venerdì 18 maggio 2007

Conferenza Nazionale della Famiglia

Recentemente il ministro per la famiglia Rosy Bindi, eticamente ha ritenuto opportuno non invitare le associazioni omosessuali alla Conferenza Nazionale sulla Famiglia che si terrà a Firenze dal 24 al 26 maggio corrente anno. La decisione ha attirato sul ministro gli strali dell'oscurantismo sinistro delle organizzazioni omosessuali - che senza ragione, nè logica pratica - si credono discriminate.
Basterebbe dare un occhiata al logo della manifestazione, per capire l’assenza dell'intento discriminatorio. Nel logo infatti, si vede chiaramente una coppia formata da un uomo e una donna, entrambi tengono per mano un figlio, mentre il maschio ne sorregge un'altro e femmina ne porta uno in grembo, cosa biologicamente impossibile nell'associazionismo individuale di sue soggetti dello stesso sesso.
Contro questa decisione, si sono scagliati anche le associazioni che tutelano l'ennesima contraddizione di termini, cioè i genitori omosessuali. Tanto è vero, che la dicitura corretta di queste associazioni dovrebbe venir riformulata in "ex eterosessuali con figli, diventati omosessuali". In quel caso i genitori in quanto tali, avrebbero dovuto sedersi al tavolo dei lavori, e l'obiezione al ministro sarebbe stata doverosa, ma certamente non come "genitori omosessuali".
Per comprendere che il ministro si è mosso secondo una ferrea logica laica, è essenziale rileggere gli atti delle “Commissione per la Costituzione” e più precisamente la relazione della Signora Iotti Leonilde, all’epoca Onorevole del P.C.I.[1], dove nessuno - sopratutto oggi - può marchiare come clericalistici i suoi pensieri “da Comunista” ben salda nei valori etici e morali, che emergono dagli atti stessi.
Tanto è che nei lavori della commissione, non emergono, a differenza di oggi, contrapposizioni ideologiche e strumentali attuali, dove divisioni e lacerazioni sono evidenti, e marcate da ambo le parti. Rinnegare quelle parole dell’Onorevole Iotti, significa rinnegare quei valori Comunisti, in cui parte degli italiani dicono di riconoscersi ma di fatto affossando gli insegnamenti etico-morali di una fiera combattente antifascista.
Le polemiche pretestuose e infondate di questi ultimi giorno, non ultima la provocazione del futuro Family Gay, sono in massima parte dettate da una scarsa conoscenza del percorso storico-culturale e sociale in cui si fonda l'Italia dal dopo guerra in poi, e la negazione di queste radici storiche, oggi rimosse in chiave ideologica da un laicismo che rinnega i valori stessi dell’antifascismo, e un filo clericalismo falsato dalla lettura politico-strumentale, fa il gioco di coloro che, inopinatamente negano gli stessi valori fondanti della nazione.
Mascherarsi dietro la menzogna che la società è cambiata, non ricalca nei fatti le vere aspirazioni degli italiani, il più delle volte impossibilitati a crearsi una famiglia, per colpa delle politiche familiari spesso osteggiate da dall'estrema sinistra, che non da oggi, pone ciecamente l'accento su scelte personali, individuali e individualistiche, esclusive della sfera privata e nella libera scelta del singolo, cercando il facile consenso in organizzazioni politico-ideologiche, biologicamente impossibilitate dalla natura stessa ad essere tra i relatori del “Congresso Nazionale della Famiglia”.

Marco Bazzato
18.05.2007
http://marco-bazzato.blogspot.com/




[1] http://www.famiglienellacostituzione.it/costituente/file/relazione%20Iotti-%20PCI.pdf