venerdì 31 agosto 2007

Aiuti illegali ad uno Stato Straniero?


Monta la polemica in Italia, sulla richiesta – giusta – di spiegazioni per i presunti aiuti di Stato, che grazie ad agevolazioni ed esenzioni fiscali, che godrebbe, non la Chiesa in Italia, ma lo Stato Città del Vaticano.
Pronta la replica del Presidente della Cei, Angelo Bagnasco, che ha cercato di minimizzare le regalie italiane, acquisite dal piccolo ma, potente Stato, che tra le sue numerose proprietà, che sembra controlli, tra l’altro, anche il paradiso fiscale delle Isole Cayman.
L’Avvenire,organo ufficiale della Conferenza Episcopale Italiana a questa vicenda economica, offre ampio spazio, in un articolo, alle tesi difensive del Capo della Cei, usando come sempre l'arma retorica stantia dell'attacco alla Chiesa, mettendo in mezzo, a questo vorticar di denari,gli ignari credenti, che poco sconoscono di giochetti e finanza internazionali dentro le stesse mura di Roma.
“Bagnasco non è sceso sul terreno della polemica fine a se stessa e ha preferito sottolineare l’impegno costante della Chiesa per le popolazioni dell’Italia e dell’Europa…”
Il punto è che il cittadino, credente oppure ateo, ha indipendentemente da quello che fa il Vaticano in Italia, ha il diritto di conoscere se il nostro Paese, prima con il governo Berlusconi, e poi nel 2006 con Prodi, ha mantenuto queste agevolazioni, che danneggiano la libera concorrenza, creando un indebito guadagno allo Stato Città del Vaticano.
In un Paese serio, non si dovrebbero fornire sostegni economici palesi od occulti, anche sotto forma di concordati ad uno Stato che ha come capo un monarca assoluto, che secondo la tradizione religiosa, priva di riscontri storici farebbe riferimento al Papa come vicario di Cristo in terra, ma secondo la storia, quindi più attinente alla realtà di Roma, la figura del sommo pontefice, risale al pontifex maximus di pagana memoria romana, figura rubata e trasformata, dalla mitologica teologia cattolica, in qualcosa di completamente diverso.
Il passo del vangelo di Matteo Cap. 22, v. 21 “Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio” sembrerebbe da secoli,solo un vecchio proverbio, sostituito dall'amara realtà: Che il Cesare, lo Stato Italiano, dopo aver tosato le sue pecore con gabelle, contributi e tasse sul macinato, versa nelle casse del Pontefice Pagano, l’obolo dei sudditi. Ma questo Stato straniero, non si accontenta di tutto ciò, e stando alle richieste di spiegazioni provenienti dall’Unione Europea, avrebbe ottenuto cospicui sconti sulle numerose attività economiche che la Città del Vaticano detiene in Italia, ricevendo aiuti di Stato, e l’Italia stessa, potrebbe essere accusata di lasciare le imprese italiane, in balia della concorrenza economica sleale della multinazionale “religiosa”d'oltre Tevere.
È inutile che il presidente della Cei, parli di clima anticlericale, qui si parla di denaro sonante, il famoso sterco del diavolo, che un uomo del Vaticano come si compiace di essere, non dovrebbe nemmeno parlare del prodotto fecale dell'angelo delle tenebre. Invece si ha la sensazione, che se viene, non toccata la ricca bisaccia, ma semplicemente richiesto di guardare il contenuto, subito si scatenano reazioni serenamente iraconde e pacatamente furibonde da parte delle gerarchie fedeli come generali di corpi d’armata, allo Stato Straniero, e i nostri politicanti, specie quelli di centro destra, pronti a far da megafono a questi attacchi in difesa del potere temporale acquisito, in quasi duemila anni di indottrinamento delle masse.
Il Vangelo di Matteo dice: Molti dei primi saranno gli ultimi, e gli ultimi i primi (all’altro mondo). Bella favola inculcata fin da bambini, peccato, però che in questo mondo, nessuno, papa, vescovi, arcivescovi, cardinali e politici, abbiano molta voglia, quando sono primi nel loro stagno, di diventare ultimi, e dedicandosi ad essi.
L'unione Europea, dovrebbe entrare a gamba tesa, negli affari italiani con lo Stato Città del Vaticano, imponendo la cancellazione dei Patti Lateranensi, e del Concordato firmato da Craxi, lasciando lo Stato città del Vaticano operare in Italia, a condizioni simili se non migliori delle multinazionali nel campo imprenditoriale.
Le altre chiese o sette in giro per il mondo, sopravvivono lo stesso. Ma. la “Chiesa Cattolica” concordatamene convenzionata sovvenzionata da Roma, ad eterno risarcimento per la perdita dello Stato Pontificio, deve essere coccolata e mantenuta, anche da quanti, per principi etici duiversi, o per diritto di disinteresse religioso non vorrebbe che ciò fosse così. In una vera democrazia questo non dovrebbe avvenire, ed è ora d'iniziare a riflettere in che realtà politica viviamo, succube di una potenza economica straniera, dentro le mura della capitale, sovvenzionata anche con l’otto per mille, che la maggioranza dei cittadini, vorrebbe cancellato dalla dichiarazione dei redditi. Ma l’utopia della realtà semplice, in Italia è un sogno irrealizzabile.

Marco Bazzato
31.08.2007
http://marco-bazzato.blogspot.com/