Nemmeno i grandi nomi chiamati a parlare sul palco di Piazza Navona, hanno spinto i sostenitori della sinistra ad uscire di casa per dare solidarietà ad una legge che neppure la base dei partiti - i cittadini - sentono essenziale, snobbandola, dando una chiaro segnale di contrarietà al riconoscimento delle coppie di fatto, in special modo degli omosessuali – che con nostalgia del cinema poliziesco degli anni settanta, erano correttamente chiamati "Invertiti" – mostrando lo scollamento tra la volontà politica di portare avanti una legge distruttiva e inutile per la società civile di nome e di fatto.
La piazza da decenni patrimonio della sinistra, questa volta era – rispetto a Piazza San Giovanni – vuota. Questo dovrebbe far ragionare quanti – in special modo i progressisti estremi e radicali - bravi a sbandierare numeri teorici privi di riscontro all'atto pratico. Dovrebbero rimettersi in carreggiata, visto che si sono avventurati in una strada dissestata in un campo minato e deviato, dove il popolo - da decenni considerato dalla sinistra solamente una massa di buoi da ammaestrare - ha alzato la testa, disinteressandosene dei richiami di certi partiti,tanto e vero che i DS, futuro partito democratico, da buon cerchiobattista in odore di nuova Democrazia Cristiana ha lasciato a casa bandiere, e gli stessi leader, sono restati in panciolle davanti alla tv, magari guardando con una punta di nostalgia "La corazzata Potemkin:" di fantozziana memoria
Piazza Navona rispetto a Piazza San Giovanni, suonava sinistramente vuota, con quattro bandiere di partito, rappresentanze di associazioni omosessuali, dove il cittadino dotato di grano salis ha preferito mantenersi a debita distanza, conscio che la sua presenza avrebbe fatto il gioco di quanti vorrebbero trasformare l'amicizia o l'associazionismo tra due persone dello stesso sesso, in una pseudo famiglia.
L’italia, come vorrebbero tanti idioti sapienti, non è filo clericale, ma laica e desiderosa di portare avanti le tradizioni storico culturali e sociali dei padri, e in nome di questa laicità ha fatto capire anche a sordi, ciechi e stolti, che non vogliono avere nulla a che fare, con quanti desiderano convivere - per libera scelta - fuori da ogni tutela relegale, e avendo scelto così non hanno diritto di pretendere diritti hanno rifiutato.
L’assurdità di questa situazione kafkiana è che per decenni la sinistra ha bombardato gli italiani con proclami contro famiglia, matrimonio e figli, considerati desiderati ideali borghesi, lavando ideologicamente i cervelli, proponendo modelli alternativi senza regole,privi di diritti e doveri. Ora, dopo aver maciullato le menti creando la situazione che tutti conosciamo, pretende il riconoscimento di quelle stesse coppie che ha convinto a vivere moro uxorio, dichiarando oscenamente che ogni genere di convivenza “è famiglia”, uomini con uomini, donne con donne, volendo equiparare cani e porci, alla stessa famiglia, che per primi hanno contribuito in passato a disintegrare ideologicamente, presentando oggi come un diritto civile, vivere fuori dal matrimonio, che deve essere tutelato dallo Stato l'incapacità o la volontà di farsi carico di un unione coniugale regolamentata dalle leggi e dalla Costituzione.
Questi signori ora affermano che la società è cambiata rimuovendo che per anni sono stati p loro a fomentare il seme della divisione, contrapponendo con l’ ideologia distruttiva a disgregare la società, e ora pretenderebbero, che le lo Stato dia dignità legale alle macerie che hanno creato.
Perdere tempo in modo strumentale e ideologico con questo allargamento dei diritti delle macerie, è uno spreco di denaro pubblico e risorse dei contribuenti, perchè non possono essere tutelati quanti, per libera hanno scelto di vivere senza regole, o quanti, appartenenti allo stesso sesso, hanno la presunzione orgogliosa, di pretendere che l'Italia intera consideri due persone dello stesso sesso, famiglia, o più semplicemente coppia, mentre alla fine saranno sempre un semplice uno e uno che da risultato zero.
Marco Bazzato
13.05.2007
http://marco-bazzato.blogspot.com/