marco-bazzato.blogspot.com/

martedì 16 dicembre 2008

«Questo è un addio dal popolo iracheno, cane”...»


In moltissimi hanno gioito, non solo in Iraq ma anche in occidente, quando sono passate in tv le immagini del giornalista iracheno che durante il suo ultimo viaggio da presidente degli Stati Uniti – Paese invasore, nel nome di una libertà unilaterale fallita, in quanto lascia un Iraq depredato, distrutto e costellato di cadaveri che dall’occidente sono già stati rimossi, perchè politicamente scomodi da ricordare – un prode giornalista, dopo essersi tolto le scarpe, le ha scagliate contro il quasi ormai ex presidente, gridando:
«Questo è un addio dal popolo iracheno, cane”...»

Per dirla alla Ignazio la Russa “Diciamocelo” in molti si sono sentiti rallegrati nel cuore, innanzi a quel lancio improvviso di libertà d’espressione, innazi a quel sibilare a pochi centimetri dall’augusto capo delle calzature, che nella loro miseria economica, hanno dato dignità ed unità ad un Paese lacerato da una guerra civile che primo fra tutti fa comodo alla coalizone invasore, perchè permette di scaricare sugli iracheni la colpa del fallimento militare ed economico della ricostruzione della nazione.

Ma la democratica vendetta di Bush non si è fatta attendere, è arrivata con la violenza deflagrante di un bombardamento di pugni sul corpo dell’eroico giornalista. Infatti gli uomini della sicurezza si sono avventati su Muntazer al-Zaidi, trascinandolo fuori di peso e – a detta dei familiari – pestandolo selvaggiamento, tanto che sempre secondo questi, il congiunto “ha un braccio rotto, diverse costole fratturate, lesioni a un occhio e agli arti superiori”.

Se ciò fosse confermato, la reazione degli agenti sarebbe da configuarsi, visto il divario tra il gesto del giornalista (non andato a buon fine) e quanto dichiarato dai familiari, ad un atto di rappresaglia, contro una singola persona, degna dell’esercito invasore nazista,durante la seconda guerra mondiale. Stabilendo così l’assioma: due scarpe lanciate, a vuoto, unito a “Cane” se fatto da un giornalista contro un Capo di Stato, equivalgono a un braccio rotto, fratture e varie ed eventuali in corso d’opera.

Senza contare che ora l’eroe iracheno, perchè di questo si tratta, rischia fino a sette anni di galera “per il lancio di due scarpe”. Ma quando dovrebbero farsi di galera gli agenti, non è specificato se iracheni o dei servizi segreti americani, per le lesioni dichiarate dal fratello del giornalista?

Ora se veramente la legge fosse uguale per tutti, Bush e i suoi accoliti, non avendo trovato le famigerate armi di distruzione di massa, dovrebbero essere processati da un Tribunale Internazionale per i crimi contro l’umanità commessi in Iraq, assieme a loro, quanti hanno sostenuto l’ideologica “Guerra al Terrorismo” che tanti benefici economici ha fruttato a petrolieri, industria delle armi e di servizi affini, mettendo alla fame un Paese ma sopratutto un popolo, innocente, non colpevole delle eventuali malefatte di Saddam Hussein, ex amico degli americani, eroicanente buono quando gasava gli iraniani.

Ma come la barbara storia del genere umano insegna, Bush e i suoi pard, con le mani lorde di sangue, uscirà di scena tra due ali di folla, esaltato fino alla nausa dall’attualità, non irachena, ma condannato dalla storia, mentre il povero giornalista, confidando che i 250 avvocati pronti a difenderlo, riescano ad evitargli la condanna, potrebbe passare sette anni al gabbio per il lancio di un vecchio paio di scarpe, rendendo per l’ennesima volta carta straccia la tanto declamata “Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo” che all’articolo 1recita, risuoando come una farsa di carnevale davanti alla tragica realtà dei fatti:

“Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza”.

Giunti a questo punto, in molti possono essere autorizzati a pensare – visti gli universali fatti quotidiani – che il giornalista iracheno, Muntazer al-Zaidi , avesse ragione quando ha detto a Bush:

«Questo è un addio dal popolo iracheno, cane”...»
Marco Bazzato
16.12.2008
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lunedì 15 dicembre 2008

Pirati della strada: Terroristi sociali



Continua l’ecatombe di morti ammazzati dai soliti alcolizzati e/o drogati al volante, senza che non si siano prese ancora decisioni drastiche su come punire gli assassini, spesso come il caso dell’ubriaco di Milano, che ha letteralmente fatto un bowling umano, provocando il decesso di due persone e 27 feriti. In parole povere uno quasi “mezzo strike”.

A nulla evidentemente servono le campagne di sensibilizzazione, i consigli – anche di personaggi famosi – che invitano gli idioti a non mettersi alla guida se ubriachi marci, drogati come scimmie, o peggio entrambe le cose.

Spesso gli assassini, che invece si beccano – anche patteggiando – un misero omicidio colposo, uscendo dal gabbio pochi anni dopo, mentre invece dovrebbero rimanere in cella vita natural durante, o come si dice “Fine pena: mai”. Ma il becero perdonismo, trova in ogni frangente delle scuse patetiche che permettono ai loschi criminali di farla quasi franca, di permettersi anche atteggiamenti straffottenti da vittime della società, vittime dell’alcol, vittime di qualche sventura familiare vera o inventata ad hoc.

Come è ributtante vedere come anche questi fighetti bifolchi, sovente proveninenti da famiglie rispettabili, senza ombre dal passato, arrivino in tribunale nelle auto degli avvocati, o accompagnati dai familiari, senza manette ceppi ai piedi e catene. Se c’è una cosa che è divina del sistema giudiziario americano – oltre all’arrostimento dei condannati in alcuni Stati – è il fatto che i delinquenti vabbo davanti alla giuria ammanettati, anche dietro la schiena, coi ceppi ai piedi e catene, come si faceva ai tempi della schiavitù.

Non è umano per un Paese civile come l’Italia che tossici e ubriaconi siano trattati in guanti bianchi, senza esser obbligati a provare anche il senso di vergogna mediatica per i loro delitti, accompagnati quasi con delicatezza, come fossero persone fragili, innanzi alla giuria.

Senza voler essere colpevolisti o giustizionalisti a tutti i costi, i cosidetti pirati della strada, omicidi, dovrebbero essere trattati come “terroristi sociali” e come tali puniti, senza sconti di pena o attenutanti generiche.

Non è logico che un tossico, un ubriaco, sia quasi giustificato perchè guidava impasticcato, fatto di coca, o bevuto da non reggesi in piedi, e che questa alterazione sia quasi un attenuante, non un’aggravante da condannare alla pena eterna.

In un Paese civile, chi sa d’aver il vizio d’alzare il gomito, dovrebbe – se l’intelligenza funzionasse a dovere – premunirsi di trovarsi una persona sobria, possibilmente astemia, che poi lo riconduca a casa, oppure come fanno anche in Olanda, si tira a sorte chi quella sera non beve, tra le bestemmie dello sfigato prescelto, e i boccali di birra che poi inizano copiosi a girare tra i fortunati che possono finalmente tramortirsi d’alcol e droghe in assoluta tranquillità. Ma l’italiano no, l’italiano piange e impreca quando è beccato col fiato che puzza peggio di una distilleria clandestina al tempo del proibizionismo, si arrabbia rotolandosi a terra come un maiale, pronto ad ingozzarsi nella porcilaia, maledicendo le madri - vive o morte che siano non importa – delle forze dell’ordine che fanno il loro lavoro.

Lo Stato, se fosse intelligente, potrebbe guadagnare moltissimo con ubriaconi e drogati, risparmiando una montanga di denaro confiscando, non sequestrando i mezzi guidati da queste fulgide figure, abbattendo in modo sostanziale gli stanziamenti per le flotte aziendali di ospedali, ministeri, municipalità e quant’altro, costringendo così i poveri diavoli a ricomprarsi sl’auto, magari di papà con ancora qualche anno di mutuo sul groppone, rilanciando la vendita degli autoveicoli, che nell’ultimo mese è risultata alquanto stitica.

Ma la “tolleranza zero” sempre mediaticamente sbraitata ad ogni nuovo Carmageddon rimane quasi parzialmente lettera morta, scritta sul ghiaccio estivo, per l’nsana paura italiana d’usare il pugno di ferro contro i malfattori.
Sarebbe relativamente semplice risolvere il problema, basterebbero poche leggi efficaci, come ad esempio:

- tasso alcolemico sora i limiti di legge: confisca del veicolo e sospensione della patente per un anno,

- Tossico al volante: confisca e sospensione della patente per un anno;

- Lesioni causate da guidatore ubriaco e/o drogato: confisca del mezzo, dieci anni di carcere senza condizionale, senza attenuanti e confisca della patente;

- Omicidio al volante causato da guida perchè ubriaco e/o drogato: distruzione del mezzo e carcere a vita.

Le soluzioni ci sarebbero, rapide, prive di compromessi, severe e brutalmente giuste, tenenti conto in primo luogo della sicurezza dei cittadini, evitando inutili tutele legali, e non – come erroneamente s fa ora – garantendo fino all’eccesso la dignità di “assassini” trattati come signori, solo perchè come rifiuti umani post sbornia o post droghe, devono essere capiti, compresi e aiutati.

Facciamola finita con questa commedia dei buoni sentimenti. Siamo a Natale!

Marco Bazzato
15.12.2008
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domenica 14 dicembre 2008

Arriva il Natale, sfiga economica sicura



Manca poco ormai. Pochi giorni e sarà prima il 25 dicembre e poi Capodanno.

Che sfiga.

Si pensava di poterla scampare, si pensava che prima o poi la festa inutile del Natale venisse cancellata – almeno per decreto legge – dalla storia e dalla cultura. Invece nulla, è ancora qui. Si sperava almeno di scampare le solite banali, vuote, bifolche e bislacche pubblicità natalizie, con bambini telegenicamente felici, famiglie più ricche di Creso che – pubbliciatariamente parlando – dilapidano migliaia di euro per i frugoli smanettoni, o interessati a rimpinzarsi come maiali, che poi non possono essere macellati e trasformati in salami, mariti e mogli – per fortuna rigorosamente etero – che si scambiano gioielli grossi come noci di cocco, orologi buoni per andare sullo spazio, oppure abiti che sembrano stati rubati dalla grotta a Sandkan a Mompracem. Insomma un invito continuo a dilapidare, a spendere, a gettare via denaro per fa felici i figli rompipalle, la mogli scassamarroni, mariti rincoglioniti dal calcio e i parenti, specie suoceri a volte peggio dei serpenti velenosi negli slip.

In questi giorni, non di vacche magre ma di vacche morte, si è colpiti ad ogni angolo, in ogni canale televisivo pubblico, privato, in ogni radio da messaggi pubblicitari che vanno oltre il pornografico, che dovrebbero essere – per legge – vietati ai minori di 180 anni che sembrano scritti dal Primo Ministro, Silvio Berlusconi, che invitano a spendere, spendere, spendere. Messaggi che invitano a mandare a puttane le tredicesima, che invitano ad usare la carta di credito, tanto ci si penserà il mese successivo quando arriva l’estratto conto, pregando qualche divinità di non esser stati licenziati via sms alla mezzanotte o del 31 a spese già fatte.

Come ogni anno dal 10 al 31 i media ma non solo, ci caricano come molle pronte a esplodere, bombardano come se i cittadini, pardon i potenziali consumatori, dal concepimento alla morte non importa se naturale o per aver vinto – senza saper d’aver partecipato – alla roulette della sfiga, debbano essere spremuti come limoni, per raschiare dai portafogli vuoti le ultime gocce di liquidità economica, gocce forse essenziali domani per la sopravvivenza.

Come in una commedia degli orrori, sembra che per le festività di Natale e Capodanno, la fortuna non sia vivere, ma augurarsi che lo sguardo nero, dell’assassina dea bendata, si sia posato su di noi, accompagnandoci – con un unico botto al cuore – al camposanto.

È ridicolo festeggiare il Natale, è assurdo, ma soprattutto antieconomico sotto ogni punto di vista.
Festeggiare in qualsiasi modo il Natale è un insulto all’intelligenza umana, un atto ostile contro la sanità mentale dell’uomo, in quanto il vile bombardamento terroristico-mediatico di spot pubblicitari che violentano, come soldati in astinenza da mesi, uomini, donne e bambini, conducendoli alla morte economica e all’asservimento consumistico di un capitalismo defunto.

Tra poco si avvicina questa nefasta festa consumistica, e l’unica cosa saggia da fare è quella d’astenersi completamente da ogni acquisto, regalo, viaggio, dono piccolo o grande, pensiero, festeggiamento, evitando – senza compromessi – d’acquistare alberi – in plastica o veri – di Natale, non fare il presepe, disertare centri commerciali, mercatini natalizi e amenità varie. Da sconsigliare totalmente pranzi e cenoni natalizi, mangiando come un giorno qualsiasi, anzi possibilmente meno, non fare addobbi, evitando tassativamente il ladrocinio del veglione dell’ultimo dell’anno, non acquistando abiti e botti, disertando spumante, panettoni e pandori, andandosene a letto alle 22 per svegliarsi il giorno dopo tranquillamente, e controllando subito il cellulare per vedere se non si è stati licenziati alla mezzanotte, come augurio di Felice Anno Nuovo.

Insomma attendere il 25 e il 31 dicembre, trattandoli per quello che esattamente questi due giorni sono: giorni qualsiasi, giorni come gli altri, ma gonfiati ad arte dal consumismo e dalla religione che vuole avere il 25 e nei giorni precedenti, introiti aggiuntivi, per puntellare l’emoragia di fedeli, che nelle altre settimane dell’anno liturgico se ne fregano altamente; mentre i commercianti sperano – alle vigilie di questi giorni – di risollevare i magri guadagni fatti durante l’anno, invogliando o quasi costringendo le per tradizione pagana, mascherata da giornata religiosa, ad essere più buoni, perché come dice una tediosa campagna pubblicitaria. “È Natale, è Natale e si può dare di più…” Ma a chi e, e perché? Se non si è dato nulla durante l’anno, non si vede alla fine il motivo di dare qualcosa in più alla fine.

Ma bisogna consumare. Per fortuna ci ha pensato la grande finanza truffaldina internazionale e mettere a carità il mezzo mondo ricco. Quello più povero invece, ringrazia, perché si ritroverà ancora più povero, senza anche questo caso saper chi ringraziare di tanta bontà di cuore.

Marco Bazzato
14.12.2008
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mercoledì 10 dicembre 2008

I segreti di Brokeback Mountain censurato



Come sempre si grida allo scandalo – immotivato – se durante la visione di un film, in questo caso I segreti Brokeback Mountain, vengono eliminate delle scene inutili ai fini narrativi, destinato ai palalati pruriginosi di una nicchia ristretta di persone che discrimiano a livello sessuale l’altra metà del cielo, in questo caso la donna.

La buriana mediatica ha fatto addirittura scendere il campo l’ex parlamentare
Vladamiro Guadagno, che quando sedeva sugli scanni dei deputati, sotto la bandiera dell’ormai extraparlamentare Rifondazione Comunista voleva usare – senza averne biologicamente e anagraficamente diritto – i servizi igienici femminili, mandando su tute le furie, la collega, donna, fisicamente e psicologicamente, Elisabetta Gardini.

Ora il signor
Vladimiro Guadagno, che secondo la moderna psichiatria soffre del “disturbo dell’identità di genere” classificato dal DSM-V come disturbo mentale, anche se l’uomo in questione preferisce omettere sempre “il disturbo” nascondendosi dietro la nomea fuorviante di “identità di genere” che l’ha portato a farsi applicare due petti al silicone, posticci, senza essersi mai fatto castrare per diventare completamente quello che “pensa” d’essere, ha attaccato i vertici di Rai Due, accusandoli d’aver censurato il “capolavoro” che così tanta fortuna poi ha portato all’attore Heath Ledger, tant’è che nel 2008, a causa di un intossicazione da psicofarmaci, è morto, dando voce che I segreti di Brokeback Mountain sia un prodotto cinematografico che porti alquanta sfortuna, anche a distanza di anni, ai suoi attori.

Naturalmente i gusti e gli orientamenti personali, se diversi dall’eterosessualità, dovrebbero – esattamente come il titolo del film dice, restare “segreti”, confinati nella sfera privata dell’individuo o degli individui.

Il fatto che si gridi allo scandalo, o peggio alla censura, è furviante per un motivo fondamentale: il filmetto, da anni, per chi vuole è disponibile in dvd, potendosi gustare in assoluto voyuerismo omosex le scene di sesso dei due attori.

Ora va ricordato che sebbene al film sia stato tolto, per sommovimento quasi popolare di una minoranza ristretta della popolazione italiana, il divieto ai minori di 14 anni, la visione di questa “cosa” qui da parte della tv di Stato, essendo aperta a tutti, non necessariamente famiglie etero con figli naturali e non, devono per forza di cose costrette a vedersi – per il rispetto dei minori – scene “d’amore”, dicono alcuni, tra uomini. La scusa più comoda che le associazioni usano è che è dovrebbero essere i genitori a spiegare ai figli che esistono persone diverse da mamma e papà, che fanno certe cose a letto, mandando letteralmente al diavolo, visto che a loro non interessa la pedagogia, il dovere d’educare – secondo coscienza e natura – i propri figli.

Non va dimenticato che per quanto si possa sbraitare, la società tutt’ora fondata e naturalmente portata avanti dagli eterosessuali, che tramite l’unione tra uomo e donna, non tra persone dello stesso sesso, permette la sopravvivenza della specie, e che un genitore, dentro le mura domestiche ha l’obbligo di distogliere l’attenzione dei figli da realtà, come educatore, considerate immorali. A meno che gli omosessuali, non vogliano imporre alla famiglia naturale i loro concetti di educazione e di morale.

Quello che è più assurdo è che Rai due, oltre ad aver sbagliato a mandare in onda, apportando quei tagli etici che riteneva moralmente sconvenienti, quindi essenziali, si accinga a ritrasmetterlo in edizione integrale solo perchè qualche associazione gay non vuole spendere i venti euro e comprarsi il film.

Questa protesta non è altro che l’ennesima volontà di imporre alla maggioranza delle famiglie e degli italiani un pensiero unificato, per gli interessi di pochi.

Marco Bazzato
10.12.2008
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martedì 9 dicembre 2008

Crisi dell’auto: godimento americano


Non c’è che dire, gli americani, specialmente l’industria automobilistica, hanno l’acqua alla gola, hanno paura di dover chiudere baracca e burattini, in quanto i loro mastrodonti, vista la crisi dei mercati globali, sono dinusauri ngombrati che devono autoestinguersi quanto prima. E ora spaventati, piangono miseria, strozzate da debiti di natura speculativa e da mediocrità produttiva.

I grandi manager, pagati centiania di migliaia di dollari al mese, dall’alto dei grattaceli brillanti e luccicanti, hanno sempre pensato che il cittadino medio americano, ma non solo, fosse per sempre un eterno dormiente, che potesse permettersi senza problemi l’acquisto di sanguisughe economiche, pesanti come elefanti, dalle cubature sproposiate. Ma il giocattolo alla fine si è rotto. Gli americani – con anni di ritardo – hanno capito che potevano viaggiare da un capo all’altro del Paese, anche con vetture più minute e parsimoniose, senza necessariamente rimetterci più di tanto in abitabilità e comodità. I manager a questo non ci erano arrivati, spinti anche dalle stesse industrie petrolifere, a non investire in ricerca per progettare auto a più basso impatto ambientale, o addiritura, – eresia contro il petrolio – ecologiche.

Infatti, per il governo americano, è meglio che due persone dello stesso sesso si accopino sull’altare di una chiesa, piuttosto che sia pronunicata pubblicamente la parola blasfema “ecologia”.

L’america, patria del liberismo più sfrenato, per assurdo riscopre la sua anima socialista – comportandosi come l’ex Unione Sovietica, dove lo Stato era presente in ogni settore dell’economia con i suoi piani quinquellani di investimenti – per togliere le castagne dal fuoco a degli amministratori delegati miopi, privi della lungimiranza straggica d’accoregesi che il mondo cambia, che i bisogni dei consumatori si evolvono, specie in periodi di “vacche magre”.

I tre giganti, dai piedi d’argilla, hanno battuto cassa al governo federale, per un importo complessivo di 134 miliardi di dollari, per ristrutturare un settore in agonia, un settore che da anni fior di analisti indipendenti, non sui libri paga dell’industria petrolifera, profetizzavano “La caduta degli dei”, venendo tacciati e ridotti al silenzio in quanto disfattisti e antipatriotici, o peggio al soldo di qualche casa automobilistica straniera.

Ora i nodi sono giunti al pettine, lasciandolo imbrattato di pidocchi economici, che hanno infettato il comparto, rendendolo moribondo. Quello che fa riflettere è che in questo accattonaggio stratosferico, non si parli di restituzione a breve dei prestiti, come se una volta fottuto il malloppo, usando la solita banale clava del rischio della perdita di milioni di posti di lavoro, i tre zombi (GM, Ford e Chrysler) abbiano la sfrontatezza di chieder udienza e pecunia al Congresso e che questi si accontenti di vaghe promesse di cambiamento e di inversione di rotta, tanto i tagli sul personale e la chiusura degli stabilimenti in mezzo mondo lo faranno comunque, visto che hanno l’acqua alla gola, non vedono l’ora di veder galleggiare sul mare della disoccupazione qualche centinaia di migliaia, se non milioni di ex dipendenti a spasso, e famiglie sul lastrico, con gli investitori felici visto che hanno gettato agli squali le carcasse - a loro dire – inutili.

Va ricordato, che se “I tre cadaveri” fino ad oggi non hanno investito delle miserie in ricerca, rispetto alla concorrenza di altri colossi del settore, avendo così un gap tecnologico non facile da colmare nel breve periodo, in quanto tra la progettazionzione e la vendita di un nuovo modello mediamente trascorrono circa 36 mesi, se va bene, senza contare i costi esorbitanti per la riconversione delle linee di produzione, aggiornate per gli eventuali nuovi modelli.

A voler essere cinici, sarebbero in molti, sopratutto in Europa e Asia che vedrebbero di buon occhio la chiusura dei “tre morti sacri” dell’industria statunitense, indipendentemente dal fatto della perdita di miolini di posti di lavoro, anche dell’indotto, i n quanto il drenaggio economico che queste idrovore assetate di denaro, al pari delle auto da loro prodotte, ormai non sono più all’altezza della concorrenza e delle necessità degli utenti.

C’è poco da girarci attorno, alla fine è sempre il consumatore finale che decide le sorti di un azineda, che decide chi deve vivere o chi deve morire, chi deve essere elevato agli altari delle vendite, o chi deve essere cacciato nell’abisso dell’amministrazione controllata, nel tunnel della distruzione e dannazione eterna.

I tre colabrodi americani, sono da tempo come un esser eumano, in stato vegetativo, a cui è praticata l’alimentazione e l’idratazione – in questo caso economica – forzata, dove alla fine ben sapendo che non esistono più speranze di recupero, la cosa migliore sarebbe l’eutanasia economica, lasciando che veramente alla fine il mercato si ristrutturi da se, premiando i virtuosi e seppellendo per sempre i falliti, amministratori delegati compresi.

Marco Bazzato
08.12.2008
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giovedì 4 dicembre 2008

Sky tv: accattonaggio mediatico



Non c’è nulla di peggo di un miliardario plutocrate – Rupert Murdoch – che piange miseria, che sbraita perchè gli alzano l’Iva sul canone d’abbonamento e, non trova di meglio da fare che lanciare una crociata mediatica a favore dei suoi interessi, utilizzando l’arma politica come una clava per fare pressioni sul governo, affinchè riporti l’Iva al 10%, anzichè al 20 come imposto l’Unione Europea, pena l’apertura di inchiesta, col rischio di una pesante multa, che avrebbe gravato sui cittadini, solo perchè questi vuole tutelare i suoi “quattro”, facendo ricadere il ricarico sugli altri.

Il “povero” tapino, toccato nel portafogli, ha fatto lanciare una campaga mediatica illustrante tutti i prodotti venduti con Iva aggevolata al 10% per far capire all’Italia, ma sopratutto agli italiani, quanto si senta defraudato per questo gesto d’equità economica che gli è però rimasto sul gozzo.

Va ricordato che fu il governo della sinistra, guidato da Romano Prodi, che concesse l’agevolazione e che l’Unione Europea a suo tempo aveva già chiesto lumi su questa stortura del mercato, il quale però si è ben guardato dal rispondere, lasciando la patata bollente politica in mano a chi sarebbe arrivato, sapendo che il tutto si sarebbe trasformato nell’ennesimo attacco presidente del consiglio, usando in questo caso in modo pretestuoso il mai risolto conflitto d’interessi.

Se Sky piange miseria, cosa dovrebbero fare allora gli italiani, che nella maggior parte dei casi si beccano l’aliquota del 20% e non dispongono della sua forza mediatica per urlare ai quattro venti il loro sdegno, ma sono costretti a subire e pagar tacendo?

Qui non si tratta di difendere strenuamente l’pèerato del governo, in particolare il presidente del consiglio, ma vanno salvaguardati gli interessi generli, quelli dei cittadini, che sono la maggioranza, a qui Sky non interessa e che non devono vedersi eventualmente addossate multe per compiacere la sete di guadagno diuna persona, che stando a Forbes è al 109 posto della classifica dei maggiori plutocrati planetari.

Va anche ricordato che l’Unione Europea chiedeva un armonizzazione delle eliquote, seppur avesse espresso che avrebbe preferito che quella riferita al digitale terrestre fosse del 10%, ma il parare non era vincolate. Il governo – per fare cassa – l’ha aumentata al 20%, e l’Unione non ha avuo nulla da eccepire, considerando il problema – a livello europeo – chiuso, rilanciando la polpetta avvelenata al governo italiano.

Ora è fuori ogni logica di buon senso, specie in un momento di crisi economica come quella attuale, dove tutti – per colpa di scellerati che non faranno mai un giorno di galera per il disastro finanziario su scala mondiale – sono costretti a far sacrifici, e che un operatore televisivo, si comporti da accattone per un eventuale aumento del prezzo di ogni abbonamento di un misero e sporco euro al mese, un misero euro, e che per questa cifra così ridicola si scateni un pandemonio che farebbe morire di rabbia un barbone che chiede l’elemosina per sopravvivere ai rigori dell’inverno, venendo guardato con disprezzo perchè si permette di domandare la carità, supera il disgusto oltre ogni ragionelvle dubbio.

Ma in che razza di mondo viviamo?

Murdch sta piangendo miseria, sta sbraitando per una cifra che se va male non supera i 20 Euro all’anno, pari a 0.0054 centesimi di euro al giorno? Stiamo scherzando?

E la sinistra col Paese con l’acqua alla gola, si accanisce contro il governo per .0054 centesimi di Euro al dì? Ma non hanno altro a qui pensare, non hanno altro da fare che non perdersi dietro i centesimi, non per cibo, ma per un lusso, visto che il digitale terrestre fa parte dei bisogni primari di sopravvivenza dell’uomo.

E poi dicono che la sinistra è dalla parte dei più deboli, che difende i diritti dei cittadini, non che la destra o il centro destra lo faccia meglio, ma almeno non ha la faccia tosta così spudorata da andare in piazza sbandierarlo.

Ricordiamoci: 0,054 centesimi di euro al giorno, per questo Veltroni e/o chi per lui oggi difende il plutocrate Murdoch, se questa si chiama giustizia sociale...

Marco Bazzato
04.12.2008
http://marco-bazzato.blogspot.com/

martedì 2 dicembre 2008

Omosessualità: no alla depenalizzazione

Ogni tanto il piccolo Stato Città del Vaticano riesce a stupire positivamente. L’ultima buona novella, in ordine di tempo, riguarda la proposta – sbagliata – francese di chiedere all’ONU la depenalizzazione dell’omosessualità, assestante un colpo di grazia a molti paesi del mondo – 94 per la precisone su 182, dati 2006 – che amano la tradizione e l’unione tra uomo e donna, come nucleo fondante della socità.

Immediatamente innanzi a questa sana richiesta di trasparenza legislativa, sono partite le bordate immotivate delle associazioni omosessuali che da anni cianciano, per meri interessi materiali, vedi eredità, adozioni, subentro dell’affitto e altro per imporre la parificazione del “
matrimonio” 0mosex , andando in contrasto con la “dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo che all’articolo 16 afferna:

Uomini e donne in età adatta hanno il diritto di sposarsi e di fondare una famiglia, senza alcuna limitazione di
razza, cittadinanza o religione. Essi hanno eguali diritti riguardo al matrimonio, durante il matrimonio e all'atto del suo scioglimento.

Il matrimonio potrà essere concluso soltanto con il libero e pieno consenso dei futuri coniugi.
La famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della
società e ha diritto ad essere protetta dalla società e dallo Stato.

Nemmeno l’ONU stesso stabilisce nella dichiarazione la liceità ,nè implicitamente nè esplicitamente, dei “matrimoni” tra persone dello stesso sesso. Titare la corda in modo forzoso ed arbitrario verso l’accettazione di queste “unioni” è uno spergio alla dichiarazione stessa.

E da qui le accuse pretestuose e prive di senso logico che mettono alla gogna le opinioni di uno Stato indipendente, che per quanto antipatico possa essere in moltissimi frangenti ideologici, ogni tanto mette a segno delle vere e proprie perle di verità di incomparabile bellezza e sublimità d’animo etico e giuridico.
D’altronde, basta guardare la
cartina per rendersi conto che quanto proposto dai francesi è un verocolpo di mano, quasi un attentato ai diritti sovrani degli Stati di legiferare – secondo coscienza – al proprio interno, negando sistematicamente l’opinione condivisa dalla maggioranza della popolazione del mondo, che il Vaticano nella sua libertà, comuque troppo spesso relativa, non ha fatto altro che ribadire, anche se pare assurdo, un concetto democratico di libertà dei singoli Paesi.

Entrare nel merito agli aspetti delle giustizia delle pene da commutare – secondo alcune nazioni – nei confronti di coloro che si macchiano del reato di sodomia, condanndo i colpevoli a lunghe pene detentive o a morte, questo è un altro discorso. Infatti è proprio esclusivamente in quei casi li che l’ONU dovrebbe intervenire cercando d’indurre senza intaccare le tradizioni storico-religiose e culturali, alla cancellazione delle pene detentive o delle condanne a morte, senza lasciare margini di equiparazione legali ed etiche tra unioni naturali e feconde (uomo e donna) e non.

Se si torna a riosservare ancora la cartina, ci si può rendere conto che i cosidetti Paesi progressisti sul versante dei “diritti” degli omosessuali sono in netta minoranza, rispetto anche al numero della popolazione globale del pianeta, segno evidente che questo “problema” in massima parte inventato dalla propaganda, tocca in modo così marginale, se non quasi omoepatico la popolazione terrestre, segno che alla fine si tratta della volontà di pochi d’imporre la propria visione od opinione dittatoriale al Pianeta su faccende private di letto, che dovrebbero rimanere confinate dentro le stanze di casa, non esportate con “sterile orgoglio” fuori dalle imposte che per pudore – se fosse amore vero – per rispetto nei confronti di se stessi, ma sopratutto degli altri dovrebbero rimanere chiuse e sprangate dall’interno.

Per assurdo questa volta il Vaticano ha agito con coscienza, non cristiana, non morale o religiosa, ma con coscienza eticamente umana e laica, chiedendo che certi comportamenti privati non siano ostentati come presunte ricchezze, generate forse da povertà spirituali abissali, che cercano sfoghi esibizionistici, sterili, che non possonon essere nominati problemi sociali, in quanto inutili a livello riproduttivo alla società stessa, ma che certamente possono dare il loro contributo personale e individuale al benessere della società.

D’altronde, i francesi come del resto il vaticano, e l’ONU stesso, sono paradossali, vediamo ad esempio anche questa depenalizzazione “Universale” di tutti, ma letteralmente può essere anche inteso come un atto della megalomania terrestre, che si mette come nel “
Sistema geocentrico tolemaico” al centro dell’Universo, credendosi gli unici esseri viventi intelligenti dell’Universo stesso. Da qui si può denotare come la presunta superbia della razza umana, tenda già per implicito dar per assodato, o per negare a priori l’esistenza di altre forme di vita – non umanoidi – di natura extraterrestre.

Paradossalmente in questo frabgente lo stesso ONU riport, le lancette dell’umanità indietro di quasi duemiatrecento anni, dovuta alla “Grandeur” formata – come nel caso della Terra – da pulviscolo disperso nell’immensità del cosmo, a concetti arcaici e primordiali, frantumati non solo dalla storia, ma dalla scienza stessa.

Questa depenalizzazione “Universale” dell’omosessualità, letta alla luce della storia è quanto di più anacronistico si possa concepire, perchè con questa non si arrichisce l’umanità o l’uomo in generale di nulla, ma porta solo acqua ideologica ad un mulino che andrebbe ad irrigare dei campi che non possono dar in nessun modo frutti evolutivi per il genere umano stesso.

Viceversa gli aspetti privati degli individui che hanno relazioni fisiche con altre persone dello stesso sesso, non devono essere penalizzate dalla legge – a livello di coercizione fisica delle libertà private ed individuali – che deve dipendere, senza posizione alcuna tantomeno dall’ONU o dall’Unione Europea, i singoli Stati del Pianeta in base alla propria cultura, religione od ideologia politica dittattoriale, non importa se di stampo comunista o fascista, ma nemmeno essere parificate all’unica forma di coppia evolutiva che è la coppia formata di individui di sesso opposto, che possono biologicamente e naturalmente riprodursi per il bene e per il proseguimeto dell’umanità stessa.

Marco Bazzato
02.12.2008

mercoledì 26 novembre 2008

Spagna: via il crocifisso




"A volte è necessario saper dimenticare".
Cardinale Antonio Maria Rouco Varela


In molti l’avevano sperato, in pochi però ci credevano veramente. Ma alla fine in Spagna, ex Paese di franchismo e spalleggiamento politico dell’Opus Dei al regime, la democrazia ha vinto. Ha vinto nonstante le forti resistenze e pressioni già partite dai vescovi integralisti spagnoli.


Questi infatti tutt’ora non gradiscono il processo di riscoperta della memoria strorica del presidente Zapatero che vuole mettere fine a decenni di rimozioni – dietro pressioni ecclesiastiche – che coinlgono direttamente la chiesa spagnola. Infatti per la stessa esistono memorie e memorie. Memorie che vanno contro per assurdo al senso di verità assoluta propagandadata – quando fa comodo – da Benedetto XVI, ma se si stratta di memoria storica imbarazzante non deve comparire nei testi scolastici, non deve essere ricordata, ma rimossa dalla coscienza collettiva, affinchè le giovani generazioni siano private del diritto di sapere e conoscere. E alla luce di questo sorge la domanda spontanea: perchè la Chiesa cattolica romana e spagnola non attuano questa rimozione nei confronti della Shoa? La risposta potrebbe essere: le vittime del franchismo essendo di sinistra possono essere tranquillamente calpestate e dimenticata la memoria.


Una parte della Spagna, sopratutto la chiesa spagnola ha paura della verità, ha paura delel verità storiche che potrebbero emergere, ha paura di fare atto pubblico d’ammenda delle proprie responsabilità non solo storiche e politiche, ma anche penali che l’apertura degli archivi potrebbe comportare, e quindi parte all’attacco del giudice ateo, reo – al loro dire – di voler intaccare le radici cristiane occidentali, mentre chiaramente è solo un problema di “strizza” all’ennesima potenza.


I vescovi spagnoli attaccano come tori imbufaliti gridando allo scandalo per la decisione di un giudice che ha imposto che i crocefissi debbono essere tolti dai lughi pubblici, andandoci giù pesantemente con gli anatemi – leggesi maledizioni – che sputano ad ogni piè pari.


Questi pensano di vivere ancora ai tempi del pensiero unico medioevale – Galileo e Giordamo Bruno docet – con la presunzione di imporre il loro volere, anche a coloro che non si riconoscono nei valori diattoriali di natura teocratica.
"
A volte è necessario saper dimenticare". Dice il cardinale Antonio Maria Rouco Varela. Perchè allora questo cardinale non la smette, lasciando che un Paese laico si comporti da Paese laico, e che il crocifisso sia presente solo nei luoghi sacri, dimenticando il vespaio di polemiche e i polveroni incredibili che sta innalzando, semplicemente per la paura di veder crollare il numero di fedeli, leggesi ergo denaro di donazioni e altro, se venissero svelati tutti gli altarini che la Chiesa spagnola ha tenuto con la dittatura.

La laicità, esattamente come la religione, ha bisogno dei proprio spazi per essere rivelata, facendo si che ogni persona, priprio per il rispetto dell’individualità privata delle singole credenze religiose, ormai ampiamente diffuse grazie alla società multietnica, ed i luoghi pubblici, appartenendo a tutti non devono essere un ricettacolo di simboli, che in base ad ogni cultura d’appartenza assurgono ad un significato diverso, meritando ogununo il medesimo rispetto.

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Il crocifosso per i credenti è un simbolo religioso da rispettare ed adorare, ma non va dimenticato che per quasi duemila anni nel Suo nome si ha ucciso, distrutto, cancellato, raso a suolo vestigia passate, si sono demoliti Templi considerati pagani, o sono stati riconvertiti alla nuova divinità dominante, come per opposto il crocifisso stesso è stato visto come simbolpo – dell’individuo – del riscatto tramite la Fede personale e sociale.


Oggi il Crocifisso è laicamente un simbolo scomodo, un immagine che deve essere messsa esclusivamente nei luoghi di venerazione appropriati, non per cancellarlo dalla storia, ma proprio perchè esso ha la sua storia, che nonpuò esser confusa col preente attuale, così diverso dal passato prossimo e remoto, dove l’imposizione ecclesiastica ha dominato per quasi venti secoli sulle menti e sulle coscienze delle persone, plasmandole a volte in modo positivo, ma spesso – specie certe gerarchie religiose, vittime della loro stessa ignoranza e sete di potere sulla psiche altrui – in modo negativo, ed è proprio per questo che un cardinale integralisto-talebano afferma che "A volte è necessario saper dimenticare".

Marco Bazzato
26.11.2008
http://marco-bazzato.blogspot.com/