venerdì 9 ottobre 2009

Silvio Berlusconi come Paolo Bitta?



Dopo l’infelice uscita di Silvio Berlusconi nei confronti di Rosy Bindi, “Sei più bella che intelligente” molti si stanno chiedendo se esiste un qualche legame, almeno spirituale, tra Silvio Berlusconi e Paolo Bitta, il personaggio televisivo interpretato da Paolo Kessisoglu in Camera Caffè?
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In effetti, pur con i dovuti distinguo, i due hanno molto in comune, partendo dall’odio atavico e volgare nei confronti dei “cessi”, vedi Bitta contro Patrizia D’Imporzano. E il premier con l’esternazione nei confronti della povera Bindi è caduto al livello del peggior trivio, dove il barbarismo politico supera la comicità, pur politicamente scorretta di una situation comedy, segnando l’ennesimo punto al ribasso, in direzione dell’abisso, da parte di un imputato in vari processi, divenuto primo ministro a forza di spot propagandistici, degni della peggior nomenclatura sovietica.


Ma le affinità quasi figliali non terminano qui. Il Berlusconi, secondo i giudici e poco amico della giustizia, anzi non perde l’occasione per gridare ai quattro venti che questa è contro di lui, povero miliardario, costretto a “scendere in campo” diventando capo di un partito prima, presidente del consiglio poi, per difendersi dalla cattiveria mendace di quei comunisti che vorrebbero espropriarli il suo misero capitale, accumulato in decenni di duro lavoro, e che sfiora quasi i sei miliardi di euro. Paolo Bitta ha lo stesso problema con quei bastardi dei vigili urbani, che non fanno altro che attenderlo al varco quando parcheggia in tripla fila, corre in autostrada contromano o investe – non accidentalmente – le vecchiette che attraversano la strada, e quanto di meglio la fantasia possa creare per far lettera morta del più banale buon senso. Entrambi sono nemici giurati dei codici, Berlusconi di quello Penale e Bitta di quello della strada, vittime dei poteri forti che strenuamente combattono nel nome della libertà. La loro.


Paolo Bitta si sa, non è uno stinco di santo, anzi. Basta vedere come tradisce la moglie con Maruska, la prostituta che certo non si fa pregare, ma solo pagare, prima d’essere usata, costringendo praticamente Paolo Bitta a cornificare la moglie, Valeria.


Un po’ quello che ha fatto il premier con la povera, si fa per dire, almeno non a livello economico, visto che forse spennerà l’ex marito come un limone, quando gli avvocati avranno fatto tutti i conti per la causa di divorzio intentata dalla donna, dopo le presunte avventure con una ninfetta napoletana prima e un puttanone – per dirla alla Fantozzi – poi, che ha registrato tutto, forse ansimi e orgasmi compresi, sul talamo presidenziale, ma che quest’ultimo non avrebbe pagato, ma solo utilizzato l’utero, come utilizzatore finale del servizio.


Paolo Bitta sembra il figlio misconosciuto di Silvio Berlusconi. Forse per questo Bitta è incollato alla grappa di Pino, come un cucciolo appena partorito è attaccato al capezzolo della cagna che l’ha messo al mondo, abbandonati entrambi dal padre in età neonatale.


I due pur nelle rispettive diversità caratteriali ei fisiche si assomigliano molto, anche troppo forse. Entrambi sono arroganti, Paolo Bitta disprezza i poveri, gli omosessuali, i colleghi della Digitex, visti come destabilizzatori della pace aziendale, un po’ come il Cavaliere detesta la Corte Costituzionale se non gli da ragione, se interpretando la Costituzione si rendono conto delle storture macroscopiche del lodo Alfano, facendolo andare su tutte le furie.


Entrambi sembrano due uomini di plastica. Berlusconi per i numerosi lifting e per i capelli che sono più immobili dei pali telegrafici. Paolo Bitta perché assomiglia a Lupin III con la giacca rossa, così plastico da apparire quasi finto.
È inutile negarlo, Paolo Bitta è l’amico, il fratello maggiore, il confidente, l’educatore che tutti vorremmo avere al nostro fianco nei momenti di difficoltà, perché sempre pronto ad aiutare gli altri, disponibile, dalla mente acuta e pronta a cogliere al volo ogni sottigliezza e battuta di spirito, ma soprattutto senza la paura d’appare un idiota e un ignorante cosmico.




Marco Bazzato
09.10.2009

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