mercoledì 14 febbraio 2007

Il diritto di dissentire

Pochi giorni fa scrissi un articolo, dove con chiarezza ribadivo il dissenso ai Di.co, alla legalizzazione delle coppie di fatto, spiegandone in termini scherzosi, ma da alcuni definiti apocalittici, altri dandomi quasi del razzista, perché esponevo la mia netta contrarietà a riguardo le unioni civili.
Come alunni lettori hanno scritto, l’istituzione matrimoniale, civile e religiosa, soffre di una profonda crisi d’identità, che ha portato all’aumento vertiginoso delle convivenze, basate sulla mutua assistenza, ma in primo luogo sulla volontà di non aver nessun tipo di vincolo legale, libertà assoluta d’unirsi, sfaldarsi, rimettersi assieme, a uso del momento e delle convenienze dell’attimo. È proprio in virtù di questa libertà che il Di.Co è un paradosso legale, perché non ha senso dare protezione legale, diritti a coppie, che per scelta hanno deciso che a loro non confà nessun vincolo.
Le ipocrisie servono a poco, perché quanti si dichiarano favorevoli a queste forme, si lasciano manipolare dal politicante di turno, da quanti in tv, nei comizi, nei salotti spargono lodi a queste forme d’unione, a meno che in Italia, come sempre non si nasconda il bisogno di dare diritti a destra e a manca, mascherando come necessità delle coppie conviventi, il diritto di’unione “matrimoniale”, a persone non di sesso opposto. Ecco che l’arcano, l’inghippo, l’assurdo giuridico, sfoderato contro le masse che si accontentano del primo urlatore che ha un microfono sotto il naso che grida qualche banalità ad effetto, cadono all’amo della giaculatoria politica, e dell’oratoria da centro sociale, che per loro stessa natura sono anarchici e refrattari ad ogni regola.
Evidenziai che i Di.Co, sono stati sbandierati come una conquista di civiltà, come se il giorno precedente, l’intero Paese non fosse stato null’altro che colmo da una mansnada di incivili, barbari, esseri abietti, senza pensieri propri, senza coscienza, deturpatori delle libertà altrui, una nazione incivile che rinchiudeva nei getti, che isolava, e nascondeva sotto lo zerbino realtà scomode o pruriginose.
Il punto è che siamo assuefatti a tutto, e tutto ingenera indifferenza, e in virtù di quest’indifferenza, nel nome dei diritti, di tutti, ci si schiera anche a favore d’ogni bestialità giuridica, l’importane è saperla vendere come spot promozionale, con parole ad effetto che colpiscono quanti, presi da debolezze si lasciano corrompere in ogni dove, dimostrando ancora una volta che una delle peggiori realtà dell’italia massificata, sempre pronta a pensare con la testa altrui, mai con la propria, è disposta a cedere il passo alle proprie idee e convinzioni personali, rifugiandosi nell’anonimato del grido urlato della piazza, perché il pensiero proprio ha abdicato a favore dell’altro, ma l’altro, pensa solo al proprio interesse, usa i manipolabili per raggiungere il suo scopo.
Scrissi anche che questo era il primo passo verso la legalizzazione della poligamia. Impensabile in Italia! Diranno alcuni, certo com’era impensabile fino a pochi anni fa il vedere seppur di serie b o zeta, legalizzate le unioni tra individui dello stesso sesso, tanto è vero che solamente venti o trent’anni fa era impensabile una tv piena di eterofobici, che senza pudore alcuno attaccano in modo velato o palese l’istituzione matrimoniale solo perché per libera scelta non la possono ambire.
Appare ancora più paradossale, che certe persone che mi scrivono, mi accusino d’essere filo vaticano, un estremista religioso della peggior specie inginocchiato alle gerarchie di uno Stato Straniero, che prendo posizione in loro favore. Nulla di più falso, e privo di fondamento, in quanto non c’è bisogno di nessun Vaticano, di nessun prete più o meno schierato in posizioni teologiche estreme, per ribadire quella che è una realtà biologica ovvia, ma naturalmente a determinati intellettuali dell’ultima ora, l’ovvietà è una banalità, non come essenza della realtà, che seppur complessa ha come base la semplicità.
Perché una persona che si riconosce in una storia biologica, naturale, animale eumana, descritta dalla scienza in ogni libro di testo, da quello più elementare a quello più complesso, dove i fondamenti stessi dell’evoluzione sono basate su realtà non scritte da qualche dio teologico, ma dalla natura stessa allo scopo di evolversi e preservarsi, deve andare contro la natura stessa, per uniformarsi ad un presunto pensiero dominante, infarcito di spiegazioni scientifiche faziose, scritte all’uopo per incantare.
Le persone dello stesso sesso vogliono sposarsi, vogliono convivere, vogliono costruirsi una psudo famiglia, in nome dei valori in cui però solo loro si riconoscono, nessuno glielo proibisce, facciano pure, nessuno vuole negargli questo “diritto”, ma essi vorrebbero che quanti la pensano in modo diverso da loro, si uniformassero al loro pensiero, perché loro non si uniformano a quelli di quanti pensano e vivono in modo diverso da loro?
Desiderano mantenere la loro individualità, giusto, ma anche gli altri desiderano mantenere la propria, senza snaturarsi dalle loro convinzioni personali e sociali.
Nella società esistono dei muri non abbattibili, fratture che nessuna legge di Stato potrà cancellare, leggi che invadono l’interno dell’individuo stesso, nella parte più profonda e nascosta dell’essere, e è in virtù di queste convinzioni personali che l’individuo, ogni individuo ha il dovere di non uniformarsi passivamente al pensiero pubblico dominante, ma mantenere inalterata la sua essenza e la sua coscienza, esattamente come i pacifisti, i medici obiettori che si rifiutano di praticare l’aborto, ma si sa il pensiero mezzo orbo e mezzo sordo è una costante italica che negli ultimi anni emerge ogni giorno di più in modo sempre più lampante e destrutturate per il Paese stesso.

Marco Bazzato
14.02.2007
http://marco-bazzato.blogspot.com/