lunedì 1 gennaio 2007

Benvenuto 2007?

Bene o male non si è morti, e nonostante tutto si parte di nuovo, si continua sulla stessa via tracciata o ci s’incammina su una nuova via, ma il consueto peso di fardelli, stupidità, idiozie e amenità varie continuerà indefesso.
Il nuovo giorno che si fa strada dopo la notte di bagordi porterà come sempre lo stillicidio di rimbambiti con le dita mozzate dai botti, innocenti colpiti dall’imbecillità altrui per la gioia d’un attimo, e tutto per cosa? Per bere, per sentire il bang di una bomba carta illegale, solo per mostrare ad altri una gioia finita che porta con se disgrazie e dolori infiniti.
Ci vorrebbe un tour operator che portasse i bombaroli dei botti in qualche teatro di guerra a divertirsi sotto i razzi traccianti, o di qualche cluster bomb, quello sarebbe un degno festeggiare per tanti loschi cretini.
Ma i sogni migliori finiscono all’alba, dove con la testa pesante che urla improperi e aggettivi indicibili a divinità presenti e passate, i timpani fischiano e la bocca è impastata da troppi cibi inutili inducono finalmente a domandarsi perché, e cosa si festeggia.
Si festeggia la morte, il cadavere dell’anno ancora caldo appena impiccato e consegnato alla tomba tra rulli di tamburi e grida impazzite, risvegliante l’animalità primitiva insita nell’uomo. Si festeggia il non sapere d’essere morti, o in modo ottimistico la presunzione d’essere ancora vivi, anche se i dolori al capo e la stanchezza spossante portano a domandarsi se n’è valsa la pena.
Ripartono i soliti drammi, i soliti affanni, le solite menzogne per illudere se stessi e il mondo che tutto continuerà ad avere un ordine definito, un senso relativamente assoluto di presunte certezze fasulle e immutabili, ma come ogni umano che si rispetta e si rispetti, si sa che è l’ennesima balzana fandonia inventata per trovare un ipotetico motivo d’alzarsi dal letto per affrontare il nuovo giorno.
Siamo alla mercee di noi stessi, di quanti sopra, sotto, di lato, da dietro abusano dell’uomo, siamo alla mercee di chi comanda, di chi vorrebbe comandare, ma è una nullità davanti al proprio volto allo specchio. Siamo alla ricerca di un nirvana, un Dio vero o inventato, d’un feticcio che dà un senso ad un’esistenza spesso vuota, colma d’amarezze e sofferenze, siamo figli del dolore, della malattia, di pianti disperati, quando la vita d’una persona cara parte per un'altra vita, un altro lido, a volte noto, ma spesso ignoto.
È arrivato il nuovo anno, oppure continua il putridume dei giorni, dei mesi, degli anni che si sentono sulle spalle, nel cuore o nella mente, che ci affondando dal peso dell’incidere del tempo e fa cedere le ginocchia. Già oggi è continuazione del vuoto passato: sempre le solite vecchie notizie di morti, dolori, pianti, e gossip idioti per renderci spettatori passivi e invidiosi di quanto vorrebbero raggiungere, ma non potranno mai toccare.
Viviamo nell’invidia guardando all’altro, ma abbassando lo sguardo dell’occhio omicida di chi vorrebbe essere in quel mocassino, nell’abito firmato, sotto la luce dei riflettori, avvolti dalla stupidità e vanità imperante, dimenticando che si ha una vita finita, ma che si vorrebbe per fede, per verità, per aiuto umano o per supplica divina esserci all’infinito.
Benvenuto anno nuovo, sei come un carro funebre condotto da un becchino ubriaco, dove tutti ci tocchiamo sperando che il pianale posteriore sia gia occupato al tuo passaggio, pregando che quel giorno funesto arrivi dormendo, arrivi mentre l’alcol annebbia la mente, mentre un petardo esplode a poche centinaia di metri, e in un lampo di sanità mentale, imploriamo che quel botto non sia un colpo di mortaio che ammazza civili innocenti, che non sia un razzo sparato da un militare o un cecchino annoiato, che non sia l’ennesima follia dell’uomo che non conosce festività, ricorrenze e giorni santificati alla pace, ma solo giorni e notti illuminate da traccianti maledetti di guerre assassine che non hanno pietà dell’uomo che stringendosi gli intestini usciti dal ventre di questa maledetta ma unicamente gioiosa vita che giunge al termine, lasciando aperto l’ unica domanda priva da sempre di risposte vere: perché?

Marco Bazzato
01.01.2007
http://marco-bazzato.blogspot.com/

Nessun commento:

Posta un commento

.Visto il barbarismo espressivo di qualche utente anonimo, i commenti potranno essere moderati e/o rimosssi a insindacabile giudizio..
Il titolare del blog declina qualsiasi responsabilità civile, penale per i contenuti dei commenti dei lettori, in quanto unici titolari, che se ne assumono la completa paternità e con l’invio del post, dichiarano implicitamente compreso quanto sopra