venerdì 30 novembre 2007

Marco Amatovich: Puzza di zingaro



Al peggio, almeno in Italia, sembra non esserci fine. Marco Ametovich, il sigagno,per dirla alla Veneta, che ubriaco marcio, ha falcidato, ammazzandoli, quattro ragazzini, e che per sentenza del giudice, deve scontare la pena, non in carcere, ma agli arresti domiciliari in Hotel, con tanto di computer e tv, dovrebbe – secondo le intenzioni di un manager senza scrupoli – testimonial di una linea di abbigliamento, e di un profumo: “Tanfo di Zingaro”.
Alcune schegge impazzite della società italiana, non solo hanno toccato il fondo, ma stanno addirittura scavando, alla ricerca – non della perla rara – ma dei peggiori elementi, per trasformarli in nuovi simboli commerciali, che giocano sul nuovo valore aggiunto mediatico: la morte.
Dire che questa operazione, non è solo un insulto, sia alle vittime, sia ai loro familiari, che dopo lo strazio per la perdita dei figli, l’offesa per la sentenza, ora devono assistere all’ultimo affronto, cioè l’animale disumano che gli ha ammazzato i figli, arricchirsi alle spalle di questa disgrazia, è davvero troppo.
Poi, non ci si può lamentare, se gli italiani, a questo punto diventano razzisti, cattivi e feroci – come i rumeni o i gli zingari che delinquono – e invocano leggi più restrittive, anche se c’è un dato oggettivo, che non va dimenticato, e cioè, che paradossalmente è colpa di un Italia buonista e spregiudicata, al tempo stesso, che permette tutto questo. L’Italia dei giudici che cercano tra i cavilli delle leggi, le motivazioni legali – immorali e indegne per un Paese che vorrebbe dirsi civile – per dare il minimo della pena, ed il massimo dei benefici. Ma i giudici si difendono, affermando che applicano la Legge. Possibile che tra le migliaia di leggi, si usino proprio quelle? Non c’è ne sono altre con minore impatto emotivo e sociale?Oppure il garantismo assoluto vale per i carnefici, ma non per le vittime?
Poi, peggio ancora, sono questi sciacalli di imprenditori senza scrupoli, indegni d’essere annoverati nel consesso civile, che a differenza di altri delinquenti stranieri, la delinquenza morale italica, non può essere espulsa, ne dalle menti, né tanto meno dal Paese.
Dire che questo assassino plurimo – che solo per necessità di giare spot – chiede in un video perdono ai familiari delle vittime, giustificandosi col fatto che anche lui è padre, ma i quattro morti maciullati non sono i suoi, è indegno.
Altre due cose, tra le tante, lasciano annichiliti. La prima il silenzio della politica, e dei grandi media, che a parte qualche tenue presa di distanza, continuano a tacere. Il secondo, è il silenzio dell’imprenditoria, non importa in che campo. Nessuno si è azzardato a condannare pubblicamente l’agente di questo assassino, come ci fosse una sorta di connivenza morale, che non permette una pubblica presa di distanze.
Nel servizio di Studio Aperto, ‘sto zingaro, nemmeno visti i teorici contratti in arrivo, parla di risarcimenti a favore dei familiari delle vittime, ma ha la pretesa di ricevere, da questi, il perdono, e poi si scandalizza o ha paura, se qualche anima intelligente lo minaccia?
Ha ragione da vendere, il padre di una delle vittime, quando dichiara che la gente è stanca, che si sente offesa e presa per i fondelli. Il paradosso è che il ministro Mastella, ha dichiarato – pilatisticamnente – che non esistono leggi che non permettano ad una persona che sta scontando una pena per quadruplo omicidio – colposo, secondo la sentenza – di firmare contratti, e in mancanza di questa, oltre al danno, si aggiunge la beffa, visto che gli eventuali proventi non possono essere né confiscati, né devoluti forzatamente alle vittime.
Se questa linea di abbigliamento, di occhiali e profumo dovesse uscire, sarà bene ricordare, prima d’acquistarla, che non solo puzza di zingaro – visto il tanfo riconosciuto che la maggior parte di loro emanano – ma soprattutto puzza di morte, ingiustizia e scicallaggio commercial-mediatico, sulla pelle di quattro ragazzi, investiti da un ubriacone – che nonostante le parole – negli occhi non mostra alcun pentimento vero.

Marco Bazzato
30.11.2007
http://marco-bazzato.blogspot.com/