martedì 12 giugno 2007

Bush Go Home


Il Presidente americano George Bush, ha terminato il suo viaggio in Europa, e rientra alleggerito – in Albania – dell’orologio, che si è fatto sgraffignare sotto l’occhio vigile del servizio di sicurezza più addestrato al mondo, e torna negli USA, lasciando dietro di se, un codazzo di polemiche politiche e scontri di piazza, specie in Italia, dove gli esponenti dei partiti di sinistra - come novelli Tafazzi - hanno manifestato contro la visita, caldeggiata anche dal governo di cui sono membri.
L'anomalia politica italiana, si è manifestata con tutto il suo carico di contraddizioni, che fanno costantemente temere per la tenuta della maggioranza, in perenne bilico tra antiamericanismo estremo, e voglia di poltrone, trattenute in tutti i modi.
Ma, quello che ha inquietato di più, è stata la pretesa, accordata poi dalle ferrovie italiane, di far viaggiare a prezzo politico, i manifestanti, violentemente pacifici, che volevano raggiungere la capitale, dove le istituzioni stesse, si sono dimostrate deboli, nel cedere ai ricatti delle frange più radicali e antagoniste, che fanno del pacifismo delle vetrate spaccate, il loro messaggio universale d'amore fraterno.
La visita del Presidente americano però, ha dato un chiaro esempio del vero valore di una vita umana, non secondo quello che realmente è, ma solo in base alla poltrona in cui poggia il deretano, tanto è vero, che Roma, Tirana, Sofia, e le altre capitali europee erano blindate per l'arrivo dell'Augusto Cesare a stelle e strisce.
È indubbio che il Presidente americano fa tenerezza. Fanno tenerezza per le sue gaffes, ormai proverbiali, fa quasi simpatia per quell'accento texano, che porta a pensare all'antitesi di Tex Willer, sempre seguito dai suoi pard, ma fa riflettere come l'illusione del Potere, ormai non sia solo un miraggio di pochi esaltati, ma che gli abitanti delle capitali visitate, abbiano dovuto sentirlo sulla propria pelle, perdendo - sebbene per pochi giorni - la libertà di movimento di molti, a favore della presenza di Uno.
Il grado di civiltà di un Paese lo si dimostra soprattutto in queste occasioni, dove sembra che essa abbia abdicato a favore delle necessità imposte dal singolo, a dispregio di quanti, hanno dovuto cambiare le proprie abitudini e consuetudini, dove però l'arte di arrangiarsi di un albanese a Tirana, non ha impedito di vedere tutti i limiti della presunta sicurezza assoluta, voluta attorno alla figura del Presidente americano.
Bush – con rispetto parlando - è di diversa statura mediatica e politica di molti suoi predecessori, per fortuna il suo mandato, sta per giungere alla scadenza, e molti auspicano che il prossimo inquilino della White House, sia più attento ai veri problemi del pianeta, negati dall'industria petrolifera e armaiola, che vedono in questo nostro unico Sasso disperso nello spazio, un immenso groviera da perforare e deturpare, in nome di un ipotetico progresso, che ogni giorno di più appare senza futuro.

Marco Bazzato
12.06.2007
http://marco-bazzato.blogspot.com/