domenica 24 febbraio 2008

RU486: Lassativo uterino


Sembrerebbe in dirittura d’arrivo, l’approvazione della cosiddetta pillola del giorno dopo, la famigerata RU 486, l’Euchessina vaginale, o per meglio dire il lassativo uterino per donne sbadate, per puttanelle che aprono più facilmente le gambe, che non hanno il collegamento col cervello, facendo felici i maschi, che possono scaricarsi, non solo i bambini liquidi nel ventre della donna, ma soprattutto la coscienza, copulando come criceti, certi che poi le donne, si puliranno l’utero dai frutti indesiderati, con la stessa semplicità con cui si svuotano l’intestino, quando questo è pigro.

Quello che non si capisce, è perché si debba agevolare la donna allo smaltimento del rifiuto nocivo indesiderato, incentivando di riflesso, l’accoppiamento selvaggio, la scopata senza capo e ne coda, fatta con la stessa incoscienza con qui i giovani in discoteca si impasticcano o si ubriacano e poi, senza ritegno, vomitano tutto, per ricominciare nuovamente.

D’altronde la “necessità” d’approvare l’utilizzo del lassativo uterino, è dovuto al fatto, che soprattutto le giovani,
specie se minorenni, si fanno sbattere senza pietà e ritegno, però quando si accorgono che il ciclo se ne è andato a puttane, hanno come primo problema quello di capire chi potrebbe essere il padre, cosa spesso impossibile vista l’alta varietà di organi maschili che le con la frequenza di un temporale – ormonale – primaverile, le attraversano, iniziando a tramare se i genitori, sanno che questa non passa il suo tempo in orazioni o studio, ma a studiare introduzioni diverse, e quindi sono colpite da scariche diarroiche, per timore del taglio dei viveri, o peggio o meglio – dipende dai punti di vista – , essere cacciate di casa, se questi venissero a conoscenza dell’ingravidamento della loro Maria Maddalena.

Quindi poi, debbono mettersi le gambe in spalla, andare al consultorio, perché qualcun altro si faccia carico dei casini che si sono autoprovocate, sempre col timore di venire scoperte, dovendo cos’ì affrontare quello che per loro potrebbe essere il presunto ennesimo dramma: gli
antiaboristi, che invitano le giovani a farsi carico, dopo il piacere, del dovere come future madri. Ma queste verginelle in famiglia, non ci stanno, e quindi devono farsi mettere sotto l’ombrello protettivo di un giudice tutelare, che le aiuti a liberasi del foruncolo in crescita nel ventre, all’insaputa dei genitori, esautorandoli dal diritto dal venire a conoscenza di quanto la sciagurata vuole compiere.

È ridicolo, che nel 2008, che giovincelle super tecnologiche, collegate in rete, col telefonino multifunzione, esperte in moda, immagine, apparenza, siano totalmente vuote a livello intellettivo e preventivo. Ma queste saputelle dalle gambe divaricate, non sanno che esiste la
pillola anticoncezionale, il profilattico da far indossare al “membro” maschile prima della copula? Eppure anche una mula – in dialetto triestino – oggi ha accesso alle informazioni presenti sul web, evidentemente, è tempo sprecato leggere e informarsi; se qualcuno non se ne è accorto l’analfabetismo e gl’ignoranza degli anni quaranta e cinquanta, è stato superata da tempo, o no?

Il paradosso, in tutto questo pseudo liberismo sessuale, è che gli unici felici sono i maschi, i giovani torelli, i novelli
Rocco Siffridi che scaricano – prima il seme – sulla donna la responsabilità degli atti fatti consensualmente, non venendo a conoscenza – o esautorati che dir si voglia – al pari di genitori delle medesime, se le loro amate, hanno gettato nel cesso il frutto di quanto, con tanto pene, avevano godentemente inoculato nel ventre.

Molti sostengono che bisogna avere rispetto per queste “tragedie”, per queste difficili decisioni, generate però dall’irresponsabilità nei confronti di se stesse, che bisogna avere comprensione, mettendosi nei panni queste povere sventurate dalla donazione uterina facile, che con la scusa dell’autodeterminazione della donna, invece d’elevarla per sensibilità ed intelligenza, da sempre e comunque a succube del lassismo maschile, che si disinteressa, a questo punto di quanto fa con una donna, tranquillo che dopo la scopata può giare del spalle, dormire e disinteressarsi, perché legalmente – ma non
eticamente e moralmente – esautorato dalle proprie responsabilità.

L’aborto, lasciando da parte i casi di
stupro, che sono la quinta essenza della bestiale animalità maschile, dove la donna che lo subisce, ha tutto il diritto di non sentirsi infetta dal malefico frutto violento che le cresce nel ventre, non è un dramma della donna, ma la conseguenza di un suo disinteresse personale nei propri confronti, che come tale andrebbe educata ad una sessualità intelligente, cosa che sempre più frequentemente non fa e non sta certo Stato, alla istituzioni mediche togliere l castagne dal fuoco alle giovani sconsiderate, in quanto, sembrerebbe che secondo un presunto sentire comune ingravidamento e maternità sia diventata una colpa, un danno da cancellare dalla coscienza sociale, in nome della salute psichica della donna e dell’uomo, che non usano la ragione sulle possibili conseguenze dei loro atti sessuali, non prendendo le adeguate precauzioni, che dovrebbero essere un obbligo di coscienza per entrambi. Evidentemente spesso, questa è rimossa dall’estasi del godimento orgasmico, oppure non è proprio nata perché abortita.

Marco Bazzato
24.02.2008
http://marco-bazzato.blogspot.com/

7 commenti:

  1. Sei fuori di testa e non capisci nulla dei problemi delle donne

    RispondiElimina
  2. sei un idiota a metà...
    alcune cose che dici potrebbero essere nche giuste,ma vai avanti coi paraocchi.
    verissimo e sacrosanto che ci sono ragazzine(e donne)sconsiderate che abortiscono come se si trattasse di buttar via lo scontrino della birra bevuta prima dell'accoppiamento.ma è altrettanto vero che probabilmente è meglio che persone del genere non diventino genitrici.
    e ancor più sacrosanto è che ci sono anche persone che le precauzioni le prendono,ma purtroppo a volte suddette precauzioni fanno cilecca.e a quel punto se non ci si sente pronti ad allevare un figlio è molto meglio abortire piuttosto che farelo sentire per tutta la vita un indesiderato.

    RispondiElimina
  3. Forse sono un idiota a metà. Certo è che come tu scrivi – caro il mio anonimo – che posso anche aver ragione in molti punti. Ergo, porto avanti i punti ove so d’aver ragione. Troppe donne, con eccessiva faciloneria copulano e poi vanno dallo svuota uteri, con la stessa semplicità con cui vanno dall’estetista. Ed ora vorrebbero anche il lassativo uterino? Molto volentieri, ma prima un buon trapianto di cervello…sempre che si riesca a trovarlo in mezzo a tutto quella materia grigia sottovuoto spinto!

    RispondiElimina
  4. Tralasciamo il dubbio italiano che utilizzi come mezzo d'espressione (sono shockata dal fatto che tu ti ritenga uno scrittore...). Probabilmente tu, che nella cupola dove sei rinchiuso a disquisire con un computer di questioni di vita che probabilmente non hai mai vissuto, tu che sei impegnato a ricercare il linguaggio più stomachevole per descrivere questioni che vanno ben oltre la delicatezza, tu che probabilmente fai parte del nugolo di presunti cervelli che ritengono che volgare e sdegnoso siano sinonimo di "d'effetto", tu che punti il dito con tanta facilità contro donne e ragazze indiscriminatamente (facendo eccezione per il solo stupro), tu che ti ritieni il patrono liberatore del povero feto epurato, tu che, dando prova di una stupidità che rasenta l'ovino, ti prendi il lusso di paragonare un aborto ad una sana e corposa defecazione, non sai niente e pretendi di ostentare di sapere. E ti bei della tua ignoranza facendone sfoggio in un blog. Ci vorrebbe la patente per aprire un blog, ultimamente.
    Stando a quanto "scrivi" e a come lo fai sono piuttosto certa che tu non abbia mai avuto a che fare con un aborto. O meglio, con una donna che abortisce. Con quello cui lei e solo lei va incontro e con tutto quanto ne consegue. Un aborto non è la spremitura di un foruncolo, non è un gioco e questo qualsiasi donna lo sa. Ci sono risvolti, risvolti gravissimi: psichici, fisici e morali. Cosa che tu certamente ignori. Una donna che, volente o nolente, si sottopone all'aborto va incontro a seri rischi per la sua salute e per la sua futura fertilità. Perchè non è raro che dopo una operazione di raschiamento non si possano più avere figli. Perchè, anche se quel figlio non si voleva/poteva tenerlo, una donna si pone lo stesso delle domande quando resta da sola di notte. Non esiste quello che voi descrivete come una meretrice folle che al mattino va a farsi purificare come se facesse la ceretta. Se conoscete qualcuna che si comporta in questo modo (e ho i miei seri dubbi), beh, allora statele vicini (nel tuo caso, mio buon autore, è meglio che tu stia il più alla larga possibile, se ci tieni al pizzetto), perchè certamente quella che mostra è solo una corazza. Dopo un aborto ci si sente svuotate e un uomo non potrà nè dovrà mai pretendere il lusso di arrivare a capire anche solo lontanamente cosa si prova. Perchè quella sensazione di avere una potenziale vita che cresce lentamente dentro di te, anche se non volevi o se non l'avevi preventivato, non è una cosa che può essere spiegata a parole. E' natura allo stato puro. E andare contro l'istinto naturale di preservazione dell'esserino per far spazio alla ragionevolezza con cui una donna prende l'infausta decisione non è una passeggiata in centro a veder vetrine.
    D'accordo con te sul fatto che i giovani d'oggi siano incauti nelle proprie esperienze, ma non è una pillola abortiva a dar loro maggiori incentivi e sicurezze. Questo può pensarlo solo un uomo. E neanche il migliore degli uomini.
    Il problema, tra gli altri, è che probabilmente le ragazzine ignorano completamente come si svolga un aborto o come agisca la pillola e quali rischi comportino entrambi i procedimenti. Si, magari la tengono presente come estrema soluzione, ma certamente non fanno sesso con il preciso proposito di abortire a danno avvenuto. Perchè il problema del danno non se lo pongono affatto. Questo è il vero dilemma della società odierna, non la possibilità di offrire un metodo abortivo meno invasivo e rischioso dell'aborto in sè e per sè, quella è solo una grande cosa! E se credi che ottenere una pillola del giorno dopo o ricorrere all'aborto sia così semplice e poco mortificante, prego! Accomodati! Fà un giro e vedi un po' cosa trovi.
    Scegliere di abortire non è mai una scelta semplice e, soprattutto, non è MAI un metodo anticoncezionale. E stà pure sicuro che la ragazzina di 15 anni che va a letto con il suo fidanzatino e non prende le dovute precauzioni (o lo fa ma in maniera sbagliata, perchè così lui lo sente di più), dopo essersi sottoposta ad un trattamento abortivo fisico o chimico che sia, SE e sottolineo SE non avrà problemi di fertilità in futuro, sarà talmente provata dall'esperienza che dubito sinceramente che riuscirà ad avere ancora per molto tempo rapporti sessuali tranquilli.
    La pillola del giorno dopo è soltanto una chance meno invasiva che è giusto (secondo il principio della minore invasività delle leggi in proposito...) offrire a quelle donne che, vuoi o non vuoi, arrivano alla meditata decisione di non avere un bambino.

    RispondiElimina
  5. Io non metto in dubbio le tue parole, anzi. Queste mi danno la conferma che quanto ho scritto – come dici tu in modo stomachevole per chi legge, specie per le donne – colpisce nel segno, come un cazzotto dato sullo sterno, bloccando il respiro. Questo era il mio intendimento e a quanto vedo, ho raggiunto lo scopo.
    L’articolo, non è rivolto a donne costrette, per causa di forza maggiore ad abortire, ma a quelle ragazzine, o anche a quelle donne, che con faciloneria ricorrono a questo mezzo, infischiandosene di tutte le conseguenze psicologiche e fisiche che questo comporta. Per assurdo, il tuo scritto, è un vero e proprio manifesto antiaborista, in quanto in nessun articolo a favore dell’aborto, si fa mai accenno sui rischi fisici, o sui danni psicologici che questa pratica lascia come strascico doloroso nella donna.
    Sfortunatamente, non sono io che dico che l’aborto è come una spremitura di un foruncolo. Sono gli abortisti, spesso per assurdo proprio maschi, che in quanto non conoscendo, o non volendo riconoscere i disagi futuri delle donne, e non essendo problemi che li riguardano, se ne infischiano delle conseguenze future. Non devi prendertela con me, ma col sistema – che per ragioni politiche – non informa adeguatamente le donne sugli effetti a lunga scadenza.
    Vedi, non sono io il vero avvoltoio della questione aborto. I veri avvoltoi sono altri: le case farmaceutiche, i medici abortisti, la politica che ci marcia sopra, godendo silenziosamente, ma facendo l’affranta pubblicamente su un problema femminile di primaria importanza.
    Rispetto la donna, molto più di quanto tu puoi immaginare. Rispetto la donna che è costretta per mille ragioni – più o meno giuste – a disfarsi del frutto che le cresce in grembo, ma non rispetto nessuna donna, che pensa che abortire sia un a passeggiata, tanto lo svuota uteri fa il suo lavoro, oppure il nuovo lassativo uterino agisce. E ti assicuro, che sono molte di più di quelle che tu puoi immaginare, sono comunque una minoranza, rispetto a tutte le altre, ma esistono.
    Cordiali saluti e grazie per il tuo saggio ed intelligente post.

    RispondiElimina
  6. Le donne che abortiscono (eccetto che per motivi di salute o rischio per la propria vita)le trovo come è stato già detto sopra delle "IRRESPONSABILI", esattamente come quando ci si ubriaca e ci si impasticca, poi ci si mette al volante di un auto con qualcuno di fianco! Perchè l'altro deve pagare le conseguenze degli errori dell'ubriaco? Non si può "NON" parlare di omicidio "VOLONTARIO E PREMEDITATO" inoltre ci sono altre soluzioni al problema dell'aborto, ossia si potrebbe decidere di darlo in adozione a qualcuno che forse tanto desidera un figlio ma non ne può avere,riflettete anche su quelle donne che portano avanti una gravidanza di un feto non sano queste si che sono responsabili! NON è assolutamente giusto nè tantomeno giustificale l'aborto, tranne che per motivi non legati al rischio di perdere la propria vita, anche lo stupro in molti casi si può evitare basta usare i dovuti accorgimenti, evitando luoghi pericolosi in certi orari del giorno o sera, e vestendosi in modo da non attirare troppo l'attenzione su di sè! Pochi accorgimenti fanno la differenza! Sopra è stato anche detto che chi abortisce può avere danni o problemi psicologici legati al "trauma" post-aborto, già questo dimostra che infondo non si vuole prendere tale decisione, per cui il motivo dell'aborto resta legato a fattori esterni, (paura di affrontare le conseguenze coi genitori, col partner, incomprensioni esterne o difficoltà di relazionarsi con la vita di tutti i giorni,). Allora come si può stabilire il concetto secondo cui si ha la libertà di agire sul proprio corpo, quando questa libertà è succube della reazione o dell'influenza di fattori esterni, come ad esempio la cultura di un paese, del proprio ambiente o educazione familiare o dalla cerchia di amici che ti spingono in tal senso! Dov'è la propria "liberta'" di "coscienza" di ciacuno di noi? Come si fa a sostenere un principio per gli altri quando forse se capita a te magari non lo applichi perchè magari la tua coscenza non te lo permette? Quindi chi ha il diritto di decidere o consigliare per gli altri, se stessi o gli altri? Dovete imparare a giudicare voi stesse e non gli altri! Quando si è d'accordo o non su una de cisione del genere gli altri dovrebbero pensare agli affari loro e non emettere giudizi su altri poichè ognuno agisce secondo la propria coscienza e renderà conto di se stesso!

    RispondiElimina
  7. Premetto che trovo molto efficace il tuo modo di comunicare quello che pensi e mi trovi d'accordo anche sui contenuti, vorrei dire due cose: La prima è che l'aborto volontario non dovrebbe mai essere considerato un diritto, come spesso mi capita di leggere e di ascoltare, questo perchè quello che molti chiamano un gruppo di cellule è un uomo/donna in divenire. Seconda considerazione: La cosa più difficile da accettare è quella di partorire un figlio frutto di una violenza. In questo caso vorrei far presente che nonostante la violenza (dico un'ovvietà) questo figlio avrà almeno il 50% dell'eredità genetica anche della madre. Chiaramente può anche capitare nella maggioranza dei casi che non si voglia comunque voler far nascere e poi vivere con un figlio che volenti o nolenti ti riporta continuamente alla memoria quel terribile momento. Una cosa, queste madri controvoglia, dovrebbero/potrebbero considerare (questo vale anche per gli altri motivi d’aborto): che esiste la possibilità di lasciare il nascituro in adozione in perfetto anonimato. Immagino che tutti sapranno quante domande di adozioni inesaudite ancora esistano. Credo che vada valutata un po’ di più questa eventualità, proprio perché è molto più subdola e dannosa una sindrome post aborto che non l’aver dato comunque la possibilità di vivere ad un bambino anche se lasciato ad altri genitori.

    RispondiElimina

.Visto il barbarismo espressivo di qualche utente anonimo, i commenti potranno essere moderati e/o rimosssi a insindacabile giudizio..
Il titolare del blog declina qualsiasi responsabilità civile, penale per i contenuti dei commenti dei lettori, in quanto unici titolari, che se ne assumono la completa paternità e con l’invio del post, dichiarano implicitamente compreso quanto sopra