sabato 1 settembre 2007

Animali ed animalismo: Estremismo patologico


A chi non piacciono gli animali? Forse sembra una domanda banale e retorica, ma nell’odierna società tecnologica, la bestia da compagnia, sia esso, cane, gatto, canarini o altre cose varie, abbia superato da tempo, il limite della decenza, scivolando nello spregio alla miseria, e alla dignità, ormai perduta del Homo sapiens sapiens
Il fenomeno più aberrante, a cui si sta assistendo, specie in questi anni, è l’umanizzazione disumana delle bestie, portandole ad essere quasi al rango degli esseri umani, od abbassando quest’ultimi al rango di bestie. D’altronde basta guardare le varie pubblicità televisive, con prelibatezze, che farebbero ammazzare cane e famiglia, ad un povero cristo, costretto a centellinare il pranzo con la cena, se per qualche disgraziata sfortuna, vedesse la tv italiana da un paese del terzo mondo.
Abiti firmati, cappottini, occhiali da sole, cucce con aria condizionata, e quanto l'amenità umana, del narcisismo, di chi, ormai con il cervello riempito solo da sciocchezze, ama passare il tempo in compagnia della fida bestia, parrucchieri per cani e cagne, accessori, per rendere la fida creatura umanizzata, più confacente al narcisismo frustrato del padrone.
L’horribilus è che questa pratica incivile, sta contaminando come un virus, spinta dai media, e dal business che sfrutta l’ignoranza, il Paese.
Ma, l'animale è umano, oppure l’umano, complice anche i gruppi animalisti estremisti che hanno bruciato le cellule neurali degli italiani, oltre alle consueta bestialità innata, vedi guerre, genocidi, stragi, si è così abbassato nella scala evolutiva, da amare più la bestia più simile al suo essere, che non l’uomo in tutte le sue sfumature e diversità?
Gli esempi di ideologico fanatismo animale, non mancano, basta sfogliare qualche giornale, per leggere della ricca ereditiera che lascia al povero cagnolino una cospicua fortuna, oppure le signore impellicciate, che dopo aver comprato peli di cadavere di visone, si mostrano accorte e cerimoniose, con l'ammasso peloso a quattro zampe che tengono in braccio,come se fosse un trovatello, acquistato nella boutique dell'animale ad un prezzo stratosferico, salvo poi trovare i soliti incivili preferie, che abbandonano la pulciosa bestia su strade ed autostrade, per prenderne un'altra, al rientro, perché la “la signora” si sente sola nel grande appartamento.
San Francesco, il poverello d’Assisi visse un mondo diverso, da quello odierno, oggi ammazzerebbe bestemmiando, cani e padroni, se vedesse lo sfregio ala miseria, alla fame, e alle sacche di ghetti sociali, di medioevale memoria, di cui l’umano del ventunesimo secolo, non ha saputo o voluto far fronte, impegnato, a difendere la bestia da compagnia, in modo ideologico e barbaramente disumano.
Trovo, sotto certi aspetti, più civile la cultura cinese, filippina e vietnamita, che da secoli si ciba della carne di cane, affermando che essa è simile al coniglio per sapore e prelibatezza, e avendo, come riscontrato in alcuni locali milanesi gestiti da cinesi, l'abitudine di far scegliere al cliente, l'animale da degustare, e ucciso davanti ai loro occhi dei clienti, a patto, che vengano rispettate le leggi igenico-sanitarie per la macellazione degli animali, come si fa per il rito della macellazione rituale nelle macellerie islamiche ed ebree, e nessuno si scandalizza, rispettando questa tradizione religioso-culturale.
Si può detestare la crudeltà verso le gli animali che renderebbe simili a loro, ma allo stesso modo, andrebbe condannata, l'elevazione delle bestie al rango umano, ormai fatto, il più delle volte, non per affetto nei confronti degli stessi, ma per semplice tornaconto economico.

Marco Bazzato
01.09.2007
http://marco-bazzato.blogspot.com/