venerdì 14 marzo 2008

Ginecologo del Gaslini si suicida




La selezione della specie, non sempre arriva quando si vuole, a volte arriva, non come un fulmine a ciel sereno, ma come un fulmine scagliato da un Giove Pluvio particolarmente incazzato, seccato, che nonostante ci sia una legge che permette l’interruzione volontaria della gravidanza, in strutture specializzate, ci siano a tutt’oggi, figlie di buona donna, della Genova bene, che stando alle notizie di stampa, cornificavano beatamente i loro legittimi consorti o compagni, ma che poi rimanevano riempite dell’agrodolce frutto del peccato, erano costrette a cercare uno svuota uteri clandestino, per salvaguardare la pubblica immagine, e tremano impaurite, se per caso i pudici nomi dovessero divenire di dominio pubblico.

Stando a quanto riporta
Repubblica, una di queste, si sarebbe fatta sturare l’utero per partecipare al Grande Fratello, almeno questo è quanto si evince dai primi risultati di un’operazione dei Nas, partita già prima del suicidio di Ermanno Rossi, stimato medico del Gaslini di Genova, ma che da quanto risulta dagli atti, a tempo perso, nei due suoi studi privati, avrebbe praticato aborti clandestini, alle signore di buona società della Genova bene, ora così impaurite che passano le giornate sul water, terrorizzate se i loro nomi uscissero dai muri dei Palazzi di Giustizia, divenendo di dominio pubblico.

È un brutto colpo mediatico, per i fautori dell’aborto indiscriminato. Queste sante donne, queste Marie Maddalene, anteconversione, non sono povere extracomunitarie, straniere, donne di colore provenienti da paesi africani, malsccolarizzate, ignoranti, che non conoscono le leggi italiane. Sono donne d’alta estrazione sociale, – prive di senso morale – cornificatici irreprensibili, magari anche madri di famiglia, che però avevano oil vezzo di solazzarsi con arnesi, non forniti dall’ufficiale talamo di coppia o matrimoniale e ora – goduria, goduria! – tremano come pulcini intirizziti dal freddo.

Fanno, però imbufalire i media, che tacciono sull’identità di queste “Marie Goretti” per difendere la loro privacy, ma se fossero state delle povere diavole, delle sfigate straniere, delle povere e/o ignoranti, i nomi, visto che non dicono nulla a nessuno sarebbero stati sbattuti in prima pagina e gli abortisti ci sarebbero andati a nozze, montandoci una bella polemica politica, sulle condizioni delle sventurate che abortiscono per ignoranza, proponendo di gettare altri denari pubblici per campagne informative mirate. Solo che lo spot dovrebbe essere dedicato “Alle donne italiane, belle ricche, cornificatici e ignoranti - dove vogliono però – lche sanno trovare un abortista clandestino, senza problemi!!”, ma uno spot del genere non verrà mai alla luce, perché ritenuto offensivo. Non si può dire “Italiana, ricca e ignorante. L’ignoranza secondo gli italiani, appartiene mediaticamente solo alle straniere, provenienti dai cosiddetti paesi poveri, che non necessariamente significa meno istruiti, o con un numero inferiore – rispetto a quello italiano che è omeopatico – di laureati.

La Genova bene trema. Bello che tremi, che abbia paura, che imbratti d’intestinali evacuazioni i tanga firmati, gli abiti griffati, aromatizzando l’aria di costosissime berline col “Parfumes du Escrementes”, perché mai come in questo caso, sebbene sia visceralmente antipatico, Giuliano Ferrara ha ragione, quando dice “'Abort macht frei'” (L’aborto rende libere), queste saccenti ipssudostruite, queste
starlette da quattro soldi, brave opinioniste, perché leggono testi altrui,ma nella vita privata, sono delle enormi zucche vuote, che sfortunatamente se la caveranno con una miserevole multa di 51 Euro.

Quello che fa più riflettere in questa torbida situazione è che il suicida, un ginecologo esperto in parti difficili, avesse una doppia vita, una doppia personalità , dove quella privata, quella oscura, della promorte illegale, eseguita per compiacere le nobildonne arricchite, ha preso alla fine il sopravvento, quanto un inchiesta della magistratura, stava mettendo a nudo i suoi atti facendo cadere solo a lui il gli schizzi di questi suo interventi fuorilegge, mentre il pubblico ludibrio dovrebbe essere esteso in parti eguali a quelle “signore” che ora tremano e scongiurano affinché tutto passi sotto silenzio. In questa tragica situazione le vittime, a parte i feti abortiti non esistono, sono tutti colpevoli in egual misura, ,ma uno solo ha già pagato per tutte.

Si può avere umana comprensione per i famigli dell’uomo che ha compiuto il sano, o insano gesto, dipende dai punti di vista, ma si può anche trarre una crudele ed amara conclusione e cioè “Chi di morte violenta ferisce, di morte violenta perisce” Forse questa morte servirà a ridurre in modo più considerevole il numero dei medici abortisti, risvegliando le coscienze, porterebbe alla loro estinzione professionale.

La liceità dell’aborto, non va messa in discussione, perché questa rappresenta un diritto della donna,- ma non un obbligo per il medico, che dovrebbe rispondere in primis alla propria coscienza – a patto che questo diritto sia compiuto nei modi e nei luoghi stabiliti dalla legge 194, che a quanto pare, in questa triste circostanza, è stata totalmente disattesa e violata, non solo da parte del medico, ma soprattutto da donne, che non potevano, non volevano essere a conoscenza della legge, sapendo però trovare senza problemi un medico che praticasse aborti clandestini – questa si chiama ignoranza parziale, o di comodo – dove colui che oggi ne ha fatto le spese, della stupidità femminile, è stato l’uomo, in quanto questi per il rimorsi o per l’avvio dell’indagine ha preferito togliersi la vita, per evitare l’infamia pubblica, mentre queste “signore” invocano il loro diritto alla privacy, che nel caso del medico suicida, è stata violata completamente. Se questa si chiama giustizia…

L’ultima beffa però è che costa di più una multa per divieto di sosta, che non fa fuori un futuro bambino, solo per salvaguardare l’onorabilità pubblica. Solo cinquanta euro. Complimenti ai legislatori.

Marco Bazzato

14.03.2008

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