Per chi votare? Ecco il grande dilemma degli italiani. A quindici giorni dal voto, la platea degli indecisi, nonostante la campagna mediatica, di tutti i grandi organi d’informazione, l’indecisione regna sovrana e i cittadini, stanchi delle promesse dei vari candidati premier del centro destra e del centro sinistra, si sentono frastornati, confusi, picchiati sonoramente in testa, come un pugile dilettante, colpito senza pietà da un professionista.
La scelta, visti gli andazzi del Paese, non promette nulla di buono all’orizzonte, è continuamente ondulatoria, come durante il mare in tempesta dove la barca rischia di naufragare ad ogni nuova ondata.
Se da una parte, di primo acchito verrebbe voglia di votare per una delle due grandi coalizioni, dall’altra, proprio la “grandezza” delle medesime, spinge, dopo aver riflettuto a lungo, di tenersi a debita distanza, anche se, alla fine, si sarà costretti a mettere le fatidiche crocette, turandosi il naso, pregando che una volta eletti, qualcuno di questi quasi mille parlamentari, abbiamo l’onestà morale di provare a mettere in cantiere almeno il dieci percento delle panzane sparate durante la sfibrante – per i cittadini – campagna elettorale.
Fermo restando che votare i due maggiori politici attualmente disponibili in commercio, certo non porterebbe benefici al Paese, visti che in un modo od in un altro sono politicamente responsabili del disastro Italia, nemmeno votare la neonata Sinistra Arcobaleno, che racchiude un accozzaglia del tutto e del contrario di tutto:verdi, comunisti, prostitute, transessuali indecisi se se sono uomini o donne. Nemmeno i partiti di centro, di stampo “Casiniano”, che continuano ad arroccarsi a difensori della Fede e dell’Ortodossia Cattolica, nonostante il leader ha all’attivo un matrimonio religioso e uno civile, che ritiene solo un suo fatto personale, rimangono a disposizioni poco alternative veramente valide. La prima, anche se non destinata a raccogliere molti voti per la presunta ispirazione fascista è Daniela Santanchè, e l’ex magistrato Antonio di Pietro, che nel grande circo Barum della politica italiana, rappresenta una spina nel fianco, perché considerato – erroneamente – un forcaiolo visti i precedenti di Mani Pulite, che spazzò via una parte dell’emiciclo parlamentare, solamente di centro destra, perché gli è stato impedito di continuare l’opera di pulizia della pubblica amministrazione, oggi, costretto, per esigenze tattiche, ad accasarsi proprio con quel centrosinistra, che non è riuscito a spazzare via.
La scelta in questa babele politica, non è facile, gli indecisi sarebbero moltissimi, confusi perché non vendono soluzioni a breve, che rimettano in marcia il carrozzone italia, dove tutti, nessuno escluso, sembra avere chiari i problemi del Paese, soprattutto dei cittadini costretti a barcamenarsi, faticando ad arrivare a fine mese, che vedono questi Eletti all’Eternità politica, come delle divinità inutili, perché nonostante gli appelli della società civile a rivedere in modo drastico i costi della politica, che sono inconcepibili, insostenibili ed irrazionali, e contribuiscono ad aumentare la distanza tra una classe politica distante anni luce alle difficoltà degli ultimi, avvolti in una ricchezza economica e benefit che non li fanno amare né ben volere.
Il Paese ha bisogno di pulizia, etica, di moralità, di futuri onorevoli con la fedina penale pulita, immacolata come la pelle bianca di un neonato, non importa se i reati sono in prescrizione, o se con il non luogo a procedere per scadenza dei termini o altro. Il Paese ha bisogno di sapere che chi governa, non governa e legifera per gli interessi di pochi, per i grandi gruppi economici, che hanno necessità di guardare al profitto degli azionisti, ma legiferare a favore di chi non arriva a fine mese, i precari – stanchi d’essere trattati come cani affamati che attendono le briciole o gli avanzi del pardrone –coppie – eteronaturali – che vorrebbero poter metter su famiglia, aver figli, contribuendo con nuove vite all’evoluzione della società, ma costretti a vivere con i genitori, essere eterni mammoni, perché non possono – ma spesso non vogliono – staccarsi dalle gonne della mamma.
Nuovi politici privi di scheletri nell’armadio, che non provengano da apparati comunisti del passato, che oggi si spacciano per democratici, politici che vivano la politica non con l’occhio rivolto all’ideologia, non importa se al comunismo o dal capitalismo radicale, politici – soprattutto i leader – che non vivano blindati, scortati da bodyguard corrucciati, alla ricerca di presunti pericoli terroristici, mentre invece questi del servizio d’ordine sanno che la vera paura dei “grandi politicanti” proviene dal popolo, dai cittadini comuni, da coloro che non arrivano a fine mese.
Abbiamo per assurdo i grandi leader che assomigliano a tante Maria Antonietta, peones interessati a fare sol mezza legislatura,per avere la pensione, per fregiarsi del titolo di “onorevole” o ex onorevole.
Tra due settimane si voterà e sarebbe utile che i vari partiti politici mettessero in rete, per un voto informato, la storia giudiziaria d’ogni candidato, non importa se con sentenze passate in giudicato o in attesa di giudizio, ma questo diritto del cittadino è negato nel nome della “privacy”. O peggio, dal desiderio censorio da Stato di Polizia?
Si sta andando, per l’ennesima volta al voto alla cieca, a mettere una crocetta, non sulla persona, ma sul partito, senza sapere, nulla della storia personale dei futuri onorevoli, col rischio conclamato che l’andamento politico del Paese, indipendentemente da chi sarà chiamato a governarlo, continuerà come prima, o peggio. E di questo gli italiani, sono vittime di una politica di pochi, che da decenni fa ricadere le colpe sul capo di tutti.
Marco Bazzato
31.03.2008