mercoledì 15 dicembre 2010

Un giorno di guerriglia a Roma


Ieri sera è stata edificante la visione delle tv straniere, grazie al satellite. Tg francesi, spagnoli, russi, inglesi, tedeschi, polacchi, bulgari, romeni, cinesi, iraniani e compagnia discorrendo hanno dedicato servizi, addirittura con corrispondenti in lcoco, in occasione del grande “Autodoafè” romano degli studenti e delle comitive organizzate dei Black Block.

Ai filo governativi cinesi o russi deve aver fatto una strana impressione la mollezza delle milizie dell’Arma dei Carabinieri, della Polizia, della Guardia di Finanza, che sofficemente manganellavano i manifestanti, affetti da deficit d’attenzione, con la delicatezza con cui si danno i buffetti nelle scuole primarie, altro che la severa educazione vittoriana, dove le nerbate sulle cosce nude educavano veramente al rispetto e alla disciplina.

I russi che non hanno dimenticato Beslan, i cinesi che hanno fatto pulizia degli studenti di piazza Tien'anmen, usando la “persuasione” dei cingolati dei carri armati, saranno rimasti basiti innanzi alla mollezza di risposta del governo italiano e del Ministro della Difesa, che non ha brillato per pugno di ferro e nemmeno per guanto di velluto facendo il possibile per contenere per contenere i danni fisici – permanenti e/o irreversibili – sui crani delle comitive organizzate che si sono accalorate nell’incendiare auto, attaccare banche, negozi ed esercizi commerciali, quasi come dei Vandali o degli ultras in trasferta, privi della visione strategica d’insieme, peggio di un armata Brancaleone allo sbaraglio, privi di un allenatore che li guidasse dalla “panchina”.

Ora gli italiani dovrebbero decidere da che parte stare, se da parte dei presunti contestatori fascinorosi, affumicatori, apparentemente distruttori della cosa pubblica – vedi auto delle forze dell’ordine, blindati, cassonetti dell’immondizia – come di quella privata – vetrine e arredamenti di banche e negozi, perché si ha la brutta abitudine di schierarsi contro il potere di turno s è straniero, sostenendo le ragioni degli studenti e dei contestatori, come nei casi più eclatanti delle recenti manifestazioni in Iran, quando la comunità internazionale si è schierata a favore degli studenti che protestavano contro il “regime”, o tornando un po’ indietro, al 1989, con la “pulizia” di piazza Tien'anmen da parte dell’esercito della Repubblica Popolare Cinese, nemico degli studenti che manifestavano contro la nomenclatura. La Cina di allora non è la Cina di oggi, e il mondo poteva permettersi il lusso, politici compresi, di condannare l’operato del governo, ma oggi nessuna delle cancellerie occidentali muoverebbe un muscolo se accadesse una seconda piazza Tien'anmen, troppi interessi nel Paese di Mezzo, per preoccuparsi di qualche studentello sparito nelle galere o di “terroristi” macinati sotto i cingoli dei militari. Diamine, stiamo parlando della prima potenza economica del Pianeta, un pese a cui oggi basta un semplice “rutto” o “peto” per “soffocare” qualsiasi resistenza gli si ponga innanzi, anche da parte del “liberale” occidente civile.

Oppure decidere se schierarsi da parte della repressione, della Polizia, del Governo, che ha aggredito a suon di manganellate i pacifici manifestanti,costringendoli a difendersi dall’assalto delle forze dell’ordine, anche a suon di bombe carta.

Ricordiamoci che quando gli italiani hanno visto come la polizia iraniana ha caricato gli studenti a Teheran, si sono indignati per la violenza repressiva, mentre nel caso degli scontri romani contro il governo, i filo governativi si sono incazzati perché la reazione delle forze dell’ordine è stata deboluccia e poco incisiva.

È inutile fare le anime candide o i falsi indignati, ma tutti quando vedono l’esercito di un altro paese che manganella i civili, che gli carica, che respinge le loro proteste a suon di passi cadenziati e battiti di manganello sugli scudi di plexiglass, parteggiano per i manifestanti inermi, perché quello che il cervello interpreta è l’aggressione del Potere Militare nei confronti dei manifestanti e la solidarietà della società civile internazionale, piaccia o no, va a quest’ultimi.

I cittadini francesi, spagnoli, russi, inglesi, tedeschi, polacchi, bulgari, romeni, cinesi, iraniani e via via tutti gli altri, che hanno visto le immagini – tutte uguali – degli scontri romani, indistintamente hanno parteggiato per i manifestanti,che secondo il governo italiano – visto dall’estero – bollati come terroristi, vittime della repressione militare, perché è fisiologico, in quanto si vede la “rivolta altrui” come un atto di coraggio e un atto di civiltà, mentre un potere che reprime viene visto come fascisto-comunistoide che non ha cuore il benessere dei suoi cittadini, ma solo la conservazione del proprio e dei propri privilegi. E dai cittadini di mezzo mondo oggi il governo e la politica italiana è vista così: un paese da democrazia limitata e di questo bisogna ringraziare la nomenclatura attuale, senza distinzione di colore d’appartenenza, responsabili del “Fallimento Italia!”


Marco Bazzato
15.12.2010
http://marco-bazzato.blogspot.com/

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