mercoledì 14 ottobre 2009

Omofobia, testo bocciato alla Camera

*Niente immagini per non dare una visibilita' immeritata!*

Ci sono delle leggi che nemmeno dovrebbero essere pensate. Leggi così sconce che fanno sembrare il Lodo Alfano come l’innocuo gioco della morra cinese. Uno di questi aborti dell’intelletto era la legge contro l’omofobia, gettata fuori dai finestroni parlamentari a calci sui denti, facendo infuriare la relatrice, Paola Concia, che ha dichiarato “Mi vergogno di questo parlamento”. Ottima idea, che dia le dimissioni e non rimanga un giorno in più in un posto dove trova vergogna adessere presente. Gli italiani, tutti, la ringrazieranno per il nobile gesto.

Ma un plauso particolare, per il coraggio e l’abnegazione, va alla Teodem, che più di tutti ha avuto la forza, facendo parte dell’armata Brancaleone del PD, di votare contro, coscienza: Paola Binetti.

Il partito è andato in fibrillazione ventricolare e testicolare per questa scelta coraggiosa, paventando addirittura, come in una dittatura di stampo stalinista in salsa gay, l’invito a cambiare aria. E per fortuna che si chiamano democratici. Evidentemente agli alti papaveri del PD, la democrazia vale solo per gli altri, magari esportandola a suon di bombe, a patto che si rispettino gli ordini di scuderia, dove i parlamentari dovrebbero essere come tante scimmie ammaestrate, che non vedono, non sentono ma soprattutto non pensano con la loro testa. Questa è la democrazia del centrosinistra, identica e dittatoriale come quella del centrodestra, dove i capi non si discutono, mai. Men che meno pubblicamente. Figuriamoci poi sconfessare il Partito durante una votazione parlamentare.

Bestemmia!

Ma l’apoteosi del sordido, del mediocre, dell’utilizzo strumentale, per fini propagandistici contro l’omofobia, lo si è visto ieri sera, in seconda serata, a Matrix, condotto da Alessio Vinci.

In tutta franchezza non sono riuscito a reggere fino al termine della trasmissione, nonostante avessi messo a terra, a pochi centimetri dalla poltrona, una bacinella, nel caso i coniati di vomito mi colpissero come una mazzata alla bocca dello stomaco. Vomito che con difficoltà e grazie a sforzi eroici sono riuscito a trattenere.

Il povero Alessio Vinci era in balia, letteralmente in balia di Vladimiro Guadagno, vestito da donna, con tanto di seni posticci al silicone, fard e rossetto che urlava come un ossesso e la Paola Concia che come un pavone ci andava dietro a ruota.

Paola, volevo aggiungerci una S prima di Concia, che oggi , ancora imbufalita per lo smacco subito, durante Omibus su la 7, ha dato l’aut aut al partito. “O io lo la Binetti!”

Se il partito fosse intelligente, dovrebbe saper bene che ha più bisogno, per ingraziarsi il Vaticano e i cattolici, della Teodem, Paola Binetti. E dovrebbe scaricare la Concia, tenendosi senza tanti complimenti la Binetti, in virtù dei voti che questa potrebbe portare all’interno della coalizione, in quanto è chiaro tutti, che a molti cattolici queste aperture reazionarie a sinistra, spostano l’elettorato a destra. E questo il PD non può permetterselo. La Concia potrebbe accasarsi nel gruppo misto, per iscriversi, alle prossime elezioni, in uno dei tanti partitini comunisti – partito dove aveva iniziato la militanza, per saltare sul carro dei Democratici di Sinistra, e poi nel Partito Democratico – che da sempre pur di raccattare – da perdenti perenni ormai – qualche manciata di voti in più, accoglie e diventa sempre più radicale, tanto da essere estromessi dall’emiciclo parlamentare.

Ma il ribrezzo finale, quello cha costretto molti spettatori, me compreso, a spegnere la tv, fare i gargarismi col colluttorio prima e l’acido per batterie, è stato il servizio sulla famigerata Gay Street, a pochi passi dal Colosseo. Gay Street, che vista l’immensità di Roma, Capitale d’Italia, in molti si chiedono perché non sia stata fatta in qualche quartiere periferico, quasi fuori dalle mura capitoline? Ma tralasciando domande a cui nessuno avrebbe il coraggio di rispondere, il servizio poteva far bloccare la digestione anche a una statua di marmo, omosessuali esclusi naturalmente. È bastato vedere al termine, prima di spegnere la tv, il sorriso compiaciuto di Vladimiro Guadagno e di Paola Concia, come a significare, che nonostante l’ora tarda, siano riusciti a far vedere maschi che si scambiavano fluidi salivari con maschi, e donne che facevano lo stesso con altre donne. Tutto, dicono loro, in nome della lotta contro l’omofobia.

Ora in molti si chiedono, ma là omofobia non potrebbe essere proprio alimentata da tutta questa voglia di protagonismo, non solo mediatico, ma anche di borgata, da parte di persone che con i loro comportamenti pubblici, istigano i bassi istinti degli altri?

È vero, l’omofobia, quando diventa attacco fisico alla persona, non deve essere tollerata, deve essere combattuta usando le leggi a disposizione, senza il bisogno di leggi speciali, in quanto altrimenti per combattere l’omofobia, si creerebbero dei reati di serie A contro gli omosessuali e dei reati di serie B se commessi da etero contro altri etero.

Ora l’aspetto peggiore che Mara Carfagna, Ministro delle Pari Opportunità, ha affermato che, vista la bocciatura, sarà presa in considerazione l’idea approvare in Italia la normativa europea contro l’omofobia. Col rischio che la normativa imponga all’Italia i matrimoni tra persone dello stesso sesso, adozioni ai single, non importa se gay o etero, e quanto di peggio molti altri Paesi europei “più progressisti” hanno già fatto.

Per l’Italia, piuttosto che accettare l’imposizione di simili direttive, sarebbe meglio essere sanzionata. Meglio pagare che cedere al ricatto!

Marco Bazzato
14.10.2009
http://marco-bazzato.blogspot.com/

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