…E che la tempesta abbia inizio…
Ieri sera duranti i telegiornali, non importa se Rai o Mediaset o nelle trasmissioni d’approfondimento in seconda serata, come Porta a Porta e Matrix, sembravano tutti fuori di testa, quasi dissennati, col fumo che usciva dalle narici come tanti tori imbufaliti dei cartoni animati della Warner Brothers, col Ministro Alfano in testa all’armata Brancaleone, che anche dopo aver preso la batosta costituzionale sembrava volesse spacciare al popolo banane raddrizzate che nessuno vuole pensare dove siano state introdotte per raggiungere lo scopo.
“Sentenza politica!” è stata una delle prime frasi dette dal premier, Silvio Berlusconi, che dalle immagini viste in tv, poteva sembrare oltre che in evidente stato confusionale, anche incazzato come un alligatore a cui hanno prosciugato l’acqua dello stagno e non sa più dove andare ad abbeverarsi. La voce che da premier, fino a pochi minuti prima sicuro dietro lo scudo della Legge Alfano, improvvisamente si era visto trasformato, manco fosse in una fiaba dei fratelli Grimm, in imputato-premier tremava, era tesa, monocorde, a stento forse si tratteneva dal non scoppiare a piangere, come un bambino a cui il compagno di scuola più grande e grosso – quindi Comunista – gli ha appena rubato, sottoforma di esproprio proletario, la merendina preferita chiamata libertà.
E gli attacchi a destra e a manca non sono mancati. Anzi per la verità solo a manca. Le bordate hanno raggiunto senza pietà le Istituzioni italiane di ogni ordine e grado a lui avverse, praticamente le solite: la minoranza delle toghe rosse, tv e giornali che non perdono l’occasione per metterlo alla berlina – lo mettessero nel bagagliaio di una berlina – e soprattutto il Quirinale, reo di non essere intervenuto per etero guidare la Corte Costituzionale nella direzione a lui favorevole: l’assunzione, pardon l’impunità, pardon,la sospensione dei processi fino al termine della legislatura, nel 2013, ma se tutto andasse bene, diventando Presidente della Repubblica, finchè morte naturale non lo colga.
Padre:«Tutto purchè mi sia allontanato il suo calice amaro dei processi quotidiani».
Ma il Padre, comunista, non solo gli ha lasciato la sua croce, ma gli ha scagliato addosso anche quella del rimborso di 750 milioni a Carlo De Benedetti. Quando si dice che alla fine la Giustizia ultraterrena può arrivare anche su questa Terra.
Cosa farà là imputato Silvio Berlusconi, che ricopre il ruolo di Primo Ministro?
In teoria, essendo anche in questo caso in conflitto d’interesse, e non potendo togliersi la croce da imputato, fino alle sentenze definitive, dovrebbe spogliarsi del ruolo di Presidente del Consiglio, rassegnando, per moralità ed etica istituzionale (che robe sono?) le dimissioni nelle mani del Presidente della Repubblica. Cosa che Berlusconi non farà mai in quanto Giorgio Napolitano non è solo di sinistra, ma è stato allattato al seno sovietico e l’imputato-premier non tratta con i comunisti. Putin e cinesi esclusi, naturalmente!
Ma il bello dello spettacolo lo si è avuto ieri notte, durante il collegamento telefonico dell’imputato-premier con Bruno Vespa a Porta a Porta. Silvio Berlusconi sembrava Fiorello in una delle sue imitazioni di Mike Buongiorno – pace alla sua anima – durante la parte finale di Genius, quella dedicata agli inulti al povero bambino concorrente che aveva sbagliato una domanda facile, facile. Era inarrestabile. Ha mollato fendenti e randellate come un provetto boxer, colpendo in rapida sequenza il Presidente della Repubblica, la Corte Costituzionale, la Magistratura, le toghe rosse fino ad arrivare ai tre porcellini, dando della zoccola a Biancaneve e Cenerentola (ma senti da che pulpito viene la predica! Dal pulpito dell’utilizzatore finale, parole dell’avvocato-parlamentare Ghedini,dell’utero della D’Addario, giungendo alla fine per la santificazione di Pinocchio e del suo naso che cresceva in modo esponenziale a suon di bugie.
Ma la chicca finale è stata riservata a Rosy Bindi. “Lei è tanto bella quanto intelligente” dimostrando, se mai c’è ne fosse bisogno che il premier preferisce solo “belle e oche” e da vetusto, giovani.
Ieri notte, a Porta a Porta, si è assistito a uno show di un imputato-primo ministro, indegno per un Paese Civile. Un imputato che ha utilizzato il servizio pubblico, pagato dai cittadini, per difendersi, usando pretesti politici, in una sede non consona: un salotto televisivo.
Quante volte la politica ha detto che i processi si fanno nelle aule giudiziarie e non in tv? Evidentemente questo assioma vale per i poveri diavoli, ma non per i miliardari che potrebbero rischiare la bancarotta o peggio il gabbio.
Cosa accadrà ora?
Nessuno lo sa. Certo è che il premier ha annunciato che si difenderà, come imputato, non solo nelle alule giudiziarie, ma anche in tv, usando il potere che gli deriva dall’essere Presidente del Consiglio per intortare gli italiani, salvo arrabbiarsi se i giudici non gli crederanno durante le deposizioni, trovando riscontri oggettivi, condannandolo.
Il problema, come dice Emilio Fede, durante i siparietti fuori onda del Tg4, ripresi da Striscia la Notizia è che l’Italia, per colpa di una persona, sta facendo davanti al mondo l’ennesima “…figura di merda” e sembra che alla maggioranza degli italiani – oltre il 70% – stando ai sondaggi di popolarità e gradimento degli elettori, manco che governare fosse uno spettacolino da avanspettacolo dove conta lo share, adorino queste “figure di merda” su scala planetaria, facendosi sputtanare, non per colpa conscia da tutto il mondo civile.
Ma una delle esternazioni può esilaranti dell’imputato-premier è che è assurdo che in un Paese dove ha il 75% di share dal pubblico-elettore-teledipendente, il restante 25% non sia con lui, per colpa di una certa stampa perennemente sbilanciata a sinistra, che occupa anche la tv.
Quel 25% caro Presidente è fatto da quegli italiani che abitualmente leggono i quotidiani e non solo quei giornaletti porno-gossippari buoni per rincoglionire, che non si rincitrulliscono solo davanti ai tg lobotomizzati delle 13 e delle 20 ma che cercando di farsi un opinione sulla politica e sul politico imputato-premier che governa il Paese.
Ma il problema di fondo è un altro, ed è molto peggio del centrodestra. Il problema è il centrosinistra praticamente un cadavere decomposto, senza idee alternative, senza capacità intellettuali di rivoltare il paese nei fatti, come meriterebbe. E quindi l’alternativa all’egemonia del centrodestra oggi sarebbe un suicidio sociale, visto che da ogni volta che ha governato il centrosinistra, ha dissanguato non solo le casse dello stato, ma anche le tasche dei cittadini – a parte un esiguo numero di plutocrati pluri indebitati con le banche,vedi Carlo De Benedetti e molti altri ,che cadono sempre in piedi – sono svuotate e costrette ad andarsene a spasso con le pezze al culo, tanto che statistica di oggi, pubblicata nei quotidiani, 3milioni di italiani non vanno in paradiso e sono “clienti del Banco Alimentare”.
“Per fortuna che Silvio c’è” dice lui!
Contento lui, ma poveri noi!
Marco Bazzato
08.10.2009
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