D’altronde indipendentemente dalla buona volontà da parte italiana nel provar a far sentire in modo univoco la flebile voce anche dell’unione Europea, non si vede come questa voce, seppur proclamata da un altro scranno all’ONU, possa portare ad una moratoria della pena di morte. Difficilmente si arriverà ad una sospensione universale delle esecuzioni capitali perché sono pochi i Paesi a livello planetario che hanno al forza e la lucidità di mettere davanti alle loro responsabilità nazioni come Stati Uniti d’America e la Repubblica Popolare Cinese, dove i boia lavorano a pieno regime, e come si sa, gli interessi economici, le aggregazioni societarie, le joint venture, hanno la priorità sui diritti umani.
Ci sono troppi interessi in ballo, troppo denaro, affari covati nell’ombra delle capitali per preoccuparsi di disgraziati, dissidenti, barboni, gente di colore, o minorenni, dissidenti che credono nel valore della libertà della parola e dell’informazione che finiscono nei bracci della morte.
Tutta questa sollecitudine pelosa deriva dal fatto che l’omicidio a sangue freddo di Saddam ha scatenato una ridda di giusta esecrazione internazionale, che non si rifletterà sugli altri poveri diavoli incarcerati nelle varie prigioni del mondo che non hanno a disposizione una vetrina privilegiata per far vedere i loro ultimi attimi, e salvo qualche raro caso, non godranno dell’onore delle telecamere pronte a raccontare le loro storie, gli errori ed orrori della giustizia sommaria, che come una manovia schiavizzante, preferisce produrre condanne, anziché giustizia e fatti accertati oltre ogni ragionevole dubbio.
Si sa bene, che indipendentemente dalle parole altisonanti di questi giorni, né il governo italiano attuale, e quello che l’ha preceduto, durante gli incontri bilaterali, visite di Stato sia negli Stati Uniti, sia in Cina, non hanno affrontato di petto la questione dei diritti umani e della pena di morte, visto che non si possono turbare le relazioni economiche di miliardi di Euro, e correndo il rischio d’essere accusati di ingerenza negli affari interni di uno Stato sovrano.
Del resto non esiste una Carte Etica dell’Imprenditoria Europea pubblica, e privata dove la Commissione Europea invita le industrie dell’Unione a non fare affari con Stati che applicano la pena di morte, o che violino sistematicamente i diritti umani.
Un’Italia forte nel panorama europeo e che vorrebbe lasciare un’impronta storica, dovrebbe portare con l’ausilio d’esperti giuristi e delle associazioni per la difesa dei diritti umani al Consiglio d’Europa una proposta di legge comunitaria che vieti l’import o l’export in tutto il territorio dell’Unione Europea, e che imponga lo stralcio e la recessione unilaterale, senza obbligo di pagamento di penalità o sanzioni economiche dei contratti pubblici e privati stipulati gli Stati che hanno nel loro ordinamento giuridico interno la pena capitale.
Questa non sarebbe più ingerenza nell’ordinamento sovrano dei Paesi extraeuropei, ma libertà imprenditoriale basate su una Nuova Giurisdizione Europea di norme etiche universali, dove saranno i Paesi che non si adeguano ad essere automaticamente esclusi dal consesso civile degli affari e del libero scambio.
Marco Bazzato
03.01.2007
http://marco-bazzato.blogspot.com/
ciao marco sono raffaella vorrei sapere come fare per poter interagire nel mio blog vorrei modificare e riscrivere alcune cose, per quanto riguarda il liro che sto scrivendo, potresti aiutarmi. Ti ringrazio il mio blog è http://animapeduta.blogspot.com
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