Per ora, almeno stando a quanto ha dichiarato l’Unione Europea, sembrerebbe scongiurato il problema “Mozzarella di Bufala”. L’Italia, quasi come una persona che ha fatto un arresto cardiaco, è riuscita, grazie al defibrillatore a rimandare la morte, ma non l’agonia. I medici – leggesi Ministero della Sanità – con un colpo di teatro degno dell’illusionista Arturo Bracchetti, sono riusciti, quasi allo scoccar della scadenza dell’ultimatum UE, che avrebbe sancito l’embargo delle “Bufale alla Mozzarella”, infettate dalla diossina.
Ma ormai la frittata, da tempo, è fatta.
La stampa internazionale, ha giustamente, vista la situazione di degenerazione cronica, della “normale” emergenza rifiuti campana, battuto il chiodo della grancassa mediatica, facendo crollare, vista la paura di trovarsi innanzi a cumuli d’immondizie, a fetore, a topi che camminano indisturbati tra l’immondizia, a discariche di rifiuti tossico-nocivi a cielo aperto, inquinamento del terreno e/o falde acquifere, l’arrivo dei turisti, che se prima erano incantati dalle bellezze naturali e culturali della regione e di Napoli, ora come topi, che temono l’affondamento della nave, girano alla larga, preferiscono – a ragione – visto che i soldi sono loro, di spenderli in zone più salubri per la propria salute, e lasciando i campani al fetore tossico, causato dalla decennale incompetenza amministrativa, dei vari presidenti di regione e sindaci che si sono succeduti, che hanno permesso che lo scempio, travalicasse i confini regionali, divenendo, non un problema nazionale, ma una cartolina dall’inferno, che ha reso, seppur con i dovuti distinguo, la regione una nuova
Ora gli altri Paesi,non si fidano più, dei prodotti di origine Campana, non si fidano delle rassicurazioni, che le varie istituzioni continuano a trasmettere, visto che, forse anche i politici e politicanti, dimenticano l’esistenza delle parabole satellitari, che trasmettono – in tempo reale – in tutto il mondo, i Tg Italiani, nazionali e regionali, molti canali privati locali, specie della Campania, sebbene siano visibili, solo a livello locale – in Italia –, con la parabola, questi sono visibili praticamente in tutto il mondo.
Il crollo delle esportazioni della mozzarella di bufala campana, nasce perché, i consumi, grazie proprio all’informazione crollano e quando la donna francese, giapponese, bulgara, rumena va al supermercato, evita l’acquisto, non tanto perché lo dicono i ministeri della salute competenti che i prodotti sono tossici, ma perché vedendo le immagini dall’Italia, infischiandosene dei consigli e/o appelli che invitano all’acquisto, garantendone – non si sa in che modo – la sicurezza, preferiscono soprassedere , attendendo tempi migliori.
La Coldiretti, afferma che ci vorrà circa un mese perché il mercato nazionale e internazionale si riprenda, stimando ad oggi, una perdita di 500 mila Euro al giorno, dimenticando che l’emergenza rifiuti, è ben lungi dall’essere superata, perché i danni ambientali di decenni d’illegalità, e criminale incuria, molto difficilmente troveranno soluzione in tempo rapidi. Se troveranno soluzione, senza contare che con l’innalzamento delle temperature, prima primaverili, e poi estive, la situazione igenico-sanitaria sarà destinata a visto che la soluzione al problema, diventa ogni giorni di più un’utopia, a peggiorare, col rischio di epidemie tra la popolazione.
Ma quello che allarma più di tutti, e facendo capire che il problema, forse è più grave ed epidemiologicamente più vasto, è l’allarme lanciato alle donne, che allattano i figli al seno, in quanto molte sostanze tossiche potrebbero passare al neonato,dovuto all’alto tasso d’inquinamento in alcune zone della Campania – anche diossina – che potrebbe trasferirsi ai neonati allattati con questo sistema naturale. Molti pediatri consigliano lo svezzamento dei figli col latte artificiale, considerato più sicuro, ma soprattutto costoso e non gratuito.
Proprio anche per questo allarme, non si capisce, perché solo le mammelle delle donne potrebbero passare elementi contaminanti, mentre dalle mammelle delle bufale, il latte – secondo l’industria dei latticini – dovrebbe uscire puro?
Il problema delle mozzarelle di bufala campana, come per il comparto turistico, c’è poco da stare allegri, sperando nell’intervento divino di qualche potenza sovrannaturale conosciuto o sconosciuto, questa tragedia è figlia del malaffare, della connivenza, della gestione clientelare del territorio pubblico, e privato, degli interessi delle cosiddette ecomafie, che oggi presenta il suo conto salato, presenta il dissesto, la distruzione di un patrimonio locale, che sebbene appartenga alla Campania e ai campani, è costato, costa e costerà alle tasche dei cittadini italiani ancora per decenni, centinaia di milioni di Euro.
I cittadini degli altri Paesi hanno il diritto, non di farsi prendere non da quella che viene battezzata “psicosi della mozzarella di bufala”, ma di lasciare – a salvaguardia della propria salute – i prodotti Campani negli scaffali dei supermercati, indipendentemente dalle rassicurazioni degli organi sanitari di vigilanza, italiani, dell’Unione Europea e degli altri Stati, finchè la situazione campana, non sarà tornata alla normalità, come nelle altre regioni italiane, territorio e bonifiche ambientali comprese.
La salute del singolo, vale molto di più del piacere del piacevole gusto di una mozzarella di bufala.
Marco Bazzato
30.03.2008
domenica 30 marzo 2008
La Campania e le mozzarele di bufala
1 commento:
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Speriamo solo che tutta questa storia serva a responsabilizzare gli operatori di tutto il settore coinvolto nella vicenda, se non sono prima loro a tutelare la loro fonte di reddito e di ricchezza chi mai può farlo ??
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