sabato 29 marzo 2008

Elezioni politiche 2008, Veltroberlusconismo: La nausea



Ormai si prova solo ribrezzo. Il senso di nausea costante attanaglia l’olfatto, come se ci fosse un animale morto, in via di decomposizione che da giorni, che emana il suo dolciastro sapore. I due leader: Verltoni e Berlusconi, continuano a girare l’Italia come trottole, mangiando a destra e a manca, presenti in ogni dibattito, avendo una soluzione – a parole – per ogni male del Paese, ma che quando, ancora le stesse persone erano sul ponte di comando, Berlusconi dal 2001, e l’altro, come sindaco di Roma, hanno contribuito rispettivamente all’aumento del disastro Italia e della capitale, e ora, entrambi continuano a gettare addosso ai cittadini, come dei bovari che spargono letame sui campi, ricette al curaro o alla diossina ammazza mozzarelle, per spacciare, peggio di venditore di pasticche allucinogene ad un Rave Party illegali, pillole della felicità.

Omai fare la conta dei dispettucci da bambini dell’asilo tra quest’arzillo settantenne e il giovanissimo discolo ultracinquantenne, è un impresa che nemmeno i calcolatori della Nasa saprebbero fare, visto oltretutto – se esistesse un conabugie digitale – non basterebbe un super computer del Pentagono, per tenerle a memoria tutte, per poi farle riascoltare – ai due sinistri figuri, anche se uno si professa di centro destra, per ore, giorni, settimane, mesi…fino a quando il cervello non esplode ad entrambi, schizzando fuori dalle orbite materia celebrale – se esistente – e pus in quantità industriale.

Si ha la nausea, il rifiuto, anche fisiologico. nel sentire solamente le loro voci, senza nemmeno guardarli in faccia. Perché quei volti, uno eternamente sorridente, l’altro con la faccia di un eternamente assorto in pensieri altamente filosofici, come ad esempio: “Sulla caccola estratta dal naso, ci va – per assaporarla meglio – pepe o sale?” ti portano a voler sfasciare la tv, a picchiare la moglie, a crocifiggere i figli, non in sala mensa come Fantozzi, ma a testa in giù, come San Pietro, con la testa infilate nel Water. Ti porta a voler quasi uscire nudo per strada, a fare le cose più assurde, visto che il livello di lobotomia sta raggiungendo la massa critica, non della fissione nucleare, ma di quella dell’evacuazione sfinterica incontrollabile.

Quando nelle famiglie italiane, arriva l’ora del telegiornale, i figli iniziano a tremare, la moglie abbassa lo sguardo, e il marito, forse quello più contagiato dal virus della politica, inizia ad andare in crisi di sovraesposizione. Le pupille si dilatano, iniziando a sudare come un porco che sente l’arrivo del macellatore che gli sparerà un colpo in testa per farne salami. La moglie si guarda il marito, il maschio dominante, che puzza di politica come lo sterco appena rilasciato, e attende che l’uomo che aveva promesso di fargli toccare il cielo con un dito, si distragga, abbassando momentaneamente gli occhi sulla sbobba nel piatto e gli ruba il telecomando. I bambini, stanchi ed impauriti, si scambiano sguardi di gioia. La madre, anche se non si fa in vena, è un’eroina, anche se non gli ha, ha gli attributi più grossi di quelli del padre, e sospirando, attendono che questa, come una leonessa che protegge i cuccioli, cambi programma, magari un canale a luci rosse, una rete dove trasmettono sevizie sugli animali, autopsie, castrazioni – non chimiche – di soggetti pericolosi per la società un programma, dove seppur piccoli, i futuri adulti, possano vedere come si fa un autopsia, la vestizione di un morto, il raccoglimento con le palette delle frattaglie umane di un auto uscite di strada, perché l’autista era impasticcato. Insomma, qualsiasi altra cosa, basta che non siano quei due pontificatori abusivi, che come vampiri si cibano dei neuroni delle giovani generazioni.

Il Paese è stanco, ridotto allo stremo, i cittadini sono esasperati dalla costante sodomia politica a cui quotidianamente sono sottoposti da decenni, non importa da chi è al potere e all’opposizione, ornai siamo si è ridotti come mozzarelle alla diossina, intossicati dalla nascita, portatori perennemente sani ed eterni di sventure altrui.

Dicono che in Italia soffia il vento dell’antipolitica, è vero, ma questa non proviene dal popolo, ma soffia, come una tempesta spazza Paese, dai palazzi della politica, dove questa non è più sinonimo di compromesso, ma di spartizione organizzata e spoliazione dello Stato; basta infatti guardarsi attorno: Alitalia, Telecom, Autostrade, Campania, grandi opere e cantieri perennemente vuoti, morti sul lavoro, precariato, stragi del sabato sera, tossici, delinquenza dei colletti bianchi o della micro e macrocriminalità che avanza, facendo arretrare lo Stato, che ammaina bandiera, svende il patrimonio pubblico per manifesta incapacità gestionale, per corporativismo, regali e regalie di stampo feudale, che hanno trasformato la società politica italiana in un vassallaggio, dove imperversano vassalli, valvassori, valvassini, campando alle spalle dei servi della gleba, del popolo costretto a pagare dazi strozza famiglie, a quanti il più delle volte, per manifesta incapacità, hanno preferito dedicarsi alla politica, non in nome del popolo, ma usando la gente, che produce e sgobba per loro, anziché avere il coraggio e la decenza umana di fare come Bettino Craxi, d’andare in esilio ad Hammamet e restarci per sempre.
Il Paese, sentitamente ringrazierebbe.


Marco Bazzato

29.03.2008

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