Nel silenzio della notte
attendendo l’ultimo respiro
l’ultimo sospiro
di milioni di respiri
Pronto a dar l’addio al mondo
a lasciar una carnalità
immagine raggrinzita
dell’antica virilità perduta.
Pronto a dire addio
con mano tremante
verso un salto nel nulla,
cercando conforto
in pianti senza speranze.
Morente e moribondo
osservo un corpo
lacero da mille ferite
consunto in carne e spirito
attendente l’ultimo viaggio.
È nuovo parto
dopo il primo tunnel di luce
nel dolore d’amore della nascita
Innanzi a me
tunnel nero
è stacco dell’addio.
L’anima è presa nello sconforto
ingabbiata in spasimi di dolore
lacerata nei respiri
incontinenti l’universo.
Tutto è inutile
il mio testamento carnale
con il sangue scritto
per la vita mossa dall’odio mortale.
Voglio essere abbandonato
in terra desolata,
esser cibo morto per animali predatori,
voglio essere divorato
senza pietà in terra sconsacrata.
Dall’abisso dell’inferno
sento il fuoco eterno
bruciarmi le consunte membra.
L’alito nero
m’accarezza il volto
in dolcezza di morte
abbracciandomi in oscuro velo.
Cosa lascio al mondo?
Lacrime, pianto,
tutto è andato è senza valore
pesandomi nel cuore.
Una sedia vuota accanto al letto,
nessun essere si degna al mio capezzale,
relitto umano senza potenza,
senza antico potere distruggente.
Uomo distrutto,
distrutto nel passato, nel presente
bruciato nel futuro.
Sono nulla, sono disperazione
in questo stato senza pace,
è dolore in fredda stanza senza luce .
È…
È…
È morte del genere umano,
il nulla portante alla vita,
nel pensiero il germe
dell’umanità perduta
non lasciante pietà nella morte.
Spinsi esseri alla follia
invitai eserciti a scontrarsi
seminando odio e dolore
desolazione e morte
lasciando che l’istinto infernale
prendesse libertà su terre degne.
Ho distrutto valori,
famiglie, convenzioni locali e sociali,
avendo monumenti, pagine di giornali
biografie inneggianti a stermini silenziosi..
Ed ora?
Non riesco a morire,
senza forze per sorreggere un bicchiere colmo d’acqua.
Senza forze per proferir parola
per chiedere d’essere nel nero avvolto.
Il cuore batte con ritmo martellante il capo
il petto che vorrebbe esplodere,
ma il cuore batte, batte, batte....
Anima infernale
perché continua a tormentarmi?
Anima dannata, staccati, elevandoti nell’abisso dell’inferno
liberami da questa vita morta.
Tu, demone nero
mi tormenti senza venia
lascia che il mio corpo
s’abbandoni alle tenebre del nulla.
Perché non ti prendi la mia vita?
Perchè contini a lasciarla pulsare nel petto?
Perché?
Perché?
Ho negli occhi l’immagine di milioni di morti,
nello spirito volti di milioni di lacrime,
eppure non li sentivo, non li vedevo.
Ora sento il peso di quei pianti
conosco i nomi di quei volti senza nome
vedo i loro corpi ormai consunti
dispersi fra ceneri di mille guerre,
sento le urla cercanti libertà
e odo urla di bimbi in arti esplosi
con miei giocattoli di morte.
Cosa sento ora?
Cosa sento ora?
Cosa sento ora?
Ossessione per la morte
Ossessione di demoni
riviventi gli inferni provocati.
Non c’è pietà per me,
non c’è amore nel mio passato
non c’è ristoro nel presente.
Non c’è nulla,
nulla, nulla.
Vorrei urlare,
strapparmi i tubi leganti alla vita
volando oltre l’immenso vetro
fluttuando verso la morte
accarezzando la terra in schianto fatale.
Voglio morire,
non possono morire.
Voglio morire, morire, morire.
È litania infinita
nella mente parole ossessive,
parole di pianto.
Perché non sento pietà per le morti causate?
Conosco risposta,
ho timore farla uscire dal cuore,
aprendomi in verità.
È qui, bussa alla mia porta
ma la voglio tener ingabbiata
nascosta, celata, come documenti fasulli
per anni distribuiti
vendendo morte al mondo come simbolo di libertà.
Vorrei comprare ora libertà vera,
è senza prezzo in gratuità,
vorrei aprire il cuore
ma la mente m’arresta.
Quante menzogne, quante bugie
nel mondo seminato,
quante illusioni fasulle ho regalato,
calpestando, distruggendo,
accumulando fortune senza valore.
Vorrei aprire il mio cuore
lasciando uscire andare il veleno sommergente,
ripulendo l’anima,
creduta illusione fallace.
Ora la sento,
la tocco, mi tocca,
ha sguardo dolce e soave
è carezza di conforto
per il mio cuore morto.
Sento il suo alito diverso,
puro rispetto all’alito passato.
Cosa vuoi da me immonda creatura?
Cosa brami?
Cosa da me cerchi?
Vuoi che ammetta i miei errori
Vuoi che ammetta che ho sbagliato?
Mai!!!
Preferisco morire bruciato nel nulla
che ammettere d’aver consumato la mia vita nel vuoto.
Oh vecchio senza speranza
Cosa sto dicendo.
Nemmeno innanzi a me stesso
ho il coraggio di dirmi chi sono.
Vuoi sapere chi sono, bianco Spirito in luce?
Lo vuoi sapere?
Lo vuoi sapere?
Ti urlo la mia rabbia folle
Ti urlo nel sangue la mia pazzia,
sono il signore della terra
sono il dio della distruzione
sono inferno,
luce degli inferi
rubante la vita.
Godo nella mia follia
son le mie ultime ore
posso finalmente gridare
l’odio distruttore del mondo
Sono follia, pazzia
disegno concepito
dopo l’attimo primo del tempo.
Sono fuggito dal tempio di luce
divenuto portatore di luce infernale.
Lucifero è il mio nome,
i demoni sono miei servitori,
gli uomini son miei schiavi
carne umana in Spirito debole
soggiogata e concupita dall’inizio del tempo.
Ricordi?
Si il tuo Dio, mio creatore
permette tutto per infinita bontà,
lasciandomi libertà assoluta.
Ho infuso sangue, guerra
carestia, morte, seminato distruzione,
distruggendo l’amore dell’uomo per Dio.
Mi bramo in questa follia,
l’uomo a me s’è venduto,
l’ho comprato, concupito, cullato
mostrandogli il regno del mondo.
Si sono inchinati, adorandomi, cercandomi,
io busso ai loro cuori neri em’accolgono.
Sono nella profondità della storia,
nascosto tesso la mia tela da millenni,
pochi sono fuggiti, molti sono a me.
Essi Credono nella menzogna,
credono alla mia verità,
mentre distillo il germe del dubbio,
odio, chiusura e possesso,
prendo, rubo, uccido.
Senti le urla degli innocenti?
Si so che li senti.
I giusti appartengono al Padre.
Sono molti, sono legione, sono viventi votati alla morte.
Cosa credi Spirito?
Che questo vecchio sia fine del tutto?
No, è solo corpo, involucro,
marionetta senza vita.
Guardalo, sul corpo consunto ferite
dei dolori causati.
Non ha respiro, segno di milioni di respiri uccisi,
non ha memoria per dimenticare gli orrori perpetrati.
arti e gambe immobili, segno di gambe
e arti smembrati a milioni di vite.
Non ha luce negli occhi,
il velo è sceso da anni.
È cieco nel cuore, cieco alla luce,
non ha udito.
Ricordi? Le sue parole urlanti rabbia?
Ricordi Spirito? Le urla perché non sentiva gli astanti?.
Ricordi Spirito le urla nascenti dalla paura?
Ho usato il pupazzo.
L’hai sentito piangere il vile.
Hai sentito piangere il mio servitore.
Mi ha servito, mi ha osannato
commettendo i più turpi delitti,
l’hanno innalzato, elevato, divinizzato,
divinizzando me.
Sono spirito di luce nascente dalla terra morta.
Cosa vuoi Spirito?
Questo corpo?
Quest’anima consunta e nera?
Il mio servitore e mio schiavo?
Io sono il suo signore,
dispongo a mio piacimento.
godendo del suo dolore,
dei suoi spasimi mortali,
della sue infermità.
Allontananti Spirito,
voglio dannare la sua anima
Lascialo, è mio, m’appartiene.
Senti l’alito dell’inferno aleggiante,
l’odore di carne morta
consumante il suo corpo.
Appartiene a me.
suo signore e padrone.
Lo vuoi?
Cosa ne fai, è rifiuto ormai.
È involucro vuoto,
il suo spirito è assente,
nascosto, timoroso e vigliacco.
L’ho schiacciato come serpente
cui è schiacciata la testa.
Lascialo serpe malvagia.
Lascialo, dagli la possibilità
dell’ultimo riscatto.
No, mai.
Lascialo, serpente avvinghiante i destini dell’uomo,
lascia che lo Spirito bramai la Pace.
Lascia che all’Uno ritorni suo figlio
rendi al Logos la sua creatura.
No, no, no, no!
È giocattolo rotto, è anima immonda mia servitrice.
La sua anima celata, nascosta, è lottante.
Osserva i suoi occhi.
Non voglio vedere, stai rubando i miei disegni,
distruggendo i miei desideri,
distruggendo le mie brame.
Guardalo, combatte per se stesso,
guardalo, apre i suoi occhi in se.
Guarda le membra distese
Pure, serene, senza ombra d’età e tempo.
È mio, mi appartiene, è mia creatura.
Silenzio essere immondo.
Sei stato creato dal Logos, sei distruttore
Non costruttore e creatore.
Sei creatura, indegna,
ribelle, ma sei creatura creata dal Verbo.
“Nonno…
“Nonno…mi senti?”
Chi è questo bimbo?
Come…tu creatore, non conosci quest’anima candida?
…lo Spirito, mi nega la loro conoscenza,
il Padre li tiene a se come figli diletti.
Guardalo negli occhi.
Non ci riesco, m’acceca.Allontanalo, m’acceca.
È libero, ha la tua stessa libertà.
No……..
No…….
No……
Allontanalo in nome di….
Non posso pronunziare questo Nome, mi è negato.
“Nonno, ti ricordi quando mi prendevi sulle tue ginocchia?”
“Mamma non c’è più da tanti anni, nonno”
“Mi ricordo mi parlavi di lei.
“è morta, nel lavoro,
lavorava per te ed è morta.
ma non ho mai capito che lavoro facesse”
Era anche lei una mia creatura
Stai zitto demone, conserva la menzogna per gli impuri
i puri, conoscono la verità.
“Nonno, posso prenderti la mano.?”
“Non farlo…., non farlo, non farlo….”
“Chi c’è in questa stanza?
“Sento delle voci distanti”
Zitto demone, sente me e te.
Allontanalo allora, allontanalo,
voglio l’anima del vecchio.
Il bambino è libero, è puro in Spirito,
può leggere negli occhi del nonno.
Ho paura….
Tu…signore delle mosche hai paura?
…Si…
Non distruggere il lavoro di millenni
Non può quest’innocente creatura distruggere tutto.
Il vecchio mi appartiene
Il bambino è libero!!
“Nonno, so che mi senti…”
anche se dormi ti lascio riposare”
“Ti do un bacio prima di andare”
No, il bacio dell’innocente no….
“Sogni d’oro nonno”
“Si nipotino mio, grazie.
Fu ultimo respiro,
silenzio immobile
Nessun suono, nessun rumore
Solo una lacrima scendente del vecchio stanco,
abbandonante in morte,
con serenità e gioia.
Marco Bazzato
19.11.2003
http://marco-bazzato.blogspot.com/
venerdì 5 gennaio 2007
Anima Infernale
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Letteratura