mercoledì 8 agosto 2007

Poi si parla del regime iraniano

La nostra politica, compresa quella dell’Unione Europea, asservita a quella americana, sta perdendo una buona occasione per far sentire la sua voce e i suoi tanto cari principi morali, che evidentemente valgono solo per gli Stati islamici, ma non per gli Stati Uniti d'America, dove secondo il quotidiano La Repubblica, lo Stato cristiano-talebano del Texas, metterà a morte,secondo una una legge che permette di condannarealla pena capitale anche i complici. L'esecuzione di Kennet Foster è stata fissata per il 30 agosto.
Ora valendo il principio espresso in un mio precedente articolo, di non ingerenza negli affari interni di un Paese, a riguardo l’ondata di esecuzioni capitali tramite impiccagioni nelle pubbliche piazze in Iran, non si capisce il perché questa di indignazione politica, scatenata nei confronti della Repubblica iraniana, non abbia trovato riscontro, nella medesima virulenta riprovazione, nei confronti dell’alleato, o padrone - dipende dai punti di vista - d’oltreoceano.
Come sempre in politica internazionale vale la regola del doppio metro di giudizio, generando di conseguenza un silenzio mediatico assordante nel caso statunitense, pena l'essere accusati d'antiamericanismo, e filo islamismo, mentre quando le parti sono invertite, guai a non lapidare pubblicamente uno stato islamico, reo d’applicare al suo interno il proprio sistema giudiziario.
Volendo ragionare cinicamente, un’esecuzione in più o in meno, davanti al mare di morti quotidiani di guerre e carestie, non fa assolutamente differenza, anzi, forse rende la partita un po’ più interessante, distogliendo l’opinione pubblica dai reali problemi di un Paese. Ciò però non toglie, che a livello di quei tanti sbandierati principi universali dei diritti dell’uomo, la politica nel suo insieme globale, è attenta a non disturbare, oppure ad usare il nemico di turno, per lanciare opinabili campagne moralizzatrici a senso unico.
Che la pena di morte, sia un’istituzione barbara, o giusta, questo spetta ad altri deciderlo, resta il fatto, che l’applicazione dei principi e i presunti valori sono applicati in modo barbaro e fraudolento, usando meramente gli interessi politico-strategico-militari per lanciare eventuali strali, facendo passare per bugiardi o terroristi, quanti, anche in modo civile secondo i loro costumi, cercano di difendere la legalità interna.
Ma l’assurdo più grande è che di questa vicenda ne parli solo, almeno in via telematica, il quotidiano La Repubblica, mentre i Radicali, sempre attenti, con la loro sensibilità a senso unico, ne danno comunicazione attraverso un forum, per non urtare la sensibilità statunitense. Senza contare l’assoluta mancanza di dichiarazioni da parte di politici di centro sinistra, forse impegnati in regate oceaniche, oppure a litigare coni sindaci forzisti, che non vanno ad omaggiare il Presidente del Consiglio in vacanza, come un normale signor Rossi qualsiasi, ma munito di scorta e auto blindata al seguito.
Indipendentemente alla leicità morale oppure no delle esecuzioni capitali, rimane il nocciolo della questione, che non è tanto la salvaguardia di una vita umana, che tra l’altro ad essere cinici ha un valore politico pressoché nullo, ma l’uso strumentale che si continua a fare dei diritti umani, impunemente calpestati, non importa da che Stato, sia esso una moderna democrazia come quella americana, sia essa una presunta teocrazia, come quella iraniana, o la nostra Repubblica, che anche se ha abrogato la pena di morte, ha da tempo abdicato, paradossalmente al diritto, negando la certezza della pena, qualunque essa sia, nel nome dei presunti diritti umani, che de facto, lasciano spesso impunti, ladri, briganti, tangentisti, brigatisti - specialmente se rossi - o quant’altro la feccia umana produce, ma non viene gettata nella discarica dei rifiuti umani della società, ma sovente innalzata gli onori politici e mediatici, in virtù dei loro trascorsi insani, e da qui nasce il garantismo assoluto, che ormai va sotto il nome di impunità.

Marco Bazzato
08.08.2007
http://marco-bazzato.blogspot.com/