giovedì 30 settembre 2010

“Caifa” il “Pater Familias”

“Altri favoritismi a Pilato e Giuda, ai danni di Emmaus: è vero…”


“Caifa il sacerdote” lo ha scritto
definendo ingrato – via ambasceria – il secondogenito,
incapace di leggere e comprendere gli eventi.

Emmaus capisce,
capisce e vede.

Sa che il “nuovo Tempio”
edificato su campale “terreno consacrato”
nella “Serenissima Vicus Novus”
a mezzo “miliarius” dalla “via fluvius” incompiuta,
è lì, svettante al cielo,
è visibile dal mondo, è visibile da lontano.

Il nuovo “moloch”
frutto dei “sacrifici” di Giuda e Pilato
e dei risparmi elargiti dal sommo ai prediletti.

760 mila sesterzi d’oro
contiene la bisaccia non spesa da Giuda e Pilato
che oggi nel silenzio
sotto la volta del loro “Tempio”
rinchiusi in un nuovo forziere,
pontefici di un Augusto sinedrio
tacciono e legiferano.

Emmaus attenderebbe la resa di quasi 40.000 sesterzi
esplicitati a “Caifa” nell’opera “Le sue prigioni”
ma il “Pater familias”
vorrebbe imporre il “sigillo del silenzio”
altrimenti Emmaus sarà “crocifisso” .

“Crocifisso” come quarant’anni fa
quando venne offerto in olocausto a Euscalpio, il dio “Pagano”
che lo salvò.



Marco Bazzato
30.09.2010
http://marco-bazzato.blogspot.com/

La “giustizia” del “padre”

Arrabbiato e furioso
per l’ennesimo rimprovero subito,
arrabbiato con Dio e con il mondo
per quelle ingiuste urla,
il suo grido a Dio si è elevato.

Sopra il cammello rosso
il quindicenne gridando
l ha bestemmiato
imprecando a quel Dio nel cielo
che nemmeno insultandolo riusciva a trovarlo.

Il padre ha udito nella distanza
l’ingiuria al Padre celeste.

Ma il Dio del cielo né condanna e né perdona
il “dio padre” in Terra
fece volare le mani sul volto dell’adolescente.
Non uno, non due,non tre, ma più del multiplo di tre
non finchè il viso non arrossì per le busse.

No!
Fino a quando il braccio e la mano del “dio terrestre” non sé stancata.
Ma nè lacrime né suppliche di perdono non l’hanno intenerito.
Troppo forte per il padre l’idea
di cosa potessero pensare di lui, “gli altri” come genitore ed educatore.

Gli altri…gli altri...

Come se questi, come fan tutti,non vedessero chi fosse
e non sapessero chi era,
“tutti citrulli”.

No, per il padre, “gli altri” sono una masnada di ciechi e orbi,
una masnada di persone senza testa.

Beata illusione dei vedenti che non voglion vedere.

«Cosa ti ho insegnato?»
Urlava tra un ceffone e un altro.
«Hai rispetto per Dio e per chi ti ha sentito?»
»Cosa diranno gli altri di noi come famiglia?»

Aveva il volto paonazzo,
la bocca schiumava di rabbia,
e i vicini che hanno udito le sue grida
che han dimenticato immediatamente
la bestemmia del figlio del “padre” terrestre.
“Dio perdona, ma io no!”
Forse pensava tra se e se
tra uno ceffone e un altro.

Dio…Dio…
Quando lo si vuole ci si arrocca alla religione,
ma quando è fastidiosa emorroide da asportare
la si getta unita a tutto il creato
per lo scarico, come un improvvisa evacuazione gastrica
che colpirebbe la viscere se
la coscienza si risvegliasse da
“Il sonno della ragione genera mostri”*

Il Padre celeste perdona la bestemmia a lui,
ma il padre terrestre, superiore a Dio
ha distribuito secondo sua “giustizia”.

Una “giustizia” senza freni e sosta.

Una “giustizia” che nella mente del padre terrestre
è ancora unica, vera, indiscutibile,
perché a suo dire si crede infallibile.

*opera pittorica di Francisco Goya nel 1797



In verità vi dico: ai figli degli uomini saranno perdonati tutti i peccati e qualunque bestemmia avranno proferita; ma chiunque avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo, non ha perdono in eterno, ma è reo di un peccato eterno." (Marco 3:28,29)


Marco Bazzato
30.09.2010
http://marco-bazzato.blogspot.com/

mercoledì 29 settembre 2010

Emmaus bandito dalla casa del “Padre”

Emmaus è stato bandito
scacciato come un ladro che si intrufola nella notte.

Emmaus non ha rubato, ma non voleva più tacere
voleva conoscere e sapere,
ma certe domande non dovevan esser poste
le polveri non dovevano essere sollevate
ma in una casa pulita
nessun granello sfugge all’occhio del “Padrone”

Per le sue domande, Emmaus, è stato bandito.
Non ci sarà più un giaciglio per lui
non ci saranno più parole di conforto
perché ha osato a sollevare la testa
dalla polvere dove era stato gettato.

La paura della verità
è la madre di tutte le menzogne,
la paura del confronto
è l’arma dei codardi,
la paura della parola gridata
è il grido delle coscienze smarrite
delle coscienze perdute.

Emmaus è stato bandito dalla casa natia
come un appestato portatore di colera
come l’infame che ha rotto il silenzio.

Emmaus non si piegherà,
non darà respiro, venia e pace
a coloro che come un appestato l’hanno scacciato.

Emmaus è come “una voce di colui che grida nel deserto”
e griderà sino al suo ultimo alito di vita.

Marco Bazzato
29.09.2010

Dio degli inganni e bugie

Il mondo è come una famiglia
buona e ostile
santa e malefica.

Il mondo è un universo da conoscere
da scoprire, ove al destino non si sfugge.

Tutto alla fine giunge,
ma la morte non è l’unica resa dei conti.

Il silenzio scuoterà le coscienze dei dormienti
e in un unico coro si alzerà una sola voce:
Giustizia

Giustizia, assassina dea bendata
ladra nella notte
giungerà a castigare i vivi ei morti.

Se esiste un Dio vero
non dovrebbe dormire.

Se esiste un Dio vero, dovrebbe essere cinico e spietato
contro gli ipocriti che in pubblico lo pregano
durante l’atto penitenziale.


Se esiste un Dio vero
dovrebbe cancellare i bugiardi.

Se esiste un Dio vero, dovrebbe essere un Dio giusto
e non una divinità assopita dalle false litanie.


Se esiste un Dio vergogna
dovrebbe far ardere di vergogna gli infami.

Ma è un Dio assente
o forse è il Dio dell’inganno e della menzogna.


Marco Bazzato
29.09.2010

I figli farisei del Dio denaro

Si prostrano a Te
Unico Vero Signore dell’Universo,
s’inchinano alla Tua occulta potenza
loro Dio, Signore e padrone.

Innanzi alla Tua Maestà esistono
solo alcuni figli e fratelli,
altri sono merce di scarto, carne avariata e malata.

Per Te venererebbero anima e spirito
sacrificando il secondogenito e fratello, alla Tua gloria.

Ti adorano e ti onorano, Signore
attraverso i muri che hanno eretto
pronti a “sgozzare” il figliol e fratel prodigo
se un dì tornasse.

Non uccideranno per lui il vitello grasso,
spreco inutile di carne buona.

Si inginocchiano innanzi alla Banca del Tabernacolo
pronti a cibarsi del tuo Corpo e del Tuo sangue
Eterno sacrificio, a Tua gaudiosa memoria.

E per te, loro Signore e Padrone
sacrificheranno il figlio e fratello
colpevole d’essersi unito ad una donna
d’una “tribù” straniera.

A Tua eterna Gloria
Amen
Marco Bazzato
29.09.2010

Morte in Famiglia

In guerra, amore e affari l’etica è morta
vince il “diritto” del più forte
vincono gli “sporchi” che vorrebbero il silenzio.
La vita è un campo di battaglia
ognuno si batte con le proprie armi:
chi con “omertà” e silenzio
chi vergando al mondo i propri pensieri.

Tutto è lecito.

Il silenzio non ucciderà la verità
che camminerà per vie diverse,
attraversando strade e sentieri sconosciuti
come un flusso sotterrano di lava
pronto ad eruttare quando nulla la potrà trattenere.
L’insulto più grande alla vita
è l’”uccisone” di un “figlio”
desiderar la morte di un fratello.

La guerra non genera vincitori e vinti
è un campo di battaglia
cosparso di cadaveri .

Caino uccide Abele
Abramo, in nome del suo Dio, sacrifica Isacco
Romolo uccide Remo
spazzando via generazioni
di figli e nipoti.

“La famiglia -paese è bombardata e distrutta
dalla brama di potere
i cadaveri sono cataste
e l’olezzo della morte si sparge per chilometri
rendendo il cielo nero
per le grida degli innocenti agonizzanti e morenti.

La famiglia è morta
Viva la famiglia

Marco Bazzato
29.10.2010

martedì 28 settembre 2010

La pistola puntata


La pistola puntata

Era sera. Luci spente. Il buio incombeva.
“Carabiniere di merda”.
Il “Grande Fratello”
“ausiliario”,
dai neri occhi marroni vitrei e vuoti
per l’offesa alla divisa in quell’attimo non indossata,
socchiude gli occhi.
Estrae l’arma
fissa il “nemico”
punta la pistola.
Il piccolo sbianca. Immobile.
Nulla si muove nell’impianto 3719
sull’incompiuta Idrovia.
La mano dell’ausiliario non trema
Nessuna espressione. Solo il vuoto del nulla.
Nessuna emozione
ma gelo per l’offesa subita.
La mano si abbassa
la pistola vien riposta.
Nell’ignaro spettatore
il gestore
resta la domanda:
«La sicura era inserita?»
L’unica risposta?
L’arma puntata di un fratello contro il fratello minore.
Che disonore per la divisa indossata!

Ecco, dal passato, la “fraternità e fratellanza”


Marco Bazzato
28.09.2010