venerdì 1 ottobre 2010

Il poeta, giardiniere de “I fiori del Male”


A Charles Baudelaire (1821-1867)

Il valore del poeta sta nell’attaccare i potenti
rendendoli zimbelli agli occhi del mondo .

La verità nascosta tra le metafore
la storia presente, nascosta tra le pieghe del passato,
la metafora che sbugiarda la bugia
sbocciando come un fiore a primavera.

Non c’è infamia nel poeta che narra a versi il vissuto proprio o altrui,
non c’è offesa nelle parole
che emergono dal millenario passato o da un evangelico testo,
al poeta tutto è permesso, al poeta tutto è consentito
perché la sua arma è la parola, il versetto e rima baciata.

Il poeta, a differenza del vile, non si nasconde,
ma proclama al mondo le verità inconfessate,
che si vorrebbero dimenticate,
e seppur nella povertà, sa vivere di pane , cipolla e onestà.

Chi ha paura del poeta che narra una storia?
Han paura coloro i cui pensieri non dovrebbero esser rivelati,
ma il poeta non ha timore delle proprie nequizie
perché attraverso la rima narra le proprie nefandezze.

Il poeta è uno spettatore distaccato degli eventi,
ma gli subisce sopportandone pesi fardelli,
portando sulla pelle l’infamità, insulti e offese.

Il poeta non ha paura dello scontro,
ma quando si uccidono i poeti si uccide la storia del mondo,
quando si uccidono gli scrittori si ammazzano i cronisti dei fatti,
e quando si uccide un artista, lo si ammazza perché affetti da viltà congenita.

Il poeta è un dio maledetto da Dio,
uomo della diaspora che se ne è andato dalla sua terra,
si è allontanato dal suo paese e poi bandito dalla casa natia,
che vive come un’anima errante
in cerca di serenità e pace.

Il poeta è il giardiniere de “I fiori del Male”
che narra d’amori, verità, giustizie e ingiustizie,
senza aver vergogna dei giudizi del mondo.

Marco Bazzato
01.10.2010
http://marco-bazzato.blogspot.com
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