venerdì 1 dicembre 2006

È scoppiata la guerra dei presepi


Nei giorni scorsi sono apparsi degli articoli, specialmente sul Gazzettino, dove i direttori dei grandi centri commerciali hanno deciso di non vendere più il presepe: la motivazione ufficiale è che restano invenduti.
Anche l’Ikea si è allineata alla decisione, e come sempre la politica ipocrita falsa, e bieca ci mette lo zampino.
I centri commerciali dove non si vendono i presepi vanno boicottati, perché vogliono scristianizzare il paese, mandando alle ortiche una tradizione millenaria che hanno fatto del presepio oltre che un mezzo di venerazione, anche uno strumento d’espressione artistica.
Il deputato Luca Volontè ha dichiarato: L'esclusione della vendita del presepe in Italia, da parte di Ikea, Rinascente, Standa, Oviesse e di altri gruppi multinazionali, è il risultato di una vergognosa colonizzazione messa in atto per sradicare l'identità cristiana e per togliere a un paese cattolico come il nostro un simbolo secolare che rappresenta il natale[1]".
Non so di cosa si occupi precisamente il signore in questione, ma se avesse un’azienda da mandare avanti, certamente non andrebbe ad impegnare spazio e denaro per tenere in magazzino prodotto invendibili. Invece di attaccare i centri commerciali, che hanno come unico scopo quello di far denaro, dovrebbe prendersela con i presunti cattolici che ormai sembrano totalmente disinteressarsi al fenomeno presepio in casa, sarebbe interessante sapere, anche se il suddetto deputato l’ha già fatto il presepe in casa propria, oppure si sta attrezzando in questi giorni.
Per fare un esempio forse banale ma indicativo, tempo fa entrando in una farmacia un cliente ha chiesto un particolare tipo d’analgesico, ma la risposta fu che la farmacia in questione non lo teneva più, perché non aveva mercato. Cosa si sarebbe dovuto fare il cliente? Processare la farmacista? Boicottarla?
Dobbiamo prepararci ad assistere alle scene strazianti di mamme che si strappano i capelli, di lunghe file di famiglie con bimbi al seguito che fanno picchetti di protesta, piangono, fanno giaculatorie e scagliano anatemi, perché non hanno trovato le fatidiche statuine?
Il sommo del ridicolo si ha, quando a protestare sono anche gli esponenti della Casa delle Libertà, gli artefici del liberismo sfrenato, i fautori televisivi del vuoto mentale, dei regali natalizi, di un babbo natale costante, che non appartiene alla tradizione cattolica, di un albero di natale storicamente legato ai riti pagani, ma li silenzio, li fa vendere, lì i bilanci si alzano e nessun politico o cardinale apre la bocca, tutti tacciono.
Il governo di centro sinistra deve correre ai ripari facendo subito una legge che imponga a tutte le famiglie, italiane e straniere, cattoliche di parola e di fatto, ai fedeli di altre confessioni religiose l’obbligo di allestire il presepio, altrimenti l’economia natalizia della tradizione creata da San Francesco nel 1223 andrà in frantumi, non importa che non interessi più a nessuno. Basterà far partire i controlli casa per casa, e scrivere multe salate ai trasgressori così si troverà un nuovo modo per spolpare i cittadini e aumentare le risorse per le spese inutili, come auto blu, scorte da vip, e stipendi milionari ai boiardi di stato.
Anche il papa dovrebbe scagliare il suo anatema sia contro i centri commerciali, ma soprattutto contro i fedeli, minacciandoli di scomunica se non faranno in casa il fatidico presepe.
In un paese governato da asini, a volte i buoi si stancano e fanno in casa propria quel che vogliono, e i bambini giocano con l’ultimo videogioco che i nostri bravi politici vogliono censurare perché al primo livello sono eliminati dal gioco, e vanno a piangere aggrappandosi alle sottane della mamma, e per consolarsi, si alzano nuovamente lo stipendio, in barba ai sacrifici di tutti i poveri diavoli, che ormai hanno perso non solo la fede, ma anche la speranza e sono pronti ad andare a chiedere la carità.

Marco Bazzato
01.12.2006
http://marco-bazzato.blogspot.com/


[1]repubblica.it/2006/11/sezioni/cronaca/presepe-rinascente/boicottaggio-cattolici/boicottaggio-cattolici.html

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