Usare come preteso, una tragedia, che seppur grave, non meno dolorosa di quella dello zingaro, che ubriaco marcio, ha falciato quattro giovani vittime, ed oggi, il povero tapino, sconta la sua pena in Hotel, agli arresti domiciliari, coccolato dai media, che si contendono la sua storia ,di ubriacone vagabondo assassino, strappalacrime pelose, dovrebbe portare a riflettere, quelle zucche vuote, con la testa ricolma solo di stupidità vandaliche, che usando come pretesto lo sport, si trasformano in mostri della peggior specie.
È successa una tragedia, una delle tante che accadono quotidianamente in Italia, ma questo dramma, a cui deve andare la vicinanza degli italiani, nei confronti dei familiari per l’assurda perdita, non è diverso dalle decine di omicidi colposi, che riempiono le pagine dei quotidiani.
Parlare di reazione delle tifoserie, dopo gli scontri, che hanno lasciato sul campo, vetri in frantumi, cassonetti e auto date alle fiamme, commissariati di Polizia, assaltati, come se il Paese fosse in guerra, fa gridare allo scandalo.
Fa gridare allo scandalo, il fatto che si permetta ancora il calcio, che si permetta a questa idrovora succhi soldi, che si usi ancora la parola tifosi, ma questi barbari, sono non possono nemmeno essere considerati all’altezza di quel poliziotto, che portando via una giovane vita, porterà per sempre il peso di quell’errore sulla coscienza. Fa gridare allo scandalo, che a tutt’ora si permettano le trasferte, per seguire con biglie, oggetti incendiali, spranghe, bastoni, e altri armamentari degni di un invasione barbarica, questa masnada – una minoranza – di vigliacchi criminali, col volto coperto, che nel nome d’un morto, comportandosi peggio della bieca rappresaglia nazista, incendiano, feriscono, sprangano altre persone, che hanno la sola colpa d’indossare una divisa, per poi, avere il coraggio, anche di lamentarsi, se qualcuno di questi terroristi, riceve un surplus di manganellate in faccia, o sulle reni, sui testicoli, e se donne, sulle ovaie.
È vero, la violenza genera violenza, ma all’atto pratico, senza togliere nulla al dolore familiare della vittima, il cosiddetto “Sport” con la S maiuscola, lo sport nazionale per eccellenza, è caduto nuovamente nell’occhio del ciclone, alla mercee di parassiti sociali, che dovrebbero vivere lontani dal consesso civile, lontani dai luoghi abitati e dalla civiltà, lasciandolo marcire, come escrementi evacuati da cani randagi, sotto il sole.
Ma la ruota mondiale del calcio italiano, non potrà fermarsi, anzi. Come sempre, nel volgere di pochi giorni, riparati i danni, sanate le contusioni, sostituiti vetri,veicoli e cassonetti incendiati, e rifatta pulizia sulle strade, il circo della morte, tornerà a battere la grancassa mediatica, degli interessi degli sponsor, delle tv via cavo, e degli stipendi miliardari dei giocatori.
Si parlerà per qualche giorno, su come fermare questi animali, su come rendere inoffensivi questi terroristi della domenica pomeriggio, magari con leggi speciali, aumentando la stretta sui controlli, sempre che non spuntino le solite anime buone, pronte a difendere i terroristi, o che qualche giudice, applichi, nei confronti di questi criminali, le attenuanti generiche, che sulla spinta dell’indignazione popolare, non saranno applicate al poliziotto, che per una tragica fatalità irripetibile, secondo anche il più esperto di statistica, è costata la vita ad un giovane tifoso vero, e di cui, la famiglia della vittima e del poliziotto, porteranno per sempre il peso di questa tragica perdita.
Marco Bazzato
12.11.2007
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