giovedì 22 ottobre 2009

Gabriella Carlucci controreplica



Nonostante il silenzio assordante dei grandi media, televisione soprattutto, tant’è che neppure le Jene che avevano fatto partire il tutto nel 2007, qualcosa da qualche sito inizia a filtrare.
Gabriella Carlucci risponde – a modo suo – sbattendo la cornetta in faccia alla giornalista, quando questa si fa troppo petulante, diventa maleducata, permettendosi di fare domande che già da tempo dovevano aver trovato risposta, chiedendo di mostrare il famoso statino che attestava la messa in regola della segretaria.

Ma la Carlucci, signora com’è, prima di sbattere la cornetta va oltre, attaccando come un toro imbufalito, rabbiosa per essere sbugiardata in mezza Italia, affermando che la notizia della sua condanna non andava data, in quanto è solo una sentenza di primo grado, non definitiva, rimarcando che la vera notizia – a suo avviso – sarebbe quella che la sua ex segretaria, pagata in nero, secondo condanna di primo grado, sarebbe stata rinviata a giudizio per furto e additata dalla stessa Carlucci come una “Ladra”.

Mentre chi non paga i contributi non è un ladro?

Vediamo di capire il ragionamento astruso di questo pazzo pozzo di scienza, di questo magma di conoscenza e sapienza, di questo pittale di erudizione liquida.

Secondo la Carlucci sarebbe più importante il rinvio a giudizio, senza una sentenza che non è di primo grado, piuttosto che una condanna di primo grado.

Ragionamento astruso e bislacco, in quanto secondo il modesto pensiero dell’onorevole deputato, un rinvio a giudizio, privo di una sentenza, vale più di una sentenza, specie se contro di lei, proprio perché la riguarda, non deve essere data in quanto non definitiva, mentre un rinvio a giudizio, nei confronti di una sconosciuta, dovrebbe valere di più come notizia, avendo quasi il dovere d’essere data, magari con titoloni da prima pagina, per far passare la derubata, dalla Carlucci condannata in primo grado, a ladra ancora non condannata. Ecco il garantismo e il liberismo a senso unico, pro se stessa della Carlucci.

Mentre secondo la dotta onorevole “dare della ladra” a una persona appena rinviata a giudizio, senza nemmeno uno straccio di sentenza questo è lecito e normale? L’onorevole dimentica che se anche fosse come lei dice, la sua ex segretaria, da lei pagata in nero, secondo la sentenza di primo grado, è innocente fino alla condanna definitiva, esattamente come la Carlucci vorrebbe che i media facessero nei suoi confronti.

Per fortuna che fa la parlamentare, scrive proposte di legge.

Secondo la Carlucci il liberismo dovrebbe valere solo per lei, mentre gli altri, quelli che si permettono la sua stessa libertà, sono degli illiberali perché tolgono a lei i suoi spazi, ma la Carlucci da liberale può occupare quelli che vuole.

Eppure ha ancora il coraggio d’alzare la voce, arrabbiarsi, rilasciare dichiarazioni, proclamandosi innocente fino a sentenza definitiva, ma nel contempo marchiando a fuoco per un rinvio a giudizio che non ha ancora ricevuto la prima sentenza.

Strano modo di far politica.
Strano perché pur di difendere se stessa, non esita ad attaccare a tesa bassa una persona che a differenza di lei non ha ancora subito alcuna condanna. Ah sì la Carlucci è una liberista estrema, radicale,senza compromessi, dove la sua libertà deve essere illimitata, dove ha anche la libertà prima di promettere che avrebbe mostrato lo statino di busta paga della dipendente, salvo poi rimangiarsi tutto, dove si lamenta dei costi per mantenere ben due segretarie, una in Puglia, il suo collegio d’elezione e un’altra a Roma. Poverina, dovrebbe aprire una sottoscrizione pubblica, perché con il compenso di parlamentare e con quello di conduttrice su Rete 4 di un programma, non riesce a sfamare se stessa, la famiglia, i figli ed è quindi costretta a pagare in nero, secondo la sentenza di primo grado, una dipendente, non pagando i contributi previdenziali, obbligatori per ogni dipendente, ma sottraendo così anche denaro alle casse dello Stato. Ma lei è liberista!

Quello che fa arrabbiare oltre misura è che nessuno dei suoi colleghi ha chiesto metaforicamente la sua testa, le sue dimissioni. Almeno quelli hanno i portaborse a libro paga in regola, avrebbero dovuto far sentire la loro voce, invece niente. Silenzio assordante e collusivo che suona come un insulto quando i parlamentari si scagliano contro gli evasori fiscali, gli evasori contributivi, a patto che appartengano alla loro casta.

La Carlucci, secondo la sentenza di primo grado è anche colpevole di evasione contributiva. A quando un’ispezione del Ministero delle Finanze per appurare e sanzionare l’evasione contributiva commessa dalla Parlamentare Gabriella Carlucci, del Partito delle Libertà (loro?)

Per correttezza etica si linka anche la strenua difesa di se stessa di
Gabriella Carlucci, postata nel suo sito.

Marco Bazzato
22.10.2009
http://marco-bazzato.blogspot.com/

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