venerdì 8 gennaio 2010

Rivolta degli extracomunitari a Rosarno


Finalmente è cominciata. Il pentolone del malaffare, non quello degli immigrati clandestini, ma dello sfruttamento della manodopera in nero, dei raccoglitori di frutta, del caporalato, dei nuovi schiavi del ventunesimo secolo, che avviene con la complicità omertosa e pappona delle istituzioni che volutamente sono assenti, per non turbare gli onesti proprietari terrieri e la ndrangheta – che altrimenti mette bombe Osama davanti alle porte dei tribunali – che utilizzano clandestini privi di alcun contratto anche stagionale.

Ora che l’Italia ha la sua guerriglia urbana alla banlieue francese, peccato che però accada in una piccola cittadina della Calabria e non in una grande città come Roma o Milano,dove comunque anche lì le periferie prima o poi esploderanno. Accade una cosa del genere con la rivolta del pane, in Francia, prima della decapitazione di Maria Antonietta. Solo che oggi i presunti rivoltosi non siano i contadini francesi, che senza porsi problemi, andavano per le spicce anche le esecuzioni capitali, mentre i clandestini fascinorosi si sono limitati a qualche distruzione,senza alcuna strategia ben definita, un po’ come un’armata Brancaleone allo sbaraglio, come dei cani sciolti che – sfortunatamente – agiscono più guidati dall’istinto della rabbia e della collera repressa, che muovendosi, come un esercito ben organizzato, in modo sistematico, andando a colpo sicuro.

Cosa che invece faranno le forze dell’ordine, ora sguinzagliate dal governo che come ha detto il ministro coglioni, pardon, Maroni “Stop alla tolleranza”.

Servo!

Sì, non si può dire altro che servo, come se non sapesse delle condizioni in cui vivevano questi clandestini, peggio ancora se lo sapeva, ma per fare gli interessi dei proprietari terrieri ha preferito essere cieco e sordo, e solo ora si accorge dello stato di degrado in cui vivevano questa carne da macello.

Come sempre c’è un interesse politico nel far diventare i disagi sociali, non importa se degli italiani o dei clandestini, motivi di scontro in piazza o sugli scranni della politica. Ora il bastione dei manganelli della polizia potrebbe abbattersi, per ordine ministeriale, contro i fascinorosi, rei d’essersi ribellati alle condizioni disumane che erano costretti a vivere e lavorare, per ristabilire l’ordine e la pace sociale tra i cittadini imbufaliti per le auto distrutte, le vetrine frantumate, i cassonetti incendiati e la segnaletica stradale divelta, e la paura che questi “negri” s’incazzino veramente.

Cittadini che però non si scandalizzano per i negrieri.

Ora vien da pensare se si potrebbe essere tacciati d’essere filo rivoluzionari quando si constata che la rabbia accumulata per anni dalle persone, alla fine, esplode in violenza incontrollata e che spinge gli schiavizzati, i derelitti, gli sfruttati, i senza casa e patria a rivoltarsi, ad imbracciare sassi e bastoni contro un nemico ineffabile, identificato con abitazioni, negozi e macchine.

Naturalmente la colpa sarà additata a chi ha acceso l’ultima miccia, gli immigrati, quelli che resteranno col cerino in mano, quando partiranno le deportazioni, ops le estradizioni nei paesi d’origine. Loro saranno gli unici colpevoli, i carnefici della situazione divenuta esplosiva. Le vittime saranno i datori di lavoro, quelli a cui i cani rognosi, secondo i padroni, dopo aver mangiato le briciole dello sfruttamento, si sono rivoltati contro azzannando le mani.

Le note positive di questi giorni di bagordi? Ci sarà un bel po’ di lavoro per rimettere in ordine la cittadina, per riparare i danni, anche questo è un modo per far ripartire l’economia, le uniche a godere sono le compagnie di assicurazione, se i danneggiati non avevano polizze specifiche contro gli atti vandalici, non dovranno scucire un euro, ma in compenso qualche concessionario o rivenditore di macchine usate gongolerà di gioia, perché i rottami incendiati dovranno essere sostituiti.

Buona continuazione, cari clandestini sfruttati e ribelli. Che la festa continui!

Marco Bazzato
08.01.2010
http://marco-bazzato.blogspot.com/

giovedì 7 gennaio 2010

Nuova immunità/impunità per Berlusconi?



La cosa brutta delle promesse è che a volte non possono essere mantenute. Avevo detto a me stesso che non avrei scritto di politica per un bel pezzo, ma invece, complice lo scempio italico quotidiano, e il senso di repulso che mi è salito dallo stomaco alla gola alla lettura dell’articolo di Repubblica, ho sentito la necessità di rigettare fuori tutto il disgusto, altrimenti avrei rischiato un attacco di bile.

Chi pensava che dopo la Madonna in faccia il premier scendesse a miti consigli si sbagliato, anzi, come il brigate, il ladrone, reitera, ci riprova, dimostrando una spudoratezza senza confini, un coraggio e una pelle da alligatore – magari con essa si potesse farsi un bel paio di stivali – ormai fuori misura, oltre ogni ragionevole dubbio.

Dopo tre calci nei coglioni da parte della Corte Costituzionale che ha reputato incostituzionali i precedenti lodi, l’allegra combriccola di amiconi, di paraculi, ci riprova per l’ennesima volta, tanto ormai è nato il Partito dell’Amore, contrapposto a quello dell’odio, generato dai nemici del Premier e quindi in caso di rimostranze politiche, saranno pronti gli strali della maggioranza, usando le stesse parole parafrasate dai sinonisti: odiatori di Berlusconi, antiberlusconiani, seminatori d’odio e idiozie varie, entrate come messaggio subliminale universale contro gli antisionisti e ben impresse nell’immaginario collettivo, aventi la forza di fiaccare, per via dei paroloni altisonanti, gli spiriti e gli animi più domiti, meno coraggiosi e più portati a farsi condizionare.

A ben pensarci ci vogliono delle emerite facce di cu..o per continuare ad andare all’attacco a speron battuto, a forza di leggi mascherate, per salvare l’unica carica istituzionale imputata in vari processi, fingendo che queste ennesime nuove regole sull’immunità/impunità siano necessarie per il buon funzionamento della repubblica.

A ogni profano verrebbe da chiedersi il perché bisogna salvare a tutti i costi le chiappe di Silvio Berlusconi, solo per il semplice fatto che è, come dice lui, stato eletto dalla maggioranza degli italiani? Intanto maggioranza una nerchia. Si è portato a casa la semplice maggioranza relativa, non la maggioranza assoluta, come propangandasticamente vorrebbe far credere ai gonzi. Poi non va dimenticato che la maggior parte dei processi di cui è imputato è antecedente alla sua “discesa dal cielo”, pardon, “discesa in campo” - almeno durante la discesa fosse ruzzolato a terra, spezzandosi qualche vertebra cervicale,… – quindi alla fine le leggi sull’immunità istituzionale sarebbero retroattive, anche se applicate alle date odierne, perché sposterebbero i processi per i reati commessi mentre era imprenditore a date da destinarsi, sempre che non “ascenda in spirito al cielo” e interrato sottoterra, diventando cibo per vermi, prima.

I politici, quando i reati non riguardano loro naturalmente, parlano del diritto della certezza della pena, del diritto dei cittadini al giusto processo e in tempi ragionevolmente brevi. Strano che questo diritto non si applichi all’imputato cavaliere presidente del consiglio Silvio Berlusconi, che per se stesso, è favorevolissimo alla dilatazione eterna dei tempi processuali, causa – dice lui – impegni istituzionali.

Ma chi effettivamente vorrebbe farsi governare da un Alì Babà, da un ladro di polli, da un razziatore di cavalli, da un brigante che fa rapine in villa? Se soggetti del genere diventassero presidenti del consiglio, non dovrebbero essere processati per i reati loro ascrittogli, commessi prima dell’elezione, in quanto danneggerebbero l’immagine dell’Italia nel mondo…questa in sintesi è sempre la solita tiritera di ogni premier, che si chiami Silvio Berlusconi o Hannibal Lechter…

Le istituzioni chiedono, anzi quasi obbligano, pena i reati di lesa maestà, i cittadini al rispetto verso le medesime. La cosa potrebbe anche starci, se solo chi ricopre incarichi istituzionali avesse rispetto per i cittadini, che sono chiamati a rappresentare, imparando a mostrare un minimo di dignità, e verso quelle istituzioni a cui sono stati chiamati a servire e che hanno solennemente giurato di rispettare. Chi vuole il rispetto deve guadagnarselo, non è un atto dovuto.

Ricordiamoci che Berlusconi è uno dei tanti servi delle istituzioni, non il padrone delle medesime e come ogni servo dovrebbe, come dicono gli uomini della Benemarita, “Obbedir tacendo....”

Marco Bazzato
07.01.2010
http://marco-bazzato.blogspot.com/

mercoledì 6 gennaio 2010

Buona Befana a tutti


In molti, quei pochi lettori che visto il mio silenzio di mesi, si chiederanno perché in questo ultimo mese e mezzo non abbia scritto articoli…
La cosa è presto detta. Ultimamente commento articoli di giornale su Facebook, brevi post, crudi, volgari, controcorrente, politicamente scorretti, insomma agli occhi di molti potrei essere visto, per chi mi legge, come uno schifoso rivoluzionario, uno che ha sempre qualcosa da ridire contro cani e porci, una specie di anti Cristo, in quanto mi incazzo sempre con quello Stato parassita entro la città di Roma che condiziona tutta l’Italia, contro la politica italiana, fatta di nani, briganti e ballerine, di ex bagasce che vent’anni prima battevano per un milione di vecchie lire, negli stanze degli alberghi, andandosene all’Alba come vampiresse che avevano paura del sorgere del sole. Ma le verità sono altre, so’ per fonti certe che i miei articoli vengono letti dalle alte sfere italiane qui a Sofia, in Bulgaria e che potrei stare sulle palle a qualcuno di loro, per la verità lo so già a chi, ,ma non è bello far nomi e cognomi, tanto chi mi conosce sa a chi mi riferisco, visto che le voci circolano e le mail arrivano…ma non importa.

C’è anche un'altra verità, riferita al fatto che ultimamente non abbia voglia di scrivere articoli, tantomeno articoli riferiti alla politica italiana, il motivo è uno solo: disgusto.

Disgusto per vedere sempre le solite facce. Disgusto e senso di mossa intestinale nell’ascoltare su ogni canale televisivo, sia pubblico che privato, ormai sono la stessa cosa, sempre le solite frasi fatte, le solite parole vuote che non dicono nulla, le solite dichiarazioni così false, prive di contenuti, svuotate di ogni senso logico, intellettuale e di fatti compiuti alla fine, che portano al rifiuto, alla nausea, a quel senso di svuotamento interiore che sembra causato da un clistere di acqua saponata, prima di un intervento chirurgico improrogabile e rischioso.

Un disgusto che si è accentuato dopo il lancio della Madonna contro Berlusconi. Non esprimo qui le mie emozioni, i miei pensieri, altrimenti qualche mal/ben pensante potrebbe accusarmi d’istigazione all’odio o altre amenità che oggi il neonato partito dell’Amore del premier, manco fosse quella santa donna di Cicciolina, continua a ripetere, peggio di un disco incantato.

Ho provato repulso, non tanto per il gesto, compete alla magistratura appurare se veramente avvenuto, e come dice la legge, anche il presunto attentatore è innocente fino a condanna definitiva, ma per il dopo, per il buonismo ruffiano e pappone che si è scatenato in ogni angolo, anche il più infetto, infido e torbido della politica e dei politicastri italiani.

È come se dopo quanto avvenuto mi si fosse aperto un terzo occhio, l’occhio che tutto vede e tutto vomita, tutto rigetta, evacua torbidamente, come una contrazione di stomaco che fa rigettare il pranzo dell’anno passato, l’antipasto di cozze mai mangiato, gli scampi, i polipi sempre odiati e che puzzano peggio di un cadavere lasciato marcire sotto il sole agostano nel deserto del Sahara.

Provo ribrezzo quando accendo la tv e vedo certi gaglioffi che andrebbero internati dentro un loculo colmo di viscere d’animale, loro e i famigliari, figli minori compresi. Provo un senso di spossatezza fisica e mentale nel pensare che l’Italia sia retta da una casta di inamovibili, di vecchi tromboni che camminano col deambulatore ficcato sul cervello, che il Paese sia sotto il giogo di un elitè che finge di far gli interessi dei cittadini, invece sono tutti d’accordo nel pararsi il culo l’un con l’altra, nell’essere onnipresenti, pronti ad sproloquiare anche sui sommovimenti de panza di ogni cane stitico, ed ora con questa nuova aria fetida di buonismo politico, dell’abbassare i toni, del volersi tutti politicamente bene, si inizia a sentire un tanfo di dittatura e consociativismo cerchiobottista che sta portando il Paese alle nuove convergenze parallele di fanfaniana memoria.

Onestamente vorrei il ritorno a una politica rissosa, fatta di insulti, minacce e controminacce, attacchi verbali all’arma bianca, colpi bassi pedate sulle palle dei deputati e calci spacca ovaie alle deputate, così forti da farli tutti stramazzare a terra con la bava alla bocca, con gli occhi che schizzano fuori dalle orbite e le imprecazioni, bestemmie, insulti e maledizioni che si elevano al cielo, al Dio degli eserciti, al Signore delle Mosche, senza soluzione di continuità.

Ma l’aspetto peggiore di questa politica del volemose bene è la volontà antistorica e revisionista del sindaco milanese, Letizia Moratti, di voler intitolare una strada, una piazza, ma sarebbe troppo anche una semplice latrina pubblica, un porcile o un mattatoio per cani randagi, al ladro morto latitante, Bettino Craxi.

Un’oscenità del genere dovrebbe generare lo sdegno degli italiani, almeno quelli che hanno dai quarant’anni in su, che si ricordano bene i comportamenti del Cinghialone, del fascista disegnato per anni da Giorgio Forattini, del codardo capopopolo che è scappato via come il peggior dei briganti quando magistratura e polizia hanno scoperto la sua grotta di Alì Babà ei quaranta frocioni…

E questa sarebbe l’Italia che chi ha figli lascerà in eredità…una discarica di miasmi tossici, di vecchi senescenti, di morti ambulanti che andrebbero sotterrati in un mare eterno di letame, un Italia politica, forse, ormai senza arte e ne parte, dove se sei ladro fai carriera, se sei onesto vai al gabbio perché non ti sei pronato a novanta gradi per farti sodomizzare, o peggio se sei onesto vieni pronato di forza e sodomizzato con violenza e a secco, senza pietà, da una politica affuffona e bastarda, fatta da signorotti, autoelettosi tra di loro, che trattano gli italiani fuori casta, come degli appestati, servi della gleba come parassiti insignificanti a cui succhiare il sangue loro e dei loro figli, uccidendoli dai debiti,s trozzandoli peggio dei peggiori camorristi cravattai senza pietà, tanto l’italiano tace e muore, piuttosto che alzarsi in piedi e sputare in faccia a tutti questa masnada, tutto il suo odio represso e il suo disgusto…

E Berlusconi vorrebbe il partito dell’amore…Partito dell’amore una sega, come dicono in Toscana…

Marco Bazzato
06.01.2010
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Obama: "Gli 007 hanno fallito"




Il 2009 è morto sotto i migliori auspici.
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Una Madonna ha colpito Berlusconi, il Papa travolto da una fedele infoiata, che pensava che egli fosse veramente il vicario di Gesù Cristo e che dalla sua gonna uscisse la potenza del Padre, mentre è riuscita solo a far carambolare a terra l’ex membro della gioventù hitleriana, in mondo visione. Complimenti, forse il miglior strike di bowling di vaticana memoria.

M a la notizia più ghiotta in assoluto è stato il fallimento di un attentatore con l’esplosivo tra i coglioni, che sfortunatamente non è esploso, facendo apparire i servizi segreti americani (Cia, Nsa) una succursale della Banda Bassotti, per quanto riguarda la capacità di prevedere gli eventi.

Questo secondo i media ufficiali.

Ma potrebbe esistere un’altra verità, una verità più semplice che vedrebbe il meticcio neo Premio Nobel per la pace in ostaggio delle lobby guerrafondaie che per anni hanno supportato il precedente presidente degli Stati Uniti, l’ubriacone George W Bush. È chiaro infatti che sebbene fosse stato avvisato il referente della Cia nello Yemen della possibilità di attentati, questa abbia, non chiuso un occhio, ma tutti e due, permettendo così che il bravo ragazzo s’imbarcasse su un volo Delta, da Amsterdam, alla volta degli U.S.A.

Chi pagherà per l’inettitudine dei servizi segreti americani?

Naturalmente i cittadini di mezzo mondo, che si vedranno letteralmente spogliati dai Body Scanner installati nei principali aeroporti del mondo, nei gate d’ingresso per gli imbarchi verso gli Stati Uniti.

Bisogna sacrificare un po’ della propria privacy in nome della sicurezza, dicono gli idioti…Balle, bisognerebbe appendere per i testicoli gli ufficiali dei servizi americani di stanza in Yemen e gli addetti alla sicurezza dello scalo olandese, che forse non erano collegati con le banche date americane, altrimenti avrebbero potuto prendere, al momento dell’imbarco, le contromisure necessarie.

Ma ci pensiamo? La nazione più potente del mondo, sulla carta, che è la più indebitata col rischio di defalut finanziario se Cina e Russia mettessero sul mercato tutti i bond americani, che si fa mettere in scacco da 100 accattoni yemeniti, 100 terroristi del week end che possono far affondare nella merda, il gigante americano con i piedi d’argilla?

Se crediamo alle panzanatedi Babbo Natale, a Gesù Bambino, alla Befana, al Gnau Fufu possiamo credere che quest’attentato non si poteva prevedere e che l’attentatore non era una faccia schedata, quindi per i servizi americani, un emerito sconosciuto.

Il vero dramma per gli “amici” che tengono politicamente in ostaggio il meticcio, il presidente americano, è il fallimento dell’attentato. Il dramma è che l’aereo non sia esploso, permettendo così’ al mondo e alla sicurezza internazionale di evitare misure draconiane, come l’inasprimento delle sanzioni contro l’Iran, inviare ulteriori truppe in Afganistan, bombardare veramente lo Yemen.

Proviamo a immaginare cosa sarebbe accaduto se l’attentatore fosse riuscito nella sua impresa? Subito sarebbero partite le accuse rivolte a mezzo mondo, dove gli americani come loro prassi avrebbero visto nemici anche dentro i tombini delle fogne, costringendo il cosiddetto mondo civile, quello umano, non radicalizzato a far indossare gli elmetti ai soldati e andare in trincea a combattere, a morire, ancora per far piacere a qualche multinazionale del petrolio o altro.

Il problema che oggi ha l’America è il meticcio e la sua signora, il Premio Nobel e consorte non sono altro che degli arruffa popoli, dei populisti dell’ultima ora che hanno ingannato gli statunitensi, mostrandosi come persone del popolo, perché di colore, apparendo umili come coloro che per mancanza di denaro si ingozzano di Junk Food, cibo spazzatura, mostrandosi agricoltori alla Casa Bianca, interessati ai cibi biologici, e altre scemenze, mentre da quando, quello che prima della Guerra di Secessione, perduta dal Sud, non sarebbe stato altro che uno schiavo nelle piantagioni di cotone, oppure prima dell’avvento – nefasto – di Martin Luther King che ha fatto abolire le leggi sulla segregazione, al grido del motto rivoluzionario “I have the dream” avrebbe continuato a viaggiare negli autobus riservati alle persone di colore, continua a comportarsi con la mentalità dello schiavo, visto che i suoi padroni gli hanno ordinato di chiedere scusa pubblicamente per gli errori dei servizi segreti, ma nel contempo riducendo ancor di più il diritto alla privacy dei viaggiatori stranieri che si recano negli Stati Uniti.

Insomma, un inizio d’anno col botto mancato a fine anno e all’inizio, quando a Time Square hanno paralizzato mezza città per un furgoncino abbandonato da due giorni a poche centinaia di metri da dove alla mezzanotte del 31 dicembre sarebbe sceso l’enorme testicolo luminoso che sancisce l’arrivo del nuovo anno.
Ora che accadrà? Nulla, tutto continuerà come prima, muovendosi lungo il ripido declivio che porterà ad ulteriori restrizioni nelle libertà individuali, restrizioni che verranno accettate a scatola chiusa dall’Unione Europea, e dall’Italia che come un bastardino affamato obbedirà senza muovere alcuna obiezione, per spingere l’Italia, l’Europa e gli Stati Uniti verso una nuova forma di dittatura strisciante, perché il mondo è sotto scacco di quattro accattoni armati di Kalansnikov che come ogni partigiano che si rispetti, con una semplice fionda, i piccoli Davide, abbattono il gigante Golia, facendoli fare la figura del perfetto idiota!

Ma la cosa strana che dimostra di come Obama sia un presidente dimezzato, come il colore della sua pelle, è che non ha chiesto le dimissioni dei vertici dei servizi, anzi, sono ancora ai propri posti, come accade nella politica delle banane in Italia, che più danni si commettono durante l’esercizio delle proprie funzioni, più si spalancano le porte verso mete ambite sempre più alte e posti di prestigio meglio retribuiti, a dimostrazione che non si lavora, come si vorrebbe far credere ai grulli, per il popolo, ma contro di esso, e che i veri ordini, quelli esecutivi, non giungono dalla marionetta che appare come il comandante in capo, ma da altri che se ne stanno rintanati, dietro le quinte, premendo per portare avanti i loro interessi economici.

Marco Bazzato
06.01.2010