giovedì 14 dicembre 2006

Consigli ai parlamentari sui PACS


La deriva Zapaterista colpirà l’Italia tra poche settimane, quando questo governo barcaiolo, metterà all’ordine del giorno i Pacs, anche per le “coppie eterofobe”.
I giornali di questi giorni sono pieni di prese di posizione dell’una e dell’altra parte dell’emiciclio politico, dove però tutti sembrano presi dalla smania del distinguo, della libertà di coscienza, su una questione reputata così impellente da non poter essere rimandata almeno fino al millennio prossimo, tagliando in due un paese che nelle maggioranza silenziosa non s’identifica nel riconoscimento di talune “unioni”.
Come sempre, sembra che ci vogliano lunghissime riflessioni per giungere a risposte semplici, che sia necessario spremersi le meningi fino a consumarle a forza di distinguo più o meno dotti, per giustificare una legge sfrontata, che non tiene conto della maggioranza di come sono composte le famiglie italiane, sposate o no. Eppure sarebbe facile decidere, basterebbe che ogni parlamentare della Repubblica, quando torna a casa la sera, dia una semplice occhiata nell’appartamento, per osservare con chi condivide la vita, sia come concubino, come divorziato, sposato civilmente o con rito religioso. Basterebbe questo per decidere il proprio voto in base all’orientamento reale, e se la prova non fosse sufficiente potrebbe andare oltre, facendo una ricerca storica nell’albo di famiglia per vedere se tra i loro antenati ci sono state “coppie eterofobiche”, se hanno generato figli, se per scelta si sono imposti una casta vita sessuale, o se per evirare la riproduzione hanno usato metodi anticoncezionali e per questo mancano riferimenti anagrafici di un’eventuale discendenza.
Questo non significa negare le diversità, anzi è proprio riconoscendo le diversità che il singolo, e soprattutto il parlamentare deve fare una scelta e di riflesso un voto d’identità, perché non può esimersi dalla sua storia personale non strumentalizzabile per fini politici, nel nome di un idealismo astratto che non gli è proprio, e non appartienine né alla sua cultura famigliare, né alla sua cultura sociale. Significherebbe nel nome di un non ben identificato presunto diritto, negare se stessi e l’ambiente nel quale si è cresciuti.
L’onorevole Berlusconi ha dato un segnale chiaro: ha lasciato libertà di coscienza. Questa libertà interiore, in linea di principio, non dovrebbe essere strumentalizzata nel nome d’astrazioni o voli funambolici che non appartiene al vissuto esperenziale dei singoli, e alle radici storiche e familiari dei medesimi.
E’ nel nome di questa radice storico evolutiva, non solo dei parlamentari dell’opposizione, ma anche quelli della maggioranza, che dovrebbero ispirarsi per riaffermare quei valori fondanti della società stessa.
Spesso quando si affrontano queste tematiche, alcuni tirano in ballo il Vaticano e la religione, fomentando un fuorviante scontro tra Stato e Chiesa, ma mai come in questo momento tale tesi è più fuorviante, perché non occorre scomodare una religione, oppure un a presunta ingerenza di uno Stato straniero per ribadire la naturale storia evolutiva, (nata molte decine di migliaia d’anni prima della religione cattolica attuale) d’ogni singolo individuo sulla terra, che indipendentemente da quanti vogliano imporci di credere, dall’inizio del tempo ha seguito, nonostante i cambiamenti sociali, religiosi, etici e morali, sempre la medesima direttrice. Negare questa direttrice laica ma naturale, significa negare Darwin, e rinnegare i valori ideologici che dal 1859 hanno modellato anche la società contemporanea.
Un politico accorto, dovrebbe avere l’onesta intellettuale di non fare l’interesse dei singoli o di spauriti gruppi di pressione, cedendo alle strumentalizzazioni medianiche, agli attacchi, ma dovrebbe tener conto del valore dell’evoluzione della specie umana, lavorare a favore di essa, senza negare i diritti dei umani dei singoli, ma non per questo cadendo nell’inganno che talune forzature siano positive per la società stessa, omettendo, nascondendo, o riducendo ai minimi termini i fattori destrutturati alla medesima e i mattoni fondamentali dell’evoluzione stessa dell’uomo.
Dire no ad una legge del genere è facile: basta guardare attorno, contare gli orientamenti taciuti per timore e votare nel modo giusto.

Marco Bazzato
14.12.2006
http://marco-bazzato.blogspot.com/

Nessun commento:

Posta un commento

.Visto il barbarismo espressivo di qualche utente anonimo, i commenti potranno essere moderati e/o rimosssi a insindacabile giudizio..
Il titolare del blog declina qualsiasi responsabilità civile, penale per i contenuti dei commenti dei lettori, in quanto unici titolari, che se ne assumono la completa paternità e con l’invio del post, dichiarano implicitamente compreso quanto sopra