sabato 15 marzo 2008

Tibet: Macelleria Cinese




A pochi giorni dall’uscita della Repubblica Popolare Cinese dalla speciale
classifica U.S.A. dei Paesi che non rispettano i diritti umani, la Cina ringrazia, riaprendo la macelleria Tibetana, nella riottosa “provincia” che dal 1950 combatte quella “Repubblica” per avere la propria indipendenza. Come sempre accade in questi casi, le notizie di propaganda dall’una o dall’altra parte, tendono a minimizzare o ad enfatizzare il macello chirurgico e indiscriminato, dove secondo i cinesi, le vittime non ammontano a più di dieci, mentre per la controparte, queste sono un centinaio. Quindi, facendo una semplice media matematica, facciamo cinquantacinque. Un’inezia omeopatica rispetto al miliardo e trecento milioni di cinesi.

A pochi mesi dalle Olimpiadi, però la notizia sembra non abbia scalfito più di tanto le cancellerie del mondo, occidentale in primis, dove addirittura il presidente del
CIO, Jaques Rogge,«un eventuale boicottaggio, sarebbe controproducente perché penalizzerebbe degli atleti innocenti».

Sono ben lontani i climi della guerra fredda tra Unione Sovietica, quando il boicottaggio olimpionico vene attuato reciprocamente dagli americani nella
XXII edizione, a Mosca, e dai russi alla XXIII, a Los Angeles,, oggi invece, superata la Prestriaka Glansnost , queste sgarberie reciproche, che venivano presi come affronti di resa maestà, sono superati. Oggi ipocriticamente si preferisce parlare di penalizzazione degli atleti, perché il Governo americano ed Europeo, sono interessati a quel mercato potenzialmente sterminato, dove moltissime multinazionali, tra cui anche l’Italia – per questo la nostra politica tace, facendo la sorda e/o le orecchie da mercante – hanno enormi interessi, fabbriche, jontventure italio-cinesi e non possono permettersi d’inimicarsi, visti gli stipendi da fame che pagano li, e gli enormi utili che mietono.

I cinesi del resto, hanno esperienza su come devono essere trattati i riottosi,
Mao Zedong era Il Maestro in queste cose, ed i figliocci di sangue, non furono da meno, dando un esempio eclatante di Repubblica Comunista con la Strage di Piazza Tiennamen del 1989, ora dimenticata e rimossa dalla coscienza – politica – collettiva, in nome dell’economia “umanitaria”.

Nessuno dei nostri politici, impegnati a raccontar e spacciare promesse elettorali, non hanno aperto bocca, preferendo un “dignitoso e sdegnato silenzio” per non turbare i “Grandi Timonieri” del
Paese di Mezzo, preferendo accapigliarsi in beghe di comari in cortile, piuttosto che aver le “palle” d’alzare la testa e far sentire la loro voce.

D’altronde, il centro destra e il centro sinistra, per motivazioni diverse, sono annodati – peggio del serpente del paradiso terrestre – con la Nuova Cina. Il centro sinistra, arcobaleni compresi, perché legati a continuità ideologica per la
Bandiera Rossa, anche se ora privi della mitica Falce e Martello – d’altronde la classe operaia è stata resa al silenzio – nel nome della fame di Stato, chiamata competitività, mentre per il centro destra, rappresenta il capitalismo estremo, il diritto del padrone allo sfruttamento del lavoro, il liberismo più sfrenato dell’essere umano, nel nome della produzione e/o del consumismo più radicale ed incriminato, da prendere ad esempio come sinonimo di ricchezza – per pochi – sociali e di progressismo conservatorista.

A ben vedere, la politica internazionale ha ragione a non far sentire la propria voce. La Cina rispetta i diritti umani, e questo Tibet, questa riottosa provincia , che rivuole l’indipendenza, non può essere innalzata troppo. L’Europa ha già troppe spinte indipendentiste, vedi la Spagna con i
Baschi, e la stessa italia, con la famigerata Padania di bossiana creazione, poi il Tibet, questo paese – povero in canna – è quasi impossibile da trovare sulla carta geografica, o su un mappamondo, quindi perché preoccuparsi di una cinquantina di cadaveri sparsi per le strade.

Questo “spiacevole incidente interno” secondo le autorità cinesi, non deve turbare l’armonia delle prossime olimpiadi, ma soprattutto la crescente potenza economica, militare e nucleare, a cui non si può troppo pestare i piedi, e ha il diritto, visto che rispetta i diritti umani, di ammazzare e/o macellare impunemente “quattro straccioni” di tibetani, che perdono il loro tempo pregando e da poveri in canna sono delle nullità economiche.


Marco Bazzato

15.03.2008

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