sabato 11 dicembre 2010

Julian Assange rischia la deportazione negli U.S.A.


I governi non hanno amici ma solo interessi, e questo li pone allo stesso livello di una prostituta che fa servizizzietti orali per pochi euro, lungo le tangenziali del mondo. E come era prevedibile, sembrerebbe che il governo inglese e quello svedese abbiano deciso di prostituirsi, regalando al dardo della legge dell’inventata ragion di Stato, al capo branco statunitense, che meticcio per la vergogna, sta cercando un onorevole via d’uscita dal letame scatenato dalla mancanza di sicurezza dei sistemi di comunicazione con il Dipartimento di Stato.

Se Julian Assange venisse deportato negli Stati Uniti, e non estradato, in quanto a tutt’ora esiste solo un mandato di cattura internazionale emesso dalla Svezia per una presunta storia di violenze sessuali, l’intero sistema giudiziario statunitense potrebbe rischiare una grana ancora più grande, in quanto sembra assurdo ma non è mai stato violato il I° Emendamento della Costituzione Americana, che recita:

« Il Congresso non promulgherà leggi che favoriscano qualsiasi religione, o che ne proibiscano la libera professione, o che limitino la libertà di parola, o di stampa; o il diritto delle persone di riunirsi pacificamente in assemblea, e di fare petizioni al governo per riparazione di torti ».

Gli Stati Uniti d’America, patria a parole delle libertà civili, hanno paura della “lista della spesa” degli ambasciatori sparsi per il mondo. Sì, perché come ha detto pochi giorni fa Bruno Vespa a Porta a Porta, gli ambasciatori non sono altro che i portinai della nazione che rappresentano all’estero, e alla fine le rivelazioni Wikileaks, non sono che i commenti sul vicino di casa delle massai dal pizzicagnolo e raccolgono dalle amiche le confessioni sul fustacchione, oppure del cornuto all’insaputa della moglie e/o viceversa. Da che mondo è mondo non si è mai visto un “divulgatore di gossip” deportato in un paese straniero, perché questi non sa tenere riservate le informazioni, la maggioranza comunque di dominio pubblico nei rispettivi paesi, andando ad arrestare,assurdo degli assurdi, il fondatore di un sito internet. A voler essere pignoli, ma gli americani lo sono solo quando fa comodo, dovrebbero arrestare, se avessero commesso dei reati penali, coloro che materialmente caricano i cablogrammi su Wikileaks, perché se la legge ancora esiste, ed ha un valore logico e di giustizia, dovrebbero dimostrare chi praticamente ha caricato file per file, e se i servizi segreti funzionassero a dovere, dovrebbero averli già individuati,,ma sono degli incapaci. Gli americani, se riusciranno a farsi deportare in patria Julian Assange, non vogliono processare i colpevoli materiali, perché incapacitati a prenderli, ma solo il simbolo di questo “sputtanamento” planetario, che si sono auto inflitti da soli.

Ma il mondo del cyber spazio, quel mondo planetario senza barriere, si sta ribellando, dando vita ad una risposta – senza perdite di vite umane – all’attacco sferrato Wikileaks, dove gli hacker stanno attaccando a testa bassa, con attacchi mirati e chirurgi i siti delle compagnie americane in patria e all’estero, facendo pressioni politiche nei confronti di aziende non registrate nel suolo americano, affinchè tagliassero “i viveri”, ergo le donazioni di sostegno al sito ingiustamente incriminato.

Intanto una delle accusatrici si è data alla macchia, secondo quanto riportano molti quotidiani italiani e stranieri, alimentando il sospetto che la donna in questione fosse una spia prezzolata dalla Cia, e che lo stupro fosse solo un invenzione dei servizi americani che sapevano benissimo di non poterlo incastrare per le fughe di notizie avvenute entro il loro territorio nazionale, anche se in paesi esteri.

Ci si augura che Julian Assange non venga caricato in un aereo piombato e spedito – segretamente – negli Stati Uniti, perché potrebbe anche significare che la libertà di parola, di pensiero e di espressione è solo un’ utopia e che gli U.S.A, la decadente superpotenza è con le spalle al muro e l’unica sua possibilità di salvezza, dalla catastrofe, è quella di dar via ad una repressione delle libertà civili su scala planetaria, seguendo il modello della Repubblica Popolare Cinese.

Marco Bazzato
11.12.2010
http://marco-bazzato.blogspot.com/

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