mercoledì 20 ottobre 2010

La “sacra famiglia”


A tutte le “famiglie perbene”

Chiusa a bozzolo omertoso
tra mura domestiche
son celati scempi e scelleratezze.

“Sacra famiglia”
fulgido esempio di silenzi e menzogne
angolo oscuro di iniquità e ingiustizie.

In te si celano violenze e nequizie
orchi assassini
nascosti tra materassi e coperte.

“Sacra famiglia”
a te si sacrificano figli e figlie
violentando e vendendo i tuoi frutti proibiti.

“Sacra famiglia”
nei tuoi angusti spazi
omicidi e pizzini, indelebile marchio di sangue versato

In te vige in silenzio sulle cose da non dire
l’obbligo di tacere
per non rovinare la pubblica immagine.

“Sacra famiglia”
alcova oscura di fulgidi lavoratori
celati dai sorrisi di compaesani e cittadini.

“Sacra famiglia”
estremo esempio di legali inganni
di artifizi raccontati per “risparmiare” il tributo a Cesare.

“Sacra famiglia”
osannato seme del male
semini messi nefaste mietute dalle generazioni future.

“Sacra famiglia”
prona a un dio maligno
invocato a oscuro protettore.

“Sacra famiglia”
ti odio e ti amo
attendendo la tua disfatta , erosa dalle piaghe del tempo.

Amici e nemici
Vicini e lontani
Lasciate ogni speranza se conoscente la “Sacra famiglia!”


Marco Bazzato
20.10.2010
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lunedì 18 ottobre 2010

Avetrana, Turisti dell’orrore



Come cadaveri s’aggirano
necrofori e necrofili
al piacere della morte in diretta.

Guarda la tv,
la luce rossa ti riprende
tocca il portone e la salma ti avvolgerà in gloria.

Camminate come zombi affamati di carne umana
Vampiri pronti a stillar
ultime lacrime di sangue.

L’aria profuma di cadaveri,
col membro che scivola
nel corpo avvolto dal rigor mortis.

Pallide pelli grigie,
volti affamati di notorietà
tra avvoltoi cercanti le carogne sorvolanti il cielo.

Festoso pellegrinaggio nella tana degli orchi
gaudenti raccoglitori di messi infette
fan fremere di gioia i venditori di souvenir.

Varcate quella soglia maledetta
e il mondo attorno cambierà
faro oscuro di luce buia e infetta.

I suoi resti son nella tomba
tra effluvi d’un corpo sfatto
che mai vedrà l’immortalità.

Piangono i demoni per l’angelo sepolto
mentre i vivi come carcasse vuote
s’aggirano tra le vie del borgo.

Respirate l’aria imbiancati sepolcri
ultimi effluvi d’un mondo morto
e un mesto funerale v’accompagnerà al camposanto.

Marco Bazzato
18.10.2010
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giovedì 7 ottobre 2010

150 anni unità d'Italia


Italia, patria unita a parole,
ancor oggi divisa
tra romani, siciliani e padani.

Cosa festeggiamo?
Una Paese unito da massoni,
Garibaldi, Mazzini e… Berlusconi.

Cos’è la Costituzione?
astratte parole dimenticate
con il popolo disoccupato e leggi calpestate?

Chi onoriamo?
Un Re che ha unito il Paese
O una Repubblica che ha distrutto le attese?

Non sei un Paese sovrano ma sottomesso al Vaticano
con un concordato firmato da un dittatore fucilato
e un primo ministro morto latitante ,scacciato a moneta sonante.

Se un Paese divorato da piovre diverse,
mafia, camorra, ndrangheta
e organizzata criminalità
che non lasciano spazio alla libertà.

Sei Paese con i beni culturali che cadono a pezzi
con scuole crollate
per ribaldi che hanno gonfiato sui prezzi.

Sei nazione
con pochi incensurati in parlamento
ma in compenso di inquisiti ricolmo,
con i cittadini “colpevoli” d’averli resi loro signori.

Per fortuna la maggioranza degli italiani
è diversa da chi li rappresenta,
costretti a provar pubblica vergogna,
quando emigrati dal loro paese vengon riconosciuti.
“Oh, italiano…mafiso..” Non importa se sei veneto o molisano.


L’Italia, patria di poeti,
santi, navigatori e puttanieri e preti pedofili
dove il letame appare come unica superficie per chi dall’estero ti osserva.

Italia, patria di italiani
stranieri e islamici,
dai mille volti diversi che si detestano e si amano.

L’Italia non vive solo a Roma, Torino, Firenze o Venezia
ma in ogni angolo, provincia, città e paese
che bestemmia,prega e lavora, incapace d’arrivare a fine mese.

Italia, a fatica crei cultura,
e da decenni vivi sulle spalle
dei fasti dei Grandi polverizzati dal tempo,
zoppa nel rinnovarti faro di civiltà e sapienza nel mondo.

Italia, ancor oggi divisa
tra fascisti,antifascisti comunisti
dove vince chi alimenta la disunione
con i cittadini asserviti ai giochi di palazzo.

Povera Italia
Schizofrenica e senza identità
perché nella storia
divisa in cento Stati e città.

Italia,
gli italiani ci sono
ma divisi sotto una bandiera
scissi tra infamità e onestà.

Italia, che ha dimenticato Ellis Island
quando eri noi la zingara nel mondo,
e i tuoi figli trattati e scacciati come appestati.

Italia, sai unirti sotto i disastri della natura e dell’uomo
dedicando nell’attimo il tempo a chi soffre,
ma non sai ricostruire, perduta tra rivoli di ruberie e cecità.

Italia, struggi il cuore
Oh mio Bel Paese
perché sei la mia patria, ma oggi ti vedo bella, dannata e perduta.

Marco Bazzato
07.10.2010
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“Incestuoso” sangue necrofilo

Dedicata a Sarah

L’ha strangolata,
uccisa
e posseduta.

Uno “zio” animale e maiale,
parente “incestuoso” e bestiale,
la morte andrebbe pagata con la morte.

Ha goduto con un cadavere,
ha provato piacere dal sangue del suo sangue
questo è il cristiano che ammazza la nipote.

Ora il paese ammutolito tace
ma forse fin da prima chi sapeva taceva
per non creare pubblico scandalo.

Spesso la famiglia è i covo di ogni infamità,
padri, madri, zii, sorelle e fratelli
sono lupi travesti da agnelli.

Come può uno zio ammazzare
e violentare il corpo morto
e sangue di famiglia?

Parole e aggettivi
sono sassi scagliati al cielo
preghiere rivolte a quel Dio dormiente e assente.

Lo Stato non condanna a morte,
se il popolo facesse giustizia
la mano di Dio sarebbero pietre scagliate dalla folla.

Giustizia
è l’unico grido silenzioso
di una madre ormai senza più lacrime.

Marco Bazzato
07.10.2010
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mercoledì 6 ottobre 2010

Quando un padre si comporta da padre


Quando un padre e una madre si comportano da genitori
riparando piano piano al danno
il figlio non può che essene grato.

I passi verso la nuova comprensione della storia e degli eventi
son lunghi e faticosi per tutti,
ma bisogna saper guardare al passato senza vergogna.

È arduo il dialogo tra genitori e figli,
è arduo il dialogo tra fratelli
quando troppe porte da parte di tutti sono state sbattute.

Ma tutto potrebbe avere nuovo inizio
se sussiste la volontà di vedere le ragioni dell’altro
se sussiste il desiderio di on vedere solo se stessi
e i propri interessi.

Ci vuole coraggio per riprendere in mano
un rapporto paterno e figliale
logoratosi nel corso degli anni,
e il coraggio è solo dei giusti,
che san riparare nel presente e nel futuro
agli errori passati.

Ogni persona porta nel cuore il peso dei propri sbagli,
siano essi genitori, figli o fratelli,
ma solo l’intelligente sa partire con rinnovato ardore.

Marco Bazzato
06.10.2010
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Grazie Saul!


Dedicata all’apostata Saulo di Tarso

Grazie Saul per avermi bloccato
Tu, col Catechismo della Cattolica Chiesa,
- sempre che ne abbia compreso qualcosa –
osannante alle parole “venerabile” don
“onorato istigatore di “Liberazione e Comunione”

Ho gioito quando ho visto il mio nome bloccato,
nemmeno mia moglie, Euridice, tracia donna straniera
ti sei degnato averla per virtuale amica,
forse perché ortodossa al cattolico papa,
protettore di preti pedofili,
o per non “appestarti” la pubblica bacheca.

Nella Villa - Reggia, il Saul convertito,
va a manifestare l’amore per Dio-mammona,
padre e demiurgo del “retto” pensiero di Lilith,
in “Santa Comunione” altri adepti del mercimonio.

Ognuno prega il suo dio,
compreso il dio topo e il dio rana
ma il mio non è baro e mendace,
perché non m’ha scacciato dalla casa del Padre.

E tu, sua sposa, parafrasando come scrive San Paolo ai Colossesi 3-18:
“Voi, mogli state sottomesse ai mariti,
come si conviene al tuo signore.”

Non ti preoccupare, Saul,
non ho vergogna di chi sono,
non ho vergogna dei miei pensieri in rima espressi,
perché solo colui che scappa dalla sua ombra
ha timore del passato e della sua storia,
- ma io non ha timore di coluro che pensano sia “visionario o folle -

Perché Come disse quel “tale” duemila anni fa:
“Beati i perseguitati a causa della giustizia
perché di essi è il regno dei cieli”.


Marco Bazzato
06.10.2010
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martedì 5 ottobre 2010

Chi semina odio si farà odiare


Dannati i seminatori di odio
perché le loro messi saranno maledette
e i loro raccolti dati alle fiamme.

Chi nella vita si cela dietro alla legge
infuriandosi poi se rispondon in egual modo
pagheranno i dolori della solitudine e dell’abbandono.

La prima giustizia dovrebbe essere del cuore
e non solo la “Legge”
in nome di un’arbitraria “verità”.

La storia dell’Uomo è costellata di guerre,
mariti contro mogli, figli contro padri e fratelli,
figlie contro madri e sorelle.

L’avidità è la Grande Prostituta di Babilonia,
meretrice e mietitrice di ogni infamie nefandezze,
Dolce Signora vestita di morte
gravido ventre eterno d’ogni dissapore.

Sta scritto nel Siracide:
“Contro un padre empio imprecano i figli, perché sono disprezzati a causa sua”
“Meglio chi nasconde la sua stoltezza di chi nasconde la sua sapienza.”

Il cielo si infurierà con l’empio
Quando per lucro disattenderanno le Sue leggi
e in Terra si raccoglieranno lacrime, sangue e pene senza fine.

Bruceranno tra le fiamme dell’eternità
coloro che dalla loro casa hanno scacciato i figli
che ne hanno calpestato la dignità.

La Madre celeste vede gli atti delle Sue figlie,
ma senza giudicare, piange e soffre per loro,
affidandole alla misericordia dell’Altissimo.

E il Figlio dell’Uomo disse:
Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto.. Pertanto ciò che avrete detto nelle tenebre, sarà udito in piena luce;..

Marco Bazzato
05.10.2010
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Madre ferita



Figli miei, piango per voi.

Io, vostra madre mi sento abusata,
vecchia, stanca di quest’uomo che mi flagella e calpesta.

Sentitemi il respiro, antico e rantoloso
che emette dalle profondità del mare lacrime nere.

Le mie ferite sono vostre ferite,
un gridare, sconquassante la superficie della Terra
è il rombo delle placche che stridono dall’inizio del tempo
come una donna sconvolta dalle doglie del parto,
distruggente e creante, spargendo sangue tra dolori di morte e vita.

È il lamento della natura che vive
del mio essere che si evolve,
mentre voi, creature che mi deturpate, soffocandovi la volta del cielo
non udite il richiamo del Creato che vi supplica di fermavi
che vi implora di guardare a me come un anziana
trasportante i vostri pensieri nel cosmo.

Toccatemi, sentitemi, ascoltatemi, vi parlo attraverso segni, ferite e squarci
vi parlo attraverso il vostro respiro, ansimante di conquiste
ad un futuro che sta dissolvendo
da un presente che non tornerà più.

Figli miei, oggi non avrete un domani se non guarderete a me
come un miraggio reale che può svanire
lasciandovi soli, affamati e morenti,
soli, e senza vita, privati un giaciglio ove riposarvi le membra.
attendendo un dì che potrebbe non giungere domani.
.
Ci sono, ci siamo, teniamoci per mano,
toccatemi le frode dei secolari arbusti uccisi,
polmoni sezionati per lastricare nuove vie,
modellati in orpelli, mobili e sgabelli.

Figlioli,l’artico calore che vi protegge
vi sta allagando, sommergendovi
le acque si stanno ritirando, il deserto
vi ruberà i terreni più fertili
lasciandovi affamati e assetati
costringendovi ad uccidervi tra fratelli
per azzurro che disseta e nutre.

Figli miei, sono stanca di parlavi
rimanendo inascoltata
oggi non vi lascio, ma vi lascerò
e quel giorno piangerete per la Madre Terra perduta.
Marco Bazzato
05.10.2010
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Il totalitarismo dei tuoi ricordi


Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero
Anonimo

Chi è il padrone dei tuoi ricordi?
A te che ti sono nel cuore o coloro che non vorrebbero che fossero declamati?

Ognuno è signore della propria storia,
degli eventi che è stato testimone,
delle parole che ha udito siano esse sante o infami.

Alcuni sproloquiano che narrare della propria esistenza
è mettere a nudo la vita d’altrui,
raccontandone deiezioni e olezzi,
ma se hanno vergogna dei loro effluvi
non è un problema tuo.

Opinioni come altre
ma alla fine semplici opinioni,
e l’oratore ha gli stessi diritti dell’insabbiatore.

Tutti ogni giorno si liberiano dei rifiuti
fisici o mentali, scorie intestinali
o nauseanti pensieri per anni malassorbiti.

Ogni rifiuto deve essere rilasciato, evacuato
Liberando gli ostruiti i canali siano essi intestinali o mentali
tirando lo sciacquone dei pensieri
liberandoli nel mare dell’etere.

Il tuo vissuto è una tua intellettuale proprietà
a te spetta il diritto o dovere
se parlare o tacere.

Nessuno ti può obbligare all’omertà
se altri hanno vergogna per i loro atti
è un problema che non ti appartiene.

Racconta la tua verità
il confronto espande le idee
il silenzio è padre dei totalitarismi e dei fascismi.

Questa si chiama libertà!

Marco Bazzato
05.10.2010

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lunedì 4 ottobre 2010

La conversione


Dedicata a G.B



“Io non sono cattiva, mi dipingono così!”
Non era sua colpa se amò più la “carota” che il coniglio,
bianchi, neri, mulatti e “ortaggi e mandingo”.

Un dì, folgorata da Pdor figlio di Kmer sulla via di Damasco,
la convertì
al Dio vero: denaro- mammona.

Come “Berta filava”
col marito figliava
dando mostra di sé al Banco dell’Alimentare solidarietà,
zelota Mercante del Tempio.

Gli anni passarono
Le rughe crescevano
i seni, caddero, scaraventandola in mistica disperazione.

La donna pregava,
offrendo sacrifici al tabernacolo
del “dio Fava”
“membro” assente dei 12 eretti ,che non l’ascoltava.

Un dì si stancò
e tornò ad assaporare ortaggi tra scaffali e discount
godendo in “tutti i luoghi e tutti i laghi”.

Mai sfinita e inappagata in mantide si trasformò,
e fu posseduta da mille piselli.
desiderosi di dissetarsi alla fonte dei suoi favori.

Alla fine si scoprì prigioniera di false preghiere
si ribellò, narcotizzò il marito, cibandosene tra “cetrioli r banane”
bramosa nel saziarsi di piacere in ogni istante.

Marco Bazzato
04.10.2010
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Dedicata al Sommo Poeta Dante Alighieri


Dedicata al Sommo Poeta Dante Alighieri
e ai poeti conosciuti e sconosciuti


Cos’è la poesia se non finzione e inganno,
cos’è la poesia se non una storia sgorgata dal cuore,
nata nella mente di un ignoto autore?

Tutte le storie narrate hanno un fondo reale,
un fondo di vita persona, proprio o altrui,
ma sono storie in versi narrate.

Dove sta l’infamia di un poeta cantastorie?
Dove sta il dolo se i nomi son assenti
simboli universali d’amori e misfatti?

È bastardo e mendace il poeta eventi
avvenuti in luoghi inventati
a fulgida memoria d’un tempo defunto?

Il poeta,scrive, il poeta narra
osservatore e scrivano
per lui il tempo è immobile ed eterno.

Non esistono eventi piacevoli o spiacevoli
non esistono parole o storie da non narrare,
il poeta o scrittore non può smettere d’esser
n testimone e inventore della vita propria o altrui.

Il poeta e lo scrittore declamano l’amore. l’orrore,
l’onore e il disonore
rendendo immortale l’eternità.

Marco Bazzato
04.10.2010
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domenica 3 ottobre 2010

I principi bruciati della conoscenza


\Dedicata a Giordano Bruno (Nola, 1548 – Roma, 17 febbraio 1600)

Esistono regole non scritte nel cuore dell’uomo
son regole del giusto, dell’onesto
di colui che non ha timore della propria storia.

Quando i principi morali son calpestati e derisi
il mondo crolla, la famiglia collassa,
gli affetti più cari diventano volti sbiaditi.

La lontananza in alcuni fa nascere l’amore
in altri fa sentire gli affetti più cari
come aridi figuri approfittatori.

Il giardino dell’uomo non è la casa ma il mondo,
vivere nell’illusione che altri non vedano chi siamo
è la follia di colui che si crede perfetto,
è l’illusione di chi che vive arroccato tra mura di fasulle certezze.

“Chi che è senza peccato scagli la prima pietra”,
ma “Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello,
e non t'accorgi della trave che è nel tuo?”
è il velo di Maya dei presunti perfetti.

Tutti commettono errori nella propria esistenza,
solo il Cristo, il perfetto tra i perfetti
è stato crocifisso come bestemmiatore, rivoluzionario, nemico di Roma.

Ma anche Roma è capitolata,
invasa , soggiogata e asservita per secoli a nuovi padroni
rimanendo città di eterno splendore

Il giusto potrà essere ucciso e gettato in una fossa comune,
bruciato o dato alle fiamme come Giordano Bruno, l’eretico,
ma gli saranno dedicate strade, vie e intitolate piazze, a imperitura memoria
per ricordare ai posteri per l’infamia subita,
monito alleggiante della “forza” del potente.

Marco Bazzato
03.10.2010
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venerdì 1 ottobre 2010

Il poeta, giardiniere de “I fiori del Male”


A Charles Baudelaire (1821-1867)

Il valore del poeta sta nell’attaccare i potenti
rendendoli zimbelli agli occhi del mondo .

La verità nascosta tra le metafore
la storia presente, nascosta tra le pieghe del passato,
la metafora che sbugiarda la bugia
sbocciando come un fiore a primavera.

Non c’è infamia nel poeta che narra a versi il vissuto proprio o altrui,
non c’è offesa nelle parole
che emergono dal millenario passato o da un evangelico testo,
al poeta tutto è permesso, al poeta tutto è consentito
perché la sua arma è la parola, il versetto e rima baciata.

Il poeta, a differenza del vile, non si nasconde,
ma proclama al mondo le verità inconfessate,
che si vorrebbero dimenticate,
e seppur nella povertà, sa vivere di pane , cipolla e onestà.

Chi ha paura del poeta che narra una storia?
Han paura coloro i cui pensieri non dovrebbero esser rivelati,
ma il poeta non ha timore delle proprie nequizie
perché attraverso la rima narra le proprie nefandezze.

Il poeta è uno spettatore distaccato degli eventi,
ma gli subisce sopportandone pesi fardelli,
portando sulla pelle l’infamità, insulti e offese.

Il poeta non ha paura dello scontro,
ma quando si uccidono i poeti si uccide la storia del mondo,
quando si uccidono gli scrittori si ammazzano i cronisti dei fatti,
e quando si uccide un artista, lo si ammazza perché affetti da viltà congenita.

Il poeta è un dio maledetto da Dio,
uomo della diaspora che se ne è andato dalla sua terra,
si è allontanato dal suo paese e poi bandito dalla casa natia,
che vive come un’anima errante
in cerca di serenità e pace.

Il poeta è il giardiniere de “I fiori del Male”
che narra d’amori, verità, giustizie e ingiustizie,
senza aver vergogna dei giudizi del mondo.

Marco Bazzato
01.10.2010
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/

L’illibata Salomè



In virginale foia lo baciava
togliendogli con la lingua
tatrtaro, muco e catarro.

“Vergine si accosterà all’altare”
affermava al mondo il promesso
prima dello sposalizio
costretto a turgida impazienza.

Ma Salomè
danzava nei topless bar, night club
e da Erode a palazzo
facendo capitolar la testa al Battista.

Nella portantina, anima affranta
sproloquiava senza pace
costretta ad accogliere in grembo
il misero e vecchio dardo dell’uomo appena sposato.

“Il testimone” servitore e portantino udiva
e con a coda dell’occhio vedeva
la fame che ardeva nel fuoco indomabile
dell’insaziabile sposa.

Fu una prima notte di urla e grugniti,
tra fiotti di sudore e umori
profusi sul talamo
che non ebbe venia e pace.

Il dì seguente
a sole già alto
il virginale lenzuolo di raso bianco
era solo sudato, schizzato
ma non di virginale sangue macchiato.

Tra di loro scese il silenzio,
l’uomo aveva capito,
era nuovamente stato ingannato,
ingannato come era accaduto anni prima con Sabrina.

Egli si perse nei pensieri
nei ricordi di Donna Beatrice
dantesco amore non consumato
primo adolescenziale ardore mai morto.

L’ex testimone ripensa a quello sposalizio
a quella sua “testimonianza”
e vorrebbe gettare nel fuoco della Geenna
quelle “maledette fedi infette”.


Marco Bazzato
01.10.2010

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Sepolcri imbiancati

Si vive in un mondo ingannevole e falso,
ma se bugia e menzogna
trova riparo in famiglia
è un mondo perduto.

Cos’è un figlio per il padre?
Cos’è un figlio per la madre?
Una persona o un oggetto
da depredare di identità e rispetto?

Risposte, risposte,
risposte gettate sul tavolo
come carne avariata,
odoranti di carne ammuffita.


Cosa sono le risposte
false e senza ritegno
quando gli innocenti come infamanti,
e colpevoli trattati come santi?

“L’obbligo” al silenzio muore
quando la nequizia impera
la verità vien manipolata
servile al signore e padrone.

I fatti emergeranno
dalle tombe e dai sepolcri imbiancati
i morti avranno voce
e i vivi piangeranno dolorose lacrime amare.

I colpevoli stracciandosi le vesti proclameranno la loro innocenza
addossando all’innocente le responsabilità dei loro atti
dandogli del pazzo, del barone e fallito,
ma costui parlerà per sempre, fino alla morte!



Marco Bazzato
01.10.2010
http://marco-bazzato.blogspot.com/