lunedì 24 settembre 2012
Paolo Bazzato – il nemico della mia privacy – colui che secondo Stefano Bazzato: “ha fatto solo il suo interesse”
Una vita sul filo
della vita
Settima puntata
In data 16.06.2010 h.21.36,
scrissi la seguente mail a Paolo Bazzato:
“Ciao Paolo,
sono settimane anzi anni che alcune domande
mi rodono in testa. In primo luogo continuo a chiedermi che fine abbia fatto il
mio atto di donazione, in quanto visto che presumo sia stato fatto un cambio di
gestione tu e Andrea siate andate a ritirarlo, vi sia stato spedito a casa,
oppure lo abbia fatto papà per tutti. Ed è assai strano che voi ne abbiate una
copia e in no, se puoi mandarmene una copia in file pdf…
Poi continuo a chiedermi un’altra cosa: in
data 15 gennaio 2005 mi hai inviato il
bilancio, con scritto che sarebbe stato mandato dal notaio, e all’epoca mi
scrivesti, ti cito testualmente: “Per le carte penso che sia solo questione di
pochi giorni” mentre in data 30.01.2005 mi scrivi quanto segue e cito: Oggi
l’ha passata al Notaio che ha voluto leggerla e verificarla. Non appena avrò
conferma anche dal Notaio, indicativamente per lunedì o martedì te la faccio
avere in e-mail. Non appena ho il malloppo completo te lo invio immediatamente,
ciao”
e poi silenzio. Come mai non mi hai mandato
nulla? Eppure presumo che voi abbiate avuto una copia preliminare, almeno venti
giorni prima della stipula, perché a me non è stata data la possibilità di
riceverlo? Sai che questo mi ha impedito di arrivare impreparato in Italia,
trovandomi innanzi ad un atto compiuto?
Ho salvato e controllato tutte le mail che ci
siamo scambiati in quel periodo, ma di quell’invio non c’è traccia, se l’hai
fatto puoi farmi un’inoltra, così se ho sbagliato so che è stato un errore mio.
Ma sono anche certo di averti sollecitato al telefono l’invio e mi hai risposto
che non era ancora pronto, se puoi smentirmi questa mia idea ne sarei molto
contento.
Ti sarei grato se la cosa restasse tra noi
due e che non ne facessi Parola con nessuno, né con Andrea, né con papà e
mamma. Confidando ma sicuro che sarai di parola…
So della situazione della mamma di Gessica e
sai bene che davanti al dolore rimane solo il silenzio.
Saluti”
Paolo
ha mantenuto quanto richiesto? No, la sera successiva telefonò mio padre
schiumando di rabbia, me lo immagino,
conoscendo come gli occhi gli si fossero iniettati di sangue e i capillari
delle guance che tendono ad esplodere, rendendole quasi purpuree, dicendomi,
come suo uso e costume dell’epoca, di
tutti colori. A nulla, nonostante il cuore mi scoppiasse fuori e la pressione mi
fosse schizzata alle stelle, sono da anni sotto farmaci che la tengono sotto
controllo, in quanto ho fatto, oltre a tutto il resto, anche due ictus che mi
hanno tolto, e mi è andata bene, solo la visone periferica dell’occhio sinistro
e altri problemi spiacevoli.
Quella
sera sembrava un indemoniato e perché? Perché avevo chiesto delucidazioni su un
atto che asseriscono ancora oggi che sia stato legale, ma anche in questo
momento, mentre rileggevo la mail, la cosa puzza sempre di più e quella reazione
spropositata, rispetto a una legittima richiesta, credo che debba portare a far
riflettere tutte le persone che conoscono Adriano, Andrea e Paolo Bazzato,
questi ultimi oggi titolari dell’omonima officina (1) e che è “sorta” con una specie di peccato
originale.
Dire
che rimasi basito da quella reazione di mio padre, che sembrava, verbalmente
parlando, l’eruzione del 1991 del
Vulcano Pinatubo nelle Filippine, è un eufemismo. Alla fine mi sbattè la
cornetta in faccia, lasciandomi addosso, come per anni è stata sua abitudine,
la sua violenza verbale, e in passato non solo quella, che bene non mi ha fatto
e in ogni caso il suo è stato un comportamento indegno per un padre che ha la
pretesa di andare a dire che ha fatto quattro figli e che anche oggi pensa a
tutti e quattro. Se ve lo dice, non credeteci.
Mia
moglie lo chiamò poco dopo cercando di farlo rinsavire, ma quando la sua
vaporiera, peggio della caldaia di una locomotiva a vapore degli inizi
dell’800, andava oltre la pressione di guardia, facendogli fumare la ragione
ragione, esplodeva, colpendo, come disse molti anni fa, gli innocenti. Sì, perché Adriano Bazzato una
volta mi disse:: “Quando non si può
possono punire i colpevoli, bisogna bastonare gli innocenti”, gridandomi
anche quella mentre come un ossesso, perché un cliente, suo carissimo amico,
aveva lasciato la macchina in mezzo al piazzale e io che stavo facendo altre
cose, non ero stato lesto a spostarla. Come se tra gli altri compiti, dovevo
fare anche il parcheggiatore per le macchine dei suoi amici. Ma mio padre, che
in molti frangenti è stato più bravo a predicare. criticare, gridare e menarmi
le mani, gli era difficile richiamare l’amico, poteva offendersi, o andare a
spostarsi la macchina,, non rendendosi conto di come anche i suoi dipendenti lo
detestassero per il suo caratteraccio, e come in quella telefonata del 2006, si ripeterono le
“bastonature” solo verbali, per fortuna
non gli ero sotto gli occhi, che tante volte mi avevano passato schiena e volto. E la si
potrebbe chiamare “La Costante Adriano Bazzato” se la si potesse esprimere,
come nel telefilm “Numbe3rs”, in termini matematici.
La mia
colpa iniziale, secondo mio padre? Era quella di aver chiesto delle legittime
delucidazioni su quello che al tempo consideravo – erroneamente – mio fratello
e che oggi mi sonno reso conto che come per Andrea e Stefano, sono solo i figli
di Adriano Bazzato e Scagnellato Bruna. E nessuno che non ha nulla da
nascondere si lascia andare a simili manifestazioni esagitate.
Per
questo quando asserisco, per esperienza personale, che non affiderei manco
morto i miei dati personali a Paolo e oggi di riflesso anche ad Andrea, i contitolari
dell’Officina Bazzato Andrea &Paolo, parlo per cognizione di causa, in
quanto certi comportamenti di Paolo sono avvenuti anche in tempi antecedenti a quello scritto e
anche a posteriori, ergo, per Paolo è una costante e sovente quando certi comportamenti
avvengono nel privato – e nel mio caso nono era solo un fatto privato in quanto
ricadeva sulla sua storia aziendale,
potrebbero ripetersi anche nell’ambito professionale e lavorativo, con i
clienti.
Secondo
mio padre dovrei chiedere scusa ai miei fratelli, Andrea e Paolo Bazzato per
aver cercato di capire che razza di casini i tre hanno combinato, e a suo dire anche
per molto altro. Ma questa è solo l’inizio di una serie di menzogne da parte di
mio padre, visto che Andrea e Paolo, preso il “malloppo” sono spariti, se la
sono squagliata o meglio “scappati”, che mi ha detto nel corso degli anni e che
intendo rendere pubbliche, visto che è stato mio padre a educarmi a suon di
“legnate” come a suo piacendo, quando mentivo. Dubito che mio padre
abbia”legnato” come meritava Paolo, visto che Stefano mesi dopo mi disse: “Ha
fatto solo i suoi interessi”. Peccato e questa è una stranezza della “Famiglia
Bazzato” che appena cerco di fare i non i solo i miei interessi, ma in primis
capire, ecco che sono diventato agli occhi della “Famiglia” un paria, un
pericolo, un “infame”, perché come dice una porzione della “Costante Adriano
Bazzato”, “…bisogna bastonare gli innocenti!”
Puntata precedente:: Stefano
Bazzato: “Lo sai che la mamma ha sempre avuto male sotto le braccia!”*
Puntata successiva: Andrea
Bazzato e “l’arma” disonorata”
Dalla
mia autobiografia “Una vita sul filo
della vita”
Marco
Bazzato
24.09.2012
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autobiografia,
Letteratura
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