lunedì 6 dicembre 2010

Commercio illegale di animali provenienti dall’est Europa


Sta giungendo a grandi passi il Natale, festa che a parte pochi casi di religioso ha ben poco, e da settimane si moltiplicano i sequestri di animali provenienti dall’est Europa, prelevati dalla cucciolata in tenera età, privi di vaccini e spesso costretti a viaggiare in condizioni poco salutari per la loro fragile salute. I servizi giornalistici televisivi però puntano principalmente l’indice contro coloro che sono considerati dei trafficanti senza cuore, ma vanno sfatati alcuni luoghi comuni tipicamente italici. In primo luogo la sensibilità nei confronti degli animali nei paesi dell’est, per fortuna, deve ancora raggiungere i livelli patologici italiani. Lì infatti un cane o un gatto sono ancora solo dei cani e/o gatti, e non caricati dell’umanizzazione tipica dei cosiddetti paesi industrializzati. E nei paesi dell’est quando risultano delle eccedenze di produzione si preferisce, a ragione, addossarli a dei grulli micragnosi, che ben sanno che il prezzo che andranno a pagare sarà più basso di quello di mercato,ma se ne fottono. In fin dei conti potrebbero tranquillamente ammazzarli, gettarli in qualche cassonetto dei rifiuti dopo averi dato qualche mazzata ben assestata in testa. Invece a modo loro tengono, come gli italiani, il cuore a destra e il portafoglio a sinistra, e vendendo gli animali a soli 30 Euro a pezzo è come se garantissero loro la vittoria al terno al lotto della vita, scaricando la patata bollente agli animalisti dell’Europa Occidentale.

Le leggi basilari dell’economia, anche quella clandestina, dicono che per esserci offerta ci deve essere domanda. E infatti la domanda nasce dai cosiddetti “animalisti con le pezze al culo”, che a parole si getterebbero in un canale per salvare il pulcioso, ma nei fatti per risparmiare qualche centinaio di euro non si fanno scrupoli ad acquistare animali di dubbia provenienza, privi dei certificati veterinari legali che ne attestino il buon stato di salute. Ma si sa, devono accontentare i pargoli che vogliono, per i mesi invernali e primaverili, il cucciolo nuovo, salvo poi prima di partire per le ferie, abbandonarlo per strada, visto che alla fine il costo d’acquisto è stato irrisorio.

I sentimenti di questi animalisti accattoni sono ballerini come quelli di un ubriacone che si mette a sbraitare davanti ad un bordello, chiedendo che venga chiuso, perché visto il tanfo che emana, il buttafuori nemmeno si sognano di farli entrare. E il bello di questi loschi figuri è che nascondendo le origini dell’est europeo dell’animale, poi hanno anche la sfrontatezza d’andare a puntare l’indice contro coloro che li maltrattano, fingendosi indignati, mentre questi “San Francesco” dei coatti hanno dimenticato o fingono di non ricordare che l’animale che ora dicono di amare, è stato acquistato a sottocosto, come se fossero andati ad una svendita di rigattiere imbroglione.

Non è il caso di indignarsi, ma esistono degli animalisti più pulciosi del loro protetti se comprano animali al mercato nero, per spilorceria, ma esistono amanti degli animali e sonno la maggioranza , che sono persone degne di ogni rispetto e considerazione perché sanno dare il giusto valore – non patologico – all’animale d’affezione. Quest’ultimi dovrebbero essere i primi che vanno a denunciare i comportamenti bestiali degli animalisti della domenica, di coloro che sfoggiano il loro bell’amico a quattro zampe, avendo magari la faccia tosta d’andare a dire in giro che è stato un affare.

Prendersi un animale da compagnia non è una moda, un capriccio da bifolchi, ma è una responsabilità che solo le persone intelligenti e dotate di un intelletto equilibrato dovrebbero prendersi. Mentre per sfortuna si assiste a un mercimonio animalistico che odora peggio della Simonia, solo per il gusto di sfoggiare con le amiche o i compagni di merende l’ultimo modello di cane di razza pregiata, fregandosene se è stato portato a casa più morto che vivo e soprattutto privo, o con documenti veterinari falsi, e questi sono moralmente più colpevoli degli stessi criminali che effettuano i trasporti illegali, o di coloro, che pur sapendo dal triste destino che potrebbe accadere durante il viaggio verso occidente, vendono a prezzi da fame, i loro animali.

Certi pseudo animalisti sono la feccia di coloro che amano gli animali, una razza indegna che nel caso acquistasse animali al mercato nero dovrebbero essere costretti a viaggiare per almeno un migliaio di chilometri nelle stesse condizioni dei loro “amati”.. Forse così ci penserebbero un'altra volta prima di non imparare d’accertarsi della vera provenienza degli animali che dicono d’amare.

Un invito a tutti i taccagni che acquisteranno animali sottocosto: si spera che vi attacchino il cimurro e la rabbia. Se proprio volete risparmiare andate in un canile e accontentatevi di quello che passa il convento, perché l’animale, se proprio lo si vuole, dovrebbe essere un animale d’affezione e non da sfoggio come una pelliccia pregiata, acquistata per far si che le amiche della moglie siano invidiose.

L’animale per certi animalisti bifochi non è un essere da affezione, ma un modellino griffato da sfoggiare, da mostrare, da portare a passeggio al parco, possibilmente senza museruola e sacchetto raccogli escrementi, tanto se gli altri li calpesteranno, dice il proverbio, “La merda porta denaro”.

Puntare l’indice da parte degli italiani orbi solo contro i Paesi dell’est che esportano illegalmente le eccedenze canine e feline è un insulto alla ragione, perché gli italiani non si rendono conto che vendere unna cucciolata per 150 Euro è una miseria, ma i veri miseri sono gli italiani che avendo uno standard economico più elevato dei Paesi dell’est si comportano da morti di fame, peggio dei venditori, perché per una famiglia dell’est la vendita potrebbe significare la sopravvivenza mensile, mentre per gli italiani, spendere 100 euro per un cucciolo al mercato nero equivale a mangiare e ingrassarsi sopra, risparmiando, rispetto al reale valore di mercato, sulle povertà altrui.

I veri banditi e criminali di questo truce commercio non sono i poveri dell’est Europa, ma i ricchi dell’Ovest Europa, Italia compresa, che con le loro richieste fanno muovere questo commercio clandestino e criminale, giocato sulla pelle degli animali e sulla pelle di poveri cittadini dell’Est, anch’essi l vittime della diffusa illegalità transnazionale.

Marco Bazzato
06.12.2010
http://marco-bazzato.blogspot.com/

2 commenti:

  1. ho letto il tuo post sul commercio illegale di animali ed il commento sulla famiglia naturale uomo-donna... mi sento in vero imbarazzo perché non ho parole per esprimere il mio disprezzo nei tuoi confronti

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  2. Vedi gentile e anonimo amico/a, chiunque tu sia. Non sto a giudicare i comportamenti dei portatori sani di omosessualità, che per me sono alla pari dei portatori sani di eterosessualità e non sto a fare differenze sociali e o culturali, ma anche nella natura umana, come nel regno animale, a parte pochissime specie, la riproduzione avviene tramite l’incontro dello spermatozoo del maschio con l’ovulo della femmina e questo, piaccia o no, da origine alla “famiglia naturale”, perché nel 99, 9% delle specie avviene in questo modo, e questa regola non l’ho inventata io. Certo esiste lo 0,1% di cui va tenuto presente e che non deve subire discriminazioni di sorta, anche nel regno dell’animale chiamato uomo, però anche in questo caso, le cose sono chiare, con la differenza che nel animale chiamato uomo, di cui tu e io ne facciamo, volenti o nolenti parte, fino a prova contraria il tutto avviene come sopra descritto. Se poi ti riferisci agli aspetti sociali e culturali per manifestarmi, tuo diritto, il disprezzo che provi nei miei confronti, allora questo è un altro discorso. Naturalmente rispetto la tua opinione nei miei confronti, che dal tuo punto di vista posso anche reputare legittima, se non fosse per il fatto che presumo che tu prima di scrivere non ti sia soffermato a riflettere, allargando il tuo orizzonte di pensiero, ma questo è un problema tuo, non certamente mio.
    Riferito al resto dell’articolo, beh, credo che la mia condanna nei confronti di coloro che acquistano animali all’estero, privi delle necessarie sicurezze veterinarie, soprattutto se si parla di razze pregiate, per risparmiare, presumo d’essere stato abbastanza chiaro circa la condanna nei confronti degli acquirenti, perché se non c’è domanda non esiste nemmeno l’offerta. Sono elementari regole commerciali. Naturalmente spero che tu non ti sia indignato perché anche tu appartieni a quella razza di taccagni, amanti degli animali importati a basso costo, acquistati per risparmiare. Spero vivamente, anzi sono sicuro di no, altrimenti sarei io che mi sentirei in dovere di disprezzarti, anche se non è mia abitudine disprezzare le persone, indipendentemente da quello che mi scrivono come commenti nel mio blog.
    A tua disposizione per ogni eventuale chiarimento futuro, cordiali saluti e buon 2011

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