venerdì 9 ottobre 2009

A Barack Obama il Nobel per la pace


Ci sono notizie che riescono a rovinarti la giornata, mandandoti per traverso sia la colazione sia il pranzo, visto quanto sono mostruose. Una fra queste è la notizia del conferimento del Premio Nobel per la Pace a Barack Obama.

Ridicolo.

È ridicolo che un premio così prestigioso sia stato dato a un tizio che a meno di un anno dal suo insediamento alla Casa Bianca, come primo Presidente mulatto degli Stati Uniti, praticamente non ha fatto nulla di concreto, ma solo cianciato, mancando ignomignosamente ogni obbiettivo che si era sbandierato ai quattro venti in campagna elettorale. Vedi la riforma del sistema sanitario nazionale, affossata senza pietà, lo stesso dicasi per il ritiro delle truppe dai teatri di guerra in Iraq e Afganistan, dove in quest’ultimo paese gli americani continuano ricevere bastonate, stile Vietnam, infamanti per una presunta superpotenza, che ora si accingerebbe ad inviare sul teatro delle operazioni belliche altri 50.000 mila soldati e un numero consistente di sacchi neri per il rientro in patria dei cadaveri dilaniati.
Promesse da marinaio in campagna elettorale non mantenute.

Obama è un Presidente marionetta, che riesce solo a rimpinguarsi lo stomaco di hamburger e frappè, sfilare in maniche di camicia, pronunciando discorsi così pieni di retorica imbolsita e parole vuote che potrebbero affossare di noia un bradipo appollaiato su un ramo d’albero.

Questo Premio Nobel per la Pace è un insulto per la pace stessa, in quanto, a parte qualche incontro da combriccola delle briscola ambasciatoriale, di risultati pratici nemmeno l’ombra, ma solo cartine, buone per rollarsi sigarette senza filtro e spinelli, che non hanno ottenuto nessun risultato degno di nota.

Barack Obama da tempo è ormai un Presidente a metà, esattamente come è mezzo bianco e mezzo nero, praticamente una specie di Barone Ashura ,impallinato dai falchi del congresso che lo tengono in ostaggio e che avevano bisogno di un uomo nuovo di facciata, dopo la catastrofe Bush, dovevano presentare al mondo una facciata nuova, pur continuando nei medesimi disegni.

Ora questo premio, svilito della sua importanza proprio perché è stato dato a Obama, assume così solo una connotazione politica per aiutare un Presidente in evidente difficoltà, rinunciando al valore etico e morale che questo premio dovrebbe riservare ai vincitori, dove molti commentatori anche americani, hanno dato lettura del Nobel al Presidente americano, come una cambiale in bianco, che al termine della presidenza potrebbe essere in protesto, quindi inesigibile sotto il profilo dei risultati effettivamente conseguiti. E a ben guardare questo, al termine dei prossimi tre anni di soggiorno alla Casa Bianca, sempre che non venga rieletto per un altro mandato, potrebbe essere il destino.

In tutta onestà, ben comprendendo il WOW presidenziale appresa questa mattina la notizia, che arricchirà le tasche del povero presidente di bicolore, permettendogli cosi hamburger e patatine in scala industriale per i secoli a venire. La Svezia, reali compresi, hanno preso una tavanata magistrale sulla fronte scialacquando il prestigio del premio e facendolo finire sotto i tacchi del mondo, annichilendone il valore simbolico, rendendolo pari al premio consegnato al “Miglior acchiappa citrulli del Paese dei Balocchi”.

Anche il mondo politico internazionale è stupido dalla bieca notizia, in quanto tutte le cancellerie sanno quanto nullo sia stato fin ora, oltre alle generiche parole di circostanza, il contributo dato da Obama alla pace nel mondo è praticamente nullo, a parte qualche esternazione così generica da essere evanescente, come il respiro di un corpo messo in stasi criogenica.

L’unica nota positiva sul Premio Nobel per la Pace assegnato a Barck Obama sarà che qualunque guerra gli Stati Uniti combatteranno sotto la sua presidenza sarà sempre e comunque una guerra giusta, combattuta a suon di cannonate e distruzioni a beneficio della Pace.

Parola di Premio Nobel!

Marco Bazzato
09.10.2009
http://marco-bazzato.blogspot.com/

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