venerdì 8 dicembre 2006

Legge sulla convivenza: ha vinto la lobby eterofobica

Il governo di centrosinistra si appresta a presentare un disegno di legge a favore delle unioni civili, legalizzando anche le cosiddette “le biologicamente improduttive unioni eterofobiche”. A presciscindere dal fatto che lo Stato non dovrebbe mettere il naso sotto le lenzuola degli italiani, non si vede la necessità di seguire l’onda anomala europea e non solo, che equipara qualsiasi tipo d’unione a quella civile e matrimoniale tra un uomo e una donna.
Ma il paese ne ha veramente bisogno? In questo momento storico sicuramente no, forse tra cento o mille anni si potrà iniziare a discuterne come un dilettevole passatempo in qualche osteria, o in qualche bettola, dove gli avventori ubriachi nel loro villico linguaggio rimanderebbero al mittente una siffatta proposta.
Non si venga a parlare di negazione dei diritti dei singoli, perché si parlerebbe ancora d’aria fritta, mentendo nuovamente alle persone. Due singoli dello stesso sesso, non fanno una coppia, ma un paio spaitato, per renderla più semplice è come mettersi ai piedi due scarpe destre o due scarpe sinistre. Definire coppia due individui che per vissuto personale, hanno scelto d’incamminarsi consapevolmente o inconsapevolmente nella strada dell’eterofobia, nel pieno rispetto del baratro personale, è un affronto al buon senso, non solo sociale, ma anche personale e individuale della maggioranza silenziosa dei cittadini Italiani.
Del resto basta leggere alcuni blog per capire che la decisione suicida presa dal governo Prodi, fortemente voluta per normalizzare anche l’utilizzo del bagno del Parlamento delle donne da parte degli uomini con le gonne, è rifiutata dalla maggior parte dei cittadini italiani. È assurdo che una legge del genere sia imposta come un faro di civiltà sociale e di progresso umano.
Certe leggi volute per fare piacere ad una ristretta minoranza, dovrebbero poi essere sottoposte a referendum abrogativo popolare, dopo lunghi e approfonditi dibattiti televisivi, dove il cittadino possa essere correttamente informato, non solo da ospiti eterofobici che declamano i loro “presunti diritti”, ma anche da esperti medici, psichiatri, psicologi, che spieghino correttamente cos’è l’eterofobia, le cause e le motivazioni che portano determinati soggetti a fare una scelta annichilente e edonistica per l’uomo e per la società stessa.
L’italiano avrebbe già scelto dentro di se, indipendentemente da quanto declamano i media. L’italiano è contrario alla parificazione delle “coppie” eterofobiche alle coppie eterosessuali, in quanto, anche se non lo può declamare liberamente, prova un innato senso di repulsione, non solo psicologico ma anche fisico ed emotivo, che non deve essere confuso come spesso vogliono far intendere gli eterofobici che si tratti di “omofobia o peggio ancora d’omosessualità latente” ma di semplice e naturale buon senso. Quel buon senso che l’attuale classe politica al governo, specie nell’ala più radicale, traditrice dei veri valori marxisti vorrebbe far passare oggi per conquista di civiltà, mentre il vero marxista, il vero uomo nuovo di sinistra ha sempre combattuto certe realtà “diverse”.
Se vivessimo in un Paese serio, l’attuale governo terrebbe conto dell’opinione degli italiani a riguardo alla regolarizzazione delle “coppie eterofobiche”, lasciando al cittadino il diritto d’esprimersi nel segreto dell’urna referendaria.
Mi auguro che dopo l’approvazione della legge, nascano dei comitati civili spontanei che s’impegnino, nel nome del laicismo e della Costituzione dello Stato italiano, a promuovere un referendum abrogativo, e che il Paese e soprattutto la maggioranza Eterosessuale faccia sentire in modo univoco la propria voce.

Marco Bazzato
08.12.2006
http://marco-bazzato.blogspot.com/

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