Le scritte offensive sui muri, gli attacchi politici dei presunti difensori delle libertà di tutti nel nome di una dissoluzione dei costumi e della morale pubblica – da non confondere con il diritto privato di fare dentro le mura di casa propria ciò che meglio aggrada – stanno mandando in ebollizione gli animi, specie di frange radicali, che vedono nel Magistero della Chiesa, un’indebita interferenza dentro i talami, cosa assolutamente falsa.
Lo scontro ha alzato i toni, da parte però di uno solo dei contendenti, e non è la Chiesa, da sempre nelle medesime posizioni non integraliste, ma d'integrità – anche se sfortunatamente a volte, per colpa sempre di troppi sciagurati, solo a parole – ma che hanno valore indicativo per i credenti.
Il vero pericolo è l’attentato alla libertà di coscienza del cittadino da parte dei fautori di questi presunti diritti sociali, che vogliono dare una falsa pari dignità a forme di convivenza non eterosessuale, attaccando alla radice la famiglia – non intesa solo come realtà confessionale, ma viste le cifre del calo dei matrimoni religiosi, sempre più spesso laica – che nell’ intimo, conscio e inconscio, hanno tutto diritto di aborrire privatamente e pubblicamente quello che considerano un sovvertimento della società e dei principi regolatori che la sorreggono.
La colpa maggiore di questo attacco – non ai valori religiosi, ma alla libertà di pensiero e coscienza – giungono da coloro che pur d’avere forme di convivenza eterosessuale, hanno sposato una causa contraria ai loro principi e orientamenti personali e sociali, saltando per opportunità mediatica, o politica, quell'invisibile ma netto muro di separazione, gettandosi a copro morto in una irrealtà all’antitesi, nel dome del diritto dell'altro (omeopatica percentuale) che porta a mettere in secondo piano, se non ad annullare il proprio, lasciando campo libero a forme sempre più radicali di rivendicazioni e sopraffazioni.
Questi “cattivi maestri” hanno le maggiori responsabilità nell'alimentare queste fiammate di intolleranza, non sono solamente gli eterofobici, e nemmeno la Chiesa, che nei rispettivi ruoli difendono e dichiarano apertamente in ciò che credono, ma coloro che tengono i piedi su sponde diverse, contribuendo a creare una zona grigia di confusione, negativa e destrutturate, soprattutto nei confronti di quanti si lasciano condizionare dai pensieri altrui, facendosi rincitrullire da proclami altisonanti fatti di presunti alti valori civici, che nulla hanno a che fare con la vera laicità, dove il cittadino – non necessariamente sotto la ciabatta delle gerarchie religiose – ha opinioni di coscienza private e pubbliche, che li portano a rifiutare socialmente forme di riconoscimento diverse da quelle eterosessuali, e inglobati in realtà confessionali, in cui non si riconoscono. La vera ingerenza nelle coscienze, è compiuta da coloro che desiderano impiantare con la forza nella menti altrui, pensieri, valori, realtà “familiari" e sociali, contrarie a quelle di naturale procreazione del singolo individuo.
Marco Bazzato
02.05.2007
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