Forti coi deboli , deboli coi forti! Questo è il motto della politica sociale, mentalmente deviata. Infatti – secondo alcuni – è giusto salvare dall’arrostimento alle chiappe, dall’iniezione letale, o dal soffocamento al cianuro qualche pluriomicida drogato, stupratore o pappone, mentre ammazzare, legalmente dei quasi bambini di cinque o più mesi, ancora nel grembo materno, solo perché le non future madri, si sono ingrifate in qualche angolo nascosto in discoteca o d’una stanza d’albergo, per solazzarsi, magari con qualche membro sconosciuto, che dopo il coito godereccio, se ne fottono – dopo esser state fottute, ricavandone piacere – di quanto è stato eiaculato in grembo, sono pronte a gettar nel cesso il frutto indesiderato del loro peccato – magari cornificando il legittimo consorte – o se minorenni, già pluringravidate, per ignoranza dei più elementari concetti d’educazione sessuale, non insegnati a scuola, perché parlare di sesso e di tecniche anticoncezionali naturali, è sempre e comunque sconveniente, in quanto argomenti ,per la cultura di repressione sessuale cattolica, tabù.
L’aborto, dopo il terzo mese di gravidanza, non è un diritto della donna, ma è un orrore/errore lla medesima – se non ha subito violenza sessuale – e del suo partner che non ha saputo, o voluto controllare, onanisticamente rigettando fuori dal ventre femminile, il flusso dei bambini liquidi espulsi dal membro, perché privo dell’impermeabile s spermicida e salva gravidanze, che il maschio, vile e vigliacco, scarica, prima nel ventre e poi nella psiche della copulata i fardelli del foruncolo gigante crescente nel ventre.
L’aborto, dicono alcuni amici del genocidio legalizzato, è un dramma per la sventurata che lo compie.
Balle! Ma chi vogliono, verbalmente, sfottere?
Non poteva pensarci prima? Magari stando più attenta, invece di darla via a destra e a manca, senza poi ricordarsi, perché presa dell’estasi orgasmica, a chi l’aveva concessa negli ultimi mesi?
Il dramma dell’aborto, non per chi, allegramente, lo pratica: la donna, ma per il disgraziato che lo subisce: il neomorto,ammazzato prima d’essere legalmente nato – potrebbe essere ridotto, se esistesse la “chiavata responsabile”, la “fottuta con cervello”, la “vacca ed il toro riflettenti” che usano non solo gli ormoni ed il testosterone, ma anche i neuroni saggiamente e sessualmente istruiti, non solo alle arti goderecce del Kamasutra, ma con un minimo di nozioni d’educazione sessuale, non imparata dai giornaletti porno, o video per smanettoni scaricati da internet, o sviolinate digitali di patonze allupate come disperse nel deserto dei membri assenti?.
D’altronde, le statistiche affermano che nel mondo, negli ultimi trent’anni, ci sono stati circa un miliardo (1.000.000.000) di rifiuti speciali umani, smaltiti in modo diverso. E di questo, che ne dicano le femministe – che campano ancora al grido “Dell’utero e mio e lo gestisco io” – sono corresponsabili al 50% anche i maschietti, che partecipano in solido all’atto copulatorio-procreativo, che sono legalmente, ma non eticamente, totalmente deresponsabilizzati dai loro atti, dimostrando praticamente, che non vince il femminismo, ma il maschilismo più becero e che il maschio può fottere senza poi alla fine essere, non solo fottuto, ma anche tagliato fuori dalla scelta della genitorialità responsabile.
Forse, non si vuole concedere la parificazione delle responsabilità, perché troppi figli – poi abortiti – vengono concepiti fuori dalle unioni solide e durature, che molti, potrebbero risultar essere figli di cento padri., futuri figli – illegittimi – di mariti cornuti o compagni cornuti, oppure perché molti maschi, mettono allegramente le corna a mogli, compagne o fidanzate, andando a puttane – non solo a pagamento – e per questo, pilatisticamente sono felici di scaricare, oltre al seme nel grembo dell’infoiata di turno, anche la rogna di gettare nel cesso, il rifiuti di un figlio, espulso fuori, ma paternamente voluto.
Marco Bazzato
12.02.2008