Dichiarazione dei redditi online: Beppe Grillo guadagna come 3236 precari

Lo scherzetto era di quelli tosti. Bisogna dirlo. Esiste una classe di politicanti, che quasi sicuramente, o ha studiato da Totò, oppure mongoloidi di natura, senza offesa per i veri portatori della Sindrome di Down.

Il governucolo uscente ha voluto fare l’ultimo regalo agli italiani, che hanno punito la sinistra radicale, annullandola, sterminandola, gettandola nell’androne infernale extraparlamentare, facendo mettere online, le dichiarazioni dei redditi degli italiani del 2005. Tutti.

Apriti cielo. Le eresie, imprecazioni e bestemmie rivolte alla divinità fiscale, sicuramente hanno fatto fatti fischiare le orecchie a qualcuno, lassù nell’inferno dorato dei palazzi del potere, con i cittadini inferociti, perché è stata violata la loro privacy. Ma forse è una balla.

Può sembrare strano, ma chiunque, può andare in un ufficio comunale e richiedere d’aver copia delle dichiarazioni dei redditi dei residenti. Cosa che i grandi quotidiani fanno abitualmente, tant’è che a cadenza annuale, pubblicano la consueta lista dei maggiori contribuenti del Paese, non importa che siano personaggi pubblici, o privati cittadini, che vorrebbero rimanere lontano dalla luce dei riflettori, questi sono scaraventati lo stesso. Infatti, fino a pochi anni fa, in pochi conoscevano Leonardo del Vecchio, il patron della Luxottica, ma questi divenne un personaggio pubblico, grazie alla dichiarazione dei redditi pubblicata nei quotidiani.

È ridicolo, se ci pensiamo un po’, che proprio quelli che prima parlano di trasparenza, poi si indignino come caimani, quando vedono pubblicati i loro redditi. Prendiamo un esempio fra tutti: Beppe Grillo, che nelle pagine del suo blog, si scaglia senza pietà contro l’operazione – di trasparenza – svolta dall’Agenzia delle Entrate, dimenticandosi che i suoi redditi del 2005 erano già stati messi in piazza, sul web, da Panorama, e ancor prima da “Disinformazione” con un articolo di Marcello Pamio, dal titolo: Beppe Grillo è libero o controllato? del 24.12.2007, non era certo stato tenero col comico.

La caciara, è iniziata, non tanto perché sono stati messi online, i redditi della maggioranza dei plebei del Paese, di quelli, nessuno se ne fotte. No, la cosa è seccata ai grandi pontificatori mediatici, a quelli che vanno a parlare in tv e nelle piazze in nome delle classi meno abbienti, che però ogni anno dichiarano redditi da Creso, ma con la puzza sotto il naso, bravi a fare le pulci in casa d’altri, ma quando sono messe a nudo le loro zecche, i loro pidocchi, s’infervorano – a nome degli altri – per tutelare la loro privacy. D’altronde mercoledì sembrava che tutti i quotidiani online e telegiornali nazionali, si fossero messi d’accordo per pubblicare i nomi di tre o quattro persone, che tra i quali, figuravano: Beppe Grillo, Luciana Litizzetto, Luciano Benetton, Sabrina Ferilli, e non si capisce perché Olindo Romano, che nel 2005, quindi redditi del 2004, doveva ancora compiere, assieme alla moglie Rosa Brazzi, la strage di Erba.

Tra le voci più dotte, che si sono levate contro questo provvedimento, c’è ne sono state alcune illuminate che affermano, che in questo modo, la mafia, la camorra, sacra corona unita, stidda e l’anonima sequestri, avrebbero avuto un sistema in più per taglieggiare, chiedere il pizzo o sequestrare. Ma che “minchia” stanno dicendo questi saccenti con le pustole nel cervello? Non sembra che fino ad ieri, in mancanza di questo servizio, reso dall’Agenzia delle Entrate, la criminalità organizzata, fosse disorganizzata e ridotta alla fame, così mal in arnese, da muoversi come dei bambini che giocano a mosca cieca?

L’ennesima bufala per lanciare sabbia sugli occhi dei gonzi. Chi vuole taglieggiarti, rapirti, bruciarti il negozio per estorcere il pizzo, non ha bisogno d’andare online, per raccogliere informazioni. Un vecchio detto dice: “La madre degli idioti è sempre incinta”, e dalle dichiarazioni sentite ieri, questa povera donna disgraziata, di idioti in grembo ne ha a decine.

Il provvedimento però, non è stato eliminato, visto che nel comunicato dell’Agenzia delle Entrate si parla ufficialmente di sospensione temporanea, anche se in Italia, temporanea, significa eterna.

Parafrasando Rosario Fiorello, quando imita Ignazio La Russa, “Diciamocelo”, questo provvedimento ha scatenato, guarda caso, le ire proprio di certi sinistroidi, quelli nominati dai media, mentre il centro destra è rimasto, forse,perché in festa per l’elezione di Schifani al Senato e di Fini alla Camera, in silenzio, come se la cosa non importasse molto, con l’emiciclo parlamentare, questa volta ha tenuto un profilo estremamente ombroso e distaccato dalla vicenda, visto che non va dimenticato, che per dirla alla David Ike, i politici, sono corazzati come i rettiliani con l’immunità, indennità e benefit, quasi esentasse.

In pratica, non si sa se i redditi degli italiani torneranno online, certo è che sono stati tolti, perché troppi pubblici moralizzatori sono stati messi alla berlina, nonostante quando si trattava di altri, si sbraitasse che l’unico posto di libertà vero è la rete, sempre che questa libertà non tocchi il portafoglio di chi può dire qualcosa – populisticcamente parlando – in piazza. Ecco che allora, paradossalmente diventano estremamente sensibili ed iracondi.

Ricordiamoci questa cifra di Beppe Grillo: 4.272.591, reddito del 2005, pari a 356.049 lordi al mese, un enormità. A questo punto se paragonato agli stipendi parlamentari, che già per i risultati – catastrofici – che il Paese ha, sono fuori dal mondo, ma il reddito loro mensile del 2005 di Beppe Grillo varca la soglia dell’assurdismo, per i risultati reali che produce, ad esclusivo beneficio del proprio portafoglio.

Per fortuna oggi è la festa del primo maggio.

Va ricordato che il Grillo nazionale, da solo guadagna al mese, come 3236 lavoratori precari, a contratto per 1100 euro lordi al mese. Viene da chiedersi, se da solo, Beppe Grillo, visto il reddito, riesce a produrre per 3236 persone?

Marco Bazzato
01.05.2008
http://marco-bazzato.blogspot.com/