La richiesta di risarcimento, neppure troppo elevata, è di 260 milioni di Euro, in quanto lo Stato Italiano, spende 200 milioni di euro all’anno per mantenere come dei Soviet del Politic Buro, la classe politica, italiana checosti più elevati di Buckingham Palace, e con i nostri parlamentari italiani, in patria, sia nel parlamento europeo che percepiscono – indegnamente – stipendi, rimborsi, benefit, in assoluto più scandalosamente elevati, senza un adeguata ricaduta sul tenere di vita degli italiani, dell’intera Unione Europea.
Naturalmente le reazioni sdegnate degli attuali monarchi italici: i parlamentari, che come signori feudali, dalla fine della II guerra mondiale, hanno mangiato sulle spalle degli italiani non si sono fatte attendere, e con la consueta mancanza di fantasia, colma dell’ignoranza storica che li distingue, hanno attaccato i membri della Famiglia Reale, tornando a rivangare la solita scusa delle leggi razziali, di cui, discendenti di Vittorio Emanuele III, non portano – esattamente come i politici italiani – le colpe morali dei disastri dei loro predecessori, né tantomeno colpe storiche, per gli atti a cui non può essere imputata nessuna responsabilità diretta o indiretta, in quanto lo stesso ordinamento giuridico italiano, riconosce esclusivamente al colpa individuale del singolo in caso di reato, ed i discendenti della Casa reale,secondo la stessa legge italiana, non possono essere imputati, d’alcun reato, ne civile, ne penale, ne politico, per le colpe dei loro avi.
Eppure la richiesta di Casa Savoia ha un precedente europeo, non di poco conto. Infatti, dopo la caduta del muro di Berlino, in Bulgaria, con l’avvento della democrazia, è iniziata la restituzione delle proprietà private confiscate dal comunismo, e tra questi, dopo che anche nel Paese Balcanico sono state tolte agli eredi le disposizioni transitorie d’esilio, ne ha beneficiato anche Simeone Saxo-Coburg Gotha, figlio della Regina Giovanna di Savoia e di Boris II di Bulgaria che a suo favore ha giocato il fatto, che il Re, durante la II guerra mondiale, non ha emanato, anzi ha protetto gli ebrei, dalle persecuzioni del nazismo, cosa che non si può dire della maggioranza degli Stati Europei, ma che comunque non si può usare come giustificazione, per restituire i beni agli eredi legittimi, che di certo, non è lo Stato italiano.
Va tenuto presente che in entrambi i Paesi, Italia e Bulgaria c’è sempre stato il sospetto che i referendum indetti per la scelta tra monarchia e repubblica , avendo avuto nei due Stati uno scarto minimimo, tra le due forme di governo, siano stati pilotati, imponendo – democraticamente – la repubblica.
Potrebbe essere paradossale, ma se Casa Savoia, decidesse di portare al Tribunale per i Diritti dell’Uomo dell’Aia, il caso, usando come precedente, storico e politico la restituzione dei beni in Bulgaria, l’Italia, potrebbe essere costretta, da una sentenza internazionale ad dar seguito alle legittime richieste di Casa Savoia, dimostrate dal fatto, che un ex paese del blocco sovietico, con l’avvento della democrazia, non ha avuto paura di restituire i beni ai precedenti regnanti,.
Il paradosso è che l’Italia, storicamente festeggia Giuseppe Garibaldi come unificatore – sotto i Savoia – del Regno ’Italia, ma dimentica, o attacca proprio la Casa Reale, quando si tratta della questione meridionale, incolpandola d’aver strappato il sud Italia dalle mani dei Borboni, e facendo elogi a Giuseppe Mazzini, massone come Garibaldi, per le idee risorgimentali, che volevano l’Italia unita sotto i Savoia.
La questione non è solo economica ma morale, perché indipendentemente da quanti errori possa aver compiuto durante il fascismo Vittorio Emanuele III, e quanti errori – omicidio compreso – possa aver fatto il figlio Umberto II nell’isola di Cavallo, case terreni, possedimenti, ploretariamente espropriati, o fagocitati dalla nuova Repubblica Italiana, è nata, come diretta conseguenza storica del sacrificio e della volontà della famiglia Savoia di fare dell’Italia, non degli italiani – storicamente e culturalmente impossibile – un Paese Unito.
È interessante notare, che se lo Stato italiano, per bocca dei suoi più alti rappresentati, rifiuta aprioristicamente il dialogo con i discendenti di Casa Savoia sui beni a loro sottratti, significa che ci si trova innanzi ad una democrazia teorica, che ha scheletri negli armadi, mentre una Repubblica che non ha paura della propria Storia, ricca delle proprie virtù, non ha problemi a restituire ai legittimi proprietari, quanto tolto, espropriato , o confiscato – nemmeno fossero mafiosi –, non per volontà dei popolo, che nel 1946 avendo un forte sentimento che li legava alla Casa Reale, si era espresso in modo diverso, ma per un Colpo di Stato proletario, e oggi, a distanza di 61 anni, ha paura di riaprire, ricontando le schede del Referendum, perché intrallazzi e brogli verrebbero a galla.
La storia è scritta dai vincitori. I perdenti devono rimanere – per sempre – in democratico silenzio, e come servi, obbedir tacendo!
Marco Bazzato
22.11.2007
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