mercoledì 15 dicembre 2010

Un giorno di guerriglia a Roma


Ieri sera è stata edificante la visione delle tv straniere, grazie al satellite. Tg francesi, spagnoli, russi, inglesi, tedeschi, polacchi, bulgari, romeni, cinesi, iraniani e compagnia discorrendo hanno dedicato servizi, addirittura con corrispondenti in lcoco, in occasione del grande “Autodoafè” romano degli studenti e delle comitive organizzate dei Black Block.

Ai filo governativi cinesi o russi deve aver fatto una strana impressione la mollezza delle milizie dell’Arma dei Carabinieri, della Polizia, della Guardia di Finanza, che sofficemente manganellavano i manifestanti, affetti da deficit d’attenzione, con la delicatezza con cui si danno i buffetti nelle scuole primarie, altro che la severa educazione vittoriana, dove le nerbate sulle cosce nude educavano veramente al rispetto e alla disciplina.

I russi che non hanno dimenticato Beslan, i cinesi che hanno fatto pulizia degli studenti di piazza Tien'anmen, usando la “persuasione” dei cingolati dei carri armati, saranno rimasti basiti innanzi alla mollezza di risposta del governo italiano e del Ministro della Difesa, che non ha brillato per pugno di ferro e nemmeno per guanto di velluto facendo il possibile per contenere per contenere i danni fisici – permanenti e/o irreversibili – sui crani delle comitive organizzate che si sono accalorate nell’incendiare auto, attaccare banche, negozi ed esercizi commerciali, quasi come dei Vandali o degli ultras in trasferta, privi della visione strategica d’insieme, peggio di un armata Brancaleone allo sbaraglio, privi di un allenatore che li guidasse dalla “panchina”.

Ora gli italiani dovrebbero decidere da che parte stare, se da parte dei presunti contestatori fascinorosi, affumicatori, apparentemente distruttori della cosa pubblica – vedi auto delle forze dell’ordine, blindati, cassonetti dell’immondizia – come di quella privata – vetrine e arredamenti di banche e negozi, perché si ha la brutta abitudine di schierarsi contro il potere di turno s è straniero, sostenendo le ragioni degli studenti e dei contestatori, come nei casi più eclatanti delle recenti manifestazioni in Iran, quando la comunità internazionale si è schierata a favore degli studenti che protestavano contro il “regime”, o tornando un po’ indietro, al 1989, con la “pulizia” di piazza Tien'anmen da parte dell’esercito della Repubblica Popolare Cinese, nemico degli studenti che manifestavano contro la nomenclatura. La Cina di allora non è la Cina di oggi, e il mondo poteva permettersi il lusso, politici compresi, di condannare l’operato del governo, ma oggi nessuna delle cancellerie occidentali muoverebbe un muscolo se accadesse una seconda piazza Tien'anmen, troppi interessi nel Paese di Mezzo, per preoccuparsi di qualche studentello sparito nelle galere o di “terroristi” macinati sotto i cingoli dei militari. Diamine, stiamo parlando della prima potenza economica del Pianeta, un pese a cui oggi basta un semplice “rutto” o “peto” per “soffocare” qualsiasi resistenza gli si ponga innanzi, anche da parte del “liberale” occidente civile.

Oppure decidere se schierarsi da parte della repressione, della Polizia, del Governo, che ha aggredito a suon di manganellate i pacifici manifestanti,costringendoli a difendersi dall’assalto delle forze dell’ordine, anche a suon di bombe carta.

Ricordiamoci che quando gli italiani hanno visto come la polizia iraniana ha caricato gli studenti a Teheran, si sono indignati per la violenza repressiva, mentre nel caso degli scontri romani contro il governo, i filo governativi si sono incazzati perché la reazione delle forze dell’ordine è stata deboluccia e poco incisiva.

È inutile fare le anime candide o i falsi indignati, ma tutti quando vedono l’esercito di un altro paese che manganella i civili, che gli carica, che respinge le loro proteste a suon di passi cadenziati e battiti di manganello sugli scudi di plexiglass, parteggiano per i manifestanti inermi, perché quello che il cervello interpreta è l’aggressione del Potere Militare nei confronti dei manifestanti e la solidarietà della società civile internazionale, piaccia o no, va a quest’ultimi.

I cittadini francesi, spagnoli, russi, inglesi, tedeschi, polacchi, bulgari, romeni, cinesi, iraniani e via via tutti gli altri, che hanno visto le immagini – tutte uguali – degli scontri romani, indistintamente hanno parteggiato per i manifestanti,che secondo il governo italiano – visto dall’estero – bollati come terroristi, vittime della repressione militare, perché è fisiologico, in quanto si vede la “rivolta altrui” come un atto di coraggio e un atto di civiltà, mentre un potere che reprime viene visto come fascisto-comunistoide che non ha cuore il benessere dei suoi cittadini, ma solo la conservazione del proprio e dei propri privilegi. E dai cittadini di mezzo mondo oggi il governo e la politica italiana è vista così: un paese da democrazia limitata e di questo bisogna ringraziare la nomenclatura attuale, senza distinzione di colore d’appartenenza, responsabili del “Fallimento Italia!”


Marco Bazzato
15.12.2010
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lunedì 13 dicembre 2010

Sakineh, il nuovo appello delle star



È strumentale l’uso che si fa della vicenda di Sakineh, la donna iraniana condannata a morte prima per lapidazione, successivamente commutata in impiccagione, con la pena sospesa, per aver partecipato all’omicidio del marito e adulterio.

Ora che la lapidazione possa essere considerata un’esecuzione atroce si può anche convenire, ma l’impiccagione no, è una tecnica usata spesso nelle condanne a morte nei paesi islamici, e l’ultimo fra i politici condannati fu proprio Saddam Hussein nel 2006.

Quello che è riprovevole non è tanto la condanna a morte ma il rimandarla continuamente perché i media internazionali hanno dato vita ad una campagna mediatica contro l’Iran e il suo sistema giudiziario.

A volte bisogna essere cinici, perché certe campagne di “solidarietà contro la pena di morte” sono mosse da intenti politici sovranazionali, non dall’interesse di salvare la vittima a una singola persona, o perché il mondo ne ha veramente a cuore la sua sorte. L’obbiettivo è destabilizzare in questo caso il sistema giuridico iraniano e il suo governo, e il mondo si sta rendendo complice di un utilizzo strumentale di una vicenda giudiziaria d’omicidio per fare pressioni internazionali a uno stato sovrano.

Sakineh non viene vista come una persona da salvare, ma come un simbolo da usare come ariete per fare pressioni contro un paese. Il simbolo potrebbe chiamarsi Sakineh, oppure invece d’esser una persona potrebbe essere un vegetale o un oggetto, e simboli, oggetti e persone sono sempre sostituibili.

"Liberatela, ha sofferto abbastanza" è il grido che alza dallo star sistem hollywoodiano, come se di “uomini o donne morte che camminano” gli americani non ne avessero a sufficienza di condannati nel braccio della morte, ma di quei condannati nemmeno si preoccupano, anzi il mondo nemmeno si preoccupa, al pari di quelli cinesi, per non fare ingerenza politica nei confronti della prima superpotenza del mondo.

No si sa come reagirebbe l’opinion pubblica italiana se partisse una campagna internazionale a favore di Sabrina e Michele Misseri, dove ottanta attori americani ne chiedessero la liberazione. Sicuramente si assisterebbe a un via vai continuo di politici nelle varie trasmissioni televisive italiane che condannano l’indebita ingerenza nei fatti giudiziari italiani, come sta accadendo in Iran, ma se i paesi manipolando l’opinion pubblica interna, si “coalizzano” contro una nazione oggi politicamente nel mirino,per problematiche che nulla hanno a che fare con i diritti umani. Sarebbe interessante vedere cosa accadrebbe in Italia se un domani mattina un gruppo di iraniani e statunitensi assieme, si mettessero a manifestare davanti alle ambasciate italiane nei rispettivi paesi per chiedere la liberazione dei Misseri, perché “hanno già sofferto abbastanza”. Purtroppo anche l’opinione pubblica internazionale quando si vuole colpire a livello d’immagine un paese all’estero, mettendolo sotto una luce negativa di comodo, reagisce con emozioni di pancia, senza prima pensare alle rogne di casa propria.

Infatti per fare un paragone di come il comportamento dell’opinione pubblica si muova a corrente alternata, le dichiarazioni a favore del neo Premio Nobel per la pace sono state assai risicate anche in Italia, d’altronde gli interessi economici con la Cina sono certamente più importanti di un dissidente in galera che si batte per la democrazia nel suo Paese. Non ci sono stati italiani, anche di sinistra, da sempre a favore della cultura e di diritti umani, che si siano dati appuntamento davanti all’ambasciata cinese per manifestare contro la mancata possibilità di ritiro del premio da parte del vincitore. La ragion di Stato anche di sinistra ha avuto il sopravvento rispetto alla logica e al buon senso.

I diritti umani non dovrebbero essere dei valori negoziabili, soprattutto per quei paesi, Italia compresa, che hanno l’arroganza, quando fa comodo, di dirsi civili, salvo chiudere gli occhi, specie se c’è di mezzo il dio dollaro, il dio Ren Min, che ha come unità di misura lo Yuan o il dio rublo, quando si tratta di fare affari con la Russia. Ma politica e diritti umani non sono mai andati d’accordo, anzi, in ogni paese che si “rispetti” in un modo o in un altro vengono calpestati, solo che raramente assurgono alla prima pagina o nei servizi d’apertura dei paesi interessati, si preferisce omettere.

Gli italiani spesso si arrabbiano contro il sistema giudiziario, eccessivamente garantista, per capirlo basterebbe leggere anche molti commenti su Facebook di quanti sono coloro che invocano la pena di morte anche per “delitti contro gli animali”, contro la vivisezione, o contro i crimini efferrati commessi contro la persona, salvo poi mettersi in mostra, perché fa tanto di moda, quando si tratta di salvare un illustre sconosciuta, solo perché tutti si accodano alle notizie senza prima rifletterci sopra. Se la ragione non è un opinione, la certezza della pena, a seconda di ogni sistema giudiziario, dovrebbe valere come per l’Italia anche per l’Iran, ma così per i ciechi e sordi non è, preferiscono accodarsi alla massa, perché è più comodo


Marco Bazzato
13.12.2010
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domenica 12 dicembre 2010

Wikileaks: l'ira della Santa Sede


“Il re è nudo” e si incazza. Chiudete gli occhi ai bambini!

Non l’ha presa tanto bene lo Stato Città del Vaticano le “rivelazioni” Wikileaks, dove i cablogrammi diplomatici dell’ambasciata statunitense presso la “Santa Sede” fanno fare una figura barbina alle alte cariatidi della diplomazia vaticana. Naturalmente lo Stato foraggiato dall’Italia, grazie al concordato, cerca di smarcarsi, mostrando però una certa diplomatica irritazione per come vengono descritti i vertici della setta composta da un miliardo di addetti del Caattolicesimo Universale.

Ma il problema non sono le ovvietà espresse dagli addetti all’ambasciata, ma lo smacco morale – sempre che in Vaticano esista una morale – manco fosse il primo, circa la catastrofica impreparazione dei diplomatici, legati a una mentalità fariseica e zelota, poco amanti della verità, tradendo così anche i principi del loro capo supremo, non il papa, ma il Cristo crocifisso e il Padre stesso. Cose che Cristo già sapeva, visto che la teologia dice che Dio vede e comprende tutto, ma evidentemente al Vaticano non piace quel passo del Vangelo di Mt 10, 26-27: “Non li temete dunque, poiché non v'è nulla di nascosto che non debba essere svelato, e di segreto che non debba essere manifestato. Quello che vi dico nelle tenebre ditelo nella luce, e quello che ascoltate all'orecchio predicatelo sui tetti”. Ma per il Vaticano, vista l’irritazione manifestata, sembra che queste sacre parole non dovrebbero valere per loro…chissà perché?

Ne esce un ritratto arcinoto di uno Stato Pontificio che a parole predica l’amore, l’armonia, il rispetto nei confronti del prossimo, ma nei fatti fa ostruzionismo, non collabora con i paesi stranieri quando i loro sacerdoti commettono reati con i pantaloni abbassati, contro dei minorenni, oppure quando da quasi duemila anni compie alchimie finanziarie in mezzo mondo, prelevando al contrario di Robin Hood ai poveri per dare ai ricchi, cioè alle alte gerarchie, denaro, terreni, rendite, castelli, palazzi, ospedali e bordelli vari…
Ma uno di quelli che ci fa la figura peggiore è Tarcisio Bertone sa comunicare solo in Italiano, e un diplomatico che si rispetti, come minimo dovrebbe conoscere il francese – lingua internazionale dei diplomatici – o al massimo, anche se zoppicante, un minimo di inglese, perché presumere che i diplomatici stranieri si imparino una lingua morta, il latino, lingua ufficiale del Vaticano è un’utopia neandertaliana, e se poi vengono presi per i fondelli c’è da stupirsi che non sia stato fatto prima pubblicamente.

Alla fine l’ex Stato Pontificio ne esce con le ossa rotte, anche se bisogna essere onesti, fuori dall’Italia se ne fregano del Vaticano e del papa e la massima attenzione che riceve è durante le benedizioni Urbi et Orbi dove anche i non credenti aspettano di sentire gli auguri nella loro lingua, dimenticandolo subito dopo, e tornando alle faccende quotidiane rimuovendo dalla memoria collettiva il nome del Re dello stato teocratico all’interno delle mura capitoline.

L’errore delle gerarchie vaticane, che come nominava duemila anni i loro antenati – sadducei, samariti, farisei, zelti – il loro capo, non sono altro che “sepolcri imbiancati”, che all’alba del XXI esimo secolo vivono ancora con l’illusione di “Roma caput mundi”, mentre alla fine non se li fila nessuno, a parte i politici, ma per ragioni di elettorato, sono solo un residuato preistorico e un costo sociale per la società italiana e presumibilmente anche per altre nazioni dove esistono “Patti Concordatari” che bellamente disattendono, quando si tratta di far camminare la Giustizia, a loro sfavore.

Una gerarchia arroccata ai riti,a secolari tradizioni, persi nelle interpretazioni variabili di pecorai e di un pescatore del Lago di Tiberiade, simili a coloro che festeggiavano durante l’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C, scollata e disadattata rispetto alla società civile, incancreniti su pozioni da castello assediato, come se all’interno delle “Sacre Mura” ci fosse ancora qualcosa degno di un valore morale da salvare e da lasciare ai posteri.
Insomma anche gli americani hanno scoperto finalmente l’acqua calda.

Marco Bazzato
12.12.2010
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sabato 11 dicembre 2010

Julian Assange rischia la deportazione negli U.S.A.


I governi non hanno amici ma solo interessi, e questo li pone allo stesso livello di una prostituta che fa servizizzietti orali per pochi euro, lungo le tangenziali del mondo. E come era prevedibile, sembrerebbe che il governo inglese e quello svedese abbiano deciso di prostituirsi, regalando al dardo della legge dell’inventata ragion di Stato, al capo branco statunitense, che meticcio per la vergogna, sta cercando un onorevole via d’uscita dal letame scatenato dalla mancanza di sicurezza dei sistemi di comunicazione con il Dipartimento di Stato.

Se Julian Assange venisse deportato negli Stati Uniti, e non estradato, in quanto a tutt’ora esiste solo un mandato di cattura internazionale emesso dalla Svezia per una presunta storia di violenze sessuali, l’intero sistema giudiziario statunitense potrebbe rischiare una grana ancora più grande, in quanto sembra assurdo ma non è mai stato violato il I° Emendamento della Costituzione Americana, che recita:

« Il Congresso non promulgherà leggi che favoriscano qualsiasi religione, o che ne proibiscano la libera professione, o che limitino la libertà di parola, o di stampa; o il diritto delle persone di riunirsi pacificamente in assemblea, e di fare petizioni al governo per riparazione di torti ».

Gli Stati Uniti d’America, patria a parole delle libertà civili, hanno paura della “lista della spesa” degli ambasciatori sparsi per il mondo. Sì, perché come ha detto pochi giorni fa Bruno Vespa a Porta a Porta, gli ambasciatori non sono altro che i portinai della nazione che rappresentano all’estero, e alla fine le rivelazioni Wikileaks, non sono che i commenti sul vicino di casa delle massai dal pizzicagnolo e raccolgono dalle amiche le confessioni sul fustacchione, oppure del cornuto all’insaputa della moglie e/o viceversa. Da che mondo è mondo non si è mai visto un “divulgatore di gossip” deportato in un paese straniero, perché questi non sa tenere riservate le informazioni, la maggioranza comunque di dominio pubblico nei rispettivi paesi, andando ad arrestare,assurdo degli assurdi, il fondatore di un sito internet. A voler essere pignoli, ma gli americani lo sono solo quando fa comodo, dovrebbero arrestare, se avessero commesso dei reati penali, coloro che materialmente caricano i cablogrammi su Wikileaks, perché se la legge ancora esiste, ed ha un valore logico e di giustizia, dovrebbero dimostrare chi praticamente ha caricato file per file, e se i servizi segreti funzionassero a dovere, dovrebbero averli già individuati,,ma sono degli incapaci. Gli americani, se riusciranno a farsi deportare in patria Julian Assange, non vogliono processare i colpevoli materiali, perché incapacitati a prenderli, ma solo il simbolo di questo “sputtanamento” planetario, che si sono auto inflitti da soli.

Ma il mondo del cyber spazio, quel mondo planetario senza barriere, si sta ribellando, dando vita ad una risposta – senza perdite di vite umane – all’attacco sferrato Wikileaks, dove gli hacker stanno attaccando a testa bassa, con attacchi mirati e chirurgi i siti delle compagnie americane in patria e all’estero, facendo pressioni politiche nei confronti di aziende non registrate nel suolo americano, affinchè tagliassero “i viveri”, ergo le donazioni di sostegno al sito ingiustamente incriminato.

Intanto una delle accusatrici si è data alla macchia, secondo quanto riportano molti quotidiani italiani e stranieri, alimentando il sospetto che la donna in questione fosse una spia prezzolata dalla Cia, e che lo stupro fosse solo un invenzione dei servizi americani che sapevano benissimo di non poterlo incastrare per le fughe di notizie avvenute entro il loro territorio nazionale, anche se in paesi esteri.

Ci si augura che Julian Assange non venga caricato in un aereo piombato e spedito – segretamente – negli Stati Uniti, perché potrebbe anche significare che la libertà di parola, di pensiero e di espressione è solo un’ utopia e che gli U.S.A, la decadente superpotenza è con le spalle al muro e l’unica sua possibilità di salvezza, dalla catastrofe, è quella di dar via ad una repressione delle libertà civili su scala planetaria, seguendo il modello della Repubblica Popolare Cinese.

Marco Bazzato
11.12.2010
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lunedì 6 dicembre 2010

Commercio illegale di animali provenienti dall’est Europa


Sta giungendo a grandi passi il Natale, festa che a parte pochi casi di religioso ha ben poco, e da settimane si moltiplicano i sequestri di animali provenienti dall’est Europa, prelevati dalla cucciolata in tenera età, privi di vaccini e spesso costretti a viaggiare in condizioni poco salutari per la loro fragile salute. I servizi giornalistici televisivi però puntano principalmente l’indice contro coloro che sono considerati dei trafficanti senza cuore, ma vanno sfatati alcuni luoghi comuni tipicamente italici. In primo luogo la sensibilità nei confronti degli animali nei paesi dell’est, per fortuna, deve ancora raggiungere i livelli patologici italiani. Lì infatti un cane o un gatto sono ancora solo dei cani e/o gatti, e non caricati dell’umanizzazione tipica dei cosiddetti paesi industrializzati. E nei paesi dell’est quando risultano delle eccedenze di produzione si preferisce, a ragione, addossarli a dei grulli micragnosi, che ben sanno che il prezzo che andranno a pagare sarà più basso di quello di mercato,ma se ne fottono. In fin dei conti potrebbero tranquillamente ammazzarli, gettarli in qualche cassonetto dei rifiuti dopo averi dato qualche mazzata ben assestata in testa. Invece a modo loro tengono, come gli italiani, il cuore a destra e il portafoglio a sinistra, e vendendo gli animali a soli 30 Euro a pezzo è come se garantissero loro la vittoria al terno al lotto della vita, scaricando la patata bollente agli animalisti dell’Europa Occidentale.

Le leggi basilari dell’economia, anche quella clandestina, dicono che per esserci offerta ci deve essere domanda. E infatti la domanda nasce dai cosiddetti “animalisti con le pezze al culo”, che a parole si getterebbero in un canale per salvare il pulcioso, ma nei fatti per risparmiare qualche centinaio di euro non si fanno scrupoli ad acquistare animali di dubbia provenienza, privi dei certificati veterinari legali che ne attestino il buon stato di salute. Ma si sa, devono accontentare i pargoli che vogliono, per i mesi invernali e primaverili, il cucciolo nuovo, salvo poi prima di partire per le ferie, abbandonarlo per strada, visto che alla fine il costo d’acquisto è stato irrisorio.

I sentimenti di questi animalisti accattoni sono ballerini come quelli di un ubriacone che si mette a sbraitare davanti ad un bordello, chiedendo che venga chiuso, perché visto il tanfo che emana, il buttafuori nemmeno si sognano di farli entrare. E il bello di questi loschi figuri è che nascondendo le origini dell’est europeo dell’animale, poi hanno anche la sfrontatezza d’andare a puntare l’indice contro coloro che li maltrattano, fingendosi indignati, mentre questi “San Francesco” dei coatti hanno dimenticato o fingono di non ricordare che l’animale che ora dicono di amare, è stato acquistato a sottocosto, come se fossero andati ad una svendita di rigattiere imbroglione.

Non è il caso di indignarsi, ma esistono degli animalisti più pulciosi del loro protetti se comprano animali al mercato nero, per spilorceria, ma esistono amanti degli animali e sonno la maggioranza , che sono persone degne di ogni rispetto e considerazione perché sanno dare il giusto valore – non patologico – all’animale d’affezione. Quest’ultimi dovrebbero essere i primi che vanno a denunciare i comportamenti bestiali degli animalisti della domenica, di coloro che sfoggiano il loro bell’amico a quattro zampe, avendo magari la faccia tosta d’andare a dire in giro che è stato un affare.

Prendersi un animale da compagnia non è una moda, un capriccio da bifolchi, ma è una responsabilità che solo le persone intelligenti e dotate di un intelletto equilibrato dovrebbero prendersi. Mentre per sfortuna si assiste a un mercimonio animalistico che odora peggio della Simonia, solo per il gusto di sfoggiare con le amiche o i compagni di merende l’ultimo modello di cane di razza pregiata, fregandosene se è stato portato a casa più morto che vivo e soprattutto privo, o con documenti veterinari falsi, e questi sono moralmente più colpevoli degli stessi criminali che effettuano i trasporti illegali, o di coloro, che pur sapendo dal triste destino che potrebbe accadere durante il viaggio verso occidente, vendono a prezzi da fame, i loro animali.

Certi pseudo animalisti sono la feccia di coloro che amano gli animali, una razza indegna che nel caso acquistasse animali al mercato nero dovrebbero essere costretti a viaggiare per almeno un migliaio di chilometri nelle stesse condizioni dei loro “amati”.. Forse così ci penserebbero un'altra volta prima di non imparare d’accertarsi della vera provenienza degli animali che dicono d’amare.

Un invito a tutti i taccagni che acquisteranno animali sottocosto: si spera che vi attacchino il cimurro e la rabbia. Se proprio volete risparmiare andate in un canile e accontentatevi di quello che passa il convento, perché l’animale, se proprio lo si vuole, dovrebbe essere un animale d’affezione e non da sfoggio come una pelliccia pregiata, acquistata per far si che le amiche della moglie siano invidiose.

L’animale per certi animalisti bifochi non è un essere da affezione, ma un modellino griffato da sfoggiare, da mostrare, da portare a passeggio al parco, possibilmente senza museruola e sacchetto raccogli escrementi, tanto se gli altri li calpesteranno, dice il proverbio, “La merda porta denaro”.

Puntare l’indice da parte degli italiani orbi solo contro i Paesi dell’est che esportano illegalmente le eccedenze canine e feline è un insulto alla ragione, perché gli italiani non si rendono conto che vendere unna cucciolata per 150 Euro è una miseria, ma i veri miseri sono gli italiani che avendo uno standard economico più elevato dei Paesi dell’est si comportano da morti di fame, peggio dei venditori, perché per una famiglia dell’est la vendita potrebbe significare la sopravvivenza mensile, mentre per gli italiani, spendere 100 euro per un cucciolo al mercato nero equivale a mangiare e ingrassarsi sopra, risparmiando, rispetto al reale valore di mercato, sulle povertà altrui.

I veri banditi e criminali di questo truce commercio non sono i poveri dell’est Europa, ma i ricchi dell’Ovest Europa, Italia compresa, che con le loro richieste fanno muovere questo commercio clandestino e criminale, giocato sulla pelle degli animali e sulla pelle di poveri cittadini dell’Est, anch’essi l vittime della diffusa illegalità transnazionale.

Marco Bazzato
06.12.2010
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domenica 5 dicembre 2010

Arriva il Natale


Ecco che nuovamente arriva il Natale, festa usurpata al pagano dio Mitra, sostituito 2000 anni fa con un “tipo” più moderno e con una diversa immagine regale, infatti questo Re – narra la leggenda – dovrebbe, ma gli storici non sono concordi, essere nato, ma guarda i destini del caso, anche lui il 25 dicembre.
Lasciamo stare l’aspetto religioso, diventato nel panorama mondiale una festività quasi settante, in quanto in pochi lo festeggiano come celebrazione religiosa, essendo diventato l’aspetto ludico, le libagioni, i regali, l’albero, i ventri ricolmi, i babbi natali che spuntano come una masnada di lebbrosi fuggiti da un lebbrosario di Calcutta. Insomma una festa del consumismo spinto, dove i genitori, mentendo come scimpanzé, inducono a credere che un vegliardo panciuto la notte tra il 24 e il 25 faccia in poche ore il giro del globo con una slitta volante trainata da renne per portare dei doni ai bambini buoni. Per dirla tutta, il festival della patacca.

Una delle cose più rivoltanti sono i centri commerciali, addobbati come tacchini pronti per spennare i clienti, che vi si recano tra imprecazioni sommesse e grida dei figli, perché vorrebbero avere in dono,mentre alla fine pagano i genitori, cani e porci, non importa che siano elettrici, elettronici o manuali.
Poi, come se non bastasse, oltre all’albero, la tradizione italiana ha inventato – grazie a San Francesco – anche il presepio, divenuto la fiera del Circo Barum visti i personaggi che lo agitano: uomini della politica, dello spettacolo, puttane e puttanele, dove il bambinello sfortunato, partorito secondo alcuni in una grotta, secondo altri in una capanna, da qui si capisce il relativismo religioso che nemmeno sa mettersi d’accordo su una cosa banale, dovrebbe levare le tende e farsi mettere al mondo magari in un vero luogo isolato, il deserto potrebbe andare benissimo, senza tanti pastori che fino a pochi attimi prima bestemmiavano e bevevano e poi perché sbronzi, affermano d’aver veduto degli angeli che gli invitava alla trasumanza adoratoria.

I Natale è divenuto l’apoteosi della stupidità, lo festeggiano anche i cinesi comunisti mangia cani e bambini a tradimento, non tanto perché sanno cosa in teoria dovrebbe significare, ma perché anche nel Paese di Mezzo, è arrivato il consumismo politico, imposto dal partito, quindi potenza dei media e della propaganda, bisogna adeguarsi altrimenti si sentono out.

La scemenza assoluta poi è la consegna dei regali, rigorosamente o la notte tra il 24 e il 25 oppure il 25 mattina. Per fare un dispetto alla festività, per scardinare questa follia cannibalizzante il pensiero, sarebbe interessante, se proprio si vuole perdere tempo nel ricercare regali inutili, consegnarli una settimana prima, o due settimane dopo, o meglio ai primi di febbraio, anche per mandare un segnale ai commercianti che sperano di risollevare i bilanci almeno a fine anno, con la corsa alle borse piene dei citrulli.

Uno degli aspetti più depravati sono i cenoni della vigilia e i pranzi natalizi, dove le farmacie vedono incrementare follemente le vendite di lassativi e purganti stura intestino, perché non è corretto andare a banchettare, in onore di uno che nasce al freddo e al gelo, senza riempirsi, anche di ogni genere di schifezze lo stomaco sia la vigilia, sia il 25. La cosa migliore da fare, e al più economica, sarebbe quella di tornare alla tradizione degli antichi romani: mangiare come maiali, riempirsi come dei serpenti boa e mettere dei catini ai piedi della tavolata, infilandosi un dito in gola, rigettando il tutto, per ripartire a spron battuto con nuove portate e facendo bella figura anche il giorno seguente, visto che in ogni caso, o che esca dalla via d’entrata o che esca dalla via naturale d’uscita le scorie devono uscire.

Festeggiare il Natale, da decenni appare come il rito delle pecore – i consumatori, costretti a una tosatura – economica – anticipata, in inverno, dove la maggioranza dei belanti si accapigliano, si spintonano, bestemmiano, si provocano le ascelle pezzate per la bloglia dantesca dell’ultimo frenetico acquisto, sovente inutile, diventando così malati entro un meccanismo perverso dove, dopo aver esaurito ogni genere di maledizione, si spergiura sempre di non ricaderci più, salvo poi farsi nuovamente fottere l’anno successivo.

Un consiglio per trascorre un ottimo 24 e 25 dicembre: Non fate nulla, non comprate regali, no organizzate cenoni o pranzi luculliani, tenete a distanza parenti, nipoti e cugini di ogni ordine e grado, restatevene chiusi in casa,attendendo che l’ubriacatura di regali, cene, pranzi, beveraggi e libagioni passi. Ne guadagnerete i salute, evitando le rotture dei parenti che meno si vedono meglio si sta, e soprattutto risparmierete. Il Natale in fin dei conti è un giorno come un altro, e se ci pensiamo bene anche la patacca “A Natale siamo tutti più buoni” è vera solo per il fatto che nelle settimane e nei giorni precedenti si h dato fondo a bestemmie, maledizioni,e insulti proferiti agli abitanti del Cielo e a quelli rintanati – al caldo – sottoterra, arrivando all’appuntamento della vigilia e del dì di Natale, stanchi, depressi, spaesati e con il portafoglio vuoto, il più delle volte dopo aver speso denaro per persone che stanno ipocritamente simpatiche e nel cuore, ma realmente nello stomaco e nelle balle!!


Una delle più belle preghiere natalizie sia quella del comandate Hartman, da Full Metal Jacket è un film del 1987 diretto da Stanley Kubrick
“Tanti auguri a te. Tanti auguri a te. Tanti auguri Gesù Cristo, tanti auguri a te.
Allora oggi è il Santo Natale, il gran varietà religioso comincerà alle ore 09.30.
Il cappellano Charlie vi farà sapere come il mondo libero riuscirà a fare fuori il comunismo, con l’aiuto di Dio e di alcuni Marines. Dio ci si arrapa con i Marines, perché noi ammazziamo tutto quello che vediamo. Lui fa il suo mestiere, noi facciamo il nostro. E per dimostrargli il nostro apprezzamento per averci dato tanto potere ,noi gli riempiamo il cielo di anime sempre fresche. Dio è arrivato prima del corpo dei Marines, quindi a Gesù voi potete offrire il cuore, ma il vostro culo appartiene alla nostra arma. Signorine, sono stato chiaro?"

Marco Bazzato
05.12.2010

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mercoledì 1 dicembre 2010

WikiLeaks: in attesa dei dispacci che facciano tremare le cancellerie di mezzo mondo.


Dovevano essere i file che avrebbero fatto tremare le cancellerie di mezzo mondo, invece per ora l’atteso botto non c’è stato. Solo banalità, gossip, e qualche piccola perla di ovvietà che tutti i cittadini, riferiti ai politici dei singoli stati, sanno ed esprimo quotidianamente ogni giorno su blog, siti e pagine di Facebook. Insomma chi si aspettava qualcosa di deflagrante è rimasto deluso.

Del nostro beneamato premier, Silvio Berlusconi, si è già detto tutto e il contrario di tutto e allo stato attuale, visto che non molla l’osso del comando per gli scandali quotidiani, appare vero che “ciò che non distrugge, fortifica”Verrebbe da gridare “Miracolo!” o “Peccato!”

La cosa che più rammarica, ma si spera che in futuro WikiLeaks lo faccia, è che non siano stati pubblicati, se fossero disponibili, i messaggi tra le varie ambasciate nel mondo di cosa ne pensano i rispettivi diplomatici dei governati dei paesi ospiti. Sarebbe interessante sapere per esempio cosa pensa un ambasciatore italiano del presidente degli Stati Uniti, o del primo ministro inglese e via discorrendo. Tanto per avere un panorama complessivo della situazione. Se fossimo fortunati, forse, i giudizi, bene o male potrebbero collimare o avere delle piccole differenze,da quanto si può udire in qualsiasi bar di periferia o mentre il barbiere fa barba e capelli, commentando i fatti e i comportamenti dei vari politici nazionali e internazionali, conosciuti e sconosciuti.

A voler essere feroci si potrebbe dire senza timore d’essere smentiti che siamo giunti alla politica da shampisti, con tutto il rispetto per gli shampisti.
Possiamo dire ch si è strappato il velo dell’ipocrisia diplomatica, dei sorrisi a tutti i costi, delle strette di mano davanti ai fotografi, delle pacche sulle spalle e delle corna presidenziali fatte durante gli incontri internazionali, delle barzellette sporche e delle bestemmie contestualizzate, mostrando i vari “leader” nazionali di tutto il mondo, politicamente “nudi come germi” dalla testa alla cintola dei pantaloni, a parte Berlusconi, messo a nudo dalla “cintola in giù”.

Basta ipocrisie, le ambasciate servono ai cittadini per alcuni servizi agli autoctoni e agli emigrati, ma è solo la punta dell’iceberg degli interessi di cui gli ambasciatori e i loro addetti diplomatici quotidianamente si occupano. Addetti militari, addetti culturali, addetti economici e via discorrendo. Ambasciatori e addetti diplomatici non perdono tempo con le “miserie” della plebe – al massimo in caso di incontri con i piccoli imprenditori, l’ambasciatore dice ha “ha preso nota dei bisogni” sebbene nè lui nè nessuno del corpo diplomatico o dei segretari presenti prenda uno straccio di appunto, questo rende l’idea di quanto siano di facciata questi incontri – quelle vengono, a parte casi rarissimi, demandati a dipendenti di rango inferiore, a impiegati, il vero lavoro di un ambasciata rimane comunque la raccolta di informazioni, e non bisogna essere geni per comprenderlo. È naturale che poi i funzionari di grado inferiore, su indicazioni dei superiori, redigano dei dispacci da inviare ai rispettivi Ministeri degli Affari Esteri, per far sapere ai politici ed eventualmente anche alla grande industria, vizi privati e pubbliche virtù delle controparti che si potrebbero incontrare in occasione di negoziati economici e/o politici ad altissimo livello.

Questi sono i “segreti” svelati con dovizia di particolari nei romanzi di spionaggio, come nel caso di Tom Clancy, hanno forti agganci con il sistema e la comunità dell’intelligence. Vedi “Il Cardinale del Cremlino” 1988, e oggi, piaccia o no, le cose non sono cambiate di una virgola. Verità e fantasia mascherate unite e fuse, ma che all’interno rivelano informazioni assai pratiche e utili, per chi non vuole leggere un romanzo solo per la storia, ma anche per comprendere quanto di reale possa esserci dietro.

Le cancellerie internazionali ora sono incazzate perché è ufficiale che molto del denaro speso viene utilizzato affinchè ci si possa “diplomaticamente sputarsi” addosso a vicenda come dei lama tibetani, e sono scandalizzate del fatto che la plebaglia venga a sapere quello che comunque ipotizza bene, infatti, sono furiosi per via dell’ufficialità dei documenti emersi.

Uno dei personaggi più ridicoli di questa situazione è il Ministro degli esteri Franco Frattini, che ne chiede a gran voce l’arresto e l’interrogatorio, anche se non si è capito se anche con metodi estremi, e dato che ci siamo anche un soggiorno “fine pena mai”, senza processo, a Guantanamo. E questo sarebbe un libertario democratico?

Certe richieste di “legalità” odorano di letame fascisto-comunistoide richiamano alla memoria i campi di rieducazione sovietica.

Frattini omette di dire che in quei dispacci resi pubblici i singoli paesi seppur menzionati non possono metterci bocca, in quanto si tratta di comunicazioni interne, intercorse tra le varie ambasciate americane sparse per il mondo e il Dipartimento di Stato, e secondo i principi del diritto internazionale, è come fossero state inviate all’interno del territorio degli Stati Uniti d’America perché le ambasciate non sono altro che appendici all’estero, nelle varie capitali o uffici consolari, del paese che invia i propri ambasciatori nei paesi ospiti, e all’interno le ambasciate sono luoghi extraterritoriali, inviolabili dei singoli stati rappresentati. A tutti gli effetti si tratta di corrispondenza che seppur a migliaia di chilometri di distanza ha viaggiato – formalmente – all’interno del territorio statunitense, e dove per logica di rispetto, le dichiarazioni di Frattini equivalgono ad un intromissione negli affari interni di una nazione sovrana.

Uno che conosce la diplomazia dovrebbe evitare certe sparate, interferendo con gli affari interni di un paese “amico”.

Qualsiasi immigrato in Italia o italiano all’estero che si reca presso la propria rappresentanza diplomatica, vede all’interno del perimetro della medesima le forze dell’ordine del proprio paese,lo sa. È strano che il Ministro degli affari esteri non sia a conoscenza di questa ovvietà, e si lasci andare a dichiarazioni di ingerenza nei confronti di un paese sovrano.

Ora WikiLeaks ha promesso che farà crollare una grande banca statunitense, mettendone in luce le connivenze tra la diplomazia e i banchieri il che ha spinto la signora con le corna, Hilary Clinton, moglie dell’ex presidente dai calzoni macchiati di sperma, Bill Clinton, a far dare la caccia al fondatore di WikiLeaks, e facendo partire la prima guerra mondiale informatica non dichiarata contro un privato cittadino e una società che ha sede in un paese straniero. Con la guerra cibernetica – non dichiarata ufficialmente – gli americani è come se avessero mandato gli squadroni della morte a snidare non i nemici entro i confini di uno stato straniero che ospita i server. Oggi succede a WikiLeaks, domani potrebbe accadere a qualsiasi libera attività ubicata in ogni parte del mondo che sta sui maroni agli americani, il tutto per una falla di comunicazione avvenuta all’interno dei loro confini, ambasciate sparse per il mondo comprese.

Da quando un paese che si reputa democratico e libero ha paura della verità e dei fatti scritti dai loro stessi funzionari? Un terrorista, perché così ministri come Frattini, dipingono dovrebbe essere considerato il suo fondatore Julian Assange. Per chi ha la memoria corta o preferisce resettarla, verso la fine degli anni ’80 gli americani guardavano a Michail Gorbaciov, come un innovatore quando lanciò la “Glasnost” – trasparenza nel vacillante impero dell’oggi ormai ex Unione Sovietica, mentre ora quando questo australiano compie un’operazione di trasparenza nei confronti degli Stati Uniti, facendo uscire documenti disponibili grazie anche alla mediocrità delle difese dei sistemi di sicurezza, ecco che diventa un nemico della pace internazionale, per dirla alla Frattini, “che vuole distruggere il mondo”.

Insomma,in poche parole, siamo all’apologia dell’artereosclerosi.
Ma la cosa più interessante che emerge, almeno per quanto riguarda l’Italia, è come viene visto il presidente del consiglio Silvio Berlusconi dai funzionari dell’ambasciata americana a Roma: un mediocre, dedito a “festini selvaggi”, ma soprattutto il liberista che guarda sempre all’America, ma nei fatti è “intimo” amico di un ex spia comunista, Vladimir Putin, e Berlusconi a parole odia i comunisti, e di un dittatore, tra l’altro simpatico, coreografico e ipocondriaco – stando ai dispacci americani – Gheddafi. Questo dovrebbe far capire in che mani sono gli italiani in questo momento. Uno come Putin resterà per cultura sempre uno con il modo di pensare della spia, ma evidentemente al Cavaliere piace essere accostato a simili personaggi dell’ex apparato sovietico.

Ora però il pericolo più grande non potrebbe venire da WikiLeaks ma dal “silenzio stampa” dei maggiori quotidiani internazionali, cartacei e online, che potrebbero iniziare a dare un basso profilo ai file, perché un conto è quando si tratta di gossip e un'altra cosa quando rischiano, minacciati dai vari governo, ritorsioni legali, nel caso facessero da cassa di risonanza, mettendo al corrente i lettori di quanto emerge.

I cittadini di ogni singolo paese dovrebbero chiedere ai quotidiani d’essere aggiornati in tempo reale per quanto riguarda i file rilasciati da WikiLeaks, perché hanno il diritto di conoscere come si muove il molch della diplomazia, della grande industria e la finanza, perché alla fine quando giungono le crisi finanziarie i costi dei macelli politici ricadono ancora sui cittadini, e sarebbe ora che ognuno inizi a portarsi a casa il proprio letame, smettendo di spalmarlo addosso ai cittadini che alla fine sono solo vittime di questo commistione politico-economico-affaristico planetario.

Marco Bazzato
01.12.2010
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lunedì 29 novembre 2010

Vieni via con me:Il diritto alla liberalizzazione del fine vita anticipato

Obbligare a vivere in modo invivibile anche chi reclama il diritto alla liberalizzazione del fine vita anticipato.

Questa è la pretesa assurda delle Associazioni Provita, che chiedono alla trasmissione “Vieni via con me” di Fabio Fazio, il diritto di replica dopo l’intervento della vedova di Piergiorgio Welby. Per annacquare le coscienze degli italiani il diritto che hanno acquisto, grazie alla loro battaglia Piergiorgio Welby ed Eulana Englaro di morire dignitosamente?
È chiaro che dietro c’è il Vaticano e le sue “armate” ideologiche.

Esistono persone che seppur gravemente malate hanno il diritto di concludere la vita quando il destino o il fato deciderà per loro. Costoro – per fortuna o purtroppo, dipende dai punti di vista – a tutt’oggi sono la maggioranza, e visto che per lo Stato taglia sull’assistenza, sono considerati una partita in perdita. Evidentemente a parole costui è Provita ma nei fatti vorrebbero essere pubblicamente, ma non possono, essere favorevoli al diritto alla liberalizzazione del fine vita anticipato.

Ma esiste una minoranza silenziosa che chiede il diritto di morire e vorrebbe, che lo Stato non interferisse,non legiferando, sulle decisioni individuali e/o famigliari del paziente, affinchè gli affanni e le sofferenze non siano prolungate arbitrariamente per soddisfare anche il desiderio di ricerca e diagnostica nei malati, con i conseguenti traumi emotivi per i famigliari. Perché non va dimenticato che anche un malato incurabile, di cui i medici stessi sono certi dell’impossibilità di guarigione, finiscono entro una statistica, dentro fredde cifre non diverse dal brusio di un respiratore artificiale che tiene in vita un corpo allo stato vegetativo, rendendo l’uomo una mera cifra, “utile” ai fini della ricerca.

La vita, che piaccia o no, è “regalo” non richiesto, ma di cui l’uomo dal momento della nascita ne diviene unico e legittimo proprietario. A lui e solo a lui, compete il diritto di scelta se e come proseguirla, quando sente che essa non ha alcuna ragione d’essere vissuta.

“Vivere” con una malattia incurabile, qualunque essa sia, non dovrebbe essere un obbligo sancito dallo Stato, ma morire dignitosamente, avendo la tutela giuridica contro la rivalsa penale della “Giustizia” nei confronti dei medici che aiutano a liberarsi dalle prigionie di una vita impossibile da vivere, sì. Il che non significa attuare l’eutanasia di Stato, ma la liberalità – sancita per diritto di scelta individuale e non soggetta da restrizioni provenienti per interposte istituzioni da uno Stato straniero, mantenuto e foraggiato dall’Italia.

Alcuni la chiamano eutanasia, altri suicidio assistito, altri ancora dolce morte, oppure scelta consapevole, parole che formano nella mente immagini diverse, a chi positive e ad altri negative, a terzi indegne per chi vede nel diritto alla liberalità e alla liberalizzazione della morte un diritto per cui vale la pena combattere a livello intellettuale e formativo, ma soprattutto umano.

Perché, scegliere come e quando abbandonare un “dono”? Perché dovrebbe si avere il diritto di dire basta, non intendendolo come una sconfitta per la vita, anzi, ma come una vittoria della vita che non è attaccata a se stessa.
Non bisogna essere falsi o ipocriti, ma liberalizzare il diritto alla morte, equivarrebbe e liberare risorse economiche e umane e professionali a beneficio di coloro che scelgono di vivere – nonostante i coma irreversibili e/o altre patologie senza via d’uscita, offrendo loro i servizi e i sostegni adeguati che meritano.

I difensori ad oltranza, forse per visione ideologico-religiosa, si ostinano a non voler capire che coloro che avranno la liberalità del proprio destino, sceglieranno di donare la propria morte a chi vuole continuare a vivere, destinando così, leggi dello Stato permettendo, i risparmi effettuati su cure, degenze ospedaliere, assistenza domiciliare, terapie, fisioterapie a coloro che per scelta o scelgono di “pesare” sulla sanità pubblica e sulle tasche di famigliari – visto che lo Stato stesso non sempre aiuta e fornisce i supporti adeguati, sia di personale sia di assistenza anche psicologica, lasciando tutti sospesi in un limbo d’attesa, attendendo che la volontà di qualche divinità si compia – fino alla fine “naturale” – clinicamente e legalmente inesistente.

In fin dei conti l’accanimento fino alla”morte naturale” è un concetto sociale riprogrammabile nelle generazioni future, usando giusti messaggi mediatici e culturali.

I medici legali sanno che la morte per cause naturali non esiste e non è formalizzabile in nessun referto autoptico, visto che bisogna trovare l’organo primo che ha ceduto e le cause che lo hanno provocato, generando quella serie di eventi a catena irreparabili che conducono allo “spegnimento” di una persona.

Proviamo a ipotizzare una società fra cento o duecento anni delcericalizzata, devaticanizzata, liberata dal rapace Concordato tra Stato e Chiesa, e dove gli italiani, privi delle influenze del pseudo cristianesimo, possono scegliere, secondo quello stesso “libero arbitrio” che una divinità sconosciuta – arbitrariamente postulata – avrebbe dato all’uomo. Il paradosso della divinità cattolica si mostra in tutto il suo assurdismo ideologico perché questo dio ti dona la vita, poi si incazza per come si utilizza una cosa che ti appartiene e se non rispetti le “sue” regole, declamando un arrostimento eterno mai comprovato.

In un utopico paese libero, lo Stato conserverebbe il pieno diritto/ dovere di mantenere in vita i malati terminali che lo desiderano, concedendo al contempo la liberalizzazione del diritto di scelta, preventivamente espresso dai cittadini di essere “aiutati” a liberarsi del fardello della vita nel caso di malattie completamente invalidanti a livello fisico o neurologico, magari introducendo sgravi fiscali per gli eredi o per i famigliari, se si scegliesse il “diritto al fine vita anticipato”.
La dignità dell’uomo
la si ottiene anche grazie alle liberazione dalle catene che tengono prigioniere una vita che si sente inutile, sia come peso per i dolori da sopportare per se stessi e per gli altri. Chiaramente dovrebbero esistere dei protocolli rigidissimi, dove vengono accertate oltre ogni ragionevole dubbio le volontà di una persona, grazie al testamento biologico, oppure ad atti depositati gratuitamente presso un notaio, o in un ufficio comunale, dove il si dispone del proprio corpo a piacimento, lo si fa già con il dono degli organi, con l’obbligo di ottemperare le volontà inscritte, fermo restando il diritto di cambiare idea e di vivere, nonostante tutto, fino al sopraggiungere della “morte naturale”.

La malattia è un calvario spesso impossibile da superare, anche dopo la guarigione,, dove l’ombra di quella morte scampata fa vivere la persona con l’atroce certezza che la vita ha un senso se vissuta nella pienezza dell’attimo, nel piacere di poter vivere in modo dignitoso e umano, potendo assaporare quei piaceri che talvolta la malattia uccide.

Dovrebbe essere compito delle istituzioni stillare un elenco delle malattie che possono permettere al cittadino di decidere per se stesso nel caso che si manifestassero, formando così anche una categoria di medici votati all’esecuzione delle volontà dei pazienti che hanno espresso il diritto di morire, se venissero colpiti da patologie precedentemente inserite.

Spetta allo Stato stabilire delle regole certe, in modo che i cittadini non si sentano sudditi obbligati a vivere, ma cittadini liberi di morire, per evitare così quei “viaggi della morte” in altri paesi più avanzati e meno clericalizzati del nostro, già permettono questa scelta, mantenendo all’interno dei patri confini il denaro speso, rimettendolo in circolo nell’economia italiana.

Il diritto al fine vita anticipato non dovrebbe essere richiesto dai cittadini, ma capito dai governanti se hanno a cuore il benessere e la salute dei loro stessi connazionali, e non essere proni a visioni ideologiche di uno Stato straniero che anche oggi impone il suo pensiero e le sue leggi ad uno Stato sovrano, l’Italia, costringendo chi la pensa diversamente a combattere per logiche e umane battaglie di libertà.

Il paradosso è che uno Stato che taglia i fondi per la sanità, se fosse retto da persone che usano la ragione, capirebbe che i migliori alleati non sono le cosiddette Associazioni Provita, ma coloro che si battono per la “liberalizzazione della morte”, perché indirettamente aiutano lo Stato a sostenere, stanziando risorse, nei confronti di coloro che nonostante tutto vogliono e desiderano vivere in pienezza – se così credono che sia pienezza – la loro vita.

Marco Bazzato
29.11.2010
http://marco-bazzato.blogspot.com/

mercoledì 17 novembre 2010

Niente cattolici in politica



A voi politicastri che difendete i valori cattolici:
Tacete
servi di uno Stato straniero, il Vaticano.

A voi cattolici, pluridivorziati
con la vostra presenza
sporcate il messaggio di Cristo,
Tacete!

A voi cattolici, che andate a puttane
a trans e/o omosessuali
che vi erigete a pubblici difensori della famiglia,
Tacete!

Restatevene a casa
“Razza di vipere – sepolcri imbiancati”
senza pudore e vergogna.

A voi, Giuda Isacriota
seduti sui primi banchi nelle chiese
inginocchiati innanzi all’Altissimo
Egli non ascolta le vostre contumelie mascherate da preghiere.

A voi politici cattolici
sposati a una donna ma fornicate con una concubina
siete depravato esempio di vizi privati e false pubbliche virtù.

A voi che proclamate i valori di un’Europa cristiana,
tacete
servi della lussuria e del peccato senza vergogna.

Voi politici cattolici non ci servite
Servi del vostro interesse
e di un orticello di laico potere teocratico.

Voi cattolici in politica restatevene a casa
curatevi la moglie, le ancelle e concubine
e i figli “bastardi” nati fuori dalla” famiglia cattolica”.

Voi cattolici in politica
l’Italia non ha bisogno di voi
vi disprezzano peggio d’un ladro che s’intrufola di notte
che addormentandola con le parole ruba la Verità.

Politici cattolici ricordatevi:
“meglio un ateo alla porta
che non un cattolico che appesta la casa”.

Marco Bazzato
17.11.2010
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Crisi di governo


Asfittico come l’aria mancante nella bara,
governo d’un parlamento inquisito,
dove gli eletti sono “nani”, madonne e puttane.

Governo morente
d’un paese rende onorevoli inquisiti e gaglioffi
prostituitesi a principi del nababbo evasore.

Governo pappone col “signore del castello”
che si sollazza tra puttane, minorenni e sgualdrine
elargendo “prebende” come utilizzatore finale.


Governo codardo
pauroso della libertà di parola
perché l’altrui è infamia e menzogna.

Governo soffocato dai rifiuti di un paese
che elegge i suoi “boss” con una “legge porcata”
e peones al laccio come pecore da “matare” al macello.

Governo d’un paese fantasma
stritolato da crisi, mafia, camorra e ndrangheta,
dove il lavoro è una chimera
e le pensioni ormai misere illusioni.

Parlamento morente
abdicato a una burocrazia straniera
d’un Unione Europea senza storia.

Parlamento di passacarte
che legifera - nascondendosi – perché lo vuole l’Europa
figlia di Trattato di Lisbona
scritto da “carbonari” al volgo ignoto.

Governo morente,
dove la storia frana per l’incuria dell’uomo
e le strade diventano acquitrini
tra fiumi esondati al giungere di novembre.

Governo che non crea cultura,
che ammazza la scuola, l’università e l’ingegno
pericoloso rifiuto tossico del libero pensiero.

Governo di morti che camminano giunti allo stoppino
di un potere effimero
dove l’alternativa politica è inesistente, divisa e rissosa,
specchio di un “sistema paese” al capolinea.

Marco Bazzato
17.11.2010

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lunedì 8 novembre 2010

I parolai


Razza maledetta e dannata
razza infame e infingarda
celati in ogni angolo della società.

Mentori come i politici
sovente sono il padre,
la madre,
il fratello o la sorella.

La loro favella non vale un euro bucato
parlando, blaterano palliative promesse
aspirapolveri affamati d’acari
rinnegando si rimangiano il declamato.

Parolai,
dimenticano i fatti e la storia
se maligna e avversa
ai loro interessi

Parolai,
covo di vipere, sepolcri imbiancati
ricolmi di putredine senza vergogna
viaggiano scortati dalla menzogna.

Parolai, verbo senza verità
e la parola di un uomo è viva
quando non si ha timore dei fatti
di ciò che si è e che si ha commesso!

Parolai
demagoghi rinnegati senza storia
nascondono i misfatti sotto un lercio tappeto
obbligando gli ex commensali ad osanarli
salvatori reietti del pensiero debole.

Parolai, scarificherebbero due figli
Sull’altare della menzogna,
per indebito profitto ai restanti
pur di salvare le apparenze delle pubbliche virtù.

Parolai,
impongono il silenzio col ricatto,
scacciando le vittime dei loro misfatti dalla mensa
se si permettono di chiedere Verità!

Marco Bazzato
08.11.2010
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domenica 7 novembre 2010

"Dedicato "a Sabrina Misseri, L’urlo muto


“Dedicato” a Sabrina Misseri

Occhi sgranati verso il nulla,
un respiro che in gola muore,
una cintura m’uccide l’aria
e un mondo che svanisce.

Negli occhi la morte,
la vita che se ne va
pensiero d’un futuro che si dissolve
annebbiandosi verso l’addio.

Non ci sono lacrime
niente dolore, solo stupore
per quella cinta che serra la gola
per la vita che muore.

Quell’ultimo respiro
orgasmo sconquassante
d’un coito mai avvenuto
divenuto l’ultimo amplesso assente.

Il piacere giungente come saetta
con l’incidere della pelle sulla mia pelle
segnato dalla carne della mia carne
ultima immagine di un mondo annebbiato.

Ti ho sentita giungere
mi ha salutato e toccato,
tra parole cariche di odio
tra la vita che soccombe.

So che godevi d’un piacere lacerante
mentre le lacrime mi rigavano il volto
in mezzo ai sogni che si dissolvevano
e il corpo mio s’afflosciava privo di vita.

Guardami, guardami, guardami
cugina mia, sangue assassino del mio sangue
sorella mai avuta che m’ha ucciso
guardami, imprimendoti per sempre il tuo orrore.

Tu credi che oggi dal fondo della mia tomba
o che prima dal pozzo nero
non udissi il respiro delle tue menzogne?
Ma io ci sono, e resterò sempre con te.

Ormai sono andata, ormai sono partita
verso l’ultimo eterno viaggio
ma come angelo sterminatore
sarò con te, nei tuoi incubi.

Abbracciami e muori con me, cugina mia,
abbracciami perché da qui all’eternità
sarò tua compagna e fedele amica
nel buio della cella, tua tomba e mia tomba.

Marco Bazzato
07.11.2010
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Piange la morte



Piange la morte
per ogni vita puttana che nasce,
per ogni vagito d’amore che sboccerà.


Ascolta, oh vita
il piacevole l’urlo straziante
d’un esistenza che muore.

Guarda morte mia bella
il pianto dei vivi che si affardellano
per vanagloria, vita e sesso.

Udiamo l’esalare degli ultimi rantoli
immagine eterna
di consunzione delle carni, senza fine.

Tocca, vita destinata a terminare
il soffio d’infinito che ad ogni passo t’abbraccia,
perla celata in cuore destinato a soccombere.

Piangi morte
la gravidanza infetta della vita,
parto maledetto che andrebbe soppresso.

Oh vita, impreca e turpiloquia
la morte che ti è stata tolta durante l’esistenza
bramando l’ultimo volo che ti chiama dall’abisso.

Odi vita le trombe di Gerico che giungono
conducendoti a casa
in sarcofago dorato di stelle, croci e mezzelune.


Uomo, sii apostolo di Morte
ultimo giaciglio
vero ristoro per l’eternità.

Uomo, sii messaggero e postulatore
d’ un Regno Eterno che è Via
nemica della fallace illusione di “essere”.

Uomo, aiuta all’ultimo viaggio
induci l’ultima partenza
verso ultima fermata: il nulla!

Piangi morte
la vita, tua sposa ti ha abbandonato
ma l’ultimo dì tornerà da te, per sempre.

Marco Bazzato
07.11.2010
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mercoledì 20 ottobre 2010

La “sacra famiglia”


A tutte le “famiglie perbene”

Chiusa a bozzolo omertoso
tra mura domestiche
son celati scempi e scelleratezze.

“Sacra famiglia”
fulgido esempio di silenzi e menzogne
angolo oscuro di iniquità e ingiustizie.

In te si celano violenze e nequizie
orchi assassini
nascosti tra materassi e coperte.

“Sacra famiglia”
a te si sacrificano figli e figlie
violentando e vendendo i tuoi frutti proibiti.

“Sacra famiglia”
nei tuoi angusti spazi
omicidi e pizzini, indelebile marchio di sangue versato

In te vige in silenzio sulle cose da non dire
l’obbligo di tacere
per non rovinare la pubblica immagine.

“Sacra famiglia”
alcova oscura di fulgidi lavoratori
celati dai sorrisi di compaesani e cittadini.

“Sacra famiglia”
estremo esempio di legali inganni
di artifizi raccontati per “risparmiare” il tributo a Cesare.

“Sacra famiglia”
osannato seme del male
semini messi nefaste mietute dalle generazioni future.

“Sacra famiglia”
prona a un dio maligno
invocato a oscuro protettore.

“Sacra famiglia”
ti odio e ti amo
attendendo la tua disfatta , erosa dalle piaghe del tempo.

Amici e nemici
Vicini e lontani
Lasciate ogni speranza se conoscente la “Sacra famiglia!”


Marco Bazzato
20.10.2010
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lunedì 18 ottobre 2010

Avetrana, Turisti dell’orrore



Come cadaveri s’aggirano
necrofori e necrofili
al piacere della morte in diretta.

Guarda la tv,
la luce rossa ti riprende
tocca il portone e la salma ti avvolgerà in gloria.

Camminate come zombi affamati di carne umana
Vampiri pronti a stillar
ultime lacrime di sangue.

L’aria profuma di cadaveri,
col membro che scivola
nel corpo avvolto dal rigor mortis.

Pallide pelli grigie,
volti affamati di notorietà
tra avvoltoi cercanti le carogne sorvolanti il cielo.

Festoso pellegrinaggio nella tana degli orchi
gaudenti raccoglitori di messi infette
fan fremere di gioia i venditori di souvenir.

Varcate quella soglia maledetta
e il mondo attorno cambierà
faro oscuro di luce buia e infetta.

I suoi resti son nella tomba
tra effluvi d’un corpo sfatto
che mai vedrà l’immortalità.

Piangono i demoni per l’angelo sepolto
mentre i vivi come carcasse vuote
s’aggirano tra le vie del borgo.

Respirate l’aria imbiancati sepolcri
ultimi effluvi d’un mondo morto
e un mesto funerale v’accompagnerà al camposanto.

Marco Bazzato
18.10.2010
http://marco-bazzato.blogspot.com/

giovedì 7 ottobre 2010

150 anni unità d'Italia


Italia, patria unita a parole,
ancor oggi divisa
tra romani, siciliani e padani.

Cosa festeggiamo?
Una Paese unito da massoni,
Garibaldi, Mazzini e… Berlusconi.

Cos’è la Costituzione?
astratte parole dimenticate
con il popolo disoccupato e leggi calpestate?

Chi onoriamo?
Un Re che ha unito il Paese
O una Repubblica che ha distrutto le attese?

Non sei un Paese sovrano ma sottomesso al Vaticano
con un concordato firmato da un dittatore fucilato
e un primo ministro morto latitante ,scacciato a moneta sonante.

Se un Paese divorato da piovre diverse,
mafia, camorra, ndrangheta
e organizzata criminalità
che non lasciano spazio alla libertà.

Sei Paese con i beni culturali che cadono a pezzi
con scuole crollate
per ribaldi che hanno gonfiato sui prezzi.

Sei nazione
con pochi incensurati in parlamento
ma in compenso di inquisiti ricolmo,
con i cittadini “colpevoli” d’averli resi loro signori.

Per fortuna la maggioranza degli italiani
è diversa da chi li rappresenta,
costretti a provar pubblica vergogna,
quando emigrati dal loro paese vengon riconosciuti.
“Oh, italiano…mafiso..” Non importa se sei veneto o molisano.


L’Italia, patria di poeti,
santi, navigatori e puttanieri e preti pedofili
dove il letame appare come unica superficie per chi dall’estero ti osserva.

Italia, patria di italiani
stranieri e islamici,
dai mille volti diversi che si detestano e si amano.

L’Italia non vive solo a Roma, Torino, Firenze o Venezia
ma in ogni angolo, provincia, città e paese
che bestemmia,prega e lavora, incapace d’arrivare a fine mese.

Italia, a fatica crei cultura,
e da decenni vivi sulle spalle
dei fasti dei Grandi polverizzati dal tempo,
zoppa nel rinnovarti faro di civiltà e sapienza nel mondo.

Italia, ancor oggi divisa
tra fascisti,antifascisti comunisti
dove vince chi alimenta la disunione
con i cittadini asserviti ai giochi di palazzo.

Povera Italia
Schizofrenica e senza identità
perché nella storia
divisa in cento Stati e città.

Italia,
gli italiani ci sono
ma divisi sotto una bandiera
scissi tra infamità e onestà.

Italia, che ha dimenticato Ellis Island
quando eri noi la zingara nel mondo,
e i tuoi figli trattati e scacciati come appestati.

Italia, sai unirti sotto i disastri della natura e dell’uomo
dedicando nell’attimo il tempo a chi soffre,
ma non sai ricostruire, perduta tra rivoli di ruberie e cecità.

Italia, struggi il cuore
Oh mio Bel Paese
perché sei la mia patria, ma oggi ti vedo bella, dannata e perduta.

Marco Bazzato
07.10.2010
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“Incestuoso” sangue necrofilo

Dedicata a Sarah

L’ha strangolata,
uccisa
e posseduta.

Uno “zio” animale e maiale,
parente “incestuoso” e bestiale,
la morte andrebbe pagata con la morte.

Ha goduto con un cadavere,
ha provato piacere dal sangue del suo sangue
questo è il cristiano che ammazza la nipote.

Ora il paese ammutolito tace
ma forse fin da prima chi sapeva taceva
per non creare pubblico scandalo.

Spesso la famiglia è i covo di ogni infamità,
padri, madri, zii, sorelle e fratelli
sono lupi travesti da agnelli.

Come può uno zio ammazzare
e violentare il corpo morto
e sangue di famiglia?

Parole e aggettivi
sono sassi scagliati al cielo
preghiere rivolte a quel Dio dormiente e assente.

Lo Stato non condanna a morte,
se il popolo facesse giustizia
la mano di Dio sarebbero pietre scagliate dalla folla.

Giustizia
è l’unico grido silenzioso
di una madre ormai senza più lacrime.

Marco Bazzato
07.10.2010
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mercoledì 6 ottobre 2010

Quando un padre si comporta da padre


Quando un padre e una madre si comportano da genitori
riparando piano piano al danno
il figlio non può che essene grato.

I passi verso la nuova comprensione della storia e degli eventi
son lunghi e faticosi per tutti,
ma bisogna saper guardare al passato senza vergogna.

È arduo il dialogo tra genitori e figli,
è arduo il dialogo tra fratelli
quando troppe porte da parte di tutti sono state sbattute.

Ma tutto potrebbe avere nuovo inizio
se sussiste la volontà di vedere le ragioni dell’altro
se sussiste il desiderio di on vedere solo se stessi
e i propri interessi.

Ci vuole coraggio per riprendere in mano
un rapporto paterno e figliale
logoratosi nel corso degli anni,
e il coraggio è solo dei giusti,
che san riparare nel presente e nel futuro
agli errori passati.

Ogni persona porta nel cuore il peso dei propri sbagli,
siano essi genitori, figli o fratelli,
ma solo l’intelligente sa partire con rinnovato ardore.

Marco Bazzato
06.10.2010
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Grazie Saul!


Dedicata all’apostata Saulo di Tarso

Grazie Saul per avermi bloccato
Tu, col Catechismo della Cattolica Chiesa,
- sempre che ne abbia compreso qualcosa –
osannante alle parole “venerabile” don
“onorato istigatore di “Liberazione e Comunione”

Ho gioito quando ho visto il mio nome bloccato,
nemmeno mia moglie, Euridice, tracia donna straniera
ti sei degnato averla per virtuale amica,
forse perché ortodossa al cattolico papa,
protettore di preti pedofili,
o per non “appestarti” la pubblica bacheca.

Nella Villa - Reggia, il Saul convertito,
va a manifestare l’amore per Dio-mammona,
padre e demiurgo del “retto” pensiero di Lilith,
in “Santa Comunione” altri adepti del mercimonio.

Ognuno prega il suo dio,
compreso il dio topo e il dio rana
ma il mio non è baro e mendace,
perché non m’ha scacciato dalla casa del Padre.

E tu, sua sposa, parafrasando come scrive San Paolo ai Colossesi 3-18:
“Voi, mogli state sottomesse ai mariti,
come si conviene al tuo signore.”

Non ti preoccupare, Saul,
non ho vergogna di chi sono,
non ho vergogna dei miei pensieri in rima espressi,
perché solo colui che scappa dalla sua ombra
ha timore del passato e della sua storia,
- ma io non ha timore di coluro che pensano sia “visionario o folle -

Perché Come disse quel “tale” duemila anni fa:
“Beati i perseguitati a causa della giustizia
perché di essi è il regno dei cieli”.


Marco Bazzato
06.10.2010
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martedì 5 ottobre 2010

Chi semina odio si farà odiare


Dannati i seminatori di odio
perché le loro messi saranno maledette
e i loro raccolti dati alle fiamme.

Chi nella vita si cela dietro alla legge
infuriandosi poi se rispondon in egual modo
pagheranno i dolori della solitudine e dell’abbandono.

La prima giustizia dovrebbe essere del cuore
e non solo la “Legge”
in nome di un’arbitraria “verità”.

La storia dell’Uomo è costellata di guerre,
mariti contro mogli, figli contro padri e fratelli,
figlie contro madri e sorelle.

L’avidità è la Grande Prostituta di Babilonia,
meretrice e mietitrice di ogni infamie nefandezze,
Dolce Signora vestita di morte
gravido ventre eterno d’ogni dissapore.

Sta scritto nel Siracide:
“Contro un padre empio imprecano i figli, perché sono disprezzati a causa sua”
“Meglio chi nasconde la sua stoltezza di chi nasconde la sua sapienza.”

Il cielo si infurierà con l’empio
Quando per lucro disattenderanno le Sue leggi
e in Terra si raccoglieranno lacrime, sangue e pene senza fine.

Bruceranno tra le fiamme dell’eternità
coloro che dalla loro casa hanno scacciato i figli
che ne hanno calpestato la dignità.

La Madre celeste vede gli atti delle Sue figlie,
ma senza giudicare, piange e soffre per loro,
affidandole alla misericordia dell’Altissimo.

E il Figlio dell’Uomo disse:
Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto.. Pertanto ciò che avrete detto nelle tenebre, sarà udito in piena luce;..

Marco Bazzato
05.10.2010
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Madre ferita



Figli miei, piango per voi.

Io, vostra madre mi sento abusata,
vecchia, stanca di quest’uomo che mi flagella e calpesta.

Sentitemi il respiro, antico e rantoloso
che emette dalle profondità del mare lacrime nere.

Le mie ferite sono vostre ferite,
un gridare, sconquassante la superficie della Terra
è il rombo delle placche che stridono dall’inizio del tempo
come una donna sconvolta dalle doglie del parto,
distruggente e creante, spargendo sangue tra dolori di morte e vita.

È il lamento della natura che vive
del mio essere che si evolve,
mentre voi, creature che mi deturpate, soffocandovi la volta del cielo
non udite il richiamo del Creato che vi supplica di fermavi
che vi implora di guardare a me come un anziana
trasportante i vostri pensieri nel cosmo.

Toccatemi, sentitemi, ascoltatemi, vi parlo attraverso segni, ferite e squarci
vi parlo attraverso il vostro respiro, ansimante di conquiste
ad un futuro che sta dissolvendo
da un presente che non tornerà più.

Figli miei, oggi non avrete un domani se non guarderete a me
come un miraggio reale che può svanire
lasciandovi soli, affamati e morenti,
soli, e senza vita, privati un giaciglio ove riposarvi le membra.
attendendo un dì che potrebbe non giungere domani.
.
Ci sono, ci siamo, teniamoci per mano,
toccatemi le frode dei secolari arbusti uccisi,
polmoni sezionati per lastricare nuove vie,
modellati in orpelli, mobili e sgabelli.

Figlioli,l’artico calore che vi protegge
vi sta allagando, sommergendovi
le acque si stanno ritirando, il deserto
vi ruberà i terreni più fertili
lasciandovi affamati e assetati
costringendovi ad uccidervi tra fratelli
per azzurro che disseta e nutre.

Figli miei, sono stanca di parlavi
rimanendo inascoltata
oggi non vi lascio, ma vi lascerò
e quel giorno piangerete per la Madre Terra perduta.
Marco Bazzato
05.10.2010
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Il totalitarismo dei tuoi ricordi


Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero
Anonimo

Chi è il padrone dei tuoi ricordi?
A te che ti sono nel cuore o coloro che non vorrebbero che fossero declamati?

Ognuno è signore della propria storia,
degli eventi che è stato testimone,
delle parole che ha udito siano esse sante o infami.

Alcuni sproloquiano che narrare della propria esistenza
è mettere a nudo la vita d’altrui,
raccontandone deiezioni e olezzi,
ma se hanno vergogna dei loro effluvi
non è un problema tuo.

Opinioni come altre
ma alla fine semplici opinioni,
e l’oratore ha gli stessi diritti dell’insabbiatore.

Tutti ogni giorno si liberiano dei rifiuti
fisici o mentali, scorie intestinali
o nauseanti pensieri per anni malassorbiti.

Ogni rifiuto deve essere rilasciato, evacuato
Liberando gli ostruiti i canali siano essi intestinali o mentali
tirando lo sciacquone dei pensieri
liberandoli nel mare dell’etere.

Il tuo vissuto è una tua intellettuale proprietà
a te spetta il diritto o dovere
se parlare o tacere.

Nessuno ti può obbligare all’omertà
se altri hanno vergogna per i loro atti
è un problema che non ti appartiene.

Racconta la tua verità
il confronto espande le idee
il silenzio è padre dei totalitarismi e dei fascismi.

Questa si chiama libertà!

Marco Bazzato
05.10.2010

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lunedì 4 ottobre 2010

La conversione


Dedicata a G.B



“Io non sono cattiva, mi dipingono così!”
Non era sua colpa se amò più la “carota” che il coniglio,
bianchi, neri, mulatti e “ortaggi e mandingo”.

Un dì, folgorata da Pdor figlio di Kmer sulla via di Damasco,
la convertì
al Dio vero: denaro- mammona.

Come “Berta filava”
col marito figliava
dando mostra di sé al Banco dell’Alimentare solidarietà,
zelota Mercante del Tempio.

Gli anni passarono
Le rughe crescevano
i seni, caddero, scaraventandola in mistica disperazione.

La donna pregava,
offrendo sacrifici al tabernacolo
del “dio Fava”
“membro” assente dei 12 eretti ,che non l’ascoltava.

Un dì si stancò
e tornò ad assaporare ortaggi tra scaffali e discount
godendo in “tutti i luoghi e tutti i laghi”.

Mai sfinita e inappagata in mantide si trasformò,
e fu posseduta da mille piselli.
desiderosi di dissetarsi alla fonte dei suoi favori.

Alla fine si scoprì prigioniera di false preghiere
si ribellò, narcotizzò il marito, cibandosene tra “cetrioli r banane”
bramosa nel saziarsi di piacere in ogni istante.

Marco Bazzato
04.10.2010
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Dedicata al Sommo Poeta Dante Alighieri


Dedicata al Sommo Poeta Dante Alighieri
e ai poeti conosciuti e sconosciuti


Cos’è la poesia se non finzione e inganno,
cos’è la poesia se non una storia sgorgata dal cuore,
nata nella mente di un ignoto autore?

Tutte le storie narrate hanno un fondo reale,
un fondo di vita persona, proprio o altrui,
ma sono storie in versi narrate.

Dove sta l’infamia di un poeta cantastorie?
Dove sta il dolo se i nomi son assenti
simboli universali d’amori e misfatti?

È bastardo e mendace il poeta eventi
avvenuti in luoghi inventati
a fulgida memoria d’un tempo defunto?

Il poeta,scrive, il poeta narra
osservatore e scrivano
per lui il tempo è immobile ed eterno.

Non esistono eventi piacevoli o spiacevoli
non esistono parole o storie da non narrare,
il poeta o scrittore non può smettere d’esser
n testimone e inventore della vita propria o altrui.

Il poeta e lo scrittore declamano l’amore. l’orrore,
l’onore e il disonore
rendendo immortale l’eternità.

Marco Bazzato
04.10.2010
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domenica 3 ottobre 2010

I principi bruciati della conoscenza


\Dedicata a Giordano Bruno (Nola, 1548 – Roma, 17 febbraio 1600)

Esistono regole non scritte nel cuore dell’uomo
son regole del giusto, dell’onesto
di colui che non ha timore della propria storia.

Quando i principi morali son calpestati e derisi
il mondo crolla, la famiglia collassa,
gli affetti più cari diventano volti sbiaditi.

La lontananza in alcuni fa nascere l’amore
in altri fa sentire gli affetti più cari
come aridi figuri approfittatori.

Il giardino dell’uomo non è la casa ma il mondo,
vivere nell’illusione che altri non vedano chi siamo
è la follia di colui che si crede perfetto,
è l’illusione di chi che vive arroccato tra mura di fasulle certezze.

“Chi che è senza peccato scagli la prima pietra”,
ma “Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello,
e non t'accorgi della trave che è nel tuo?”
è il velo di Maya dei presunti perfetti.

Tutti commettono errori nella propria esistenza,
solo il Cristo, il perfetto tra i perfetti
è stato crocifisso come bestemmiatore, rivoluzionario, nemico di Roma.

Ma anche Roma è capitolata,
invasa , soggiogata e asservita per secoli a nuovi padroni
rimanendo città di eterno splendore

Il giusto potrà essere ucciso e gettato in una fossa comune,
bruciato o dato alle fiamme come Giordano Bruno, l’eretico,
ma gli saranno dedicate strade, vie e intitolate piazze, a imperitura memoria
per ricordare ai posteri per l’infamia subita,
monito alleggiante della “forza” del potente.

Marco Bazzato
03.10.2010
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venerdì 1 ottobre 2010

Il poeta, giardiniere de “I fiori del Male”


A Charles Baudelaire (1821-1867)

Il valore del poeta sta nell’attaccare i potenti
rendendoli zimbelli agli occhi del mondo .

La verità nascosta tra le metafore
la storia presente, nascosta tra le pieghe del passato,
la metafora che sbugiarda la bugia
sbocciando come un fiore a primavera.

Non c’è infamia nel poeta che narra a versi il vissuto proprio o altrui,
non c’è offesa nelle parole
che emergono dal millenario passato o da un evangelico testo,
al poeta tutto è permesso, al poeta tutto è consentito
perché la sua arma è la parola, il versetto e rima baciata.

Il poeta, a differenza del vile, non si nasconde,
ma proclama al mondo le verità inconfessate,
che si vorrebbero dimenticate,
e seppur nella povertà, sa vivere di pane , cipolla e onestà.

Chi ha paura del poeta che narra una storia?
Han paura coloro i cui pensieri non dovrebbero esser rivelati,
ma il poeta non ha timore delle proprie nequizie
perché attraverso la rima narra le proprie nefandezze.

Il poeta è uno spettatore distaccato degli eventi,
ma gli subisce sopportandone pesi fardelli,
portando sulla pelle l’infamità, insulti e offese.

Il poeta non ha paura dello scontro,
ma quando si uccidono i poeti si uccide la storia del mondo,
quando si uccidono gli scrittori si ammazzano i cronisti dei fatti,
e quando si uccide un artista, lo si ammazza perché affetti da viltà congenita.

Il poeta è un dio maledetto da Dio,
uomo della diaspora che se ne è andato dalla sua terra,
si è allontanato dal suo paese e poi bandito dalla casa natia,
che vive come un’anima errante
in cerca di serenità e pace.

Il poeta è il giardiniere de “I fiori del Male”
che narra d’amori, verità, giustizie e ingiustizie,
senza aver vergogna dei giudizi del mondo.

Marco Bazzato
01.10.2010
http://marco-bazzato.blogspot.com
/

L’illibata Salomè



In virginale foia lo baciava
togliendogli con la lingua
tatrtaro, muco e catarro.

“Vergine si accosterà all’altare”
affermava al mondo il promesso
prima dello sposalizio
costretto a turgida impazienza.

Ma Salomè
danzava nei topless bar, night club
e da Erode a palazzo
facendo capitolar la testa al Battista.

Nella portantina, anima affranta
sproloquiava senza pace
costretta ad accogliere in grembo
il misero e vecchio dardo dell’uomo appena sposato.

“Il testimone” servitore e portantino udiva
e con a coda dell’occhio vedeva
la fame che ardeva nel fuoco indomabile
dell’insaziabile sposa.

Fu una prima notte di urla e grugniti,
tra fiotti di sudore e umori
profusi sul talamo
che non ebbe venia e pace.

Il dì seguente
a sole già alto
il virginale lenzuolo di raso bianco
era solo sudato, schizzato
ma non di virginale sangue macchiato.

Tra di loro scese il silenzio,
l’uomo aveva capito,
era nuovamente stato ingannato,
ingannato come era accaduto anni prima con Sabrina.

Egli si perse nei pensieri
nei ricordi di Donna Beatrice
dantesco amore non consumato
primo adolescenziale ardore mai morto.

L’ex testimone ripensa a quello sposalizio
a quella sua “testimonianza”
e vorrebbe gettare nel fuoco della Geenna
quelle “maledette fedi infette”.


Marco Bazzato
01.10.2010

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Sepolcri imbiancati

Si vive in un mondo ingannevole e falso,
ma se bugia e menzogna
trova riparo in famiglia
è un mondo perduto.

Cos’è un figlio per il padre?
Cos’è un figlio per la madre?
Una persona o un oggetto
da depredare di identità e rispetto?

Risposte, risposte,
risposte gettate sul tavolo
come carne avariata,
odoranti di carne ammuffita.


Cosa sono le risposte
false e senza ritegno
quando gli innocenti come infamanti,
e colpevoli trattati come santi?

“L’obbligo” al silenzio muore
quando la nequizia impera
la verità vien manipolata
servile al signore e padrone.

I fatti emergeranno
dalle tombe e dai sepolcri imbiancati
i morti avranno voce
e i vivi piangeranno dolorose lacrime amare.

I colpevoli stracciandosi le vesti proclameranno la loro innocenza
addossando all’innocente le responsabilità dei loro atti
dandogli del pazzo, del barone e fallito,
ma costui parlerà per sempre, fino alla morte!



Marco Bazzato
01.10.2010
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giovedì 30 settembre 2010

“Caifa” il “Pater Familias”

“Altri favoritismi a Pilato e Giuda, ai danni di Emmaus: è vero…”


“Caifa il sacerdote” lo ha scritto
definendo ingrato – via ambasceria – il secondogenito,
incapace di leggere e comprendere gli eventi.

Emmaus capisce,
capisce e vede.

Sa che il “nuovo Tempio”
edificato su campale “terreno consacrato”
nella “Serenissima Vicus Novus”
a mezzo “miliarius” dalla “via fluvius” incompiuta,
è lì, svettante al cielo,
è visibile dal mondo, è visibile da lontano.

Il nuovo “moloch”
frutto dei “sacrifici” di Giuda e Pilato
e dei risparmi elargiti dal sommo ai prediletti.

760 mila sesterzi d’oro
contiene la bisaccia non spesa da Giuda e Pilato
che oggi nel silenzio
sotto la volta del loro “Tempio”
rinchiusi in un nuovo forziere,
pontefici di un Augusto sinedrio
tacciono e legiferano.

Emmaus attenderebbe la resa di quasi 40.000 sesterzi
esplicitati a “Caifa” nell’opera “Le sue prigioni”
ma il “Pater familias”
vorrebbe imporre il “sigillo del silenzio”
altrimenti Emmaus sarà “crocifisso” .

“Crocifisso” come quarant’anni fa
quando venne offerto in olocausto a Euscalpio, il dio “Pagano”
che lo salvò.



Marco Bazzato
30.09.2010
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La “giustizia” del “padre”

Arrabbiato e furioso
per l’ennesimo rimprovero subito,
arrabbiato con Dio e con il mondo
per quelle ingiuste urla,
il suo grido a Dio si è elevato.

Sopra il cammello rosso
il quindicenne gridando
l ha bestemmiato
imprecando a quel Dio nel cielo
che nemmeno insultandolo riusciva a trovarlo.

Il padre ha udito nella distanza
l’ingiuria al Padre celeste.

Ma il Dio del cielo né condanna e né perdona
il “dio padre” in Terra
fece volare le mani sul volto dell’adolescente.
Non uno, non due,non tre, ma più del multiplo di tre
non finchè il viso non arrossì per le busse.

No!
Fino a quando il braccio e la mano del “dio terrestre” non sé stancata.
Ma nè lacrime né suppliche di perdono non l’hanno intenerito.
Troppo forte per il padre l’idea
di cosa potessero pensare di lui, “gli altri” come genitore ed educatore.

Gli altri…gli altri...

Come se questi, come fan tutti,non vedessero chi fosse
e non sapessero chi era,
“tutti citrulli”.

No, per il padre, “gli altri” sono una masnada di ciechi e orbi,
una masnada di persone senza testa.

Beata illusione dei vedenti che non voglion vedere.

«Cosa ti ho insegnato?»
Urlava tra un ceffone e un altro.
«Hai rispetto per Dio e per chi ti ha sentito?»
»Cosa diranno gli altri di noi come famiglia?»

Aveva il volto paonazzo,
la bocca schiumava di rabbia,
e i vicini che hanno udito le sue grida
che han dimenticato immediatamente
la bestemmia del figlio del “padre” terrestre.
“Dio perdona, ma io no!”
Forse pensava tra se e se
tra uno ceffone e un altro.

Dio…Dio…
Quando lo si vuole ci si arrocca alla religione,
ma quando è fastidiosa emorroide da asportare
la si getta unita a tutto il creato
per lo scarico, come un improvvisa evacuazione gastrica
che colpirebbe la viscere se
la coscienza si risvegliasse da
“Il sonno della ragione genera mostri”*

Il Padre celeste perdona la bestemmia a lui,
ma il padre terrestre, superiore a Dio
ha distribuito secondo sua “giustizia”.

Una “giustizia” senza freni e sosta.

Una “giustizia” che nella mente del padre terrestre
è ancora unica, vera, indiscutibile,
perché a suo dire si crede infallibile.

*opera pittorica di Francisco Goya nel 1797



In verità vi dico: ai figli degli uomini saranno perdonati tutti i peccati e qualunque bestemmia avranno proferita; ma chiunque avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo, non ha perdono in eterno, ma è reo di un peccato eterno." (Marco 3:28,29)


Marco Bazzato
30.09.2010
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mercoledì 29 settembre 2010

Emmaus bandito dalla casa del “Padre”

Emmaus è stato bandito
scacciato come un ladro che si intrufola nella notte.

Emmaus non ha rubato, ma non voleva più tacere
voleva conoscere e sapere,
ma certe domande non dovevan esser poste
le polveri non dovevano essere sollevate
ma in una casa pulita
nessun granello sfugge all’occhio del “Padrone”

Per le sue domande, Emmaus, è stato bandito.
Non ci sarà più un giaciglio per lui
non ci saranno più parole di conforto
perché ha osato a sollevare la testa
dalla polvere dove era stato gettato.

La paura della verità
è la madre di tutte le menzogne,
la paura del confronto
è l’arma dei codardi,
la paura della parola gridata
è il grido delle coscienze smarrite
delle coscienze perdute.

Emmaus è stato bandito dalla casa natia
come un appestato portatore di colera
come l’infame che ha rotto il silenzio.

Emmaus non si piegherà,
non darà respiro, venia e pace
a coloro che come un appestato l’hanno scacciato.

Emmaus è come “una voce di colui che grida nel deserto”
e griderà sino al suo ultimo alito di vita.

Marco Bazzato
29.09.2010

Dio degli inganni e bugie

Il mondo è come una famiglia
buona e ostile
santa e malefica.

Il mondo è un universo da conoscere
da scoprire, ove al destino non si sfugge.

Tutto alla fine giunge,
ma la morte non è l’unica resa dei conti.

Il silenzio scuoterà le coscienze dei dormienti
e in un unico coro si alzerà una sola voce:
Giustizia

Giustizia, assassina dea bendata
ladra nella notte
giungerà a castigare i vivi ei morti.

Se esiste un Dio vero
non dovrebbe dormire.

Se esiste un Dio vero, dovrebbe essere cinico e spietato
contro gli ipocriti che in pubblico lo pregano
durante l’atto penitenziale.


Se esiste un Dio vero
dovrebbe cancellare i bugiardi.

Se esiste un Dio vero, dovrebbe essere un Dio giusto
e non una divinità assopita dalle false litanie.


Se esiste un Dio vergogna
dovrebbe far ardere di vergogna gli infami.

Ma è un Dio assente
o forse è il Dio dell’inganno e della menzogna.


Marco Bazzato
29.09.2010