Ma quello che stupisce – teoricamente – psicologi, sociologi, e giornalisti, è il mondo apparentemente sommerso che ruota attornole cittàdelle universitarie, ai centri studi per stranieri, ai figli di papà col portafoglio rigonfio ma fancazzisti di professione, che preferiscono passare le nottate a sballarsi e ubriacarsi, piuttosto che sgobbare sui libri, ripagando almeno moralmente i genitori per gli sforzi economici che compiono per mantenere gli amati pargoli – lavativi – agli studi.
È ridicolo, che oggi, dopo la morte della studentessa inglese, barbaramente uccisa, non per rapina, ma forse per un rito delle notti di Halloween, festa di matrice anglosassone, esattamente come lo era la vittima e la maggior indiziata, si voglia continuare a presentare il mondo universitario, Erasmus compreso, come un oasi felice di studio, pulizia morale e volontà d’apprendimento, mentre il sottobosco universitario è “fatto” di festini, scopate, piste di coca e fumo che scorrono a volontà.
Del resto basta un semplice giro il pomeriggio a Padova, una delle tante città universitarie italiane, per vedere – come se si andasse in visita ad uno zoo abbandonato – studenti vestiti da barboni con lo spriz i mano, chiome di treccine rasta e occhialetti tondi da intellettualoidi fumati, persi con lo sguardo stranulato, svogliati della vita, parassiti vegetanti sulle spalle dei genitori, in ritardo di anni sul piano di studi, in prima pista, quando si tratta della sbronza di turno, o della ricerca del cannone serale.
Per fortuna non tutti sono petecchie, rifiuti sociali fancazzisti, borghesi che giocano a fare la rivoluzione comunista solo per scopare – secondo il concetto dell’amore libero – come ricci, salvo poi, una volta cresciuti e divenuti manager di successo, si trasformano, per incanto della “Fata Capitalista” in nazifascitelli, che riaprirebbero i campi di lavoro forzato, pur di moltiplicare esponenzialmente i dividenti agli azionisti, e le Stok Option, gli unici a cui debbano, non spiegazioni, ma semplici risultati economici,
Paradossalmente esistono però anche studentesse con principi e valori, che a differenza di molte mignotte da quattro soldi, non la danno via, o svendono il corpo, come cagnette in calore per una pista di coca, o un tiro di marijuana, e queste diventano prede ambite, per coloro che da frustrati sessuali, debbono dimostrare a se stessi e agli altri, la propria presunta superiorità scopereccia, anche a costo di violenti atti non solo contro la persona, ma anche contro natura.
Il mondo studentesco, non è l’oasi felice descritta nei volantini pubblicitari, o siti web, ma è un calderone di vette intellettive e bassezze bestiali, di soggetti, che rimarrebbero studenti fuori corso a vita pur di non lavorare, e altri, che invece di bruciarsi il cervello – drogandosi – hanno le gambe in spalla e studiando con profitto, raggiungono risultati d’eccellenza.
Il paradosso, è che quanti studiano veramente sono discriminati e se non la danno, o non lo offrono, vengono ghettizzati, o finiscono, come la povera Meredith con la gola tagliata, perché la colpa della studentessa inglese era quella di studiare, e non essere – come si dice in gergo – vacca slabbrata, dandola a cani e porci. Ma questo in un mondo dove i valori sono carne morta, i principi optional da sopprimere , le virtù devono essere stroncate perchè pericolosi virus infettivi da sopprimere nelle notti di Halloween come vittima sacrificale a qualche divinità animale, illusoriamente presente in qualche mente deviata, che forse oggi, se la sta ridendo alle spalle di tutti.
Marco Bazzato
14.11.2007
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