martedì 14 novembre 2006

L’Italia un paese impazzito?

Le sconvolgenti parole del premier Romano Prodi, che ha dichiarato che “Siamo un paese impazzito che non pensa al domani”, oltre ad essere offensive per gli italiani, risuonano beffarde e maligne alla luce di quanto il governo da lui guidato sta portando avanti. Secondo il premier, siamo un popolo che pensa all’interesse personale e non al bene sociale, che pensa al misero orto di casa propria anziché vedere la globalità dei problemi.
Le affermazioni del presidente del consiglio, credo abbiano ferito più di un italiano che non riesce arrivare alla fine del mese, più di un commerciante che si vede quotidianamente strozzato da un fisco iniquo, mentre la delinquenza dilaga, le protezioni sociali calano, la ricchezza del paese va a finire in mano straniera, mentre ammazzare, rubare, spacciare droga, essere pedofilo, camorrista, mafioso, bandito o speculatore finanziario che mette sul lastrico centinaia di migliaia di famiglie con false comunicazioni sociali, la fa franca.
Certo che siamo impazziti, ma alla pazzia non ci si giunge in un attimo, si è trascinati lentamente dall’inefficienza della macchina statale, dalle ferrovie e dalle compagnie aere sul lastrico, dalle società autostradali fatte con i risparmi degli italiani e vendute ad acquirenti esteri, che difficilmente sistemeranno la situazione della viabilità nazionale, in quanto lo stato stesso non è riuscito a farlo, e pretendiamo che lo faccia una società straniera?
Si siamo sulla via del manicomio, del Ritalin, degli psicofarmaci, per la gioia di psichiatri, psicologi e teorici del equilibrio psichico rubato, defraudato, mandato al macello per colpa di arruffoni senza scrupoli, di giochi internazionali e numeri dettati da alti papaveri, situati non si sa mai dove.
Siamo un paese impazzito, un paese che importa senza esportare, un paese che consuma producendo solo servizi, perché le industrie sono state spostate in estremo oriente o la produzione è fatta dalla nuova schiavitù senza diritti umani, e sindacali minimi, gli stessi diritti che tra pochi anni saranno negati anche ai cittadini italiani se non si inverte la tendenza.
Siamo un paese impazzito? Si, un paese che continua ad eleggere sempre le solite facce, che manda al governo soggetti senza arte e né parte, che poi fanno manovre finanziare ottime di mattina, mediocri di pomeriggio e rinnegate in toto alla sera.
Siamo ostaggi di un manicomio chiamato politica della sopravvivenza, politica dei due anni per avere la pensione a vita, di una politica cui non importa nulla i destini del paese, ma che invece di occuparsi dell’emergenza criminalità sulle strade, delle armi che girano indisturbate dappertutto, si preoccupa di censurare come ai tempi del peggior stalinismo un prodotto intellettuale come un videogioco, senza pensare che non c’è bisogno d’accendere e lanciare un gioco da consolle per immergersi nella violenza, basta uscire sulle strade, camminare lungo le vie poco illuminate dove tossici, papponi, puttane, travestiti, omosessuali e minorenni si prostituiscono e si accoltellano per il dominio del territorio. Ma è meglio fermare un videogioco violento, anziché combattere altre forme di violenza e sopraffazione.
Si, siamo un paese votato alla pazzia, dove l’opposizione del precedente governo Berlusconi, ora al comando della barca Italia dormiva, quando furono stornati per le spese militari i fondi dell’otto per mille della cultura. Quegli stessi uomini pronti a fare le pulci ad ogni sospiro del precedente governo dov’erano? A casa a poltrire, tanto la diaria parlamentare arrivava tramite bonifico bancario lo stesso?
Ora li stessi che erano contro le guerre che fanno? Invece di far tornare i nostri soldati, ne hanno inviati altri al fronte, per far contenti chi? Per gli impegni internazionali? Ma che mantengano le promesse, da mariani ubriachi d’alcol, fatte in campagna elettorale agli elettori.
Sì caro premier, ci sta facendo affondare tutti, come ha fatto affondare a suo tempo la Cirio, l’Alfa Romeo e tutte le industrie di Stato svendute per un tozzo di pane.
Prima di accusare gli italiani d’essere un paese impazzito, si guardi bene a casa propria e si chieda se non ha nessuna responsabilità morale etica e umana su quanto oggi sta avvenendo.
La distruzione dello stato sociale tanto paventata con manifestazioni di piazza nei confronti dei governi di destra, è sempre stata fatta dai governi di centro sinistra, vedi legge Biagi e altro, contratti atipici e cooperative di lavoratori autonomi senza protezione sociale e medica.
L’italiano è ancora troppo buono, forse ha ancora una riserva di pazienza, dei piccoli risparmi messi al riparo dalle mani voraci di Visco che vorrebbe tassare anche le pulsazioni cardiache dei cittadini, il flusso di sangue che scorre ogni giorno in ogni uomo, e i neuroni del cervello di tutti noi se potesse, ma per ora la scienza glielo impedisce. Chissà che tra pochi anni non ci sia la tassa sui pensieri contro i governi che fanno macelleria sociale dei diritti dei cittadini e che scialacquano senza ritegno la ricchezza di uno stato che tra pochi anni invece di vedere sulle strade le gazzelle dei carabinieri, vedrà i carabinieri in groppa a gazzelle, che proveranno a rincorre delinquenti comunque sempre in libertà di un paese desertificato di ogni sicurezza.

Marco Bazzato
14.11.2006
http://marco-bazzato.blogspot.com/

1 commento:

  1. Non penso che come abbia detto Prodi siamo un paese impazzito.
    Sicuramente rispetto ad altri stati abbiamo dei problemi che vanno risolti con i fatti, non dicendo qeuste frasi inutili.

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