giovedì 9 agosto 2007

Sciopero del Volontariato? Si grazie

Negli ultimi anni si è assistito al crescere di una frenetica moda, forse dovuta all’eccesso di tempo libero, e alla possibilità per taluni, di regalare per lavarsi la coscienza, parte del proprio tempo e del proprio denaro, in opere di solidarietà sociale, spinti anche dalle numerose quanto dispendiose campagne televisive e giornalistiche, che invitano i cittadini a sostenere questa o quella organizzazione benefica, o senza scopo di lucro, sia con denaro, o con opere di bene.
Perché un cittadino sano di mente, dovrebbe dedicare parte del proprio tempo, per sopperire alle inefficienze, ai consumismi esasperati di uno Stato, che arranca sempre di più, e che usa il medesimo – già vessato a sufficienza – come un somaro facendo leva sul senso di colpa e sulla ricchezza, per lenire i disagi, a cui lo Stato stesso non vuole, o non può più sostenere?
Che senso ha fare volontariato alla croce rossa, negli ospizi, nelle case d’accoglienza per drogati, o rifiuti sociali di varia natura avariata, quando si potrebbe liberamente impegnarsi per istruirsi, per leggere, per evitare di farsi continuamente gabbare da una politica che truffa da decenni?
È veramente uno stato d’animo vero, questa profondersi nei confronti dei meno fortunati? A livello individuale, sicuramente si, ma a livello sociale ed economico, con la scusa del solidarismo a tutti i costi, si favorisce il lavoro non retribuito, gratis, e che potrebbe essere letto come una forma di libero sfruttamento individuale, spinto ad espandersi, non per ragioni di solidarietà, ma per interesse politico, in quanto, meno il cittadino è impegnato ad informarsi, occupato com'è con il secondo lavoro sociale, meno riesce a conoscere ed essere aggiornato dei veri fatti di casa propria, impegnato a difendere gli interessi solo dell'altro, trascurando i propri.
Sarebbe interessante vedere, cosa succederebbe, se per un mese o più, si istituisse il primo sciopero nazionale della solidarietà, lasciando sguarniti ospedali, centri anziani, ambulanze, sospendendo a tempo indeterminato, qualsiasi attività di volontariato e donazioni ad enti pubblici o privati, che facendo leva emotiva su un sentimentalismo peloso e dannoso per la dignità stessa della persona, danneggiano l’integrità individualista, che dovrebbe per un senso di equità identica a quella di un politico scafato, e che guadagna decine di migliaia di euro al mese, spesso non facendo quasi nulla.
Non si tratta di non aiutare chi è meno fortunato, anzi, ma nemmeno usare in modo fraudolento gli stati di necessità individuali e sociali di determinate fasce di popolazione, lasciando sempre campo libero, ai vari governi che si sono succeduti, di fare man bassa delle risorse del Paese, tanto sanno che gli allocchi che lavorano gratis, esistono sempre.
Che senso hanno – ad esempio – le campagne di sensibilizzazione sociale per ripulire gli argini di un fiume magari usando minorenni, con al scusa di educarli all’ambiente, quando “cittadini”, appena escono in strada si comportano come letamai ambulanti, gettando mozziconi di sigarette, carte, o addirittura portando in riva ai fiumi i rifiuti che gli costerebbe un sacco di denaro,smaltire legalmente?
Non è immorale a ben pensarci, educare i propri figli, nel nome dell’ecologia al lavoro nero, al raccattar immondizia, lerciume, fetenzia, quando uno Paese che si dice civile, dovrebbe già poter far leva sul senso civico individuale, evitando così il sovrapporsi di ruoli e lavori?
Un Paese che ha la pretesa di dirsi civilizzato, non dovrebbe aver bisogno di questi meschini trucchi da sagrestia ammuffita, per dare servizi degni di questo nome ai meno abbienti.
Basterebbe un mese di braccia sociali conserte per ridurre a più miti consigli una classe politica che fa dello sperpero la sua bandiera. Un mese con anziani rinchiusi in casa, perché nessuna buon’anima porta il cibo, un mese senza preti che fanno servizi sociali gratuiti, tenendo nei Patronati i figli di operai, o anche della borghesia, quando i primi sono impegnati a sgobbare per salari da fame, o i secondi, impegnati a sfruttare i primi.
Un mese senza volontari nelle ambulanze, nei vigili del fuoco, specie in questa stagione di incendi ininterrotti, e quant’altro. Tutti fermi in riva al fiume ad attendere. Ad osservare, a leggere i bollettini quotidiani di guerra dell'iinnefficuenza vorace, sostituita e scaricata ancora sulle spalle dei più doboli.
Qualche ben pensante, potrebbe obbiettare che questo sia un invito alla sovversione dell’ordine sociale, mentre invece non è altro che una presa di coscienza sulla necessità di stare fermi ed immobili, lasciando che tutto attorno cada e decada, che tramite le scelte individuali dei singoli, siano essi anziani, giovani in cerca di lavoro, liberi professionisti, operai, casalinghe annoiate o quant'altro, per far capire al potere dominante, sia esso comunale, regionale o statale, che anche i cittadini hanno potere, che e possono stringere la garrota nei confronti dell'inneficienza pubblica e privata. Che anche loro hanno diritto di parola, d'essere ascoltati, non come prestatori di volontariato, ma come persone di serie A.
Lo sciopero del volontariato come libertà e riscatto,, come diritto ad avere servizi sociali ed assistenziali degni di questo nome, efficienti e funzionanti per tutti, senza distinzione di classe e conto in banca, sovvertendo quella frase dannosa ma famosa di Kennedy che ha massacrato la coscienza collettiva, americana ma non solo, che disse: “Non chiedetevi cosa può fare il vostro Paese per Voi, ma cosa Voi potete fare per lui”. Le tragiche conseguenze di questo nefasto pensiero, ormai da decenni si vedono anche in Italia.
W lo sciopero della solidarietà e del volontariato!

Marco Bazzato
09.08.2007
http://marco-bazzato.blogspot.com/