domenica 30 settembre 2007

Anoressia? No grazie


La nuova campagna pubblicitaria del fotografo Oliviero Toscani continua a far discutere, perché il creativo che già in passato, era riuscito ad avere le prime pagine dei giornali, aprendo dibattiti, scandalizzando l'opinione pubblica con le sue immagini shock nemmeno questa volta si è smentito, tanto che il Comune di Milano, ha deciso di far togliere i manifesti, timoroso che potessero influenzare negativamente l'opinione pubblica.
Ma cosa c’era di così scandalizzante in questi manifesti? Nulla. Nient'altro che una semplice modella anoressica in posa plastica, che liberamente ha deciso di prestare il volto, e il corpo scheletrico, ad una campagna pubblicitaria contro l'anoressia.
Ma cosa veramente spaventa? La paura della malattia? Gli enormi occhi sporgenti della modella, che con sguardo supplichevole sembrano dire: «Non diventate come me!». I seni cadenti e raggrinziti, ormai come carne morta, penzolanti verso terra, attratti dalla forza gravitazionale?
Quel manifesto ha una forza ed una violenza visivo-simbolica conturbante, che affascina e attira perché il sottile filo della vita dell’anoressica, è quasi impercettibile, dove l'esistenza, di quanti soffrono questo dramma, che spinge all'autoconsunzione, porta lo spettatore a prendere coscienza di un’esistenza, che “volontariamente” si sta spegnendo.
Ma nel delicato mondo ovattato di oggi, dove i morti ammazzati in Tv sono una costante, dove la visione della violenza e della morte tocca e sfiora lo spettatore, solamente come un buffetto di vento e poi svanisce, quell'immagine reale e colma d'angoscia, spaventa.
Spaventa perchè prendere coscienza della realtà, è visto da alcuni come un dramma, come una paura atavica che deve essere rimossa dalla coscienza collettiva, e l’uomo contemporaneo, così anestetizzato dal caos quotidiano, ha orrore nel vedere uno dei volti violenti della malattia e della sofferenza.
Oliviero Toscani, con la brutalità visiva che gli e riconosciuta, senza timore mostra il dolore e l’orrore di un corpo che decade, di una vita che vuole spengersi, spinta da sconosciute voglie autodistruttive, e questo lascia annichiliti. Lascia annichiliti perché, sebbene per scopi pubblicitari, non si vuole pensare, si ha paura di spaventare, si ha orrore dell'orrore che colpisce centinaia di ragazze, che vivono in solitudine questo dramma.
L'uomo, specie l'Europeo, che vive in un oasi felice di "Pace Armata" ha perso il contatto con il dramma quotidiano della morte, dove da un lato cerca di rimuoverlo, dall'altro, specie le giovani, ipoteticamente spinte da modelli mediatici distruttivi, cercano angosciosamente l'eliminazione del grasso, presente nella mente, spingendosi a ricercare una morte, tramite consumazione, che le porta ad essere, secondo i loro schemi di pensiero, simili ai modello proposti, ma mai soddisfatte della propria estetica e tendenti, e come guerriere kamikaze, a sognare - a volte giungendovi - ad una morte lenta, dolorosa, sfinente e sfiancante, che non lascia spazio a dubbi e interpretazioni di sorta.
Non deve far paura la pubblicità della modella scheletrica, anzi, l'immagine stessa, deve portare a riflettere su un dramma sociale, figlio dell’opulenza e della ricchezza, figlio del benessere e dell’immagine, dell’apparire, anziché dell’essere, che fa cortocircuitare le psichi delle più deboli, ma che non deve essere imputata alla moda, ma ad altre cause, a conflitti interiori che spesso le ragazze hanno in se.
Colpevolizzare una campagna pubblicitaria, che ha avuto il coraggio di mettere sotto gli occhi di tutti la sofferenza e autodistruzione, deve far riflettere su come, l'uomo contemporaneo ha rimosso, come merce sporca o carne avariata, la sofferenza, e preferisce attaccare un fotografo, piuttosto che avere l'onestà di farsi una seria autocritica, di quanto nel baratro essa sia sprofondata, e quanta paura ha quando qualcuno lo fa - seppur per scopi pubblicitari - notare. Questa si chiama: Ipocrisia da struzzi con la testa sotto la sabbia, timorosi nel vedere e capire, deprivati soprattutto della volontà di curare.
Marco Bazzato
30.09.2007
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martedì 25 settembre 2007

Catastrofe Miss Italia





Finalmente è finita, grideranno sottovoce conduttori e spettatori. L’agonia, durata quattro giorni, per l’elezione della “più bella d’Italia” è giunta al termine, sebbene le note polemiche e dolenti, sin dalla prima serata, con la sfuriata in diretta di Loretta Goggi, non sono mancate. Dicasi lo stesso per le serate successive. Polemiche diverse s'intende, ma non per questo meno dolenti e che hanno messo a nudo le carenze e la mancanza di mezzi, anche economici, dell'organizzazione, che non ha saputo o potuto, come in passato, creare una manifestazione degna di questo nome e della sua storia.
Una delle note più dolenti, è stata la doppia conduzione, affidata ad un inossidabile Mike Buongiorno, e a una “novizia”: Loretta Goggi, che cercando d’atteggiarsi a prima donna spesso, non solo, scombinato la scaletta con interventi inopportuni, al limite del buon gusto, e risate fuori contesto, mettendo a dura prova i nervi dello storico conduttore, che in più di un occasione, ha mostrato pubblicamente evidenti segni di insofferenza nei confronti della collega, ma mettendo in evidente disagio, l'organizzazione, che dalle inquadrature fatte alla Mirigliani, in più di un occasione, ha mostrato evidenti segni di nervosismo.
Una Miss Italia, così caratterizzata da attriti, pochezza di mezzi, e scarsa presenza di personaggi internazionali di grosso calibro, non ha giovato all'aria che si respirava al Palacotonella, né tantomeno alle partecipanti, che non hanno esitato a manifestare, nella serata conclusiva, il disappunto, all'eliminazione, da parte del pubblico a casa, di una loro favorita.
Fare un elenco di cosa, nella macchina organizzativa, non ha girato sarebbe come sparare sulla croce rossa, mentre porta qualche paziente colpito da infarto all'ospedale, anche se tra fin dalle prime inquadrature si è notata una regia, svogliata e disattenta, spesso impossibilitata, per colpa dei continui interventi della Goggi, che spezzavano il ritmo del programma, facendo saltare la scaletta, con disappunto, spesso trattenuto a stento da Mike Buongiorno, che non ha favorito il lavoro dei tecnici di studio, costretti a continui salti, tra un conduttore e l'altro.
Praticamente, non è stato un bello spettacolo da vedersi, Indipendentemente dalle dichiarazioni ufficiali, per le polemiche delle ragazze nei confronti di Guglielmo Mariotto, reo d’ aver preso le misure ad una miss, sembrano aver premiato, forse complici le continue risse televisive, gli ascolti, ma non facendo un buon servizio d'immagine ad una manifestazione, che come ha dichiarato Mike Buongiorno nel "Dopo Miss" andrebbe rivista, specie nella lunghezza, e in alcuni suoi punti portanti che hanno mostrato la corda.
C’è un’ultima domanda che riguarda i conduttori. Perchè, forse si chiedono in molti, Miss Italia è stata affidata a due veterani, uno tra i quali è un mostro sacro della tv, invece che a volti emergenti?
Le polemiche e i colpi di fioretto tra Mike Buongiorno e Loretta Goggi, non sono destinate a spegnersi, in quanto il presentatore, non ha esitato nella conferenza stampa di martedì, ha attaccato la partner, colpevole di non avergli posto le scuse per il suo comportamento - poco professionale - dopo che lo stesso l'aveva "proposta", sebbene i dirigenti Rai, fossero di opinione diversa.

Marco Bazzato
25.09.2007
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mercoledì 19 settembre 2007

Politica e scariche intestinali


Sembra che il ciclone Grillo, non riesca a trovar freno, e la paranoia istituzionale, ha colpito addirittura l’ex inquilino del Quirinale , con un pressante invito, seppur non citandolo espressamente, al comico Genovese, che la politica, deve essere fatta nelle sedi appropriate. Giusto, belle parole, scritte sapientemente da qualche scrivano fiorentino, ma nei fatti, nascondono il terrore che i Nostri Signori Medioevali, hanno nei confronti dei loro servi della gleba: il popolo.
Ma come? Fino a pochi mesi fa, la piazza era sovrana, e massima espressione di libertà dei cittadini, solo se sul palco c’era però un politico a parlare contro la parte avversa, ma ora, che in cattedra sale un giullare, un buffone, l’uomo della strada, il comico, ecco che tutto cambia: le battute nei confronti dei politici, di punto in bianco diventano insulti, e forse in un prossimo futuro, reati di lesa maestà.?
“La democrazia è in pericolo” grida “l’Italicus parlamentaris” rinchiusi nei"gabinetti” ministeriali, mentre uomini coi seni siliconati, come pervertiti, gridano il loro sdegno perchè non possono espletare le loro funzioni fisiologiche nei cessi femminili.
Ma, l’apoteosi della paura politica, ha fatto scomodare addirittura il direttore del Tg2, che oggi ha pesantemente attaccato Grillo, accusandolo, indirettamente, d'istigazione alla violenza.
Lo Stato risponde al comico nel modo più virulento possibile, cercando di far appello alla ragionevolezza, alla calma, al silenzio, in nome della democrazia, al rispetto delle sedi istituzionali, unico luogo – secondo i politici - veramente deputato alla dialettica politica – così simile da tempo a quella delle bettole di quarta categoria, piene di vecchi ubriaconi , mentre le chiacchere da bar, le Feste dell'Unità, i Palzzetti dello sport, gremiti da anni di spettatori, oggi diventano, per causa di Grillo, un luogo di rivolta sociale, d'aggregazione sediziosa di padri di famiglia, studenti, casalinghe, massaie, operai, che progettano, forse, non si sa quali attentati ai posti di lavoro dei politici italiani, dimostrando nei fatti che lessa non si regge grazie alla forza morale delle Istituzioni, ma grazie alla paura e al silenzio dei cittadini, e basta un comico, e un libro, per mettere in cortocircuito i meccanismi istituzionali, che evidentemente hanno tutti i virus maligni di un modus operandi di regalie e intrallazzi, m non ha, l'antidoto quello vero, nell'espellere frutti e comportamenti, che da decenni, come un cancro in metastasi, avvelena gli italiani, ora stanchi e alla frutta, lentamente alzano la testa, inziando a presentare il conto di decenni di sprechi e regalie, spinti dalla goliardia di un comico, visto dal potere, scaricante scariche intestinali di panico, come sedizioso attaccabrighe forcaiolo fascista da fermare con ogni inganno possibile, anche a costo d'andare contro la realtà dei fatti e della storia, pur di mantenere stipendi e prebende e appannaggi regali, che fanno invidia alla Corte di Re Sole.
Nel Pinocchio di Collodi, il “Grillo” parlante, finiva spiaccicato sulla parte, per aver detto la verità a quel bugiardo di pinocchio. Si spera, che in futuro, il “Grillo” reincarnato, possa schivare il martello, ma i segnali, che la mazzata potrebbe essere in arrivo, sono sempre più pressanti, visti i venti di tempesta, e le fosche nubi che si addensano sempre più nere sopra il capo del comico Genovese.

Marco Bazzato
19.07.2007
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Moschea a Bologna



La costruzione della Moschea di Bologna, la più grande d’Europa, sembra avere, almeno per ora, subito una battuta d’arresto,certo non grazie alla sparata di Calderoli, che provando ad imitare Beppe Grillo con il suo ormai famoso V-Day, che sta mettendo il lassativo negli stomaci dei politici italiani, sentono forti dolori di stomaco e movimenti intestinali, spasmodici, spaventati per la rivoluzione pacifica, voluta dal comico genovese, propone di portare a spasso i maiali sul terreno destinato alla nuova struttura religiosa, nel quartiere Pilastro del capoluogo emiliano.
Indipendentemente dagli aspetti politici del problema “Moschea”, che dovrebbe essere messo prima ai voti, tramite referendum popolare dai bolognesi, rimane il fatto, che, piaccia o no, l'islamizzazione, italica procede di pari passo con gli immigrati islamici – utili solo, quando si tratta di far fare loro i lavori che gli italiani non vogliono – e con la seconda generazione dei medesimi, italiani a tutti gli effetti, hanno il diritto, al pari dei cristiani d’avere i loro luoghi di culto.
Molto probabilmente il secondo rinascimento italico, paradossalmente potrebbe svilupparsi attorno, come lo fu nel medioevo, a questi nuovi luoghi di culto e ricreativi, in quanto, il musulmano, a differenza dell'europeo o dell'italico, ha un attaccamento alla propria Fede, e forse potenzialità economiche ed interesse, molto di più quanto ne abbiano i cattolici della domenica.
Non va dimenticato, che nel giro di qualche decennio, potrebbe cadere il dominio cattolico, come religione dominante, non solo in Europa, ma anche in Italia, se non ci si renderà conto, che la nuova ventata religiosa, potrebbe spazzare via l’attuale, stanca e logora, con una ventata, non si sa se positiva o negativa, di rigida religiosità, non guardante più a Roma, ma alla Mecca come punto focale di riferimento e preghiera.
Vedendo il tutto sotto l’ottica della stretta attualità portare spavento, ma non va dimenticato, che Roma stessa, prima di diventare Cristiana era pagana, secondo quello che poi fu definita dalla nuova religione dominante, e non ci sarebbe da stupirci, se nel volgere di meno di due secoli, la vecchia religione cristiana, possa essere considerata, dalla nuova religione dominante, una sorta di idolatria pagana da cancellare dalla storia.
Il processo, sarà lento ma inarrestabile. Si inzierà chiedendo lo spegnimento delle campane, specie al venerdì per non turbare la preghiera, e nel contempo, i muezin, dall'alto dei minareti, diffonderanno la loro voce, tramite altoparlanti. Ogni giorno, ogni settimana, mese anno, decennio, sempre in modo più stingente, man mano che i fedeli islamici aumentano, portando via, zone sempre più ampie di quelle che in futuro non saranno più le antiche città cattoliche come oggi le vediamo, con le loro cappelle, chiese e basiliche, ma sarà un futuro totalmente diverso, non necessariamente peggiore, o addirittura potrebbe - secondo alcuni – essere addirittura migliore.
Ma tutto questo non lo vedremo noi, ma i nostri discendenti, forse non più figli della religione cattolica, ma di quella islamica, ma che in fin dei conti, al pari dell’ebraismo, ha come padre Abramo.

Marco Bazzato
18.09.2007
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venerdì 14 settembre 2007

Tirano Grillo per la giacchetta



Ormai è chiaro, la politica con la A maiuscola, tira Grillo per la giacchetta, e lo fa nelle forme e nei modi, che gli è più congeniale: il dileggio e la chiusura, pronta sfruttare ogni passo falso del comico genovese.
La domanda che molti si pongono è: Grillo scenderà in campo, dopo questa acclamazione a furor di popolo?
La risposta naturalmente spetta al diretto interessato, anche se commetterebbe il più grosso errore della sua carriera, se dopo aver attaccato per anni il sistema, decidesse di farne parte, visto che ne verrebbe risucchiato., e inglobato.
Ma quello che spaventa Il Palazzo, è l’enorme popolarità del giullare interonauta, che con un semplice articolo, può spostare centinaia di miglia di voti in ogni elezione, e questi voti, alla fine si trasformano in contributi elettorali, fanno gola ai "Signori del Castello” che per mantenere i loro privilegi, da anni, in modo bipartisan, dissanguano le Casse Statali.
Grillo fa paura, perché muove la piazza, sposta persone senza bandiere, mobilita senza schierarsi con nessuno, e, appare agli occhi dei politici arroccati in difesa, una mina vagante, un pazzo, che con la scusa della satira, secondo loro, dileggia accanendosi sugli sprechi, sui parlamentari "imposti come scelta obbligata" al popolo italiano, costretti a votarli, per mancanza di informazioni adeguate circa le loro fedine penali, che in quanto condanne passate in giudicato, e quindi atti pubblici, dovrebbero essere esposte su ogni seggio elettorale, al momento delle elezioni, visto che non violerebbero la privacy dei suddetti.
Alcuni "intellettuali” affermano che già ora, il comico parla da politico, snaturandone così l'essenza, impauriti forse dal seguito, in constante aumento attorno alla figura e alle battaglie "satiriche" del genovese.
Dicono che Il Beppe nazionale, dovrebbe smetterla con il populismo da quattro soldi, con piazzate demagogiche che accendono gli animi, esagitandoli, oltre una possibile e teorica soglia di sopportazione, forse già da tempo superata, ma non compete a Grillo trovare le soluzioni, il suo ruolo come comico e intrattenitore nei teatri e nelle piazze italiane, è quello di puntare l'indice sul disagio, sulle malefatte, sugli errori, gli sprechi dello Stato, che ricadono sui cittadini. Sta alla politica quella vera, porvi rimedio, trovare soluzioni eque alle richieste inviate anche attraverso un comico, ai loro rappresentanti. Ma se la politica, dopo aver preso possesso della poltrona, si disinteressa dei cittadini, allora si potrebbe pensare che si sta assistendo ad una forma di dittatura strisciante e silenziosa, di oligarchia, che non permette e non vuole il cambiamento, e che qualsiasi istanza è pericolosa per il potere stesso, per questo ora hanno paura, e che i grandi manovratori, non vogliono essere disturbati, da chiacchercci banali.
Agli tialici politici fanno paura le piazzaesenza bandiere, perchè avulsi a vedere il popolo schierato in fronti opposti, sono pericolose, perchè le piazze senza simboli sono unite, non divise in fazioni l'una contro l'altra, che secondo l'antico motto romano: Divide et Impera, permette di mantenere gli occhi puntati sul popolo, frammentandolo in schieramenti, mentre le piazze unite, hanno gli occhi puntati verso i Palazzi, ha le orecchie tese ad ascoltare, la coscienza vigile a non farsi derubare su scala planetaria. Questo spaventa, fa venire il latte alla ginocchia, fa tremare le vene ai polsi, credendo che se il Paese ha fame di giustizia, possa sfamarsi solamente con brioches imbevute di sonnifero.

Marco Bazzato
14.09.2007
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martedì 11 settembre 2007

Vaffanculo Day: I Palazzi romani tremano


Nonostante la sfortuna, che ha voluto che nel giorno del Vaffa Day, organizzato da Beppe Grillo, si tenessero anche i funerali di Luciano Pavarotti, l'evento del comico genovese, ha fatto tremare un bel pò di vene politiche. visto che i continui attacchi frontali di Grillo, sono passati dal virtuale, alla manifestazione di piazza, ed il terrore politico più grosso si è manifestato per le quasi mezzo milione di firme raccolte, a favore di un Parlamento Pulito, e una politica più attenta alle richieste dei cittadini.
Come aveva da tempo previsto il comico, i grandi media nazionali, hanno fatto il possibile per non aprire una finestra informativa, degna ad un grande successo popolare, sull'evento, questo la dice lunga sulla tanto decantata liberà, ed indipendenza degli organi d'informazione nel nostro Paese.
La politica, forse per la prima volta dopo sessant’anni, si è sentita sola, braccata dal fiato al collo dei cittadini, al centro dell’attenzione nazionale, con gli occhi puntati verso i palazzi del potere, con menti più aperti e meno disincantati, sicuramente stanchi dai privilegi che La Casta degli stipendiati, continu ad alimentare se stessa, spremendo nel contempo le tasche degli italiani.
D’altronde Grillo, non chiede altro che la politica torni ad essere materia degli italiani, che non ne possono più d'essere trattati come servi della gleba dai signori feudali, non delle segreterie di partito. Grillo chiede, esattamente come i contratti a termine della Legge 31 denominata legge Biagi, che anche i parlamentari, come i precari, non possano fare più di due legislature. Se una legge, stando a quanto afferma l’onorevole Casini,è giusta per creare nuovi posti di lavoro, seppur precari, non si capisce il perchè essa non debba essere applicata alla classe politica che dirige il Paese.
Grillo chiede anche che i rappresentanti eletti dal popolo, non dalle segreterie di partito, abbiano le fedina penale pulita, ossia nessuna macchia che possa turbare l’elettore, al momento delle elezioni, mentre oggi, secondo quanto riportato nel suo Blog ci sono ventiquattro condannati in via definitiva.
Dire che l’iniziativa del Vaffa Day, è stata populista e arruffa popolo, è un insulto da parte di un certo modo di fare politica, che non fa onore al politico stesso, che dpvovrebbeovrebbe avere l’umiltà di scusarsi, perché, costituzione alla mano, l’articolo 1, nella seconda parte è chiarissimo:
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
Affermare, come poi ha sproloquiato l’onorevole Casini, che il Vaffa Day è “la più grande delle mistificazioni. Una manifestazione di cui dovremo vergognarci perché è stato attaccato Marco Biagi che invece andrebbe santificato”.
Con il pieno rispetto per la memoria del Professor Biagi, ucciso dalle Brigate Rosse, a cui lo Stato Italiano, aveva negato la scorta, come riporta l quotidiano La Repubblica del 9 agosto 2002 firmato da Paola Cascella, attaccare Beppe Grillo, perché in alcuni suoi articoli "Schiavi Moderni" denuncia i difetti della legge 31, tanto che Marco Travaglio, pubblicato sull’Unità del 10 settembre, prende le difese del comico Genovese, come del resto, l’onda anomala grillesca, sta trovando sostegno comici, come scrive il Corriere della Sera, avendo come spalla, addirittura il Presidente della Camera, Fausto Bertinotti, Che dice: «E' una vecchia regola della politica, se si lasciano spazi vengono riempiti. Non prendiamocela con chi lo fa».
Attaccare un comico, che per sua natura, ha il dovere d’essere giullare e spina nel fianco del potere, come ha fatto, secondo definizione grillesca, l'onorevole Casini in Caltagirone, non fà un servizio ai cittadini italiani che reclamano trasparenza, e nemmeno all'ex presidente della Camera dal 2001 al 2006, che forse dimentica, non volendo ricostruire i fatti della morte del professor Marco Biagi, che egli è martire degli errori dello Stato, colpito dalla mano omicida delle Brigate Rosse, che non ha saputo proteggerlo, come dichiarò la vedova a suo tempo, "Lo Stato lo abbandonò", riporta La Repubblica del 19 aprile 2005 scritto da Paola Cascella.

Marco Bazzato
11.09.2007
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sabato 8 settembre 2007

Maddalene McCann uccisa dalla madre?


Sembrerebbero finalmente ad una svolta le indagini sulla scomparsa della piccola Maddie, la bambina inglese di quattro anni, sparita dalla villa affittata dai genitori, lo scorso tre maggio, in Portogallo.
Stando alla ricostruzione fatta dagli inquirenti portoghesi, la madre avrebbe. Kate McCann, somministrato a Madlene una dose eccessiva di tranquillanti, per potersi recare al ristorante con il marito. La bambina sarebbe morta, a seguito di un’eccessiva somministrazione dei medesimi, e la madre, assieme al marito ne avrebbe occultato il cadavere, e successivamente spostandolo, venticinque giorni dopo l'annuncio della sparizione, usando un auto presa a noleggio, dove sono state riscontrate tracce di sangue e reperti biologici della bambina.
Se così fosse, ci si troverebbe innanzi a una serie di reati, abusi, e violenze di ogni genere compiute dai genitori, entrambi medici, “che non potendo permettersi una baby sitter”, preferiscono sedare i figli, concepiti dalla madre tramite inseminazione artificiale,uccidendone una, inscenando una commedia strappalacrime planetaria, fatto di pietismo, appelli per la liberazione della piccola, udienze papali, viaggi in giro per l'Europa, per sensibilizzare l'opinione pubblica internazionale sul destino di questa bambina dai grandi occhi e capelli biondi.
Ma, come si fa dare dei sedativi dei bambini? Con che coraggio una persona del genere, può ancora avere il coraggio di definirsi Madre ed essere chiamata madre dai media? Una madre, che si dice tale, non lascia i figli soli in casa, seppur concepiti in provetta, rincretinendoli per andare a cena col marito, non inscena un caos mediatico, un movimento globale di sensibilizzazione sociale, facendo partire la caccia al pedofilo, quando l'orco, il demone maligno, il male, è proprio le?
Con che coraggio si occulta il corpo della figlia, e dopo venticinque giorni, quando il mondo è mobilitato, va raccogliere le spoglie di una bambina, forse già in fase avanzata di decomposizione, per nasconderla in altri luoghi?
Domande che lasciano basiti anche i colleghi medici in psichiatria. Domande, dove molti commentatori italiani, cercando di trovare dei parallelismi con il delitto di Cogne, provano a trovare risposte. Sembrava, che Anna Maria Franzoni, secondo l'accusa, avesse raggiunto una vetta, ma che evidentemente quest’abisso sembrerebbe stato superato dalla dottoressa inglese.
Fa ancora più riflettere la proposta della polizia portoghese, che in caso ci confessione piena dei genitori di Madlene, hanno proposto una condanna a soli due anni di reclusione.
Se le accuse fossero provate, sarebbe una pena ridicola, indipendentemente da quello che prescrive la legge, per una donna che droga la figlia, uccidendola, – anche se per errore – ne nasconde il cadavere, con la complicità del marito, spostandolo in seguito e inscenando una farsa criminale mediatica di queste proporzioni. Ma davvero la vita di una bambina di due anni, uccisa barbaramente, può essere legalmente barattata con due anni di galera? Di che giustizia stiamo parlando? Se si sevizia un cane, picchiandolo, prendendolo a bastonate, e poi facendolo a pezzi, si rischia una condanna ben più pesante. Forse la vita umana, la vita di una bambina di quattro anni, vale meno di quella di una bestia? Se fosse così, la vera bestia non è l'animale, ma l'uomo.

Marco Bazzato
08.09.2007
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venerdì 7 settembre 2007

Populismo arma impropria?



Secondo l'attuale politica dominante, l'italiano medio, sarebbe un populista forcaiolo, pronto a sbattere in galera ogni farabutto, non importa se lavavetri, o politici scafati, puttane, e puttanieri, non importa se violentatori a pagamento di minorenni, cercando giustizialismo a tutti i costi.
Per fortuna esistono i comunisti italiani, che cercano di educare il popolo, per ragioni politiche diverse, comportandosi allo stesso modo garantista di Forza Italia. I Primi per difendere tossici, puttane e spacciatori, i secondi per garantire l’impunità ad una politica ridotta all’ombra di se stessa.
In mezzo questa battaglia, non sui bisogni reali del Paese, ma infingardamente ideologica, l'estrema sinistra radicale, sta mettendo in crisi il ministro Amato, accusato di comportarsi, come forcaiolo giustizialista dell'ultima ora, provando a dare risposte alle istanze di legalità provenienti dai cittadini comuni, ma i Comunisti, dall'alto della loro spocchia, fregandosene dei bisogni della società civile, minaccia di far mancare i numeri al governo in carica, con la scusa che esso avrebbe bisogno dei loro voti, e tendolo de facto ostaggio dei desideri di anarchia, di questo partito, che dice di parlare a nome del popolo e delle masse, mentre invece, si dimostra connivente, con certi comportamenti, nemici di un libero vivere sociale.
Piaccia no, l'illegalità, diffusa, è un vizio italico d'antica data, certificata anche da molti osservatori stranieri, da anni vivono nel bel Paese.
La società civile, tanto cara alla classe politica, quindi lavoratori, impiegati, contadini, liberi professionisti, operai, manovalanze, artigiani – buona solo in tempo di elezioni politiche o amministrative – da tempo denuncia, inascoltata, che l'Italia è patria del malaffare. Che certe regioni, specie nel centro sud, sono strozzate dal raket, dove il pizzo è diventato un obbligo, un imperativo, che se nelle parole dei vari governi degli ultimi vent'anni , doveva essere debellato e vinto, ma nei fatti, sta infettando ogni giorno di più il Paese, aggredendo l'economia, come un cancro, dove nessun politico degno di tale nome, ha mai avuto la forza, complice il lassismo cronico, di porvi rimedio.
È populismo, chiedere a gran voce, che lo Stato mandi l’esercito per eliminare mafia, camorra, ndrangheta e altre associazioni, che come un pus, avvelenano l’Italia?
È populismo chiedere, un minimo di legalità, fermando il racket della prostituzione minorile, e regolamentando finalmente il meretricio, la prestazione d'utero o altro, con leggi appropriate, affinchè zoccole, non importa se escot d'alto bordo, povere disgraziate, o marchettari con voci rauche e tette di gomma, siano costretti a vivere nel terrore d'essere aggrediti da qualche infame, che dopo la prestazione, non vuole pagare il servizzietto?
È da populisti, chiedere che s’intervenga col pugno di ferro contro drogati, impasticcati, spacciatori, trafficanti nazionali ed internazionali di droghe e pastiglie sintetiche? È populista dire che esiste una parte di gioventù con i neuroni fumati da alcolici e superalcolici, viziati da genitori incapaci, che hanno rifiutato il dialogo con i figli, e preferiscono metter loro in mano banconote da cento euro, e sotto il culo bolidi da 50.000 euro, per poi piangerli ipocritamente, quando si maciullano contro un albero, o sbattono addosso ad altre auto, fatti come scimmie e rincretiniti come somari dai neuroni spappolati, coinvolgendo nei loro sfaceli notturni, persone ignare, innocenti innanzi alle colpe morali di certe "famiglie", che poi incolpano in modo pilatesco, il fato, la sfiga, la sfortuna, per la tragica perdita del loro figlio alcolizzato, tossisco o impasticcato?
È populista chiedere la confisca dei beni illeciti, sequestrati ai mafiosi, a regole più certe, per assassini e stupratori, ladri d’appartamento, che entrano nelle case degli italiani, e dopo pochi giorni sono nuovamente a piede libero?
È populista domandare che lo Stato la smetta di dare benefit a chi ha ammazzato padri, madri, fratelli e sorelle, e che dopo pochi anni di carcere, sono nuovamente liberi, mentre i corpi degli sventurati marciscono sotto due metri di terra, e nessuno, nemmeno il presunto pentimento dei colpevoli potrà riportarli in vita?
È populista pretendere, che tra le fila dei nostri eletti, non figurino figuri con fedine penali infinite, e che la nostra politica non faccia nulla per cambiare le regole del gioco, visto che ha il coltello dalla marte del manico, e la possibilità di legiferare a favore degli onesti,ma preferisce i caos legulei e normativi, alla certezza d’essere rappresentati, in tutte le sedi istituzionali da soggetti, con la fedina penale integra?
Non si può continuare a chiedere al cittadino il rispetto della legalità, quando questa è aggirata da mille cavilli, da mille virgole, che dicono tutto ed il contrario di tutto, creando una babele, dove nemmeno il più acuto degli esperti di diritto, può umanamente destreggiarsi.
Siamo un Paese alla bancarotta economica, m orale e sociale. Un Paese dove i furbi passano avanti, dove la sopraffazione ha preso il posto dei meriti, del rispetto individuale e sociale, un Pese, dove è in teoria non esiste censura, ma in pratica, molte notizie del panorama italia, vanno ricercate nei media stranieri, meno asserviti al potere, e più trasparenti quando si tratta di informazione.
L’Italia è una barca alla deriva, un Titanic che sta colando a picco, non per l’iceberg che la potrebbe colpire, ma per la zavorra d’immoralità, di etica distorta, di lassismo, perdonismo, buonismo e garantismo a tutti i costi, che si porta appresso.
Sta colando a picco, per il mostruoso deficit, che fino a pochi anni fa veniva quotidianamente aggiornato dai media, mentre oggi, è taciuto, o si omette di dirlo in cifre chiare, usando solamente vuote percentuali, che non dicono nulla al popolo, ma solo ad una manciata di pochi eletti, che ogni governo imputa, lavandosene le mani, sempre ai governi precedenti, ma in pratica non fa nulla per eliminare gli sprechi, anzi, parla solo di ridurre le spese, non privilegi regalati, ad una classe politica autoreferenziale e donati agli amici degli amici degli amici, che ricadono sulle tasche della collettività.
Un’Italia, che a differenza della Fenice, non può risorgere dalle sue ceneri, perchè i gas venefici, la cenere, il letame del malaffare diffuso, dell'impunità divenuta legge di Stato, dei diritti dei primi, contro gli obblighi degli ultimi, la uccide, snaturandola anche dalla sua essenza millenaria di creatività storico-artistico e scientifica, dove ormai siamo solo un fanalino di coda - rotto - dell'Europa, un gigante virtuale dai piedi d'argilla, che si bea dei fasti dei secoli passati, ma oggi, a fatica riesce a produrre, creare, e rendere eterne opere, e rivoluzioni culturali, facendo rivoltare i grandi del passato italico nelle loro tombe.

Marco Bazzato
07.09.2007
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giovedì 6 settembre 2007

Vita eterna a te, Madre Morte


Gli ultimi due giorni italiani sembrano funestati da strani presagi. La morte dell’imitatore Gigi Sabani, e del tenore Luciano Pavarotti. Il primo stroncato da un infarto a casa della sorella, il secondo, dopo una lunga malattia – un cancro al pancreas – che l’ha condotto, alla alle prime luci dell’alba di oggi, giovedì 6 settembre 2007, tra le braccia dell’oscurità eterna.
Indipendentemente dal cordoglio umano e dal dolore che si può provare innanzi a queste perdite, rimane il fatto, che la morte, dolce rapitrice,che a differenza dell'anonima sequestri sarda, porta via gli affetti più cari, non chiedendo riscatti.
La morte, questa oscura e piacente creatura, con il sorriso suadente quando incontra lo sguardo del predestinato, lo prende, lo coccola, accogliendolo, facendo tornare, indistintamente piante, animali, ed esseri umani, allo stato del nulla, trasformando il tutto, secondo i suoi tempi e modi, in polvere, cenere, ossa consunte e crani ingrigiti.
Tutto con la morte scompare. Trasmigra in altro mondo, un altro universo, per alcuni, realtà di fede, per altri semplice putrefazione di carne e materia inanimata.
L'ultimo viaggio, l’ultimo salto verso l’ignoto, verso la scoperta delle origini stesse dell’uomo, per chi lo compie, deve essere un’esperienza quasi mistica. La realtà sfuma, il mondo conosciuto improvvisamente si allontana, evapora, diventa di colori indistinti, tenui, bordati di bianchi ed oscuri che prendono, abbagliano, giocano con gli ultimi frammenti di respiro, come una piovra che con tentacoli e ventose si attacca alla pelle, succhiando le ultime energie vitali. Finchè il nero avvolge corpo e coscienza completamente. Spegnendolo per sempre.
Ricordi, emozioni, esperienze, sapere, odi e amori. Tutto finisce nel nulla. Tutto scompare in quel grembo immenso partoriente, espellente la vita, verso la morte, facendo tornare il nulla, realtà prima ed essenziale dell’antevita, come realtà estrema e totale dopovita, in morte.
L'ultimo viaggio, è un viaggio a volte strappato, a volte atteso, cercato, bramato, un viaggio dove gli ultimi respiri sono lenti affannosi, dove il muscolo cardiaco strappa a se stesso battiti impossibili, fino ad arrendersi, gettando, come un pugile allo stremo, la spugna, mentre le ultime gocce di sangue si raffermano sul volto, ed il gong, puntuale come una lama conficcata nel cranio, rompe per sempre i sogni di vittoria.
Nostra Signora sorella morte, fedele compagna di vita fin dal primo vagito, ci scruta dall'inizio del tempo, come una carnivora madre affettuosa, pronta a cibarsi dell'uomo, del suo essere, divorando e fagocitando gioie e dolori, digerendo nel ventre, che per anni ha allattato l’uomo con il latte venefico della vita, l'interezza dell’esistenza. Lei non piange lacrime amare di dolore, non versa in pianti disperati dopo il rientro nel suo utero eterno, ma piange, quando l'uomo è lontano a lei cercando di tener testa, rimanendo aggrappato ad uno scorcio microscopico di vita, che nel disegno della creazione, nel disegno dei miliardi di anni dell’universo, equivale al nulla, dove ci si dibatte, come pesci gettati a terra nell’illusione di sopravvivere in eterno, vincendo la grande madre, che come una vedova che smarrito i suoi figli, attende, aggrappata allo stipite della porta, accarezzata da lampi di oscurità che le solleticano glutei, seni, spalle, e sesso, il ritorno di ogni figlio, per stare con loro, per sempre.

Marco Bazzato
06.09.2007
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mercoledì 5 settembre 2007

Festa annuale del puttaniere


Genova, seguendo l’esempio di Firenze con la delibera contro i lavavetri, cerca d’arginare il fenomeno della prostituzione minorile, con un un'ordinanza che il sindaco ds di Genova Marta Vincenzi presenterà martedì al Tavolo della sicurezza nazionale come esempio anche per le altre città italiane. Un provvedimento già pronto, studiato e scritto per «rendere la vita difficile a quanti vanno con le minorenni, renderli complici di chi sfrutta le ragazzine- schiave». Forse non sarà la soluzione più adatta, certo non quella definitiva, ma al momento è «l'unica possibile».
Tecnicamente l'iniziativa del sindaco è lodevole ma, pecca, forse ancora o d’ingenuità, o finto buonismo, che non aiuta af uscire dal caos virulento della piaga della prostituzione.
La prostituzione, anche se non è tecnicamente reato, andrebbe in questi casi, visto che si tratta di minorenni vittime del racket, stroncata non solamente togliendo le lucciole dalle strade offrendo loro protezione e reinserimento sociale, ma si dovrebbe estirpare la pianta marcia, direttamente alla radice, senza sconti di pena, o bontà di cuore pelose, nei confronti degli schiavisti.
Rimane il problema dei puttanieri. Questi “uomini” se così possono essere definiti, sfruttano le povere disgraziate, spesso consci della loro minore età, e dovrebbero essere equiparati agli schiavisti e gestori del raket, visto che con il pagamento delle prestazioni lo finanziano.
Il perdonismo a tutti i costi, con questi escrementi umani, è uno spregio nei confronti delle vittime, sbattute per strada, che quando provano ribellarsi a volte finiscono sgozzate in qualche canale. Tanto sono solo puttane” pensano tra se, alcuni.
Privacy o no, i puttanieri dovrebbero essere schedati tutti, rilevando numeri di targa delle auto – possibilmente con foto eloquenti anche – che dovrebbe essere confiscata e messa all’asta, creando un fondo per il reinserimento sociale delle vittime di abusi sessuali da prostituzione forzat minorile.
Altro che privacy e diritti inviolabili dei puttaneri che abusano di minorenni, lo Stato o le forze di polizia potrebbero creare un portale web dove questi soggetti, abituati al sesso onanistico, sarebbero messi agogna mediatica con nome, cognome, professione e foto segnaletica, da monito indelebile a se stessi, e da esempio per gli altri.
È ora di finirla con le vie piene di disgraziate dove schiavisti, consci dell’impunità dei puttanieri, gettano ragazzine intirizzite dal freddo – spesso dopo averle picchiate e seviziate – per ore di notte, nell’attesa del maniaco sessuale di turno.
A questi degenerati, che sarebbe stato meglio essere stati abortiti, si potrebbe organizzare “La festa annuale al puttaniere”, dove quanti hanno abusato –la pagamento – di minorenni, usandole come svuota zebedei, potrebbero essere ricoperti – come accaduto poco tempo fa in Gran Bretagna – di catrame e piume, facendoli sfilare come un somari, ripesi dalle telecamere, davanti ad una folla festosa, che scaglia loro addosso noccioline e sterco di vacca, rispedendoli a casa lordati a farsi ripulire da mogli, madri, figli adolescenti, contenti di veder tra le sane mura domestiche il maschio padrone e dominante!

Marco Bazzato
05.09.2007
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martedì 4 settembre 2007

Disinformazione Vaticana


Non accenna a placarsi l’ondata di panico vaticana a seguito alla decisione dell’Unione Europea di vederci chiaro, sui presunti – almeno finora – trattamenti di favore, che attualmente godrebbe lo Stato – straniero ed extracomunitario – Città del Vaticano.
". In un'intervista al settimanale Famiglia Cristiana, il segretario di Stato, Tarciso Bertone, paragona le polemiche delle ultime settimane “alle micce incendiarie che hanno innescato in tutto il Paese la devastazione delle bellezze del creato”
“Insieme ai roghi dello scorso agosto, si è assistito”, spiega il cardinale, “al propagarsi di altre micce che hanno mirato, non so con quali oscure intenzioni, a distruggere la credibilità di istituzioni ecclesiali che sono le più presenti nella società e le più attive nel curarne le ferite”.
Non si capisce dove voglia andare a parare con queste dichiarazioni fuori luogo, e non confacenti alla realtà della richiesta di chiarimenti dell'Unione Europea nei confronti dello Stato italiano, non nei confronti dello Stato Città de Vaticano.
L’assurdo è che mentre i nostri politici tacciono, – per piaggeria o paura, non si sa! – i politici di una diplomazia extracomunitaria intervengano con leggerezza sulle faccende interne italiane, senza rendersi conto, che non fanno altro che alimentare, nei cittadini i sospetti sull’operato della politica di casa nostra.
Ma cosa succederebbe, se osasse farle un segretario di Stato africano, o intervenendo così a gamba tesa? Ci sono da immaginarsi le polemiche, gridate ai quattro venti, dei nostri politici su stampa e Tv per i prossimi sei mesi, finchè la Terra non torna piatta, d’ingerenza.
Sarebbero più utili meno parole, almeno nelle fasi preliminari della richiesta. Poi e si dovesse arrivare ad una condanna all'Italia, le istituzioni, non dovrebbero far altro che modificare le leggi esistenti, rispettando i dettami europei, permettendo parità di condizioni alle multinazionali che operano nel nostro Paese.
Gli unici incendi – di matrice dolosa – che ci sono stati in Italia nel mese di Agosto, hanno riguardato le aree boschive della centro sud della penisola, non certo i palazzi vaticani, o i potentati economici che hanno sede fiscale oltretevere, e ricordando che l’arte dell’incendio umano, del fuoco purificatore ad espiazione delle eresie, era prassi usuale nello Stato Pontificio, che evidentemente nei secoli bui, amava illuminare le coscienze, non solo con al forza della religione e del pensiero unico imposto, ma anche con l'aroma inebriante, tra le urla strazianti del carname umano condannato al rogo.
D'altronde, in un recente articolo de La Stampa, Giuseppe Porro docente di diritto dell’Unione Europea all’Università di Torino, è stato chiaro. Il problema, riguarda solamente l'Italia, quanto membra UE, e se eventuali ricadute, dovessero coinvolgere lo Stato Vaticano, per errori italiani, dovrebbe essere il Vaticano stesso ad arrabbiarsi esclusivamente con quei politici che hanno acconsentito certi trattamenti di favore, trasformandoli in legge dello Stato che ricade sulle tasche dei cittadini.
Ma è ancora più assordante il silenzio dei politicanti italici, sempre pronti ad esprimere opinioni su ogni foglia che cresce fuori posto, ma innanzi a quest’imbarazzante situazione, tacciono, specie i partiti di centro sinistra, diessini sopratutto, che non possono aprire bocca, in quanto,da ex mangiapreti, si stanno accoppiando contronatura, per dar vita al nuovo Partito democratico, inserendo elementi reazionari, che fanno riferimento come tradizione all'antica Democrazia Cristiana, vedi la Margherita, ed essendo ora al governo, e avendo avallato la decisione dell'odiato nemico politico numero 1, Silvio Berlusconi, confermando le "regalie" oggi soggette a chiarimenti UE, preferiscono, pena la caduta del governo, tacere, anche per non inimicarsi lo Stato Vaticano, in quanto in specie in periodo elettorale, fa sempre bella figura farsi fotografare a fianco di qualche Segretario di Stato Vaticano, o qualche presidente della Cei, provando a far colpo sul senso di comunità comunistico-critiana, tanto cara , quando si tratta di raccattare voti a destra e a manca, salvo poi dimenticarsene quando la comoda poltrona da deputato si è adattata alle auguste chiappe parlamentari, ormai ben salde.

Marco Bazzato
04.09.2007
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lunedì 3 settembre 2007

Muri ai zozzoni


Non c'è limite alla parodia del ridicolo nel concedere spazi pubblici ai writers. Roma è in prima linea, nel cercare di creare una pax muraria, con questi artisti della bomboletta, questi Picasso del muro bianco, che imbrattano, lordano, rendono un inferno di squallore, centri borghi e periferie di città e paesi.. Arte urbana, chiamata da qualche sapiente del progressismo anarchico, che vede in questi ribelli, i nuovi futuri condottieri del Paese, anche se basterebbe un semplice scorsa alle periferie, alle stazioni ferroviarie, a treni e vagoni delle metropolitane, per capire che non si parla d'arte, ma di vandalismo deturpante .
Concedere muri in appalto agli zozzoni,in periferia, non significa debellare una piaga deturpante, ma trasferire l’immondizia dal centro della Capitale, alle periferie, in quanto i signori che pagano migliaia di euro al metro quadrato per un appartamento al centro, non devono avere la vista sporcata da questo letame. Mentre i poveri diavoli, quelli che vivono nei sobborghi della capitale, hanno l'obbligo comunale di vedersi imbrattati i muri in appalto, senza poter muovere ciglio, in quanto, forse perchè, secondo le amministrazioni comunali, quei cittadini sono di rango inferiore e i loro muri sono“Muri legali” da imbrattare e lordare.
Invece per arrestare il carcinoma, si offrono spazi pubblici, perché questo possa riprodursi, anche se c’è da dubitare, che questi muri appartengano non alla pubblica amministrazione, ma a privati, che magari vivono in affitto, o ci pagano sopra un salatissimo mutuo.
Rendere legale l’imbrattamento murario, è un offesa a quanti, indipendentemente dal luogo ove abitano, non importa se centro o periferia, hanno il diritto di vivere in una zona decorosa, mentre, così si fa un ennesimo passo avanti verso l'illegalità diffusa.
Eppure la soluzione potrebbe esistere. Le forze dell’ordine, i vigili urbani, e quanti preposti all’ordine pubblico, non dovrebbero arrestare questi "artisti", ma dopo avergli affibbiato una multa salata, dovrebbe costringerli a ripulire quanto imbrattato, e ripetere le medesime dimostrazioni di artistiche entro le mura di casa loro, pena l'arresto.
D’altronde, se quest’eccelsa arte ha un valore, degno,, il primo luogo preposto, ove sviluppare queste doti, dovrebbero essere i muri in casa, magari imbrattando il soffitto della cucina, della camera da letto dei genitori, il bagno, e gli altri vani. Sarebbe troppo comodo altrimenti, uscire di casa, lordare indisturbati, e poi rientrare incazzati come vipere, perchè c'è disordine o sporco in giro, felici d'aver imbrattato la proprietà altrui, o pubblica.
C0è da dubitare che nemmeno i genitori, siano disposti a spingere il povero pargolo sulla carriera artistica, dopo che questi ha esercitato la sua professione sotto costrizione entro le mura genitoriali.
Sarebbe interessante chiedere, a questi onniscienti che hanno dato il via libera a questo progetto, se inviterebbero, questi santi della società civile a imbrattare i muri di casa loro, felici di prestare i loro muri interni de esterni, per queste opere lorde. "Ma tanto" forse pensano dentro quelle teste colme di progresso, "Quei muri non sono nostri...e quindi, chi se ne frega?"

Marco Bazzato
03.09.2007
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domenica 2 settembre 2007

Multe ai lavavetri? Indignazione immotivata


Il Comune di Firenze ha varato un’ordinanza che prevede, per i lavavetri, la denuncia con pene fino a tre mesi di arresto o, in alternativa, una multa di 206 euro, continua a far discutere.
Naturalmente le forze politiche di sinistra si sono scagliate contro questa decisione indegna ed incivile, che non fa onore al Paese. Usando la solita retorica dei piazzisti di paccottiglie.
Il presidente della Camera Fausto Bertinotti, vuole tenersi fuori dalle polemiche ma, precisa di dubitare «sempre quando la severità interviene sugli ultimi invece che sui primi colpevoli, in questo caso il racket».
Già da qui, parte l’ipocrisia politica, e arruffa popoli. Scopre solamente ggi che esiste il racket dei lavavetri e dell’accattonaggio? È comodo scagliarsi in difesa degli ultimi, consci dell’illegalità diffusa dello sfruttamento di minori, zingari, barboni, finiti sotto le maglie di bestiali sfruttatori. Si è mai preso la briga di lanciare strali, contro i mercanti di carne umana prima di questo “contestato” provvedimento comunale?
Rimane il problema di fondo, quello del cittadino che in coda ad un semaforo, si vede aggredita l’auto dal lavavetri di turno, anche se è appena uscita dall’autolavaggio ed ha i vetri splendenti come specchi, ma gli viene lordato il parabrezza con acqua nera, e “pulito” alla meno peggio, vedendosi quasi imporre il pizzo un servizio non richiesto.
È facile blaterare, quando si viaggia con auto di Stato, scorta e autista, sirene spiegate per le vie delle città, dove i semafori rossi s’inchinano al passaggio delle auguste auto blu non venendo toccati da queste faccende plebee.
Nessun cittadino italiano vuole essere razzista per diletto, ma si è portati e costretti a diventarlo, quando la mastodontica macchina dello Stato è inerte alle istanze di sicurezza e più elementari dei cittadini.
C'è da dubitare che faccia piacere, a qualche vigile, fermare e chiedere le generalità allo zingaro, non solo straniero ma anche italiano che lavava i vetri, o accattoni, rischiando per quanto poco, primo, d'essere picchiati, secondo, spesso le generalità sono false, e tutto finirebbe in un buco nell'acqua nera delle risorse sprecate.
Esiste il racket dei lavavetri e dell’accattonaggio? Sai che novità. Sono almeno vent’anni, questi che si muovono su e giù per l’Italia, auto con frotte di bambini dentro, e sulla cappelliera posteriore dell’auto, scritte su pezzi di cartone richieste di aiuto ed elemosina, tutti con i medesimi errori ortografici standard. Basta aguzzare la vista sui vari marciapiedi o sotto i portici di qualche città storica, per osservare tutto ciò, ma non è detto, che sempre questi siano sottoposti al racket, anzi, sovente lavorano in propri come liberi professionisti della miseria, non sempre per necessità reale, ma a volte solo per apparenza.
D’altronde, indipendentemente dal polverone politico, scatenato dal buonismo a tutti i costi, in barba agli elementari diritti dei cittadini, le leggi in proposito, anche senza la delibera fiorentina, sono chiare, rimanendo inaplicate per strumentalizzazione politica.
Sarebbe bastato ai signori, che si sciacquano la bocca, navigando nell'ignoranza, dando una semplice lettura, prima di sparare – causa mancati collegamenti tra ugola e sistema nervoso centrale – a vanvera, su quello che prescrive il codice civile e penale italiano, cioè Legge dello Stato:

Art. 651 Rifiuto d'indicazioni sulla propria identità personale (codice penale)Chiunque, richiesto da un pubblico ufficiale nell'esercizio delle sue funzioni, rifiuta di dare indicazioni sulla propria identità personale, sul proprio stato, o su altre qualità personali, è punito con l'arresto fino a un mese o con l'ammenda fino a lire quattrocentomila.

Art. 669 Esercizio abusivo di mestieri girovaghi (codice penale)Chiunque esercita un mestiere girovago senza la licenza dell'Autorità o senza osservare le altre prescrizioni stabilite dalla legge, è punito con la sanzione amministrativa da lire ventimila a lire cinquecentomila. Alla stessa pena soggiace il genitore o il tutore che impiega in mestieri girovaghi un minore degli anni diciotto, senza che questi abbia ottenuto la licenza o abbia osservato le altre prescrizioni di legge. La pena è della sanzione amministrativa (1) da lire ventimila a lire cinquantamila e può essere ordinata la libertà vigilata: 1) se il fatto è commesso contro il divieto della legge o dell'Autorità; 2) se la persona che esercita abusivamente il mestiere di girovago ha riportato una precedente condanna a pena detentiva per delitto non colposo. (1) Sanzione così modificata dall'art. 33, L. 24 novembre 1981, n. 689.
Art. 670 Mendicità (codice penale)Chiunque mendica in luogo pubblico o aperto al pubblico è punito con l'arresto fino a tre mesi. La pena è dell'arresto da uno a sei mesi se il fatto è commesso in modo ripugnante o vessatorio, ovvero simulando deformità o malattie, o adoperando altri mezzi fraudolenti per destare l'altrui pietà.
Art. 671 Impiego di minori nell'accattonaggio (codice penale)Chiunque si vale, per mendicare, di una persona minore degli anni quattordici o, comunque, non imputabile, la quale sia sottoposta alla sua autorità o affidata alla sua custodia o vigilanza, ovvero permette che tale persona mendichi, o che altri se ne valga per mendicare, è punito con l'arresto da tre mesi a un anno. Qualora il fatto sia commesso dal genitore o dal tutore, la condanna importa la sospensione dall'esercizio della potestà dei genitori o dall'ufficio di tutore.

Tutto il cancan mediatico riguardo alla decisione della giunta fiorentina, che non è altro che un doppione inutile di leggi già esistenti nel sistema giuridico italiano, scatenante solo una ridda di inutili polemiche politiche pretestuose, che non fanno altro che agitare le acque a favore dell’illegalità stessa, a dispregio delle leggi vigenti, predicando e catechizzando contro esse, dando un pessimo esempio di falsa tolleranza e accettazione, che mal si addicono ad un moderno Stato democratico dovrebbe fare della legalità, dai ceti meno abbienti, fino ai massimi organi di governo, il suo faro guida, senza retoriche polulistiche, ma semplicemente spingendo, in tutte le direzioni, dalle forze dell'ordine, magistrati, organi inquirenti e giudicanti affinchè stronchino l'illegalità, usando come unica bibbia il codice civile e penale. Il resto è solo sabbia sugli occhi, per accecare le coscienze e per renderle buone e docili verso le situazioni di illegalità, diffuse ormai come una cancrena infetta, in troppi strati della vita “civile” del Paese.

Marco Bazzato
02.09.2007
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sabato 1 settembre 2007

Animali ed animalismo: Estremismo patologico


A chi non piacciono gli animali? Forse sembra una domanda banale e retorica, ma nell’odierna società tecnologica, la bestia da compagnia, sia esso, cane, gatto, canarini o altre cose varie, abbia superato da tempo, il limite della decenza, scivolando nello spregio alla miseria, e alla dignità, ormai perduta del Homo sapiens sapiens
Il fenomeno più aberrante, a cui si sta assistendo, specie in questi anni, è l’umanizzazione disumana delle bestie, portandole ad essere quasi al rango degli esseri umani, od abbassando quest’ultimi al rango di bestie. D’altronde basta guardare le varie pubblicità televisive, con prelibatezze, che farebbero ammazzare cane e famiglia, ad un povero cristo, costretto a centellinare il pranzo con la cena, se per qualche disgraziata sfortuna, vedesse la tv italiana da un paese del terzo mondo.
Abiti firmati, cappottini, occhiali da sole, cucce con aria condizionata, e quanto l'amenità umana, del narcisismo, di chi, ormai con il cervello riempito solo da sciocchezze, ama passare il tempo in compagnia della fida bestia, parrucchieri per cani e cagne, accessori, per rendere la fida creatura umanizzata, più confacente al narcisismo frustrato del padrone.
L’horribilus è che questa pratica incivile, sta contaminando come un virus, spinta dai media, e dal business che sfrutta l’ignoranza, il Paese.
Ma, l'animale è umano, oppure l’umano, complice anche i gruppi animalisti estremisti che hanno bruciato le cellule neurali degli italiani, oltre alle consueta bestialità innata, vedi guerre, genocidi, stragi, si è così abbassato nella scala evolutiva, da amare più la bestia più simile al suo essere, che non l’uomo in tutte le sue sfumature e diversità?
Gli esempi di ideologico fanatismo animale, non mancano, basta sfogliare qualche giornale, per leggere della ricca ereditiera che lascia al povero cagnolino una cospicua fortuna, oppure le signore impellicciate, che dopo aver comprato peli di cadavere di visone, si mostrano accorte e cerimoniose, con l'ammasso peloso a quattro zampe che tengono in braccio,come se fosse un trovatello, acquistato nella boutique dell'animale ad un prezzo stratosferico, salvo poi trovare i soliti incivili preferie, che abbandonano la pulciosa bestia su strade ed autostrade, per prenderne un'altra, al rientro, perché la “la signora” si sente sola nel grande appartamento.
San Francesco, il poverello d’Assisi visse un mondo diverso, da quello odierno, oggi ammazzerebbe bestemmiando, cani e padroni, se vedesse lo sfregio ala miseria, alla fame, e alle sacche di ghetti sociali, di medioevale memoria, di cui l’umano del ventunesimo secolo, non ha saputo o voluto far fronte, impegnato, a difendere la bestia da compagnia, in modo ideologico e barbaramente disumano.
Trovo, sotto certi aspetti, più civile la cultura cinese, filippina e vietnamita, che da secoli si ciba della carne di cane, affermando che essa è simile al coniglio per sapore e prelibatezza, e avendo, come riscontrato in alcuni locali milanesi gestiti da cinesi, l'abitudine di far scegliere al cliente, l'animale da degustare, e ucciso davanti ai loro occhi dei clienti, a patto, che vengano rispettate le leggi igenico-sanitarie per la macellazione degli animali, come si fa per il rito della macellazione rituale nelle macellerie islamiche ed ebree, e nessuno si scandalizza, rispettando questa tradizione religioso-culturale.
Si può detestare la crudeltà verso le gli animali che renderebbe simili a loro, ma allo stesso modo, andrebbe condannata, l'elevazione delle bestie al rango umano, ormai fatto, il più delle volte, non per affetto nei confronti degli stessi, ma per semplice tornaconto economico.

Marco Bazzato
01.09.2007
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