I quotidiani e i media nazionali, si sono sbizzarriti nel definire “aggressione” un semplice lancio di uova marce nei confronti dei manifestanti, assiepati in una manifestazione non autorizzata davanti al municipio di Mosca, e per questo arrestati per intralcio al traffico.
Nella società Russa l'omosessualità è chiamata dal popolo pederastia, ed è considerata – dalla maggioranza dei cittadini immorale, con una percezione chiara e netta, ben presente nel retaggio culturale e sociale, che a differenza del relativismo decadente e borghese dell'occidente, liberamente preferisce definire l'omosessualità, un atto contro natura, svilente a livello sociale, e il lancio di uova marce, riservate anche al deputato Vladimiro Guadagno –come risulta dal passaporto – va inserito dentro una dialettica politica, aspra, sopra le righe, ma non per questo esecrabile, avvenuta in piazza, tra persone con idee politiche differenti, ed è certo, che almeno per ora come gridavano i difensori dell’eterosessualità radicale: "Mosca non è Sodoma".
La “sinistra” italiana,amante di ogni genere di diversità, non dovrebbe strumentalizzare politicamente il dissenso dei compagni Russi, ma dovrebbe prendere spunto dal Paese dove il comunismo si è maggiormente sviluppato ed evoluto nel corso dei decenni per rivedere le improprie teorie, riportandole a quei principi morali che ne hanno caratterizzato l’espansione, e che in Italia sono miseramente crollati.
Il cittadino della strada russo – a differenza dell'italiano medio – si disinteressa delle presunte accuse di omofobia, perchè più propenso a difendere i valori della Madre terra Russa, e legati alla tradizione, vedono nei comportamenti deviati della persona, un ostacolo al cammino e al progresso della società umana dell’uomo nuovo, proiettato verso il futuro.
Fermo restando che ogni aggressione contro la persona è da condannare, non va dimenticato che è un’ingerenza esterna – tanto osteggiata dalla sinistra, quando lo Stato della Città del Vaticano parla agli italiani – verso gli affari interni, di uno Stato Sovrano – che fornisce all' Europa (Italia compresa)i metano e altre materie prime (da tenere presente alla prossima crisi energetica tra Unione Europea e Federazione Russa) – voler cambiare usi e costumi di un Paese, o anche di una capitale di uno Stato non membro dell’Unione Europea, per imporre modelli sociali diversi da quelli locali.
Ma anche, non si capisce perchè nell'epoca di internet, posta elettronica, video messaggi – o posta ordinaria – debba partire una delegazione di parlamentari per consegnare una lettera (è ipotizzabile un regresso storico propenso verso la società preindustriale). Evidentemente lo spreco di risorse pubbliche, in questo caso dell'Unione Europea, è più importante dell’economia del buonsenso e della praticità dei nuovi mezzi di comunicazione e spedizione elettronica. Bastava una mail con file pdf allegato delle firme dei 40 europarlamentari di 15 Paesi, praticamente meno di un parlamentare e mezzo, su un totale di 785, cioè lo 0,4% dei membri. Percentuali da medicina omeopatica e questo basta per far capire quanto realmente a livello europeo sia sentito il problema, dando – senza motivo –spazio a notizie, che percentualmente parlando, sono non notizie, ma semplicemente propaganda di parte.
Il sindaco di Mosca – come la moderna democrazia impone – ha optato di non turbare la tranquillità sociale della Capitale russa, non dando l’assenso al Gay Pride, che evidentemente dai moscoviti è considerato socialmente e moralmente improponibile, e di questo bisogna dar atto del coraggio d'andare "conto le tendenze decadenti" dominati, dove la “Cattolicissima” Italia, ha dovuto alzare bandiera bianca, in segno di resa.
C’è una nota di colore da rilevare in chiusura: forse l’espressione stupita dei doganieri russi alla vista del passaporto dell'onorevole Vladimiro Guadagno: un uomo con la terza di seno "costruito chirurgicamente" e chissà che risatine, commenti, battutine volgari e spinte si sono fatti tra loro – con pieno diritto – mantenendo un’espressione fredda e indecifrabile a riguardo un parlamentare della Repubblica Italiana.
Marco Bazzato
28.05.2007
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