sabato 28 marzo 2009

In Europa caccia ai dirigenti bancari criminali


C’era da aspettarselo che prima o poi sarebbe accaduto. In Inghilterra e in Francia sembrerebbe che si sia scatenata la caccia grossa, da parte di alcune frange estremiste di cittadini inferoci, ai dirigenti che hanno praticamente mandato in bancarotta il sistema finanziario. Sempre che questa non sia la classica operazione eteroguidata per poi rafforzare le misure di repressione in vista di nuovi diastri economici e per contenere il dilagante malcontento generale.

D’altonde, la situazione, non si poteva, vista l’indedia generale della politica e dell’economia, sopratutto della Banca Centrale Europea e delle varie banche nazionali, non aspettarsi prima o poi che il cittadino affamato, andasse, forse a ragione, a prendersela con i responsabili dirigenziali degli sfaceli attuali.

E come sempre la politica dorme e condanna, non i banchieri e gli speculatori, ma i cittadini furiosi, per gli atti vandalici commessi, dimenticando che questi sono dettati dal bisogno di giustiza – assente – delle istituzioni, che per anni hanno preferito assecondare e liberalizzare il mercato finanziario globale, che in teoria avrebbe dovuto autoregolamentarsi, mentre invece non ha fatto altro che spostare sempre più vicino al dirupo, causando la depredazione e la perdita di miliardi di euro e milioni di posti di lavoro.

Ed ora, secondo la politica, i colpevoli sono i disoccupati.

Nemmeno la situazione italiana, nonostante le rassicurazioni della politica, naviga in acque placide e tranquille, sopratutto quando il premier, Silvio Berlusconi, invita “chi ha lavoro a lavorare di più”, dimenticando che se mancano le commesse, perchè i consumi e il denaro a disposzione delle familgie è ridotto al lumicino, che senso ha produrre e lavorare, quando manca la richiesta di merci e servizi? Il populismo da piazzista invece di rasserenare gli animi dei cittadini, proprio per essere sfottuti potrebbe portarli alla rivolta stessa, con esiti ad oggi imprevedibili per l’ordine pubblico.

Ma la demagogia politica non appartiene solamente al centro destra, anche il cento sinistra, o quel che ne resta, ma seppur con toni diversi, cavalca la medesima onda, mettendosi sottovento, come per non farsi fiutare, senza proporre alternative, anche forti, contro il sistema bancario e finanziario, nazionale ed internazionale, che rendano giustizia ai cittadini, proponendo pene esmplari nei confronti dei colpevoli dei delitti finanziari che stanno distruggendo il tessuto sociale europeo.

La politica, in conserto col sistema economico, anzichè perseguire penalmente i colpevoli, cerca in ogni modo di proteggersi a vicenda, lasciando i cittadini disorientati e privi di guide che sappiano o che vogliano ripulire un sistema che continua a marcire ogni giorno di più.

Anche la stampa sembra addormentata, caduta in una catalessi pericolosa, priva ormai di critica, senza un giornalismo d’inchiesta, che abbia “le palle” di mettere a nudo il perenne conflitto d’interesse tra politica e grandi affari, che vede i cittadini anche del rischio d’essere ad una deriva dittatoria-dirigistica della politica. Emblematiche, a questo proposito, sono le parole del primo ministro, Silvio Berlusconi, che vorrebbe de facto esautorare il parlamento lasciando il diritto di voto solo ai capigruppo dei partiti, accentuando ancor di più la deriva illiberale dell’Italia, o meglio della sua libertà d’avere le mani libere da lacci, legacci e manette.

A questo proposito, va ribadito il concetto, espresso comunque spesso anche dai media, che la maggior parte dei parlamentari di Camera e Senato sono de facto inutili, tant’è, che a ragione, sono soprannominati “Peones, che in lingua spagnola significa “manovali, braccianti, servi della gleba, pedine” praticamente soggetti inutili, pagati col denaro dei contribuenti, utili – come le pecore da tosare – quando è ora delle votazioni in aula di leggi che spesso nemmeno conoscono e natantomeno si rendono conto di tutte le implicazioni che poi ne conseguono sul tessuto civile, sociale ed economico in campo nazionale sia in internazionale.

Per rendersi conto di quanto la politica italiana sia caduta in basso, per quanto riguarda i rappresentanti dei cittadini, eletti anche al parlamento europeo, basti ricordare
Iva Zanicchi – 25.000 Euro al mese – invece d’essere al suo posto di lavoro, se ne sta tranquillamente in patria per partecipare al Festival di Sanremo, poi giustamente eliminata dal disguusto popolare, o a presentare la parata di glutei cosparsi di cellulite e pelle a buccia d’arancia e “tette” cadenti di Miss Padani, o della parlamentare Giulia Bongiorno, che forse avendo il dono dell’obiquità riesce a seguire i lavori parlamentari e nel contempo, ultimo della serie, per ora, Raffaele Sollecito. Ergo oltre allo stipendio da parlamentare anche la libera professione, a suondi parcelle non certo da mensa dei poveri, visto il rango della sua vasta clientela. E per fortuna che si parlava del conflitto d’interessi di Berlusconi.

É ridicolo, tra le altre cose, sempre per citare il “nostro” beneamato Premier che questi abbia anche la faccia tosta di dire agli italiani, quelli che hanno un lavoro, che “devono lavorare di più”, quando i parlamentari italiani, quando lavorano tanto,
lavorano tre giorni alla settimana, senza contare, che da bravi legislatori, secondo un servizio de Le Iene, trasmesso venerdì sera su Italia 1, hanno la buona abitudine di pagare i loro collaboratori, portaborse, in nero, senza contributi, con stipendi praticamente da fame. E se un commerciante non rilascia lo scontrino fiscale , sono dolori.

Ma i parlamentari possono! E poi parlano di lotta all’evasione fiscale e contributiva, quando i primi evasori sono proprio loro.

E questa sarebbe la democrazia in Italia, quello che di questa che conosciamo? Figuriamoci quello che non conosciamo.

Alla fine di tutto, non stupiamoci se gli animi si infervorano, e se avvengono atti contro la “presunta” giustizia, quando la legalità stessa e ormai costruita attorno ad una classe economico-politica dominante, che non lascia spazio nè alla giustizia, nè tantomeno al diritto, quello vero, non quello leguleo che sta mettendo ogni giorno di più in ginocchio non solo l’Italia, ma l’Europa intera ed il cosidetto mondo civilizzato. Se questa è la civiltà che abbiamo, i risultati, catastrofici, sono sotto gli occhi di tutti.

Marco Bazzato
27.03.2008
http://marco-bazzato.blogspot.com/

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