Il paradosso però, non sono queste formazioni politiche, che come un incesto di sodomiti si fondono tra loro, come sepolcri imbiancati, o mura intonacate di calce viva per tenere fuori i bacilli della peste, continuano a trovare un seguito di neuroni morti, a sinistra come a destra, disposti a credere alle promesse di battone medianiche, che come zecche attaccate sulla pelle, spillano denaro ai polli.
Nelle libere votazioni del Partito Democratico, andarono a voltare per eleggere l’indomito sindaco di Roma, che doveva abbandonare, secondo le sue parole, la scena pubblica nel 2008, quasi 4 milioni di persone, 8 milioni, tra testicoli e ovaie, mentre – stando alle sparate del Cavaliere – le firma raccolte per mandar via Prodi, sono state quasi 7 milioni. Un Plebiscito da Soviet Supremo, che nemmeno la Russia di Stalin, con i dissidenti al muro per l’esecuzione, poteva compiere.
Il paradosso è che all’alba del 21 secolo, i citrulli, per dirla alla Collodi, continuano a spuntare come funghi avariati nel Bel Paese, e come tanti Pinocchio che si faceva fregare gli zecchini d’oro dal gatto e la volpe, anche gli italici citrulli, hanno pagato un euro a testa, per il Partito Democratico, o per firmare per mandare tra i rifiuti tossici nocivi Il Mortadella. In totale: quasi 11 Milioni di Euro, 22 miliardi delle vecchie lire, esentasse, entrati in un sul boccone nelle casse dei partiti di questi ti sfaticati, che da decenni, a corrente alternata, come le scariche intestinali, o i coniati di vomito, hanno fatto dell’Italia, il fanalino di coda – rotto – dell’Unione Europea, e gli italiani, che hanno il governo che si meritano, continuano – come barbagianni – a credere che da sinistra o da destra, arriverà prima o poi un Messia, senza Mani Bucate e con le Mani Pulite, che risolleverà dal putridume della decomposizione le sorti del Paese.
Siamo al ribrezzo, all’imbalsamazione dei morti, alla liposuzione dei grassi celebrali degli italiani, che come tanti topi, attirati dal suono del pifferaio di Hamelin di turno, invece d’assaltarlo a morsi,, strappando lembi di carne, orinando sugli occhi, morsicando i testicoli facendo terminare l’insulsa vita nell’agonia, i topi italici si gettano nel canale, affogando nei debiti del liquame politico che ci trasciniamo da decenni, e i pifferai, allegri con il ventre rigonfio e la bisaccia piena di monete d’oro, come lo Sceriffo di Nottingham, sono sempre pronti a derubare il grullo di turno.
L’Italia, a distanza di più di sessantanni dalla fine della II Guerra Mondiale, deve ancora cambiare mentalità. Continua – prima accattona con il fascismo, poi diventata da una parte col capitalismo di stampo americano, e dall’altra con il comunismo alla Peppone – ad andare in giro col cappello in mano, cercando dollari, rubli, sesterzi o stotinchi, credendo che pagando il dazio feudale, ai signorotti – o papponi – di turno, che questi s’impegnino a cambiare lo stato dei fatti, mentre, a tutt’oggi, continuiamo ad essere, come mentalità, fermi alla libera democrazia da Soviet Supremo di Neanderthal, ragionando, come pensiero politico come l’Australopithecus, e i risultati dai giornali economici, ai fatti di cronaca nera quotidiana, si vedono tutti. Ma come polli, condizionati da ideologie religiose inesistenti, si continua ad essere sorretti da una stupida fede cieca, che ogni giorno di più avvicina il Paese al cimitero della ragione.
Marco Bazzato
19.11.2007
http://marco-bazzato.blogspot.com/